Recensione X-Blades

I videogiocatori preferiscono le bionde?

Recensione X-Blades
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • Pc
  • Dalla russia con...

    Negli ultimi anni l'oscura pratica dello sviluppo videoludico si è estesa non poco, parallelamente al consolidarsi economico del settore. Aree storicamente poco propense ad ospitare team in erba si vedono oggi popolate da grandi talenti, e così il “Vecchio Continente” vive ai giorni nostri una seconda giovinezza (la prima gli fu negata dal predominio tecnologico che, nell'era dei 128Bit, rimase appannaggio esclusivo del mercato orientale). E' un piacere accogliere sugli scaffali produzioni d'alta caratura “costruite” ad arte dai Team europei, ma è altrettanto inevitabile che nel processo di consolidamento ed espansione dell'attività produttiva qualcuno arranchi faticosamente. Sembra questo il caso della russa Gaijin Entertainment, da molti anni presente sulla scena videoludica con prodotti Low Budget, evidentemente incapace di togliersi di dosso una collosa patina da SoftCo di serie B.
    X-Blades rappresenta forse il tentativo più ardito per raggiungere la gloria, distribuito anche per Ps3 e 360 (mentre tutte le altre produzioni erano rimaste esclusive Pc), e pubblicizzato con notevole dispendio di fondi dal publisher tedesco (Zuxxez) e dal suo partner italiano (New Wave).
    Tuttavia l'action game che ci viene proposto in questo inizio del 2009 non ha davvero nulla che ricordi un titolo di nuova generazione, e non tiene conto dei progressi ottenuti dal genere in ambito videoludico. Insipido e poco gradevole alla vista, quasi volgare nella sua ostentazione della formosità femminile, poco vario nelle dinamiche di gioco, X-Blades pugnala al cuore gli amanti dell'azione, anche di quella più semplice e disimpegnata.

    Una storia (troppo) semplice

    La trama di gioco è, sostanzialmente, inesistente. L'eroina protagonista, la sensuale Ayumi, è una cacciatrice di tesori che ama vestirsi nella maniera più provocante possibile (stivali e perizoma). Scopre per caso un manufatto che contiene la mappa per raggiungere oscure rovine, in cui sarebbe custodita una reliquia di immenso valore. Raggiunto il luogo, il semplice compito di attraversalo per recuperare il misterioso oggetto si complicherà non poco, quando la giovinetta verrà investita dalla maledizione dell'oscurità. Ayumi dovrà così cercare di liberarsi dalla presenza delle tenebre che albergano dentro di lei, con l'aiuto di un ragazzo che, casualmente, si trovava in zona.
    Narrato attraverso cut scene superficiali e sciatte, il compendio narrativo non regala alcuna emozione, e neppure i “close up” sulle forme della protagonista riescono a destare l'interesse dell'utente (sarà, forse, colpa del Cell Shading). L'interazione fra i personaggi è banalizzata al massimo grado, il racconto frettoloso e sbrigativo. X-Blades, dal punto di vista del coinvolgimento, è un fallimento totale, e l'intreccio raffazzonato e posticcio appare un semplice pretesto per gettarsi nella mischia.

