Xenoblade Chronicles X (Wii U) Recensione

Monolith Software pubblica Xenoblade Chronicles X, un gioco di ruolo giapponese profondo e intrigante come pochi da molti anni a questa parte: un pianeta sterminato tutto da esplorare, la razza umana ad un passo dall'estinzione.

Xenoblade Chronicles X
Recensione: Wii U
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  • Wii U
  • Grande è un concetto relativo. In tutti i (doppi) sensi. Dici grande, ma dovresti dire alto, largo, lungo, maestoso, imponente, distante. Il Pirellone era un grattacielo alto altissimo nell'anno della sua costruzione, ma oggi è solo un microbo per la torre di Dubai. Milano e Palermo sono separate appena da un paio d'ore d'aereo, ma sembrano due mondi e stili di vita differenti, almeno tanto quanto New York e Los Angeles. Nel mondo dei videogiochi, questa regola si ripresenta con ferrea puntualità. Le lande di Hyrule in Ocarina of Time rappresentavano il non plus ultra in merito di dimensioni di un mondo di gioco negli anni '90, roba che i possessori di PlayStation potevano solo sognarsi; poi Wind Waker ha proposto un oceano in cui ogni quadratino della mappa era vasto tanto quanto l'intero Ocarina of Time; infine è arrivato Gta San Andreas solo che pochi anni dopo e nella stessa generazione di console ha superato tutti con una riproduzione dell'intera California. Passano dieci anni ed ecco spuntare la Los Santos e limitrofe di Gta V. I videogiochi sono nati per stupire e superarsi ad ogni lustro. La tecnologia aiuta e quello che prima era impensabile ora si può fare e senza nemmeno troppe forzature. Ecco: se vi ricordate i molti dungeon di Xenoblade Chronicles su Wii, disseminati tra arti inferiori e cranio di due divinità combattenti cristallizzate da secoli, ma comunque intervallati da caricamenti, sappiate che Xenoblade Chronicles X su Wii U pone di fronte al giocatore un intero pianeta, la cui estensione supera quella degli open world di Skyrim e The Witcher 3 messi assieme. Per di più senza caricamenti alcuni tra zone anche molto diverse morfologicamente e con una ottima resa in termini di fluidità.

    Finalmente! Finalmente anche uno sviluppatore nipponico riesce ad interpretare il senso di scala trasmesso da moltissimi free roaming e RPG occidentali. Quanto ottenuto da Monolith Soft, team specializzato in giochi di ruolo giapponesi (all'interno lavorano molti veterani di Squaresoft) acquisito in toto da Nintendo diversi anni or sono, ha sicuramente dell'incredibile, a fronte comunque di svariati anni di lavorazione (non è difficile credere come lo sviluppo sia già iniziato appena terminato Xenoblade su Wii). Ma all'atto pratico la sensazione di meraviglia e di immensità è ben palpabile? Il gameplay è coerente in tutte le sue infinite diramazioni? È un degno erede di Xenoblade Chronicles per quanto riguarda il sistema di combattimento? E la trama com'è? Le migliaia di caratteri sottostanti dovrebbero rispondere a tutte queste domande...

    Fauna locale ostile

    2054. Due razze, tecnologicamente molto più avanzate di quella umana, si scontrano proprio a due passi dall'atmosfera terrestre. La battaglia è senza esclusione di colpi e per gli essere umani il rischio è quello dell'estinzione. La soluzione escogitata dalle diverse nazioni consiste nell'estirpare città intere con i loro abitanti e metterle su Arche gigantesche, così da abbandonare una Terra senza speranza il più velocemente possibile. Una di queste arche, la Balena Bianca, viene inseguita fin oltre i confini della nostra galassia ed è costretta ad un atterraggio di fortuna sulla superficie di un pianeta assente sulle carte astronomiche. Sembra proprio che qualche extra-terrestre voglia spazzare via definitivamente qualsiasi uomo, senza distinzione di sesso, razza e provenienza geografica. Quando il giocatore (il cui avatar è tratteggiato tramite un editor abbastanza classico nelle impostazioni) è estratto dalla scialuppa di salvataggio dalla militaresca Elma, gli umani sono sul pianeta Mira da una manciata di mesi. Nessun ricordo della fuga, né dell'inseguimento alla velocità della luce, neppure della vecchia Terra:

