Wipeout Omega Collection Recensione

Wipeout Omega Collection sfreccia su PlayStation 4: in una sola raccolta trovano spazio Wipeout HD, Wipeout Fury e Wipeout 2048.

WipEout Omega Collection
Recensione: PlayStation 4
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS4
  • PS4 Pro
  • Wipeout è l'esaltazione della pura velocità.
    È il brivido dell'eccesso, l'emozione di una virata perfetta. Il fremito di una corsa senza limiti, furiosa al punto da disintegrare il panorama, trasformandolo in un fascio di particelle impalpabili e colorate. Wipeout è una sfida continua alla gravità, al limite tecnologico. È un nodo indistricabile di musica e luce, di impulsi nervosi e fulminee reazioni neurali. Wipeout è anche uno dei manifesti del racing arcade: una saga che ha accompagnato da sempre gli hardware della famiglia PlayStation, rappresentando a conti fatti un simbolo ed una pietra miliare per tutti gli appassionati del genere. Per questo l'annuncio della chiusura di Studio Liverpool -il team storico che si è occupato della serie sin da quando si chiamava Psygnosis- aveva lasciato spaesati i fan di lungo corso, che da tempo sognavano l'arrivo del brand sulla nuova ammiraglia Sony. Ad accontentarli ci pensa, per fortuna, la Wipeout Omega Collection, quella che possiamo considerare a tutti gli effetti una sorta di enciclopedia interattiva delle più recenti prodezze franchise, un immenso "riassunto" degli ultimi dodici anni di attività della serie. Questa raccolta, assemblata con grande rispetto per il materiale originale, per l'estetica e per la filosofia sempre esagerata di Wipeout, racchiude infatti i capitoli Wipeout HD, Wipeout Fury e Wipeout 2048.
    Il primo elemento del trittico, nella sua versione originale uscita su PlayStation 3, era a sua volta una collection in cui erano confluiti Pure e Pulse, i due capitoli portatili pubblicati in origine su PSP. L'episodio 2048, ancora oggi uno dei più ispirati dell'intera produzione, arrivò invece nel 2012 sulla sfortunata PlayStation Vita, e resta di fatto l'ultima apparizione e l'ultimo capitolo originale della saga.
    Qualcuno, allora, si lamenterà del fatto che la Omega Collection si possa considerare, per certi tratti, il remake di una remaster; ma la verità è che il lavoro portato avanti da Sony e Clever Beans è un grande atto di amore e rispetto per Wipeout, nonché un aggiornamento tecnico che ha del miracoloso. Con un colpo d'occhio più accattivante, un engine che spinge al massimo su fluidità e risoluzione, interventi di ammodernamento che interessano effetti speciali e mole poligonale, i tre capitoli portatili si presentano in splendida forma anche su PS4. E poi c'è da considerare, banalmente, la densità di un'offerta che non ha nulla da temere sul fronte del rapporto quantità/prezzo. Parlando di freddi numeri, nella Omega Collection si contano 26 tracciati, 46 vetture, ed 9 diverse modalità. Queste ultime, in particolare, coprono un ampio spettro di approcci al gioco: da Wipeout HD arrivano le varianti più arcade, compresa l'eccelsa Zone, in cui non si ha il controllo della velocità, che aumenta progressivamente ad ogni giro. Da Fury vengono invece recuperati i game mode più aggressivi, in linea con lo spirito battagliero dell'espansione. E infine da 2048 viene recuperata la Carriera, summa dell'esperienza di gioco in single player e caratterizzata un ottimo senso di progressione. Non manca ovviamente l'online, ed un'opzione per lo Split Screen in locale. La Omega Collection, insomma, non è soltanto un ottimo titolo d'ingresso nel mondo delle corse a gravità zero per chi non si avesse mai avuto il piacere di sfrecciare sui circuiti di Wipeout, ma un sogno ad occhi aperti per tutti gli estimatori del brand.

