E' possibile uno sparatutto in soggettiva a fumetti? “Sì”, devono essersi detti i programmatori della Ubisoft, i quali hanno unito questo genere di giochi ad un motore grafico che fa largo uso di un effetto chiamato “cel shading”, che dà alle texture un aspetto... “fumettoso”. E il risultato è pienamente positivo.
La trama
Il gioco è tratto dall'omonimo fumetto “XIII”, che in Francia (contrariamente a quanto accade in Italia) è molto conosciuto e gode di un buon successo. Il protagonista delle vicende narrate è l'agente XIII, un uomo dai capelli brizzolati che viene trovato sul bagnasciuga di una spiaggia e soccorso da una bagnina. Il nostro alter-ego è anche affetto da una grave amnesia e, altra aggravante, è accusato (a torto, ovviamente) di aver assassinato il presidente. Lungo le 32 missioni di cui è composto il gioco in singolo, l'agente XIII avrà modo di dimostrare la sua innocenza e recuperare la memoria perduta. La trama è solida e avvincente quanto basta a suscitare un interesse continuo nel giocatore, ed invoglia a portare a termine il gioco per gustarsi il finale. La storia è narrata da filmati in computer grafica (sempre dall'aspetto fumettoso, coerentemente al resto del gioco) e da flashback che ricorrono durante i livelli. Questi ultimi, dato il loro numero e la loro difficoltà, garantiscono al titolo una longevità decisamente buona, superiore alla media.
Il cel shading, questo sconosciuto
Come già detto nell'introduzione, il motore grafico utilizza ampiamente un effetto applicato alle textures chiamato “cel shading”, che dà loro quella colorazione e quell'ombreggiatura tipica dei fumetti e dei cartoni animati. A questo effetto se ne accompagna un altro, il cosiddetto “outlining”, grazie al quale ogni oggetto poligonale è bordato da una linea nera che aiuta a distinguerlo dal resto del fondale. Il primo gioco ad utilizzare tali tecniche è stato Jet Set Radio per Dreamcast (2000). L'impatto visivo iniziale con una grafica simile è davvero particolare e almeno inizialmente può lasciare spaesati. Il motore grafico che muove XIII è una versione ampiamente modificata di quello del primo Unreal, ed è di ottima fattura. Gestisce al meglio gli ambienti esterni ed interni, senza il minimo rallentamento, anche nelle situazioni più concitate. I modelli poligonali sono ottimamente animati e sufficientemente vari. Parimenti varie sono anche le ambientazioni. Infine, una nota di merito va anche agli effetti di luce e al ridottissimo uso del fogging. Il motore grafico non è comunque esente da difetti: numerosi sono i casi di compenetrazione di poligoni, e non sarà raro vedere le teste o i piedi dei cadaveri spuntare dalle pareti. L'utilizzo del cel shading nella grafica non è l'unica cosa che avvicina XIII al panorama fumettistico; non rare sono le scritte onomatopeiche e piccole vignette che, nel corso dei livelli, sottolineano un'uccisione ben riuscita (capita sempre quando si colpisce un nemico alla testa con il mirino da cecchino) o alcune situazioni particolarmente importanti. Inoltre, ogni volta che un personaggio parla compare il “baloon “ contenente il testo della frase pronunciata (che fa anche da sottotitolo).