    Istruzioni per l'installazione

    Come anticipato nel testo della recensione il download dal Nintendo eShop ha un peso di 20 GB, un quantitativo che ormai sta diventando la norma per avere una definizione il più vicina possibile a 1080p. Dal momento che l'hard disk interno della versione più capiente è di 32 GB è assai probabile che tra sistema operativo e altri videogame non abbiate lo spazio necessario. In questo caso o eliminate qualche dato oppure potete collegare un hard disk esterno, seppur con alcuni accorgimenti: l'hard disk sarà formattato al primo utilizzo per cui potrà solamente contenere dati del Wii U e non ad esempio anche di un PC o altra console; l'hard disk esterno può essere sia USB 2.0 che 3.0 ma sarà riconosciuto solamente se avrà un'alimentazione esterna, che può essere o una presa di corrente dedicata (difficile trovare sul mercato hard disk di questi tipi) oppure un cosiddetto cavo "Y" con 2 USB (ne trovate alcuni a meno di 5 euro su Amazon: assicuratevi che abbia lo stesso spinotto del vostro hard disk), proprio come il cavo adattatore Gamecube-Wii U per Super Smash Bros.
    Nel caso in cui acquistiate il disco nei negozi dovrete mettere in conto l'installazione di un pacchetto di 4 GB per minimizzare i caricamenti e mantenere elevata la fluidità. Tra l'altro, visto l'elevato quantitativo di dati richiesti in qualunque situazione, Nintendo ha pensato di non includere in alcun modo il doppiaggio giapponese, al contrario di Xenoblade Chronicles su Wii. Ci è stato anche comunicato che il 4 Dicembre ci sarà una day-one patch che risolverà alcuni bug (a dire il vero ce ne sono pochissimi) e correggerà alcuni errori sintattici nel testo.

    la permanenza in stasi per qualche mese di troppo ha completamente annebbiato il cervello del vostro alter-ego, il quale però dimostra una innata abilità con fucile ed armi tanto da attirare le attenzione degli alti-grado del BLADE. Il BLADE rappresenta l'organizzazione politica-militare-culturale-religiosa-logistica che su Mira gestisce la sopravvivenza della razza umana, preoccupandosi in primis dell'incolumità dei civili, ma anche dalla sopravvivenza e autosufficienza energetica, della conoscenza della superficie del pianeta per stabilire i luoghi adatti all'insediamento futuro e -più o meno sottotraccia- dello stile di vita, del pensiero politico e religioso degli abitanti.
    Al momento l'unica città è Neo Los Angeles, costruita in fretta e furia nei pressi del luogo dello schianto, sul continente di Primordia verdeggiante e solo in apparenza assolutamente privo di pericoli. Essa assume le fattezze di una cittadella militare fortificata, dove il nucleo amministrativo e industriale finiscono per assomigliarsi notevolmente, con le molte caserme, negozi di armi e armature, terminali dove scorrere la lista della missioni e Skell in continuo movimento (gli esoscheletri tipo Gundam di Xenoblade Chronicles X). C'è poi il quartiere commerciale, che prova a ricordare quanto fosse gaia la vita sulla Terra con i suoi caffè, centri commerciali e villette a schiera, contrapponendo l'urgenza di sopravvivere su Mira con la dissipazione consumistica sul pianeta blu. Uscendo dai due imponenti cancelli di Neo Los Angeles si estende il resto del pianeta, suddiviso in 5 continenti, ciascuno di dimensioni veramente ragguardevoli e caratterizzato da una propria flora e fauna.