    Al massimo

    Partiamo dalle questioni squisitamente tecniche. Su PlayStation 4 PRO, i tre episodi di Wipeout infilati nella Omega Collection sfrecciano a 60 frame al secondo, in 4K. E si tratta di uno spettacolo davvero magnifico, in grado di massimizzare i due elementi che hanno da sempre costituito il nucleo del DNA della saga: velocità e meraviglia visiva. Pulita e nitida, la scena si carica di architetture futuristiche, piastre al neon, spalti metallici, scintille ed esplosioni. Ma anche se giocherete ad una risoluzione meno spinta (1080p), sulla PS4 "liscia", il titolo saprà incantarvi grazie all'ottimo lavoro di restauro operato dal team. Si fa davvero fatica, del resto, a pensare che alcuni tracciati provengono da un gioco portatile del 2005: Clever Beans ha lavorato alla grande non solo sul fronte delle texture, tutte sostituite da versioni ad una risoluzione più adeguata agli hardware attuali, ma anche per quel che riguarda particellari, effetti speciali e modellazione. Le scie lasciate dagli aerofreni che si attivano in curva, gli effetti devastanti delle armi, le distorsioni delle onde d'urto, compongono una scena davvero ricca, così come più ricchi sono i modelli poligonali delle navicelle e degli elementi a bordo pista. Un certo distacco nella qualità dei circuiti che provengono da Fury/Pure/Pulse e quelli che arrivano invece da Wipeout 2048 risulta ovviamente evidente, ma insomma non c'è nulla che sfiguri, ad anzi lo sguardo del giocatore è sempre abbondantemente compiaciuto.

    150 anni di storia

    Le sensazioni di guida che proverà chi si avvicinerà alla Omega Collection sono quelle a cui la saga ci ha abituati fin dagli esordi. Ancora oggi Wipeout è un arcade furioso, lanciatissimo e adrenalinico. E va benissimo così. Che si voglia giocare sfruttando i power-up (non certo determinanti al punto da contare più delle abilità di guida), oppure propendere per le modalità più cliniche dove contano solo i riflessi e la conoscenza dei tracciati, il gioco funziona alla grande ancora oggi, resistendo alle ingiurie del tempo. Ed anzi dimostrandosi incredibilmente divertente e attuale.

    L'offerta dei tre episodi che compongono questo "compendio", in ogni caso, è decisamente varia e diversificata. Anche le corse della Anti Gravity Racing League si sono in qualche modo evolute, nell'arco dei decenni, e ciascuno dei vari capitoli ha un suo preciso leitmotiv. I circuiti di Pure e Pulse, come i titoli lasciano intendere, sono quelli più futuristici, pensati per esaltare la purezza della velocità e la fusione quasi "sinestetica" fra accelerazione e musica. Sono i tracciati più clinici, regolari, astratti ed asettici. Track design allo stato puro, sequenze calcolatissime di curve, rettilinei, pannelli turbo.
    Non a caso è proprio qui che, abbandonando fin da subito la difficoltà principiante senza necessità di superare alcuna gara (in linea con lo spirito arcade della produzione), si riscopre il piacere del giro lanciato e la perfezione della modalità Zone, recuperata da Wipeout Fusion ma glorificata proprio dai due titoli PSP. L'esaltazione di un "perfect lap" eseguito usando solo gli areofreni, mentre i colori acidi della pista ti travolgono in tunnel di sensazioni lisergiche, è ancora oggi impagabile.E poi c'è Fury, il capitolo più rabbioso del pacchetto.
    Qui, oltre alle gare classiche, ci sono quelle in cui bisogna accumulare punti falciando gli avversari con le classiche armi del gioco, tra bombe al plasma e missili autoguidati. Persino gli eventi a Zone si trasformano: ora in gare d'accelerazione in cui accumulare turbo e schivare gli ostacoli lasciati dagli avversari, ora nelle varianti Detonatore, in cui l'obiettivo è quello di distruggere le bombe disseminate sul tracciato.