    Button Mashing & Problemi di Camera

    Ma anche quando si va ad analizzare il gameplay, X-Blades ha davvero poco da offrire al giocatore navigato. L'idea di base è quella di mescolare elementi raccolti da vari esponenti del genere per costruire un pacchetto quantomeno vario e dinamico. Ma senza l'arte, anche i “collage” più ragionati possono venir fuori un pasticcio. Ayumi è in grado di attaccare con le due spade di cui è armata, di sparare frequenti colpi di pistola, o di lanciare una serie di incantesimi elementali.
    Ma fin da subito si capisce che qualcosa non funziona: la protagonista ha a disposizione sostanzialmente un'unica combo, da eseguire alla pressione (caotica e per nulla ritmata) del solo tasto d'attacco. Già durante i primi minuti di gioco X-Blades si presenta come un inno al button mashing più spinto. Le routine d'attacco degli avversari non fanno altro che confermare l'idea, e di fronte ai problemi di direzionamento dei colpi si rimane piuttosto perplessi. L'azione non appare mai leggibile fino in fondo, a causa di una gestione delle collisioni e delle reazioni avversarie ai colpi davvero pessima (e basti vedere il comportamento dei pochi oggetti distruttibili, che vengono attraversati impassibilmente dalle lame quando si colpiscono le prime volte). La scarsa utilità delle pistole, che verranno utilizzate sostanzialmente solo dove previsto dai level designer, rimanda di nuovo al banale e insipido combattimento all'arma bianca. Fortunatamente Ayumi dispone anche di un nutrito set di magie, che potrà ampliare spendendo le anime raccolte alla morte dei nemici. La gamma di abilità magiche include proiettili di energia o incantesimi “ad area”, fino ad abbracciare la possibilità di infondere il potere di un elemento nelle lame. E' possibile assegnare quattro magie ad altrettanti tasti della pulsantiera del pad, ed aprire in ogni momento il menù statico per modificare i settaggi. L'utilizzo degli incantesimi si farà ben presto fondamentale, vista la presenza di molti nemici volanti (che possono essere colpiti solo dalla distanza), o di avversari immuni al ferro delle lame ed al piombo dei proiettili. In effetti questo aspetto è forse il più creativo di X-Blades, e gli garantisce una certa varietà, anche se i problemi legati alla struttura generale arrivano ad intaccarlo profondamente. L'azione caotica e confusionaria rende difficile sfruttare al meglio le capacità di Ayumi, per colpa di un sistema di Lock On automatico completamente da buttare. Anche i demeriti della telecamera, incapace di inquadrare l'azione con coscienza, ammorbano le sessioni di gioco, e sostengono il senso di tedio che presto innervosisce persino il giocatore più paziente.
    Ma al di là degli oggettivi demeriti del gameplay, è proprio la globalità dell'esperienza di gioco che appare mal progettata. L'avventura di X-Blades si divide in “compartimenti stagni”, enormi stanzoni totalmente slegati l'uno dall'altro, che è necessario ripulire per proseguire. In ogni “schema” si trovano poche tipologie di nemici, presenti in quantità davvero fuori proposito: le loro routine comportamentali sono tutt'altro che protese alla sopravvivenza, e gli assalti diretti a cui la protagonista è sottoposta trasformano l'intera esperienza in un monotono e continuo susseguirsi di combo basilari e attacchi ad area. Non si salvano neppure gli scontri con i Boss: le istruzioni per abbattere i giganteschi mostri saranno del resto inserite per intero nel Bestiario (consultabile liberamente in ogni momento), e l'unico compito dell'utente sarà quello di sopportare lunghe sessioni di gioco passate a ripetere le stesse azioni. Insomma sembra che X-Blades voglia mettere alla prova la pazienza più che l'abilità dell'utente, dargli un espediente per buttar via interi pomeriggi a compiere le stesse, meccaniche azioni. Anche l'inconsistenza del game over, o la possibilità di curarsi di colpo spendendo alcune delle anime raccolte, legittimano l'idea che X-Blades non sia un action game, ma uno “scacciapensieri tridimensionale”.
    La durata dell'avventura, gonfiata dalla reiterazione spropositata di cui si è appena detto, supera ad onor del vero quella di molti altri titoli più blasonati, ma è davvero difficile che la volontà di portare a termine X-Blades anche una sola volta sostenga l'impegno dell'utente. Potrebbero rimediare Trofei e Achievements, ma la spesa per portare a casa qualche punto da aggiungere alle proprie Gamertag pare davvero esagerata.

    Trash Look

    Dal punto di vista tecnico il gioco non riesce ad impressionare, ed anzi presenta lacune di grossa portata. Annoveriamo in apertura i già citati problemi di telecamera e la mala gestione delle collisioni, o l'assenza di una qualsiasi routine fisica credibile, che dimostrano lo scarso impegno produttivo o la poca padronanza dei Dev Kit (ma anche su PC i problemi si ripropongono inalterati).
    Anche il look di X-Blades deve fare i conti con un processo di sviluppo ed una direzione artistica non proprio eccelsi. L'idea di far muovere una protagonista in Cell Shading in ambienti di gioco texturizzati normalmente già suona come una stravaganza poco giustificata, ed il colpo d'occhio conferma appieno questa impressione. Il modello di Ayumi non vanta particolari qualità estetiche, ed è animato in maniera grossolana ed approssimativa. Sempre meglio di quanto non accada per i nemici, che traslano liberamente per lo scenario, e presentano un set di movimenti davvero ridotto. Davvero poco ispirato il Character Design, che presenta nemici brutti da vedere e non si fa scrupolo di utilizzare gli stessi identici modelli per tutta la durata dell'avventura. Libellule gigantesche, fantasmi fluttuanti e uomini-lucertola sono i protagonisti indiscussi della scena visiva, e popolano intensivamente le zone in cui sono frammentate le rovine. Queste ultime mostrano, in certi frangenti, un fascino maggiore rispetto a quello destato da personaggi e nemici, ma il compito svolto dai ragazzi di Gaijin non supera in nessun caso i risultati qualitativi dei colleghi più recenti. Ampio riuso di texture, cieli monocromatici, effetti speciali non pervenuti fanno oscillare sulla soglia della sufficienza anche la resa ambientale. Il framerate che in qualche caso si prende delle libertà chiude il quadro sulla scena visiva.
    Laconico l'accompagnamento sonoro, con brani techno ripetuti ossessivamente come sottofondo, accompagnati da un ridottissima platea di effetti sonori. Martellante ed invadente, la soundtrack innervosisce e in maniera impressionante, e il doppiaggio italiano, le cui battute si contano sulle dita di una mano, non si fa scrupolo di diffondere impacciati toni bambineschi.

    X-Blades X-BladesVersione Analizzata PlayStation 3X-Blades è una produzione del tutto incapace di attirare le attenzioni di una popolazione videoludica ormai matura. I problemi legati alla struttura frammentata, alla ripetizione ossessiva di un button mashing poco profondo ed ancor meno divertente, alla scarsa leggibilità dell'azione, rendono la produzione russa confusa e poco attraente anche per gli amanti dell'hack'n'slash. Un comparto tecnico deficitario, senza nessuna verve artistica, ed una protagonista il cui design è figlio della più bieca “nerd culture” sono difetti marginali, di fronte alla scarsa consistenza ludica del pacchetto.

    4.5

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