    Ci sono piccole basi umane qua e là, dove viene portata avanti la ricerca scientifica (del territorio sconosciuto, ma anche delle parti della Balena Bianca), ma nell'economia di Xenoblade Chronicles X hanno la sola funzione di farvi riposare alcune ore e passare dalla notte (ove i nemici sono più aggressivi) al giorno. Ciò significa che toccherà al giocatore e alla squadra che lo segue esplorare ogni area di Mira, avendo sulla mappa pochissime informazioni a priori, la maggior parte delle volte fin troppo generiche data l'estensione di ciascuna area e la conseguente ricchezza in termini morfologici e faunistici. I vertici del BLADE chiedono a gran voce che in ogni nuova regione scoperta siano installate delle sonde, che al giocatore rivelano informazioni sulle aree limitrofe, mentre al quartier generale permettono di creare una rete, denominata Frontier Net, che massimizza le possibilità esplorative ed estrattive ad esempio del Miranium, la più importante fonte di energia sotto il suolo di Mira. Senza contare che man mano che le missioni principali si susseguono si sbloccano nuove linee narrative: conosceremo i protagonisti della ricostruzione umana e ne influenzeremo in parte il loro atteggiamento nei nostri confronti attraverso risposte multiple all'interno dei dialoghi (è il meccanismo denominato Intesa, che preclude anche la presenza o meno di alcuni membri all'interno del nostro party), ma sopratutto ci imbatteremo in moltissime altre razze, che magari abitano Mira da tempo immemore e in simbiosi con le altre specie animali, oppure vi sono arrivate per ragioni che non è carino spoilerare in questa sede. Proprio gli incontri con le altre razze aiutano a far chiarezza sul perché la Terra ed i suoi abitanti siano stati presi di mira, ma anche trasmettere un senso di inadeguatezza di fronte ad esseri che riescono a comunicare con noi, ma hanno costumi e motivazioni talvolta opposte e quasi sempre difficili da comprendere.

    E' una sensazione di muro contro muro che forse solo l'elaborata società di Mass Effect era riuscita a proporre, ma lì i battibecchi erano quasi sempre di natura politica e diplomatica, mentre in Xenoblade Chonicles X è in gioco la sopravvivenza e la capacità di adattamento all'interno di uno scenario che non si conosce affatto. Sono questi i momenti della trama che tengono il giocatore attaccato allo schermo, mentre altri dialoghi si protraggono in maniera eccessiva (ad esempio i briefing nella sede del BLADE), per via di una recitazione monocorde ed una sceneggiatura prolissa: un difetto che Xenoblade Chronicles X eredita purtroppo da molti altri JRPG degli ultimi anni.

    Più che lungo... Smisurato

    Mira è uno dei mondi più vasti mai costruiti all'interno di un videogioco. Pensavamo che i giapponesi semplicemente non avessero le risorse ed il budget per creare mondi complessi come la Los Santos di GTA V, il fantasy di Skyrim, le lande post-nucleari di Fallout 4 e l'universo generato proceduralmente di No Man Sky. E invece il pianeta di Xenoblade Chronicles X non solo supera in immaginario le divinità combattenti sulle quali ci arrampicavamo nel prequel su Wii, ma mette in ombra anche più di un tripla-A occidentale, non da ultimo il recente RPG Bethesda; Michihiko Inaba a inizio sviluppo aveva espresso il desiderio non solo di tenere alta la bandiera della game industry nipponica, ma anche di avvicinarsi a riuscite produzioni next-gen, avendo proprio in mente l'affascinante Fallout 3.