    Ancora oggi alcune di queste modalità restano non del tutto riuscite, molto marginali nell'economia del gioco e colpevoli di aver tradito in parte lo spirito sempre molto clinico della saga. Avendo però l'occasione di alternare questi eventi "combattivi" a quelli tradizionali (visto che in ogni momento si può passare da un gioco all'altro) l'offerta di Fury si presenta se non altro come un diversivo capace di scacciare la monotonia.
    Il fiore all'occhiello della raccolta è rappresentato in ogni caso da Wipeout 2048, titolo che vuole raccontare la genesi delle corse a gravitò zero. La sua campagna, quella con un senso di avanzamento decisamente più scandito, si articola lungo tre anni, portando dall'esordio della Lega fino al 2050.
    La "sintesi" estrema dei tracciati di Pure svanisce in favore di un design più antico, che sa valorizzare altri scorci e altri materiali. Le superfici pulite lasciano spazio perfino allo sterrato, mentre il profilo invadente di grattacieli e l'ammasso urbano delle megalopoli spuntano a più riprese. "L'avventura" di questo Wipeout comincia insomma sull'asfalto: si corre ancora sulle strade, a mezzo metro da suolo, ma con in vista la segnaletica orizzontale, le strisce gialle che delimitano i margini della carreggiata. Non mancheranno ovviamente salite vertiginose, in cui "manto stradale" si farà spesso e volentieri trasparente per amplificare il senso di vertigine, inquadrando in spericolati sottinsù la turba diffusa di edifici che si estende a perdita d'occhio attorno alle piste.
    Il buon numero di scorciatoie inserito in ciascuna pista permette di sperimentare, cercando il miglior compromesso fra brevità del percorso alternativo e disposizione dei pannelli del turbo. Studiare attentamente la collocazione delle frecce che ci garantiscono un boost temporaneo, del resto, è fondamentale per limare i tempi o eseguire sorpassi al limite. I pannelli dei Power Up e delle armi, in 2048, sono divisi in due diversi colori: i potenziamenti più esplicitamente offensivi (terremoti, missili a ricerca, Plasma Beam) si ottengono passando sopra ai riquadri rossi, mentre quelli verdi ci consegnano turbo, autopilot, scudi e mine. Quando si corre si devono prendere insomma decisioni fulminee, modificando di tratto in tratto l'interpretazione della corsa: la varietà di approcci è ottimamente valorizzata, tanto che replicare più volte la medesima gara alla ricerca del miglior piazzamento è un esercizio di riflessi sempre stimolante.

    Wipeout 2048, insomma, non rappresenta soltanto l'ultimo capitolo inedito della saga, ma anche uno dei migliori di sempre, forse poco conosciuto a causa della diffusione non proprio estesa di PsVita. Poterlo riscoprire grazie a questa Collection, di cui rappresenta l'imperdibile vertice, sottolinea una volta di più il valore di una simile raccolta.

    Wipeout Omega Collection Wipeout Omega CollectionVersione Analizzata PlayStation 4Il titolo scelto per la raccolta assemblata dai ragazzi di Clever Beans è un'evidente dichiarazione d'intenti. L'Omega, del resto, rappresenta la fine, il punto d'approdo, la conclusione di un viaggio. Con questa Collection si chiude insomma la “seconda stagione” di Wipeout, quella che va dal 2005 ad oggi, nata e cresciuta su console portatile. Dentro la Omega Collection ci sono dodici anni di Wipeout: tutte le piste, tutte le modalità, e anche tutte le musiche. Un insieme di sonorità acide, sintetiche, ritmate e graffianti, in quella che è una Soundtrack da urlo: un tripudio di sintetizzatori che va dai Prodigy ai Chemical Brothers, tra spericolare accelerazioni di bpm e virtuosismi elettronici. Ma al di là delle questioni musicali e tecniche (ottimo il lavoro di ammodernamento e i risultati raggiunti grazie al “lifting” dell'engine), quello che più colpisce è l'incredibile varietà di situazioni e filosofie che si riscopre proprio accostando i tre prodotti che compongono la raccolta. Wipeout ribadisce così di essere non solo uno dei migliori racing arcade di sempre, ma anche un brand poliedrico, instancabile, pronto a sperimentare. Non tutte le modalità sono riuscite alla stessa maniera, così come un distacco evidente in termini di ispirazioni (e aspirazioni) si nota fra il trittico Pulse/Pure/Fury e l'ottimo 2048. Ma l'offerta complessiva della raccolta è ottima, così come il prezzo. La segreta speranza è che dopo questa estrema sintesi, Sony voglia prendere in considerazione l'ipotesi di avviare un “terzo tempo”, magari con un capitolo fin dal principio pensato per questa generazione di console.

    8

    Che voto dai a: Wipeout Omega Collection

    Media Voto Utenti
    Voti: 50
    8.8
    nd