Il gioco
XIII non aggiunge troppo (anzi, quasi nulla) a livello di gameplay al panorama attuale degli sparatutto in soggettiva; nonostante ciò, risulta essere un prodotto estremamente divertente e godibile. Il gioco alterna fasi più movimentate ad altre di stampo “stealth” dove è imperativo non farsi scoprire dai nemici, i quali andranno storditi o eliminati con un comodo colpo alla testa (in XIII, come tutti gli sparatutto di recente pubblicazione, i proiettili recheranno un danno diverso a seconda della parte del corpo colpita). Vi è una buona interattività con l'ambiente circostante: è possibile infatti usufruire di diversi oggetti (sedie, posaceneri, scope, pale, eccetera) per colpire i nemici senza fare ricorso alle armi da fuoco. Il sistema di controllo è comodo e preciso, e riprende il modello collaudato da Halo ed adottato ormai dalla totalità dei giochi di tal genere. Le armi disponibili sono sempre le solite: pistole, fucili a pompa, lanciamissili, mitragliatori e via discorrendo. L'arma migliore è la balestra dotata di mirino telescopico: silenziosa e letale, torna utile in moltissime occasioni. Il protagonista è in grado (oltre alle mosse base, come saltare, nuotare, accovacciarsi) di scassinare serrature, spostare i cadaveri dei nemici ed utilizzare i civili come ostaggi. Nel corso delle missioni verranno automaticamente sbloccate nuove abilità: ad esempio, viene potenziato l'effetto dei medikit, diminuiscono i tremolii durante l'utilizzo del mirino telescopico, aumenta la capacità di trattenere il respiro. La skill più interessante è il cosiddetto “sesto senso”, grazie al quale l'agente XIII può percepire l'incedere dei soldati nemici a distanza anche se nascosto, ad esempio, dietro un muro. Tale percezione è rappresentata dalla comparsa dell'onomatopea “tap”, che segue il percorso dell'avversario e si ingrandisce man mano che egli si avvicina. Durante la partita il gioco salva automaticamente in prossimità di appositi checkpoint, posti prima di fasi particolarmente complicate, dai quali si ricomincia in caso di morte. Se si salva tra un checkpoint e l'altro, quando si ricomincerà la partita si ricomincerà da quello più vicino. Il sonoro è buono: le musiche, stile film della serie “007”, sebbene non restino impresse nella mente, fanno onestamente il proprio dovere senza annoiare o risultare banali. Nota di merito per il doppiaggio (completamente in italiano, come il resto del gioco) il quale è ottimamente realizzato, con attori capaci e voci adatte ai personaggi.
I difetti
XIII, come ogni gioco, non è privo di difetti. L'intelligenza artificiale, nel complesso buona, ha due grosse lacune. I soldati, oltre una certa distanza, non vedono il vostro personaggio. Questo vuol dire che ci si può piazzare comodamente davanti al nemico, a buona distanza, e prendere con calma la mira con un'arma con mirino telescopico. Inoltre, quasi sempre (sottolineo il quasi) i nemici ignorano i cadaveri dei propri compagni. Anche l'interattività presenta una mancanza di coerenza: se da un lato è possibile interagire con molti elementi dello scenario, dall'altro è impossibile, ad esempio, distruggere un computer con una raffica di mitra. A volte capita che le vignette che rappresentano alcune fasi importanti intralcino la visuale di gioco in modo che risulti impossibile mirare ad un determinato bersaglio, mentre il soldato nemico riempie di piombo l'agente XIII senza troppi problemi. Altro difetto (anche se non è proprio tale) è la mancanza di innovazione, perlomeno a livello di gameplay, dato che la grafica è originale e accattivante. Infine, il gioco è eccessivamente lineare: i livelli sono stati concepiti per essere affrontati in un modo soltanto, e questo limita la sensazione di libertà del giocatore.
Concludendo ...
XIII è sicuramente un prodotto valido che, sebbene presenti alcuni difetti nella giocabilità, sa divertire grazie ad una trama ben scritta, una varietà nelle situazioni e un motore grafico originale e all'avanguardia. Nonostante sia presente la modalità multiplayer (che sfrutta sia lo split screen che il Live!), XIII è un titolo molto orientato sul single player e questo assicura una longevità superiore alla media per chi non può sfruttare il gioco in rete. Questo titolo piacerà sicuramente agli amanti del genere e anche a chi cerca un titolo d'azione senza troppi fronzoli simulativi (di fatto, XIII è agli antipodi rispetto a Rainbow Six) e con una storia solida. L'importante è non avere pregiudizi sulla grafica (che, ripeto, è di ottima qualità) e giudicare questo gioco, poichè possiede un aspetto “fumettoso”, un titolo per bambini. In XIII il sangue scorre, e anche parecchio.
XIII: la recensione della versione Xbox
Ubisoft porta anche su Xbox lo sparatutto tratto dall'omonimo fumetto. Un titolo intrigante, che sa distinguersi dalla massa.
