Recensione Wonderbook: Il Libro degli Incantesimi

La fiaba digitale di Sony è pronta al debutto

Recensione Wonderbook: Il Libro degli Incantesimi
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  • PS3
  • C'era una volta, tanto tempo fa, un Eroe che aveva dimenticato di quando era bambino. Le aveva viste davvero tutte, nella sua lunga vita di avventuriero: aveva combattuto soldati addestrati, enormi bestie mitologiche, creature della notte affamate di carne umana. Aveva visitato città sommerse, e i templi eretti sulla cima del monte Olimpo, e i paesi del futuro in cui le case erano solo di vetro e popoli si muovevano alla velocità del pensiero. Oggi, intrappolato nel suo corpo di Adulto, aspettava sonnacchioso la sua prossima avventura, ma senza più entusiasmo: per quanto epiche, e roboanti, e fantastiche potessero essere le sue gesta, sapeva già che non avrebbe mai potuto dirle "nuove".
    Un giorno, uscito dal portone titanico della sua dimora, il nostro Eroe si trovò di fronte un enorme Libro coperto di polvere. Non si ricordava quasi più la sensazione di stringere un libro fra le mani: in quei tempi così tormentosi nessuno ormai leggeva più, nessuno raccontava più storie, perchè nessuno sarebbe rimasto ad ascoltarle.
    L'eroe soppesò il tomo rilegato, aprì lentamente le pagine, invaso per un istante dall'odore della carta. E fu allora che successe: dalle pagine bianche del libro uscirono creature meravigliose, bestie che il nostro Eroe aveva visto solo nelle sue fantasie di nottambulo perduto, e colori nuovi creati dalle bizze della luce, e incantesimi, e magie, e oggetti fatati che sparivano se chi li guardava non era puro di cuore.
    Fu allora che il nostro Eroe si ricordò del tempo lontano in cui era stato bambino. In quei giorni ogni cosa era curiosa, ogni storia restava viva e vibrante nella memoria, e "vivere" voleva dire "crescere".
    Il nostro Eroe non saprebbe dire esattamente come si sentì in quegli istanti. Si sentì al contempo nuovo e antico, e finalmente meravigliato. Si sentì salvo.

    Il libro delle meraviglie

    Book of Spells è il primo titolo della collana Wonderbook, coraggiosissimo esperimento di Sony Computer Entertainment che mescola l'uso del motion controller con i pregi della realtà aumentata, per costruire un originale ibrido fra videogame, libro e narrazione interattiva.
    Fin dai tempi delle prime presentazioni Wonderbook si è distinto per l'innovazione e la voglia di travalicare i confini del un medium, proponendosi come un progetto davvero perfetto per l'utenza di riferimento (il titolo si dedica ovviamente ai giocatori più giovani), ma curioso anche agli occhi dei gamer più cresciuti.
    L'oggetto chiave attorno a cui si costruisce l'esperienza de Il Libro degli Incantesimi è proprio il Wonderbook, un vero e proprio libro di dodici pagine in cui sono stampati i simboli che verranno poi interpretati dalla telecamera di PlayStation 3. La qualità dei materiali e del design è impeccabile: rilegatura morbida e imbottita, pagine di cartone spesso, colori tenui e delicati. Il Wonderbook è un oggetto solido, piacevole da sfogliare e tenere in mano, ma sa anche farsi da parte, senza attirare troppo l'attenzione, quando -messo di fronte al PlayStation Eye- deve lasciare spazio a tutto quello che si materializza sullo schermo.
    L'idea alla base di Wonderbook è infatti quella di utilizzare il libro come "tramite" fra mondo reale e mondo virtuale: ogni pagina, filtrata dalla "magia" della console Sony, genera oggetti differenti, con cui si può interagire grazie al PlayStation Move, periferica che accompagna l'intera esperienza di gioco.

