Recensione X-Men : Il Gioco Ufficiale

Se i super poteri creano imbarazzo...

Recensione X-Men : Il Gioco Ufficiale
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Disponibile per
  • PS2
  • Gba
  • DS
  • Xbox
  • Xbox 360
  • NGC
  • Pc
  • Quando i fumetti erano la nostra unica finestra su di un mondo immaginario, la filosofia del supereroe era assai inquadrata e precisa. I superpoteri erano visti come doni da condividere con l'umanità, erano il mezzo per raccontare le storie più comuni senza scadere nel banale, erano vettore di sottili allegorie. Parliamo ormai di tempi passati, dei giorni spensierati di Superman, quel ragazzone perfetto ed impeccabile, sempre pronto ad aiutare il prossimo. Poi è arrivato il mass market, il culto della cinematografica e del videogioco. Ed il trasporto in massa dei supereroi nel grande e piccolo (ed interattivo) schermo non è tardato. Così, attraverso estreme banalizzazioni della struttura narrativa e del succo portante, prima Spiderman, poi Hulk, e anche gli X-Men sono stati tradotti nel "linguaggio universale" dei media audiovisivi.
    In questa sede ci aggingiamo a discutere proprio di uno degli ultimi arrivi nei cinema e sulle nostre console, ricordato appena poco sopra: X-Men. Per chi non fosse al corrente dei fatti, gli X-Men hanno significato, nel mondo del fumetto, una profonda innovazione, trasformando il magico dono in una sconfortante diversità. Risultato di mutazioni genetiche che li hanno perfezionati rispetto a un genere umano, gli X-Men sono tutt'altro che Eroi classici: additati anzi come mostruosità da eliminare dai meno tolleranti. In un clima così avverso, si affermano due scuole di pensiero tra i mutanti, che non sono perfettamente riconducibili al semplice dualismo bene/male. Da una parte il Professor Charles Xavier e gli Xmen riuniti sotto l'ideale di una coesistenza pacifica con l'uomo; dall'altra Magneto e la sua confraternita di mutanti votati all'odio verso l'umanità. In questo tormentato scenario sono ambientati i tre film che volutamente si distaccano dal fumetto originale per donare un aspetto più credibile ai nostri supereroi, e proprio nell'intervallo temporale tra la seconda e la terza pellicola si inserisce il gioco che ci accingiamo a recensire.

    Fritto misto a profusione

    "X-Men: il gioco ufficiale", è un titolo ibrido. E, conseguentemente, sterile. Il lavoro degli Z-Axis raccoglie al suo interno almeno tre tipologie di gameplay, purtroppo però senza eccellere in nessuna. Vestiremo i panni di tre fortunati supereroi: l'irritante Wolverine, IceMan, e l'apatico NightCrawler, ciascuno con uno schema di gioco studiato per sfruttarne al meglio i poteri. I primi tre livelli costituiscono il tutorial del gioco, in cui inizieremo a padroneggiare i controlli differenziati per ciascun eroe. Con Wolverine verremo gettati in furiose scazzottate contro gli sgherri di una pericolosa organizzazione sconosciuta, il tutto in salsa di picchiaduro a scorrimento; NightCrawler, da buon "teleporter", si presta a sessioni platform-stealth necessarie per infiltrarci all'interno di basi ben sorvegliate e aprire la via ai nostri paladini; IceMan infine, a bordo del suo nastro di ghiaccio, si occuperà di abbattere il nemico in pieno stile sparatutto. Sebbene sia apprezzabile l'idea di offrire più schemi di gioco, la struttura di ogni "microsezione" ludica è realizzata in maniera appena sufficiente: nessun gameplay è approfondito, e perde il confronto con ogni altro esponente del suo stesso genere. Il gioco soffre spesso e volentieri di problemi con la telecamera: nelle fasi concitate muovere il nostro personaggio può diventare un problema, frustrante sopratutto nelle sessioni a tempo o durante i combattimenti. Probabilmente questo difetto è dovuto alla necessità di utilizzare un unico motore grafico per tipologie di gioco così diverse tra di loro. Ad aggravare la situazione si inseriscono controlli legnosi, e spesso fuorvianti: ne sono un pefetto esempio le combinazioni d'attacco di Wolverine, inserite più per varietà visiva che per profondità: a tutti gli efetti non c'è nessun vantaggio nell'imparare a padroneggiare al meglio il sistema di movimento e attacco, e la ripetizione meccanica di una sola combinazione èutile esattamente quanto l'alternanza motoria.
    Sembra, insomma, che uno dei pochi pretesti per giocare, piuttosto che la necessità di divertirsi o la spinta naturale al miglioramento, sia tutta relativa alla volontà di interpretare il ruolo dei supereroi. Complice la scelta insospettata di offrire due fra gli X-Men meno carismatici (Iceman) e meno "visti" (Nightcrawler non compare nel terzo film), la verve del titolo si esaursce dopo poco tempo. Potrebbe salvare la situazione un sistema di incremento delle capacità dei protagonisti: ciascun personaggio è dotato di 5 caratteristiche potenziabili alla fine di ogni livello: a seconda della difficoltà scelta (selezionabile di volta in volta prima di ogni missione) verrà data al giocatore la possibilità di influire in diversi aspetti; in totale alla massima difficoltà vengono messe a disposizione ben 25 "mutazioni" a supereroe. Tuttavia, anche la spinta al completamento "fisico e motorio" di ogni X-Men cede di fronte all'eccessiva difficoltà di certe sessioni, alla noia e ripetitività in gran parte delle altre.
    Durante l'esplorazione dei livelli troveremo dei secret (cinque più uno per l'esattezza), con i quali potremmo sbloccare due nuovi vestiti per ognuno dei personaggi, ma solo dopo averli raccolti tutti, al termine del gioco.