E' possibile uno sparatutto in soggettiva a
fumetti? “Sì”, devono essersi detti i programmatori della Ubisoft, i quali hanno
unito questo genere di giochi ad un motore grafico che fa largo uso di un
effetto chiamato “cel shading”, che dà alle texture un aspetto... “fumettoso”. E
il risultato è pienamente positivo.
La trama
Il gioco è tratto dall'omonimo fumetto
“XIII”, che in Francia (contrariamente a quanto accade in Italia) è molto
conosciuto e gode di un buon successo. Il protagonista delle vicende narrate è
l'agente XIII, un uomo dai capelli brizzolati che viene trovato sul bagnasciuga
di una spiaggia e soccorso da una bagnina. Il nostro alter-ego è anche affetto
da una grave amnesia e, altra aggravante, è accusato (a torto, ovviamente) di
aver assassinato il presidente. Lungo le 32 missioni di cui è composto il gioco
in singolo, l'agente XIII avrà modo di dimostrare la sua innocenza e recuperare
la memoria perduta. La trama è solida e avvincente quanto basta a suscitare un
interesse continuo nel giocatore, ed invoglia a portare a termine il gioco per
gustarsi il finale. La storia è narrata da filmati in computer grafica (sempre
dall'aspetto fumettoso, coerentemente al resto del gioco) e da flashback che
ricorrono durante i livelli. Questi ultimi, dato il loro numero e la loro
difficoltà, garantiscono al titolo una longevità decisamente buona, superiore
alla media.
Il cel
Come già detto nell'introduzione, il motore grafico utilizzashading, questo sconosciuto
ampiamente un effetto applicato alle textures chiamato “cel shading”, che dà
loro quella colorazione e quell'ombreggiatura tipica dei fumetti e dei cartoni
animati. A questo effetto se ne accompagna un altro, il cosiddetto “outlining”,
grazie al quale ogni oggetto poligonale è bordato da una linea nera che aiuta a
distinguerlo dal resto del fondale. Il primo gioco ad utilizzare tali tecniche è
stato Jet Set Radio per Dreamcast (2000). L'impatto visivo iniziale con una
grafica simile è davvero particolare e almeno inizialmente può lasciare
spaesati. Il motore grafico che muove XIII è una versione ampiamente modificata
di quello del primo Unreal, ed è di ottima fattura. Gestisce al meglio gli
ambienti esterni ed interni, senza il minimo rallentamento, anche nelle
situazioni più concitate. I modelli poligonali sono ottimamente animati e
sufficientemente vari. Parimenti varie sono anche le ambientazioni. Infine, una
nota di merito va anche agli effetti di luce e al ridottissimo uso del fogging.
Il motore grafico non è comunque esente da difetti: numerosi sono i casi di
compenetrazione di poligoni, e non sarà raro vedere le teste o i piedi dei
cadaveri spuntare dalle pareti. L'utilizzo del cel shading nella grafica non è
l'unica cosa che avvicina XIII al panorama fumettistico; non rare sono le
scritte onomatopeiche e piccole vignette che, nel corso dei livelli,
sottolineano un'uccisione ben riuscita (capita sempre quando si colpisce un
nemico alla testa con il mirino da cecchino) o alcune situazioni particolarmente
importanti. Inoltre, ogni volta che un personaggio parla compare il “baloon “
contenente il testo della frase pronunciata (che fa anche da sottotitolo).
