XIII: la recensione della versione Xbox

Ubisoft porta anche su Xbox lo sparatutto tratto dall'omonimo fumetto. Un titolo intrigante, che sa distinguersi dalla massa.

XIII: la recensione della versione Xbox
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Disponibile per
  • PS2
  • Xbox
  • NGC
  • Pc
  • E' possibile uno sparatutto in soggettiva a
    fumetti? “Sì”, devono essersi detti i programmatori della Ubisoft, i quali hanno
    unito questo genere di giochi ad un motore grafico che fa largo uso di un
    effetto chiamato “cel shading”, che dà alle texture un aspetto... “fumettoso”. E
    il risultato è pienamente positivo.

    La trama

    Il gioco è tratto dall'omonimo fumetto
    “XIII”, che in Francia (contrariamente a quanto accade in Italia) è molto
    conosciuto e gode di un buon successo. Il protagonista delle vicende narrate è
    l'agente XIII, un uomo dai capelli brizzolati che viene trovato sul bagnasciuga
    di una spiaggia e soccorso da una bagnina. Il nostro alter-ego è anche affetto
    da una grave amnesia e, altra aggravante, è accusato (a torto, ovviamente) di
    aver assassinato il presidente. Lungo le 32 missioni di cui è composto il gioco
    in singolo, l'agente XIII avrà modo di dimostrare la sua innocenza e recuperare
    la memoria perduta. La trama è solida e avvincente quanto basta a suscitare un
    interesse continuo nel giocatore, ed invoglia a portare a termine il gioco per
    gustarsi il finale. La storia è narrata da filmati in computer grafica (sempre
    dall'aspetto fumettoso, coerentemente al resto del gioco) e da flashback che
    ricorrono durante i livelli. Questi ultimi, dato il loro numero e la loro
    difficoltà, garantiscono al titolo una longevità decisamente buona, superiore
    alla media.

    Il cel
    shading, questo sconosciuto

    Come già detto nell'introduzione, il motore grafico utilizza
    ampiamente un effetto applicato alle textures chiamato “cel shading”, che dà
    loro quella colorazione e quell'ombreggiatura tipica dei fumetti e dei cartoni
    animati. A questo effetto se ne accompagna un altro, il cosiddetto “outlining”,
    grazie al quale ogni oggetto poligonale è bordato da una linea nera che aiuta a
    distinguerlo dal resto del fondale. Il primo gioco ad utilizzare tali tecniche è
    stato Jet Set Radio per Dreamcast (2000). L'impatto visivo iniziale con una
    grafica simile è davvero particolare e almeno inizialmente può lasciare
    spaesati. Il motore grafico che muove XIII è una versione ampiamente modificata
    di quello del primo Unreal, ed è di ottima fattura. Gestisce al meglio gli
    ambienti esterni ed interni, senza il minimo rallentamento, anche nelle
    situazioni più concitate. I modelli poligonali sono ottimamente animati e
    sufficientemente vari. Parimenti varie sono anche le ambientazioni. Infine, una
    nota di merito va anche agli effetti di luce e al ridottissimo uso del fogging.
    Il motore grafico non è comunque esente da difetti: numerosi sono i casi di
    compenetrazione di poligoni, e non sarà raro vedere le teste o i piedi dei
    cadaveri spuntare dalle pareti. L'utilizzo del cel shading nella grafica non è
    l'unica cosa che avvicina XIII al panorama fumettistico; non rare sono le
    scritte onomatopeiche e piccole vignette che, nel corso dei livelli,
    sottolineano un'uccisione ben riuscita (capita sempre quando si colpisce un
    nemico alla testa con il mirino da cecchino) o alcune situazioni particolarmente
    importanti. Inoltre, ogni volta che un personaggio parla compare il “baloon “
    contenente il testo della frase pronunciata (che fa anche da sottotitolo).

