Recensione Yu-Gi-Oh! GX Tag Force

Preparate i vostri Deck, Yu-Gi-Oh! si gioca anche su PsP!

Recensione Yu-Gi-Oh! GX Tag Force
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Anime
  • Psp
  • Nascita di un fenomeno

    Yu-Gi-Oh! non è un’esclamazione, né tantomeno un modo di dire dei giovani d’oggi. E’ un mondo parallelo che, volenti o nolenti, tutti noi abbiamo imparato a conoscere e ad accettare come parte integrante della nostra quotidianità. E’ una febbre, una malattia contagiosa che ha attraversato ogni canale mediatico attualmente conosciuto fino a diventare un marchio planetario stampato su felpe, quaderni, giocattoli, snack, dolciumi ed ogni altro gadget possibile immaginabile. Yu-Gi-Oh! (letteralmente “Re dei Giochi”) è il fumetto che comprate in edicola, il cartone animato che guardano con trepidazione i vostri figli e nipoti quando tornano da scuola, il gioco di carte che unisce grandi e piccini e li mette uno contro l’altro negli appassionanti tornei a tema indetti in tutto il globo, il videogame che vi tiene incollati alle console mentre la cena brucia nel forno o le pagine dei vostri compiti iniziano ad accumulare polvere. Ma prima di divenire un fenomeno di massa, Yu-Gi-Oh! non era altro che uno dei tanti manga giapponesi in cerca di notorietà; una fama conquistata in Italia soprattutto grazie all’omonima serie animata trasmessa da Mediaset (Yu-Gi-Oh! Duel Monster) e seguita, nel pieno rispetto delle moderne dinamiche commerciali, da uno spin-off indipendente che racconta le vicende di nuovi personaggi alle prese con la vita accademica di tutti i giorni.

    Yu-Gi-Oh! GX Tag Force è l’ennesimo effetto collaterale di un mercato che, pur di ricavarne profitto, spreme le potenzialità di un concept di successo finchè questo non ha più niente da dare. E dopo tutte le trasposizioni ludiche che abbiamo visto succedersi in questi anni, la domanda che ci poniamo nel giudicare questo titolo sorge spontanea: c’è veramente qualcosa da offrire o si tratta di un mero tributo ai fan della serie? La risposta a tale quesito si intuisce facilmente già dopo qualche minuto di gioco ma preferiamo che sia il lettore stesso a sviscerarla, attraverso un’attenta lettura delle caratteristiche di gioco e di tutte le considerazioni emerse a seguito della nostra prova pratica.

    Fate il vostro gioco

    Se dovessimo analizzare Yu-Gi-Oh! GX Tag Duel esclusivamente dal punto di vista tecnico-strutturale non troveremmo nessuna difficoltà a definirlo come uno dei giochi più scadenti della stagione. Questo, tuttavia, rappresenterebbe un verdetto frettoloso poiché stiamo pur sempre parlando di un titolo che poggia il suo gameplay sulla complessità di un gioco di carte decisamente impegnativo ed articolato.

    La modalità storia, strutturata in 3 parti, si consuma totalmente all’interno dell’Accademia dei Duellanti (o luoghi immediatamente confinanti) e mette il giocatore nei panni di un nuovo e promettente studente trasferitosi da poco. Volendo chiudere un occhio sull’impossibilità di operare la benché minima personalizzazione (ad eccezione del nome) sul proprio alter-ego, notiamo la rassicurante presenza dei personaggi principali della serie, ovvero i duellanti Jaden Yuki, Alexis Rhodes, Chumley Huffington,Zane e Syrus Truesdale, Chazz Princeton, Bastion Misawa, i professori Banner e Crowler, il preside Sameshima e persino il paffuto gatto Pharaoh.

