Windjammers Recensione: il ritorno di un classico arcade

Windjammers ritorna su Playstation 4 e Vita, per la gioia dei nostalgici. Loris Biaggi è ancora in gran forma, esattamente come nel 1994...

Windjammers Recensione: il ritorno di un classico arcade
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  • PSVita
  • PS4
  • Estate, 40° all'ombra, sabbia fra le dita dei piedi, sabbia nelle mutande, sabbia ovunque. I volti devastati di alcuni bagnanti parlano chiaro: il mare non è per tutti. E noi siamo lì nei 20 centimetri d'ombra proiettati dal bar, a condividere la sofferenza con qualche anziano col cappello di paglia e un paio di ragazzini che trangugiano ghiaccioli semisciolti. L'odore pungente del metallo fradicio di sudore suggerisce che abbiamo stretto per troppo tempo quei gettoni tra le mani. È ora di fare i prepotenti e scostare i bimbetti che, in punta di piedi, pigiano tasti a caso su uno di quei polverosi cabinati corrosi dalla sabbia e dalle cicche di sigaretta. È l'ora di scegliere Biaggi e farsi un po' di pubblico.
    Bei ricordi, che evocano situazioni fin troppo rilassate, per questo è giusto ammorbarvi con un po' di storia. La Frisbie Pie Company nasce nel lontano 1871 e fa delle torte squisite; poco dopo gli studenti di Yale scoprono l'aerodinamicità del supporto in alluminio delle torte, e iniziano a lanciarselo con forza urlando "frisbie!" per evitare di decapitare qualche ignaro passante; passa quasi un secolo e Walter Frederick Morrison e la sua futura moglie riescono a venderne uno in spiaggia, a Los Angeles, per 25 centesimi, ben 5 volte il prezzo della torta: un evento che porterà Fred, dopo aver appreso qualche nozione di aerodinamicità in guerra, a bordo di un P-47 Thunderbolt, ad elaborare il famoso brevetto. L'idea viene venduta all'azienda di giocattoli Wham-O, successivamente acquistata da Hasbro, che produce il disco volante che conosciamo ora, distribuendolo prima col nome di "Pluto Platter", poi come "Frisbee", in onore dell'usanza diffusa a Yale.
    Ma diciamocelo, la vera svolta avvenne nel 1994.

    Tan lines vs scan lines

    È tutto come l'abbiamo lasciato 20 e passa anni fa, sul tubo catodico di qualche cabinato marcio. È una delle più sfacciate operazioni nostalgia viste di recente, con tanto di spot anni ‘90 pieno di eccessi premeditati e brutti effetti col green screen, ma se ne sentiva davvero il bisogno. Con una rete, un frisbee, due reti e una manciata di clichè etnici, il vecchio Windjammers era riuscito a dirottare le attenzioni di chi non smetteva di consumarsi i polpastrelli sul solito picchiaduro di turno, offrendo un titolo sportivo davvero originale, nonostante le tipiche contaminazioni del mercato coinopparo dell'epoca.

    Alcuni hanno provato a ricreare l'atmosfera dei campi di Windjammers, Disc Jam in primis, fallendo in modi più o meno disastrosi. Perchè il vero gioco di frisbee resterà sempre quello dei Data East, semplice, immediato, e altamente competitivo.Le meccaniche di gioco sono rimaste invariate: due tasti per alternare tiro semplice e tiro alto, quando si detiene il disco, scivolata quando si è a mani vuote; restando immobili e premendo X mentre si riceve il tiro avversario, è possibile scaraventare il frisbee in aria (toss) e caricare un tiro speciale, mentre lanciando il disco nel momento esatto in cui lo si riceve, lo si può scagliare a velocità supersonica nella metà campo avversaria; con la sempreverde "mezzaluna" si può imprimere un effetto al tiro. Le variazioni sono tutte affidate ai diversi campi, che talvolta montano pannelli respingenti sulle reti, per deviare i tiri e renderli più imprevedibili, oppure porte di diverse dimensioni, per separare in modo differente le zone in cui il "goal" vale 5 o 3 punti. Tutto qui, insomma, per il tipico titolo facile da comprendere ma difficile da padroneggiare, come lo si etichetta da più di un ventennio.

    Tiro a vortice!

    Non aspettavamo una riedizione di Windjammers per poter ripetere per l'ennesima volta la modalità arcade contro i soliti sei personaggi, nè per giocare a frisbee col cane o per buttare giù birilli nel più insolito dei modi (stavolta i minigiochi sono attivabili da un apposito menu), ma solo perchè finalmente avremmo avuto la possibilità di umiliare qualcuno dall'altro capo del mondo -o perdere 14 a 0 contro qualcuno tanto giovane da avere "2001" nel nickname-, invitare gli amici sul PSN e poi aspettarli a casa per la rivincita.
    Salvo alcuni casi sporadici, in cui il matchmaking ci ha sbattuto in faccia il menù principale o ha interrotto qualsiasi emissione di suoni senza nulla aggiungere, il netcode si è comportato piuttosto bene, decisamente meglio di quanto visto in fase di beta testing; in generale, il sistema di gioco online ci ha regalato parecchie partite in matchmaking veloce e classificato senza rallentamenti di sorta (pare sia stato implementato il sistema GGPO, conosciuto nell'ambiente dei picchiaduro competitivi).

    Purtroppo, questa riedizione del leggendario titolo Neo-Geo, che è un azzardo chiamare "remake", soffre dello stesso problema degli ultimi classici ritornati sulle console di ultima generazione, strettamente legato alla carenza di contenuti inediti, in grado di giustificarne l'acquisto in un 2017 già affollato di titoli più che validi.
    Si poteva osare di più, insomma, sperimentare magari una modalità 2 vs 2, ma anche inserire più opzioni per i match online personalizzati; la casa di sviluppo francese DotEmu, invece, come per molti dei riadattamenti già pubblicati, non ha fatto altro che riproporre fedelmente la vecchia ROM Neo-Geo, limitandosi ad aggiungere l'opzione per il matchmaking online. Sebbene il fattore nostalgia giochi un ruolo decisivo nell'acquisto, e si prospettano risvolti piuttosto esaltanti riguardo l'eSport, a molti non andrà giù una riedizione così vicina all'esperienza di quel lontano 1994, a molti non basterà l'opzione per far sembrare il proprio schermo 4K da 2000 euro un CRT che vomita radiazioni da ogni scanline, nè la possibilità di dilettarsi nei minigiochi senza dover necessariamente ricaricare la modalità arcade.

    Windjammers WindjammersVersione Analizzata PlayStation 4Rigiocare Windjammers nel 2017, su Playstation 4 è un’esperienza peculiare e altamente educativa. Consente ai giovani di scoprire quanto la semplicità possa essere efficace nel generare veri e propri capisaldi del gaming competitivo, ai meno giovani di sfidare gente a caso online, urlando “tiro verticale!” nel silenzio della propria stanza. I francesi di DotEmu perdono ancora una volta l’occasione per inserire più contenuti inediti piuttosto che riproporre pedissequamente i classici, scontentando chi non riesce proprio a trovare un senso a quel price tag di 14,90€.

    7.5

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