Il gioco
XIII non aggiunge troppo (anzi, quasi nulla) a livello di gameplay al
panorama attuale degli sparatutto in soggettiva; nonostante ciò, risulta essere
un prodotto estremamente divertente e godibile. Il gioco alterna fasi più
movimentate ad altre di stampo “stealth” dove è imperativo non farsi scoprire
dai nemici, i quali andranno storditi o eliminati con un comodo colpo alla testa
(in XIII, come tutti gli sparatutto di recente pubblicazione, i proiettili
recheranno un danno diverso a seconda della parte del corpo colpita). Vi è una
buona interattività con l'ambiente circostante: è possibile infatti usufruire
di diversi oggetti (sedie, posaceneri, scope, pale, eccetera) per colpire i
nemici senza fare ricorso alle armi da fuoco. Il sistema di controllo è comodo e
preciso, e riprende il modello collaudato da Halo ed adottato ormai dalla
totalità dei giochi di tal genere. Le armi disponibili sono sempre le solite:
pistole, fucili a pompa, lanciamissili, mitragliatori e via discorrendo. L'arma
migliore è la balestra dotata di mirino telescopico: silenziosa e letale, torna
utile in moltissime occasioni. Il protagonista è in grado (oltre alle mosse
base, come saltare, nuotare, accovacciarsi) di scassinare serrature, spostare i
cadaveri dei nemici ed utilizzare i civili come ostaggi. Nel corso delle
missioni verranno automaticamente sbloccate nuove abilità: ad esempio, viene
potenziato l'effetto dei medikit, diminuiscono i tremolii durante l'utilizzo
del mirino telescopico, aumenta la capacità di trattenere il respiro. La skill
più interessante è il cosiddetto “sesto senso”, grazie al quale l'agente XIII
può percepire l'incedere dei soldati nemici a distanza anche se nascosto, ad
esempio, dietro un muro. Tale percezione è rappresentata dalla comparsa
dell'onomatopea “tap”, che segue il percorso dell'avversario e si ingrandisce
man mano che egli si avvicina. Durante la partita il gioco salva automaticamente
in prossimità di appositi checkpoint, posti prima di fasi particolarmente
complicate, dai quali si ricomincia in caso di morte. Se si salva tra un
checkpoint e l'altro, quando si ricomincerà la partita si ricomincerà da quello
più vicino. Il sonoro è buono: le musiche, stile film della serie “007”, sebbene
non restino impresse nella mente, fanno onestamente il proprio dovere senza
annoiare o risultare banali. Nota di merito per il doppiaggio (completamente in
italiano, come il resto del gioco) il quale è ottimamente realizzato, con attori
capaci e voci adatte ai personaggi.
I difetti
XIII, come ogni gioco, non è privo di
difetti. L'intelligenza artificiale, nel complesso buona, ha due grosse lacune.
I soldati, oltre una certa distanza, non vedono il vostro personaggio. Questo
vuol dire che ci si può piazzare comodamente davanti al nemico, a buona
distanza, e prendere con calma la mira con un'arma con mirino telescopico.
Inoltre, quasi sempre (sottolineo il quasi) i nemici ignorano i cadaveri dei
propri compagni. Anche l'interattività presenta una mancanza di coerenza: se da
un lato è possibile interagire con molti elementi dello scenario, dall'altro è
impossibile, ad esempio, distruggere un computer con una raffica di mitra. A
volte capita che le vignette che rappresentano alcune fasi importanti intralcino
la visuale di gioco in modo che risulti impossibile mirare ad un determinato
bersaglio, mentre il soldato nemico riempie di piombo l'agente XIII senza
troppi problemi. Altro difetto (anche se non è proprio tale) è la mancanza di
innovazione, perlomeno a livello di gameplay, dato che la grafica è originale e
accattivante. Infine, il gioco è eccessivamente lineare: i livelli sono stati
concepiti per essere affrontati in un modo soltanto, e questo limita la
sensazione di libertà del giocatore.
Concludendo
XIII è sicuramente un prodotto valido...
che, sebbene presenti alcuni difetti nella giocabilità, sa divertire grazie ad
una trama ben scritta, una varietà nelle situazioni e un motore grafico
originale e all'avanguardia. Nonostante sia presente la modalità multiplayer
(che sfrutta sia lo split screen che il Live!), XIII è un titolo molto orientato
sul single player e questo assicura una longevità superiore alla media per chi
non può sfruttare il gioco in rete. Questo titolo piacerà sicuramente agli
amanti del genere e anche a chi cerca un titolo d'azione senza troppi fronzoli
simulativi (di fatto, XIII è agli antipodi rispetto a Rainbow Six) e con una
storia solida. L'importante è non avere pregiudizi sulla grafica (che, ripeto,
è di ottima qualità) e giudicare questo gioco, poichè possiede un aspetto
“fumettoso”, un titolo per bambini. In XIII il sangue scorre, e anche parecchio.
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