    Diversi anni più tardi possiamo avventurarci su un pianeta costituito da 5 continenti assai differenti tra di loro, ognuno caratterizzato da un mood specifico ed artisticamente efficace, combinando fonti di ispirazioni terrestri evidenti nella verdeggiante Primordia (abbastanza simile per concezione alla Pianura di Gaur dell'episodio Wii e New 3DS), con altre totalmente di fantasia od ispirate alla letteratura e al cinema di fantascienza: è il caso delle rocce dall'erosione ardita e animalomorfa sempre di Primordia, o della giungla aliena di Noctilum che ricorda quella di Avatar, pur essendo più intricata negli intrecci tra alberi dalla spessa corteccia. Tra l'altro una volta entrati in possesso del mech Skell si potrà volare anche verso gli strati più elevati di Mira, dove non ci saranno più sonde da installare ma mostri mai visti, parti da recuperare della Balena Bianca ed in generale nuove zone da esplorare per raggiungere il 100% di ciascun continente (Neo Los Angeles inclusa). Di contro sono piuttosto rari dungeon sotterranei e grotte, utili più chhe altro come scorciatoia per raggiungere altre aree evitando di imbattersi nei nemici di livello superiore al nostro. Oltre al level design maniacale e certosino (è incredibile pensare che ogni roccia e cespuglio è stato posizionato a mano da un game design dagli occhi a mandorla), Mira ci ha stregato per altre due ragioni: la fluidità dell'esplorazione garantita dall'assenza di caricamenti e la potente sensazione di esplorare veramente qualcosa di sconosciuto, dove ad ogni passo può nascondersi un pericolo. Wii U non è la console più potente sul mercato. Ne siamo consapevoli dal day one ed anche Nintendo ormai ha visto le rivali allontanarsi sul piano prestazionale, nonostante alcune buone prove nel campo minato dell'Alta Definizione con Mario Kart 8 e Super Smash Bros. Ma Xenoblade Chronicles X è su un altro piano dal punto di vista tecnico, portando la macchina made in Kyoto ai suoi limiti nominali, e lo si nota sin dal peso di download (20 GB) oppure dai 4 GB che chiede una volta avviato il disco (vedi box per altre informazioni sui pre-requisiti di gioco).

    Senza girarci intorno, lo sforzo viene assolutamente ripagato. A livello macroscopico il field of view è veramente spettacolare: nelle giornate di bel tempo si possono scorgere da lontano le silhouette caratteristiche degli altri continenti di Mira, mentre in primo piano transitano le creature del loco, incluse quelle alte come un palazzo. Analizzando invece con occhio clinico gli elementi costitutivi di questa eccezionale meraviglia, si nota una certa semplicità dei modelli poligonali, sopratutto degli esseri antropomorfi, il prezzo da pagare per un mondo open-world così vasto. Eppure il lavoro di Monolith Soft merita più di un applauso, quando ci si accorge ad esempio che è possibile partire da Neo Los Angeles, attraversare tutta Primordia ed arrivare sino agli estremi confini di Mira senza nemmeno un caricamento. Proprio nessuno: la console non vi chiederà mai di pazientare mentre una barra si completa, perché tutti gli elementi morfologici, tutte le creature, gli oggetti di missione compariranno man mano che ci avvicineremo, quando difatti saranno visibili all'occhio umano. Anche volando a bordo dello Skell la situazione è simile: il panorama sottostante scorrerà fluidamente ad un frame rate quasi sempre solidissimo (anche in combattimento), con qualche fenomeno di pop up di nemici e montagne, ma innocuo dal punto di vista del gameplay. Pur essendo un free-world Xenoblade Chronicles X presenta veramente pochissimi bug, che il più delle volte si riducono a fenomeni di bad clipping con veicoli o mostri: un plauso va anche ai ragazzi che in questi mesi hanno portato avanti un beta testing senz'altro estenuante!

    Con il cuore in gola...

    Esplorare Mira ed i suoi sfaccettati continenti non è affatto un'operazione noiosa e semplicistica. E' il cuore di Xenoblade Chronicles X ed il merito è di piccoli accorgimenti che restituiscono la cifra di un game design tutt'altro che casuale. Ogni passo è un pericolo, è un attimo perdersi se non si sono individuati punti di riferimento, i nemici possono non gradire la vostra presenza e basta abbiano una decina di livelli in più del vostro personaggio per polverizzarvi sul colpo: ecco perché aver installato una nuova sonda (la posizione è segnalata da un fascio colorato che arriva sino al cielo, ma bisogna essere lì fisicamente per installarla e spesso l'area è non casualmente presidiata da altre razze aliene ostili) oppure aver sbloccato un checkpoint (spesso sono gli avamposti umani) è motivo di festeggiamenti: il gioco, infatti, elargisce punti esperienza anche nel caso in cui si esplorino nuove aree, mentre per poter avviare il prossimo capitolo della trama principale spesso è richiesto una percentuale minima di esplorazione di un continente.

