Recensione Whispering Willows

Da OUYA a Steam, un'avventura fra spiritismo e misteri

Recensione Whispering Willows
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Disponibile per
  • PS3
  • PSVita
  • Wii U
  • Pc
  • PS4
  • Ouya
  • Whispering Willows è un'avventura dalle tematiche oscure, che danza pericolosamente sul sottile confine che separa l'horror dallo spiritismo. Il titolo, sviluppato da Night Light Interactive ed uscito in un primo momento come esclusiva per la tanto chiacchierata - ma poco apprezzata - console OUYA, è da poco stato pubblicato anche su PC. Del resto, per un team di sviluppo alla prima esperienza, far arrivare il frutto del proprio lavoro al maggior numero possibile di persone è importantissimo, ed una piattaforma dalla base installata misera come la piccola console basata su Android è ben lontana dall'essere il palcoscenico adatto per farlo.
    Il risultato ottenuto dal team di sviluppo, in ogni caso, è tutt'altro che perfetto, ma nasconde al suo interno svariati enigmi piuttosto ispirati ed una storia intrigante, ben dipanata durante il corso dell'avventura ed arricchita da numerose note a fare da complemento alla narrazione principale.

    Un'avventura spirituale

    Tutto ha inizio con la sparizione di John Elkhorn, scomparso poco dopo aver accettato un lavoro come custode della tenuta dei Willows, famiglia che ha fondato l'innominata città in cui è ambientato il gioco. Dando ascolto ai sogni che da tempo la tormentano, la figlia Elena decide di recarsi nella magione per cercarlo, restando intrappolata in un turbinio di eventi inquietanti che la porteranno a scoprire la verità su quella tenuta, su suo padre e sul rispettatissimo Wortham Willows, primo sindaco della città. Attraverso il contatto diretto con i fantasmi che ancora oggi infestano la proprietà, Elena ripercorrerà la storia dei suoi antenati e della sua città, un luogo in cui il confine fra il regno spirituale e quello reale è più sottile che mai.
    Whispering Willows cerca di mantenere vivo l'interesse dei videogiocatori proponendo una trama misteriosa e carica di pathos, la cui flebile traccia principale viene sostenuta con forza da una miriade di diari ed annotazioni, che cercano di colmare in modo ottimale ogni minimo gap narrativo. Il ritrovamento dei suddetti manoscritti ci permetterà di rivivere la vicenda attraverso gli occhi di ciascuno dei suoi protagonisti principali, mostrandoci tutte le sfaccettature di una storia molto intrigante e ben studiata. Questo espediente narrativo, però, pur svolgendo il suo compito egregiamente, non è esente da difetti: la grande importanza data a questi elementi nell'economia del gioco ha spinto gli sviluppatori a posizionarli in posizioni piuttosto ovvie, rendendo il compito di collezionarli tutti fin troppo semplice: una volta giunti alla fine del gioco, difficilmente ve ne mancheranno più di un paio.

    Questa semplificazione potrebbe far felici i giocatori meno esigenti, che avranno facilmente accesso a tutti i contenuti del gioco senza sudare troppo, ma spegne ogni barlume di speranza in coloro che contavano su questo aspetto come stimolo per rigiocare il titolo, che sicuramente non fa della longevità il proprio cavallo di battaglia. Piccola nota a margine: il gioco è completamente localizzato in italiano, quindi chiunque riuscirà a godere a pieno della trama proposta dal gioco, a patto di riuscire a passare sopra alle numerose sviste presenti nella traduzione, anch'essa tutt'altro che perfetta.

    A spasso tra sciamani e fantasmi

    Gran parte del fascino del gioco deriva dalla sua incredibile atmosfera. Dopo una breve introduzione, affidata ad un pessimo filmato che sembra preso da un vecchio cartone animato low-budget, verremo proiettati in ambientazioni estremamente cupe e ben realizzate, capaci di suscitare nel giocatore un senso di inquietudine costante. La vera sorpresa è il modo in cui il team di sviluppo ha saputo controbilanciare, attraverso oculate scelte stilistiche, le vibrazioni negative emanate dalle location del gioco, dando vita ad una produzione che, pur facendo dell'atmosfera opprimente il proprio punto forte, non sfocia mai nell'horror vero e proprio. Questo equilibrio è mantenuto in essere dalla sinergia perfetta fra stile grafico e comparto audio, i quali pur andando in direzioni diametralmente opposte si armonizzano alla perfezione. Il primo ha il compito di alleviare leggermente la tensione attraverso il suo stile pseudo-cartoonesco, in grado di rappresentare spiriti grotteschi e sulla carta piuttosto terrificanti con ironia e consapevole esagerazione, mentre il secondo contribuisce a mantenere l'atmosfera inquietante al punto giusto, attraverso musiche ed effetti sonori sempre all'altezza della situazione, la cui massima espressione sono i bisbiglii dei fantasmi, che vi faranno letteralmente gelare il sangue nelle vene. Il risultato è un mix inaspettatamente gradevole, che rappresenta - insieme alla narrazione - uno dei picchi più alti raggiunti dalla produzione.