    "Un altro degli aspetti più riusciti de Il Libro degli Incantesimi è questa sua insistenza sulla narrazione e sulla lettura. Tutti i testi presenti nel libro, che siano spiegazioni delle formule magiche, lezioni di storia o antiche favole tramandate attraverso le generazioni, si materializzano sullo schermo e vengono letti dalle voci narranti"

    Il titolo con cui la "libreria virtuale" di Sony viene inaugurata, il Libro degli Incantesimi oggetto di questa recensione, è legato a doppia mandata con il mondo di Harry Potter, e collocato all'interno del progetto Pottermore: una sorta di workshop in continua evoluzione, pensato per espandere il mondo di Harry Potter e farlo conoscere alle nuove generazioni. L'impatto non solo mediatico di questa scelta è evidente, e dopo aver esplorato abbondantemente Il Libro degli Incantesimi possiamo dire che si tratta di una mossa assolutamente vincente. Il fascino dell'universo creato da J.K. Rowling è innegabile, e all'interno di questo primo Wonderbook c'è un tripudio di curiosità, magie, racconti che si divertono ad allargare i confini dell'universo finzionale che ha appassionato milioni di lettori.
    Che si tratti di scoprire nuove creature o mandare a memoria formule magiche di qualche incantesimo inedito, o ancora di sentire le storie perdute di maghi pasticcioni e stregoni malvagi, non solo gli appassionati di Harry Potter troveranno quel che fa per loro: anche ci conosce solo superficialmente le avventure del mago più popolare al mondo (Merlino si sta rivoltando nella tomba) riuscirà ad avvertire la coerenza e la vastità del mondo costruito dalla Rowling, divertendosi poi a scoprirlo poco a poco, forse un po' rapsodicamente, ma sempre incuriosito da nuovi oggetti, mostri e favole.
    L'esperienza di gioco è strutturata in maniera molto particolare: il software finge che nelle mani del giocatore ci sia proprio il libro scritto da Miranda Gadula, che contiene le istruzioni e le descrizioni di tutte le più famose formule magiche. Il giocatore interpreta quindi un mago alle prime armi, che deve esercitarsi a lanciare e memorizzare gli incantesimi. Pagina dopo pagina, il libro ci chiede di imparare le parole magiche, ripetendole ad alta voce, e di memorizzare il gesto che serve per lanciare la magia: questo va ripetuto tenendo in mano il Move, che per l'occasione si sarà trasformato in una bacchetta magica (si può anche scegliere la nostra preferita, costruita con crini di unicorno, piume di fenice o corde vocali di drago sputafuoco). Per padroneggiare ogni incantesimo si deve poi superare una prova di abilità.

    Sarà forse una prerogativa di chi ancora conserva un animo sognante e un'indole fanciullesca, ma in certi momenti una strisciante meraviglia pervade il giocatore, che si trova di fronte al miglior esempio di Realtà Aumentata in ambito videoludico. La cosa affascinante de Il Libro degli Incantesimi è questo suo essere al contempo "fisico" e virtuale. Ogni tanto il gioco ci chiede di ripulire il libro dalla polvere o dalle ragnatele, e allora bisognerà strusciare con la mano pagine del Wonderbook; altre volte invece dovremo scuoterlo per asciugarlo, altre ancora inclinarlo per guardare dentro ai buchi scavati magicamente in profondità. Ma anche solo l'atto di voltar pagina sottolinea costantemente questo rapporto diretto con un oggetto materiale, che è davvero tutto nuovo nel mondo videoludico.

    "Il titolo con cui la "libreria virtuale" di Sony viene inaugurata, il Libro degli Incantesimi, è legato a doppia mandata con il mondo di Harry Potter, e collocato all'interno del progetto Pottermore: una sorta di workshop in continua evoluzione, pensato per espandere il mondo di Harry Potter"