    Xenoblade Chronicles X è abile anche nel mascherare sia gli scontri casuali che il grinding, spada di Damocle su molti JRPG degli ultimi anni. Come accade sulla Terra non tutti gli animali sono aggressivi, ma lo diventano solo se infastiditi e stuzzicati: così vale su Mira dove ci sono alcune specie che vi lasceranno stare, ma voi le attaccherete comunque per accumulare senza troppo sforzo punti esperienza, mentre ce ne saranno altre come i Grex che appena entrerete nel loro campo visivo vi attaccheranno. Ora, se sono di pari livello questa è una buona occasione per costringervi a mettere in pausa l'esplorazione per crescere di livello, mentre se sono di livello superiore può essere anche che questi si lancino al vostro inseguimento e vi uccidano con un colpo soltanto, vanificando magari metri preziosi in direzione della prossima sonda o dell'obiettivo di missione. Quest'ultima situazione si verifica spesso ed è in molte occasioni snervante, perchè in maniera imprevista vi si para dinnanzi un mostro di livello 40 contro il quale voi esseri a livello 20 nemmeno potete pensare di competer, nemmeno in gruppo da 4 (una sfida dell'end game sarà proprio affrontare mostri di livello 90 avendo un level cap per gli umani fissato a 60); ma è anche un modo per mantenere elevata la difficoltà di gioco, rinnovare costantemente il senso di sfida e trasmettere la sensazione di trovarsi su un pianeta ostile, col quale bisogna necessariamente venire a patti.

    Tutto sin da subito

    Xenoblade Chronicles X ha uno strano modo di intendere la progressione. Superati i primi capitoli in cui la narrazione guida l'esplorazione, il giocatore potenzialmente può andare dove vuole, affrontare il nemico che vuole e decidere come salire di livello e guadagnare punti esperienza/abilità. Ci sono ovviamente dei paletti rappresentati ad esempio dalla necessità di raggiungere alcune aree in volo oppure dalla sproporzione fisica tra l'uomo e la bestia, ma di sicuro non ci sono muri invisibili a bloccare l'esplorazione e sopratutto mostri di qualsiasi livello vi sfiorano o vivono tranquillamente la loro esistenza cacciando o abbeverandosi ad un lago. Ancora una volta emerge con forza l'idea che l'uomo su Mira sia un perfetto estraneo, se non un intruso. Anche per quanto riguarda il potenziamento degli armamenti o delle abilità c'è grande libertà e flessibilità. Evitiamo di scendere nel dettaglio dei singoli skill tree o delle differenze tra le varie armi (per non parlare poi degli Skell), ma vi basta sapere che ogni elemento può essere personalizzato e livellato, sia nel caso del vostro avatar, che di tutti i membri del party. Sin dalle prime missioni si ha a disposizione un parco abilità abbastanza nutrito e si possono acquistare svariate armi, ma solo con il passare del tempo ed al crescere dei livelli sarà possibile potenziarle ed impugnarle; ciò vale sia per voi stessi che sopratutto per i compagni guidati dalla CPU, che dovrete potenziare in maniera mirata affinché siano un valido supporto in combattimento e non muoiano immediatamente. Siamo rimasti, invece, stupiti del fatto che le Classi, in numero di 9, siano abbastanza marginali. Il giocatore, in quanto membro del BLADE, può scegliere una specializzazione, ma questa inciderà in maniera minoritaria sullo skill tree e sulle abilità del personaggio, che potrà comunque sviluppare capacità e competenze delle altre classi. Forse l'intenzione del team di sviluppo è proprio non incasellare il giocatore in un percorso di crescita predefinito, ma ibridare tra loro le varie specializzazioni per crearne una personalizzata, a misura di ciascun acquirente di Xenoblade Chronicles X.