    Il risultato finale è un piatto sulla carta appetibile, che però stufa presto per la sua pesantezza e la completa mancanza di novità.
    Nemmeno la longevità gode di buona attenzione da parte dello sviluppatore: un giocatore esperto, abituato a ben altre produzioni (come Ninja Gaiden), rischia si sbloccare tutti i bonus alla prima partita, e i costumi alternativi certo non lo porteranno a rigiocare il titolo. Con l'avanzare del gioco si sbloccherà una nuova sfida a tempo per i nostri tre beniamini, che aumenterà solo minimamente la longevità del prodotto, per altro non offrendo nulla di interessante.

    Multipiattaforma

    A dispetto del lavoro di altre software house, ben più serie nell'adattamento tecnico delle loro produzioni, questo titolo multipiattaforma è motlo carente, considerato il versante Xbox360: siamo difronte ad un gioco che sfigura a livello tecnico persino nella sua versione Playstation 2, e che sulla nuova console Microsoft pensa di rifarsi il look con il solo aumento della risoluzione grafica. Inutile cercare alibi: il team si è appoggiato al marchio X-Men e al probabile successo del film per veicolare il videogioco, anziché puntare su un prodotto di qualità. Le animazioni sono legnose e approssimative, slegate tra loro e poco credibili; oltre ai difetti delle rispettive meccaniche di gioco vanno ricordati i rallentamenti in certi scontri: mai avremmo pensato di trovare "scattoso" un gioco come questo su Xbox360, e l'esempio più eclatante lo si ha con l'ultimo combattimento di Wolverine. Le ambientazioni, sebbene riconducibili a quelle del film, sono spoglie e povere di particolari, come del resto lo stesso plot narrativo ridotto all'osso e privo di interesse, complice la realizzazione penosa delle sequenze introduttive a collante del gioco. Resterete delusi se vi aspettate scene tratte dal film oppure sequenze in CG o real-time: le vicende sono narrate attraverso una sorta di fumetto animato, con i personaggi del film riproposti a metà strada tra il reale e il fumetto. L'impatto iniziale è positivo, peccato che il cambio di sequenza sia così rapido da risultare incomprensibile al lettore. Pessimo e macchinoso il sistema di salvataggio, mentre i tempi di caricamento risultano incomprensibilmente troppo lunghi per una produzione così scadente.

    Italiota quale orrore


    La versione originale presentava un valore aggiunto che noi italiani abbiamo ben pensato di estirpare alla radice con una localizzazione superficiale e sempliciotta. Dovete sapere che per la realizzazione del gioco originale hanno dato il loro contributo vocale gli stessi attori del film, tra i quali svetta l'evergreen Patrick Stewart, già conosciuto nel campo videoludico come Unriel Septim di Oblivion. Per la versione italiana invece è stata di cotro utilizzata la recitazione scialba di pochi attori, non professionisti, variata nel timbro di voce in modo da "caratterizzare" più personaggi con uno stesso interprete; capiterà spesso nel fumetto animato di non capire a chi si riferiscano i dialoghi. Tralasciando il miserrimo parlato, gli effetti audio e la musica di sottofondo non meritano certo l'attenzione del videogiocatore, andando a completare un prodotto mediocre sotto tutti i punti di vista.

    X-Men: Il Gioco Ufficiale X-Men: Il Gioco UfficialeVersione Analizzata Xbox 360In tutta sincerità è nostro pensiero che un gioco del genere non meriti l'attenzione dei possessori di Xbox360. Il titolo è poco profondo, insipido. Propone tre diverse meccaniche di gioco, ma modellate su conceti ludici arretrati e superati. Per di più, la mancata ottimizzazione del motore grafico mina fortemente la qualità delle sessioni giocate, che diventano frustranti anche per una cattiva gestione delle routine motorie e dell'inquadratura. Chiude il quadro un comparto tecnico di basso livello, in questo caso come non mai ancorato alla natura multipiattaforma (E quindi anche Old-Gen) del titolo. Consigliamo soltanto agli appassionati di X-Men, in questo caso feticisti, di dargli un'occhiata fugace prima della visione del terzo film della saga, attualmente in proiezione nelle sale.

    4.5

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