    E' pur vero che quando si passa alle attività vere e proprie non si viene accolti da minigame molto ispirati. Rinvasare Mandragole, spegnere fuochi e scacciare i Tranelli del Diavolo con la punta illuminata della bacchetta sono solo alcuni esempi, ma anche procedendo nell'avventura, attraverso i cinque capitoli di cui è composto il libro, non si trovano attività troppo complesse.
    Per i giocatori più giovani, però, la gamma di "minigame" proposti da questo primo Wonderbook ci sembra più che azzeccata, soprattutto quando si guarda ai test finali che vanno superati al termine di ogni capitolo. Qui si dovranno mettere in pratica tutti gli incantesimi memorizzati fino a quel punto, ricordandosi l'utilizzo, la formula magica e soprattutto il gesto che bisogna eseguire per lanciarli. Si deve insomma avere prontezza, buona memoria e spirito d'osservazione, se si vuole completare la prova con un punteggio dignitoso. Il Move, intanto, interpreta ottimamente ogni movimento, ed in condizioni di media illuminazione non mostra nessun tipo di incertezze.
    Un altro degli aspetti più riusciti de Il Libro degli Incantesimi è questa sua insistenza sulla narrazione e sulla lettura. Tutti i testi presenti nel libro, che siano spiegazioni delle formule magiche, lezioni di storia o antiche favole tramandate attraverso le generazioni, si materializzano sullo schermo e vengono letti dalle voci narranti. Proprio le storie legate a questo o quell'incantesimo, che possono essere ascoltate oppure "messe da parte" dai bimbi meno pazienti, rappresentano un notevole valore aggiunto nell'esperienza ludica di Wonderbook. Il Libro degli Incantesimi ci chiede di avere la pazienza e la predisposizione d'animo per ascoltare queste favole dal sapore classico, che raccontano di furbissimi ladri o incantatori che ne combinano di tutti i colori. Le favole vengono accompagnate su schermo da una semplice rappresentazione interattiva, visualizzata come se fosse un teatrino con marionette di carta: il giocatore può muovere gli attori di queste scene, ed ogni tanto è chiamato a completare qualche frase per far proseguire la storia o vederne una buffa e strampalata "versione alternativa". Sarà forse la considerazione di un vecchio giocatore un po' fuori dal tempo, ma le favole de Il Libro degli Incantesimi sono davvero perfette: hanno il sapore di classiche "storie della buonanotte", a volte misteriose, a volte divertenti, ma mai intrise di buonismo ad ogni costo. Si racconta di enormi figure barbine, o di furbastri che hanno quello che si meritano, inghiottiti da strani mostri per una disattenzione di troppo. Per chi è cresciuto con le amare conclusioni di Esopo e Calvino, consapevole che ogni storia ha -in fondo- una morale, riscoprire questa predisposizione ad assecondare la tradizione folkloristica europea, in Wonderbook, è un piacere difficile da spiegare. E poco male se la propensione tutta narrativa di questo Wonderbook allenta a volte i ritmi di gioco: se proprio dobbiamo investire un po' di tempo, che sia quello che passiamo in famiglia.

    Wonderbook: Il Libro degli Incantesimi Wonderbook: Il Libro degli IncantesimiVersione Analizzata PlayStation 3Non sappiamo cosa sperasse di trovare ne Il Libro degli Incantesimi chi l'ha tanto aspramente criticato. Dal nostro punto di vista, questo primo Wonderbook è davvero riuscitissimo: non solo lavora sulla base di un universo letterario coerente, intrigante e ricchissimo, ma riesce a superare certi limiti della Realtà Aumentata, focalizzandosi sul rapporto fisico e tattile con un oggetto che sarà sicuramente graditissimo ai più piccoli. Non si tratta di un gioco pensato per gli adulti, che troveranno semplici le sue attività e lenti i ritmi di gioco: ma chiunque abbia un figlio può esplorare con curiosità l'esperienza con le formule di Miranda Gadula, per rendersi conto che questo tipo di prodotto è brillante, originale, creativo e perfetto per i più piccoli. Il punto di forza del primo Wonderbook è anche il suo saper valorizzare il potere evocativo del lettura, del racconto e della narrazione, senza buonismi dell'ultima ora, ma anzi riallacciandosi ad una tradizione europea della favola che andrebbe quanto più valorizzata e sostenuta. Sicuramente un oggetto imperdibile per i salotti in cui qualche bambino chiede insistentemente di avvicinarsi al videogioco: Wonderbook è un passaggio intermedio fra libro e videogame in cui si respirano valori antichi e modernissime modalità di fruizione del virtuale.

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