    Online

    Xenoblade Chronicles X presenta anche alcune modalità multiplayer da giocare esclusivamente online. L'opzione meno intrusiva è rappresentata dalle gilde formate da 32 giocatori selezionati in maniera casuale: con essi sarà possibile scambiare messaggi via chat quali ad esempio consigli sul modo di superare un'area (come in Dark Souls), ma anche risorse (oggetti, armi, Mirarium). In alto a sinistra compariranno dei pop-up che vi informano sulla progressione nella campagna single player di ciascun membro: deciderete voi se può essere un'informazione interessante. Altrimenti ci sono missioni da giocare rigorosamente in multiplayer sincrono: si tratta di quest alle quali possono prendere parte fino a 4 giocatori. Se i vostri compagni di Monster Hunter acquisteranno Xenoblade Chronicles X, sapete come trascorrere del tempo nuovamente insieme.

    Il combat system ricalca in maniera palese quello di Xenoblade Chronicles su Wii: adotta quindi un sistema in tempo reale che assomiglia a quello di molti MMORPG, con scontri non casuali ambientati nell'area dove si incontra l'avversario. Proprio come nel titolo Wii il movimento del personaggio avviene tramite gli analogici, mentre la croce direzionale seleziona l'abilità che si intende utilizzare in quel frangente. Le abilità hanno un cool-down variabile, il quale può essere ridotto con l'aumento di livello dell'abilità stessa: più alto il livello, minore il tempo richiesto per la ricarica, maggiore il numero di volte che si utilizza in combattimento quell'abilità. E' un sistema che era apparso molto intuitivo e fluido già in passato, merito anche di un lock-in del nemico efficace. Su Wii U guadagna una maggiore flessibilità e sopratutto dinamismo, dal momento che ciascun combattente è dotato sia di un'arma da mischia (un pugnale, una spada, un giavellotto), così come di un'arma a distanza (fucili o mitragliatrici gatling per gli umani, laser protonici per gli Skell): premendo X è possibile passare da una all'altra a seconda che si ci trovi vicino o lontano dal nemico. L'unico neo al battle system è rappresentato dal fatto che anche per le creature di livello più basso, la carne da macello sull'altare del grinding, non è sufficiente l'attacco base automatico, ma bisogna un minimo alternare le abilità prestando attenzione al cool-down di ciascuna.

    Xenoblade Chronicles X Xenoblade Chronicles XVersione Analizzata Wii UAvevamo grande hype e grande fiducia nella professionalità di Monolith Soft, forse l'unico team nipponico specializzato in JRPG ad avere le risorse economiche e le competenze per poter pensare in grande, come la Squaresoft di un tempo. Avevamo visto i molti trailer ed i filmati di gameplay presentati alle varie fiere, avevamo giocato a Xenoblade Chronicles per Wii. Ma avevamo anche forti dubbi sulla capacità di tirare fuori dal cilindro un free roaming ben caratterizzato nel lore e dove l'esplorazione potesse rappresentare un valore aggiunto e non fonte di noia, un po' come nei tripla-A occidentali di Rockstar, Bethesda e CD Projekt. Poi abbiamo iniziato l'esplorazione del pianeta Mira e siamo stati rapiti dalle molte meccaniche che aiutano a contestualizzare un mondo di gioco inospitale e pericoloso per la razza umana. Abbiamo incontrato altre forme di vita aliene e siamo rimasti meravigliati di fronte a panorami da sogno. Abbiamo racimolato abbastanza soldi per permetterci uno Skell, volare da una catena montuosa all'altra e guardare Mira dall'alto verso il basso, sfidando enormi draghi volanti dalle forme inusitate e curiose. Xenoblade Chronicles X si è rivelato insomma più ambizioso e sorprendentemente meglio riuscito del predecessore su Wii: è senza mezzi termini il miglior gioco pubblicato quest'anno su Wii U ed uno dei giochi di ruolo meglio concepiti degli ultimi anni, capace di riportare il Giappone al pari delle produzioni occidentali (splendida notizia!), superare in qualità Fallout 4 e tanti altri esponenti del genere. Wii U sarà stata anche una console sfortunata dal punto di vista commerciale, ma con Xenoblade Chronicles X mette a segno un altro colpaccio e lascia intendere a chi dichiara di capirci un minimo di videogiochi che questo è un titolo da non lasciarsi assolutamente scappare.

    9.5

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