    Una volta preso il controllo di Elena ci troveremo di fronte ad un impianto ludico abbastanza datato, la cui struttura rimanda, in un certo senso, ad alcuni elementi delle avventure grafiche vecchio stile; il tutto è tirato a lucido per l'occasione ed impreziosito da un sistema di controllo adeguato all'utilizzo del gioco con la tastiera del PC (esatto: niente mouse o controller).
    Il risultato finale però è qualcosa di profondamente diverso: a dirla tutta, Whispering Willows non fa altro che prendere piccoli elementi di quel glorioso genere e semplificarne le dinamiche, restituendo al giocatore un'avventura bidimensionale semplice da giocare, in cui i numerosi enigmi, pur risultando molto interessanti, sono facilmente risolvibili da chiunque senza alcun tipo di sforzo particolare. Anche l'interazione con l'ambiente è ridotta ai minimi termini: gli unici elementi dello scenario con cui potremo interagire saranno quelli effettivamente rilevanti ai fini del proseguimento dell'avventura, facendo venire meno la necessità di controllare ogni singolo centimetro dello scenario in cerca di indizi, i quali risultano spesso fin troppo evidenti e banali. Grazie all'introduzione di alcune meccaniche fresche ed interessanti, il gioco è comunque molto divertente. Appena metterà piede nella magione, Elena entrerà infatti in contatto con lo spirito di un suo antenato, uno sciamano della tribù dei Kwantako, il quale le insegnerà ad utilizzare il potere racchiuso nell'amuleto donatole dal padre. Grazie ai suoi insegnamenti la ragazza imparerà a controllare la propria proiezione spirituale, elemento alla base della risoluzione di buona parte dei puzzle del gioco, anch'essi, tanto per cambiare, fin troppo semplici e guidati. Controllando il nostro spirito potremo intrufolarci in pertugi altrimenti inaccessibili, possedere determinati oggetti in modo da interagirci a distanza e parlare con gli altri spiriti che abitano la magione, la cui presenza ci verrà prontamente segnalata dal nostro amuleto.
    A tale proposito, non possiamo fare a meno di notare come l'esperienza di gioco venga sminuita ulteriormente proprio dalla presenza di troppe indicazioni visive, pronte a guidarci nella risoluzione degli enigmi: la costante presenza di indicazioni a schermo e la presenza del ciondolo, che ci mostra inequivocabilmente la presenza di elementi con i quali possiamo interagire utilizzando la nostra proiezione spirituale, sono aiuti di cui avremmo fatto volentieri a meno. Da questo punto di vista, Whispering Willows sembra quasi un interminabile tutorial, che si conclude dopo circa 3 ore con i titoli di coda.

    Il risultato del lavoro del team statunitense è un'avventura dal ritmo compassato, penalizzata dal gameplay troppo semplificato e dalla presenza di una discreta quantità di backtracking. Non abbassate mai la guardia però, perché per quanto le location siano tutte abbastanza piccole e vicine fra loro, dimenticarsi di raccogliere un oggetto ed essere conseguentemente costretti a tornare indietro può essere un compito davvero tediante, complice anche la lentezza della protagonista, che ad eccezione di alcune sezioni specifiche non sarà in grado di correre per spostarsi più velocemente. Come se non bastasse, nel gioco non è presente nessuna mappa. Questa caratteristica, per certi versi interessante, si scontra con la presenza di alcune ambientazioni apparentemente simili fra loro, che inizialmente potrebbero trarci in inganno e farci sbagliare strada, costringendoci a farci muovere a vuoto fra una stanza e l'altra senza un valido motivo.

    Whispering Willows Whispering WillowsVersione Analizzata PCWhispering Willows è tutto sommato un buon gioco, ma sarebbe potuto essere molto di più. Il titolo ha dalla sua diversi elementi qualitativamente molto solidi, ma al tempo stesso presenta evidenti lacune che gli impediscono di elevarsi al di sopra della media. Appropriandoci per un attimo di una delle frasi più abusate in ambito scolastico, potremmo dire che il gioco ha del potenziale, ma non si applica. La bella storia messa in piedi dai ragazzi di Night Light Interactive, che poteva essere l'elemento trainante della produzione, è breve (il gioco è completabile in meno di 3 ore) e troppo incentrata sul ritrovamento delle annotazioni, finendo per trascurare eccessivamente l'interazione diretta con i personaggi; l'ottimo comparto tecnico, pur rappresentando una delle componenti più riuscite del titolo, propone scene di intermezzo palesemente poco curate ed in netto contrasto con l'atmosfera generale del titolo. Il gameplay, infine, nonostante la presenza delle riuscitissime dinamiche di interazione con il regno spirituale, è la vittima inconsapevole del processo di semplificazione messo in atto dagli sviluppatori, che ne sminuisce in modo sensibile la freschezza. Se siete in cerca di un titolo breve e poco impegnativo ma capace di raccontare una storia interessante, quindi, Whispering Willows potrebbe fare al caso vostro; ma se siete giocatori particolarmente esigenti e cercate qualcosa di più complesso da giocare, potete tranquillamente rivolgere altrove il vostro sguardo.

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