Recensione Wrath Unleashed

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Recensione Wrath Unleashed
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Unleashed

Lucas Arts sembra voler ampliare
i propri orizzonti. Dopo aver sfruttato al massimo la licenza di Star Wars,
mantenuta comunque come garanzia di incassi sicuri e casco “salvacadute”,
l'idea è quella di dedicarsi ad un genere non troppo conosciuto ai team di
sviluppo della vetusta casa produttrice, da sempre impegnati, prima nelle
avventure grafiche, poi nei titoli d'azione. Wrath Unleashed è uno strategico
alla vecchia maniera, imperniato sulle meraviglie dei turni di gioco. Si
discosta quindi dalle ultime apparizioni, potendosi permettere molte libertà in
fatto di gameplay strutturale. Innanzitutto, il fatto che gli avversari non
possano muoversi fuori dal loro spazio temporale prestabilito, elimina
l'emergenzialità che spesso è frutto di una repulsione per i controlli adagiati
sul Joypad. Anche se il sistema di controllo risulta un po' macchinoso, avere a
disposizione la bontà di un intero (e solitario) turno di gioco aumenta la
tolleranza verso le macchinazioni che spesso riescono a far perdere secondi
(altrimenti) preziosi. Inoltre, confidente nella validità della strategia pura e
scacchistica, Wrath Unleashed pone l'accento su una buonissimo numero di
parametri valutativi, di cui il giocatore deve tener conto per il buon esito
della partita. Il terreno di gioco è diviso in esagoni, a formare una grande
scacchiera costellata di ostacoli e strutture architettoniche. Impersonando uno
dei 7 eserciti disponibili, per far trionfare il volere del vostro dio dovrete
muovervi sulla rete esagonale al fine di annientare le truppe avversarie. La
novità del titolo risiede nella gestione dei combattimenti, non affidata alla
meccanica capacità della CPU, ma posta nelle mani del giocatore. Ingaggiare uno
scontro è relativamente semplice: spostarsi su una casella occupata da un
soldato nemico darà inizio alle danze belliche. Nel caso, tuttavia, lo scenario
di gioco si restringerà all'area della battaglia, dimenticandosi delle trappole
esagonali e trasformando il gameplay in quello di un Third Person Shoter.
Durante i duelli si ha il pieno controllo delle creature, libere di muoversi in
arene piuttosto dettagliate, esaurendo, per il prevalere, ogni risorsa fisica e
magica. Gli scontri, pur distaccandosi enormemente dalla componente strategica
con cui il titolo deve essere definito, necessitano una “Beafing Session”
piuttosto accurata: seppure la loro durata e la semplicità con cui essi potranno
essere portati a termine (complice la scarsa Intelligenza Artificiale) li renda
una (seppur piacevole) operazione distruttiva senza coerenza alcuna, tralasciare
un preventivo studio delle condizioni più favorevoli può portare alla rovina.
Difatti, è bene considerare il tipo di terreno su cui combatterete, prima di
affrontare il nemico, magari cercando, nella sessione a turni, di trascinare
l'esercito avversario fuori da una zona che gli è particolarmente favorevole
per affinità elementale. E' bene inoltre considerare le varie tipologie di
creature che verranno a scontrarsi, in modo da non trovarsi, ad esempio, ad
affrontare una fisicità poderosa e smontante con una smunta capacità magica
piuttosto ineffettiva. Anche nell'uso di quest'ultima alcuni accorgimenti sono
particolarmente utili. Il livello di mana che accumulerete crescerà
proporzionalmente al numero di templi, disseminati lungo il terreno di gioco, di
cui entrate in possesso. Questo fa si che la strategia insita nel titolo non sia
solo posizionale, ma territoriale. Le magie, seppur siano raramente utilizzabili
negli scontri in terza persona (a causa della velocità sopraccitata), possono
diventare utili supporti nelle sessioni a turni: esse, difatti, a differenza
degli attacchi fisici, possono essere lanciate anche sulla mappa esagonale. In
pratica, Wrath Unleashed si muove lungo la stessa direzione che Jaleco ha
opinato per il suo Goblin Cmmander: elementi d'azione sono l'unico modo
possibile per rinfrescare il Gameplay strategico e adattarlo all'utenza delle
Console, senza perdere profondità a causa delle limitazioni imposte dai
controller. Probabilmente, siamo giunti alla definizione di un nuovo genere.

Tecnically Speaking

Wrath Unleashed propone un'interfaccia grafica funzionale e piacevole.
Laddove lo studio dei modelli poligonali perde la sua bontà, costretto nella
visualizzazione mappata di un panorama smisurato, esso diventa particolarmente
godibile nei momenti d'azione in terza persona. Tutti i personaggi sono
ottimamente definiti, caratterizzati da uno stile decisamente raro. Il design di
ogni membro dell'orda è ispirato ad un Fantasy Futuristiche che, purtroppo, non
sempre è apprezzato. Creature mitologiche convivono con strutture gotiche eppure
composte da una tecnica anticamente inconcepibile. I colori, poi, si distaccano
dalle classiche tinte nebbiose che contraddistinguono la mitologia canonica. In
Wrath Unleashed la definizione di toni cupi è associata a inusuali tinte
pastello, dal giallo al celeste passando per il viola monocromatico. Raramente
il concetto d'epicità è stato espresso tramite le regole stilistiche che
regnano sull'ultima fatica di Lucas Art. Il difetto del lato tecnico, oltre ad
un sonoro di poca varianza, comunque attorniato da effetti di buona
campionatura, consiste nella stancante visualizzazione del terreno di gioco, dai
contorni indefiniti e dai tratti troppo stilizzati.

It's good to play
together?

Purtroppo, Wrath
Unleashed è assolutamente privo di una modalità Online. Un misero editor di
eserciti non risolleva le sorti di una longevità relegata, in fondo, al solo
gioco in singolo. L'opzione multiplayer risulta piacevolmente fruibile, ma non
può competere con le meraviglie e la varietà di scenari completamente
customizzabili e popolazioni ludiche inesauribili. Il rimprovero, nuovamente,
non è da muovere agli sviluppatori, incapaci di lottare, almeno per un progetto
dall'esito incerto, contro una palesata limitatezza in potenza. In definitiva,
Wrath Unleashed è un esperimento ben riuscito. Fermarsi di fronte ad un design
particolare e poco conosciuto, oppure non transigere riguardo l'assenza di una
modalità online può far perdere i primi passi di un genere che sta risorgendo in
una forma nuova. Di certo, Wrath non sarà ricordato a lungo come l'ultimo dei
capolavori, ma potrà senza dubbio ritagliarsi uno spazio ludico nelle sinuosità
affettive di ogni appassionato o nuovo adepto che sia.

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