    Questi, assieme ad altri allievi e membri dello staff, saranno i soli interlocutori con cui interagire durante le ridicole fasi di esplorazione del campus, assolutamente inutili e prive di stimoli, il cui scopo primario è quello di cercare gli studenti più famosi chiedendo loro notizie su quattro banalissimi argomenti di conversazione: Duelli, Hobby, Accademia e Dicerie. Scegliendo la domanda giusta, entrerete nelle grazie del personaggio interpellato finchè non riuscirete a farvelo amico; una condizione indispensabile all’economia di gioco poiché vi permette di procurarvi un compagno (o più d’uno) per il Tag Duel, scontri due contro due che si tengono ogni domenica all’Accademia, unica variante che spezza la noia di mille giornate, tutte identiche e tediose, che vi separano dal giorno del grande torneo. L’idea di suddividere le ore della giornata in base alle lezioni e alle attività scolastiche sarebbe stata brillante se solo gli sviluppatori gli avessero concesso quel minimo di profondità per renderla quantomeno piacevole: così com’è la parte esplorativa (se così possiamo chiamarla) rappresenta, anche a causa della limitatezza delle aree, un fastidioso intermezzo tra un duello e l’altro, vera colonna portante del gameplay e unico elemento meritevole di attenzione.

    Sì perché al di là del maldestro tentativo di realizzare un’avventura solitaria coinvolgente, Yu-Gi-Oh! GX Tag Duel, esprime il suo vero potenziale nelle modalità Duello Libero e Network, il che è indubbiamente da attribuirsi al fatto che entrambe siano prive dell’insulso contorno narrativo che ha fortemente penalizzato la controparte singola. Il cuore pulsante della produzione Konami risiede dunque nei duelli, battaglie “all’ultima carta” alquanto avvincenti e ben strutturate il cui fine ultimo è quello di annientare l’avversario privandolo di tutti i suoi Life Points (LP).

    Per i novellini questo obiettivo potrebbe sembrare piuttosto semplice da raggiungere ma i veterani sapranno di sicuro quanto sia faticoso, soprattutto in termini di concentrazione e riflessione, riuscire ad avere la meglio in un gioco di carte. Ad ogni modo, gli esperti non avranno alcuna difficoltà a padroneggiare con disinvoltura il gameplay di questo titolo, poiché troveranno la stessa identica struttura ludica della versione cartacea; al contrario, chi si avvicina per la prima volta al genere o non ha abbastanza esperienza nel campo, a stento riuscirà a comprendere appieno la bellezza di un game system vincolato da una grande quantità di regole ferree e inflessibili limitazioni.

    Il trionfo dell’appassionato

    Gli sfidanti pescano le carte dal proprio deck, il supporto da braccio nel quale ogni giocatore ripone il proprio “armamentario” e posizionano le proprie carte, coperte o scoperte, su un piano immaginario scegliendo se giocare un mostro, una magia o una trappola. Giusto per chiarire le idee ai profani, le carte mostro sono quelle che si collocano in prima linea ed hanno valori di attacco e difesa variabili ai quali si deve fare riferimento ogni qualvolta decidete di attaccare il vostro oppositore; la differenza tra il potere di attacco del vostro mostro e quello dell’avversario determinerà chi sarà dei due a subire dei danni. Le carte magia svolgono sostanzialmente funzioni di supporto durante le battaglie e permettono all’utente di servirsi di una serie di effetti che variano in base al tipo di magia estratto (equipaggiamento, continua, rapida o terreno): aumentare i parametri dei mostri, rigenerare gli LP del giocatore, pescare due carte dal deck, posizionare tutti gli attaccanti in difesa e molto altro ancora.

    Le carte trappola hanno un funzionamento simile ma sono di gran lunga più interessanti perché permettono di effettuare delle contromosse al di fuori del proprio turno; anche in questa situazione i benefici che se ne possono trarre sono molteplici come ad esempio, la distruzione di certe carte sul terreno avversario o la protezione da qualsiasi attacco per un periodo di tempo limitato allo scadere del turno.