    Il gioco

    XIII non aggiunge troppo (anzi, quasi nulla) a livello di gameplay al
    panorama attuale degli sparatutto in soggettiva; nonostante ciò, risulta essere
    un prodotto estremamente divertente e godibile. Il gioco alterna fasi più
    movimentate ad altre di stampo “stealth” dove è imperativo non farsi scoprire
    dai nemici, i quali andranno storditi o eliminati con un comodo colpo alla testa
    (in XIII, come tutti gli sparatutto di recente pubblicazione, i proiettili
    recheranno un danno diverso a seconda della parte del corpo colpita). Vi è una
    buona interattività con l'ambiente circostante: è possibile infatti usufruire
    di diversi oggetti (sedie, posaceneri, scope, pale, eccetera) per colpire i
    nemici senza fare ricorso alle armi da fuoco. Il sistema di controllo è comodo e
    preciso, e riprende il modello collaudato da Halo ed adottato ormai dalla
    totalità dei giochi di tal genere. Le armi disponibili sono sempre le solite:
    pistole, fucili a pompa, lanciamissili, mitragliatori e via discorrendo. L'arma
    migliore è la balestra dotata di mirino telescopico: silenziosa e letale, torna
    utile in moltissime occasioni. Il protagonista è in grado (oltre alle mosse
    base, come saltare, nuotare, accovacciarsi) di scassinare serrature, spostare i
    cadaveri dei nemici ed utilizzare i civili come ostaggi. Nel corso delle
    missioni verranno automaticamente sbloccate nuove abilità: ad esempio, viene
    potenziato l'effetto dei medikit, diminuiscono i tremolii durante l'utilizzo
    del mirino telescopico, aumenta la capacità di trattenere il respiro. La skill
    più interessante è il cosiddetto “sesto senso”, grazie al quale l'agente XIII
    può percepire l'incedere dei soldati nemici a distanza anche se nascosto, ad
    esempio, dietro un muro. Tale percezione è rappresentata dalla comparsa
    dell'onomatopea “tap”, che segue il percorso dell'avversario e si ingrandisce
    man mano che egli si avvicina. Durante la partita il gioco salva automaticamente
    in prossimità di appositi checkpoint, posti prima di fasi particolarmente
    complicate, dai quali si ricomincia in caso di morte. Se si salva tra un
    checkpoint e l'altro, quando si ricomincerà la partita si ricomincerà da quello
    più vicino. Il sonoro è buono: le musiche, stile film della serie “007”, sebbene
    non restino impresse nella mente, fanno onestamente il proprio dovere senza
    annoiare o risultare banali. Nota di merito per il doppiaggio (completamente in
    italiano, come il resto del gioco) il quale è ottimamente realizzato, con attori
    capaci e voci adatte ai personaggi.

    I difetti

    XIII, come ogni gioco, non è privo di
    difetti. L'intelligenza artificiale, nel complesso buona, ha due grosse lacune.
    I soldati, oltre una certa distanza, non vedono il vostro personaggio. Questo
    vuol dire che ci si può piazzare comodamente davanti al nemico, a buona
    distanza, e prendere con calma la mira con un'arma con mirino telescopico.
    Inoltre, quasi sempre (sottolineo il quasi) i nemici ignorano i cadaveri dei
    propri compagni. Anche l'interattività presenta una mancanza di coerenza: se da
    un lato è possibile interagire con molti elementi dello scenario, dall'altro è
    impossibile, ad esempio, distruggere un computer con una raffica di mitra. A
    volte capita che le vignette che rappresentano alcune fasi importanti intralcino
    la visuale di gioco in modo che risulti impossibile mirare ad un determinato
    bersaglio, mentre il soldato nemico riempie di piombo l'agente XIII senza
    troppi problemi. Altro difetto (anche se non è proprio tale) è la mancanza di
    innovazione, perlomeno a livello di gameplay, dato che la grafica è originale e
    accattivante. Infine, il gioco è eccessivamente lineare: i livelli sono stati
    concepiti per essere affrontati in un modo soltanto, e questo limita la
    sensazione di libertà del giocatore.

    Concludendo
    ...

    XIII è sicuramente un prodotto valido
    che, sebbene presenti alcuni difetti nella giocabilità, sa divertire grazie ad
    una trama ben scritta, una varietà nelle situazioni e un motore grafico
    originale e all'avanguardia. Nonostante sia presente la modalità multiplayer
    (che sfrutta sia lo split screen che il Live!), XIII è un titolo molto orientato
    sul single player e questo assicura una longevità superiore alla media per chi
    non può sfruttare il gioco in rete. Questo titolo piacerà sicuramente agli
    amanti del genere e anche a chi cerca un titolo d'azione senza troppi fronzoli
    simulativi (di fatto, XIII è agli antipodi rispetto a Rainbow Six) e con una
    storia solida. L'importante è non avere pregiudizi sulla grafica (che, ripeto,
    è di ottima qualità) e giudicare questo gioco, poichè possiede un aspetto
    “fumettoso”, un titolo per bambini. In XIII il sangue scorre, e anche parecchio.

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