    Ovviamente queste poche righe rappresentano solamente un piccolo accenno di tutto quello che si cela dietro a questo sistema di gioco e non basterebbero dieci pagine per poterne descriverne minuziosamente i dettagli. Casistica e variabili da considerare assumono veramente contorni indefiniti, sia a causa della spropositata quantità di carte che dovrete imparare a conoscere (circa 2.400) sia per l’imprevedibilità degli effetti che ognuna di esse potrebbe esercitare all’interno di un duello, provocandone addirittura il completo ribaltamento. I combattimenti in sé stessi sono ben organizzati grazie ad un menù molto intuitivo che aiuta il giocatore mettendo bene in evidenza la descrizione della carta e proponendo dei suggerimenti preziosi su come utilizzarla; un’applicazione veramente degna di nota, studiata per agevolare il cammino dei principianti ed assisterli in ogni momento del gioco ma che purtroppo non basta a rendere questo titolo universalmente godibile. Il problema consiste nel fatto che, sebbene ben assistiti, i duelli mancano di quella magia che solo gli occhi dell’appassionato sanno cogliere: le interminabili scene di intermezzo che vedono il duellante giocare le proprie carte possono essere motivo di gioia per i fan ma vanno sicuramente ad infastidire, se non ad importunare, l’utente “normale” al quale appariranno solo come un terribile spreco di tempo al limite della decenza.

    I tempi di caricamento, inaccettabili per una qualità tecnica di medio livello, rappresentano un difetto piuttosto consistente che va ad affiancare una grafica graziosa ma troppo spartana, i cui la realizzazione di personaggi e scenari è abbastanza gradevole nonostante la mancanza di definizione nei dettagli; particolari che invece sono minuziosamente resi nelle carte. Gli artwork dei personaggi, presenti ogni volta che colloquiate con loro, sono invece molto curati al contrario del penoso reparto sonoro, orfano di doppiaggio, che conta al suo attivo una risibile quantità di brani, molti dei quali indecorosamente ripetitivi e banali.

    Yu-Gi-Oh! GX Tag Force Yu-Gi-Oh! GX Tag ForceVersione Analizzata PSPYu-Gi-Oh! GX Tag Force, nonostante il lodevole tentativo di renderlo tale, non è un gioco per tutti bensì (come ipotizzato in premessa) una chiaro tributo ai fan della serie. Dare una valutazione oggettiva ad un titolo del genere è un compito veramente arduo poiché il giudizio dovrebbe essere pronunciato secondo due diverse chiavi di lettura: quella dell’appassionato e quella del profano. Ogni singolo fan rimarrà letteralmente ammaliato dalla presenza dei personaggi originali e dei loro deck e resterà estremamente soddisfatto dell’ampia gamma di opzioni offerte per editare il proprio mazzo; per non parlare dell’emozione che proverà nel ritrovare tutte le carte, collezionarle in un album, scaricarle dalla rete e comprarle nel negozio sotto forma di bustine. Coloro che non rientrano in questa categoria, difficilmente riusciranno a trovare qualcosa di buono in questo prodotto soprattutto a causa della sua natura fortemente complessa e strategica alla quale, malgrado tutti gli accorgimenti presi per favorire i principianti, non ci sia abitua certo con facilità. Il verdetto finale viene dunque espresso con la massima obiettività, un aspetto che purtroppo non può tenere conto della componente emotiva di una stretta nicchia di pubblico ma che invece deve basarsi sulla reale qualità del titolo rispetto alle altre produzioni presenti sul mercato. E come potete vedere, si tratta di un gioco che non entrerà mai nella storia, a meno che non siate amanti del gioco di carte. In questo caso, solo in questo, potete permettervi di aggiungere un punto in più al voto finale.

    5.5

    Quanto attendi: Yu-Gi-Oh! GX Tag Force

    Hype
    Hype totali: 0
    ND.
    nd