Rubrica I Migliori Giochi Indie #8

Un autunno all'insegna della piccola industria.

Rubrica I Migliori Giochi Indie #8
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Indie: / -ɪndi / è la contrazione del termine inglese independent e fa riferimento a tutto ciò che in campo artistico è al di fuori dell'orbita delle grandi industrie del settore. Si parla quindi di cinema indipendente, musica indipendente, radio indipendente, casa discografica indipendente, videogiochi indipendenti ecc. (da Wikipedia). Questo termine, indie, era pressoché sconosciuto fino a qualche anno fa, almeno in ambito videoludico, o per lo meno non era chiacchierato e discusso come lo è oggi, anno domini 2012. Nella rubrica The Indie Zone scopriamo le novità piú interessanti del mutevole mercato indipendente, alla ricerca dei giochi meritevoli e dei progetti più interessanti. Durante questi appuntamenti fissi avremo modo di proporvi piccole recensioni e anteprime, ma sarà anche luogo di approfondimento e dibattito, con argomenti sempre nuovi e interessanti.

LE NOVITÀ DEL MOMENTO

Il titolo più bizzarro di questo mese è senza dubbio The Stanley Parable, un'evocativa avventura realizzata seguendo una filosofia di sperimentazione sempre più comune nell'industria videoludica indipendente. Il protagonista è Stanley, un impiegato completamente dedito al suo lavoro d'ufficio e la cui patetica esistenza è ormai assorbita dalla routine e dalla monotonia. Questo almeno fino ad una fatidica mattina, nella quale i colleghi sembrano essere spariti dall'azienda senza lasciar traccia. Con riferimenti nemmeno troppo vaghi al fascinoso Portal, avremo modo di parlarvi meglio di questo particolare titolo nell'ormai imminente recensione. Di qualche mese fa è invece Paper, Please, una particolarissima avventura grafica 16-bit style nella quale si ibrida una componente microgestionale ridotta ai minimi termini ma non per questo semplice. Nei panni di un impiegato della dogana dovremo controllare i documenti di cittadini ed immigrati per decidere chi è idoneo ad entrare nel fizionale paese di Arstotzka. I più curiosi possono provarne la demo mentre per gli scettici abbiamo redatto una recensione, che invitiamo a leggere prima di un eventuale acquisto (ammettendo che non è un gioco per tutti i palati). Musica e videogame da sempre vanno a braccetto: in questo caso parliamo di sinestesia (ma non proprio di rythm game) per un titolo dal carattere minimalista che ci ha ricordato Thomas Was Alone. 140 è un puzzle platform nel quale dovremo guidare una piccola figura geometrica attraverso uno o più checkpoint fino alla fine di un percorso sempre più complesso e intricato, il tutto sul ritmo di una musica psichedelica/elettronica. Gli amanti delle avventure grafiche hanno pane per i loro denti con The Inner World, un punta e clicca di stampo classico da giocare con il solo mouse, raccontato con una coloratissima grafica acquerello in due dimensioni. Lo trovate sia su Steam che su GoG. Gli amanti del gestionale puro possono invece tentare la carriera politica con Democracy 3 di Postitech Games, il più complesso e completo political simulator mai realizzato, consigliato ai soli angolofoni per via del forbito linguaggio tecnico.
Ricordate inoltre di controllare periodicamente Humble Bundle, la cui offerta è come al solito sempre ricca e variegata, proponendo da qualche tempo anche giochi per piattaforma mobile.

TITOLI AD ACCESSO ANITICIPATO

Con un sempre maggior numero di sviluppatori che approcciano il sistema crowdfunding, come Kickstarter e simili, è sempre più grande il numero di giochi che approda su Steam con la soluzione dell'accesso anticipato, un metodo di finanziamento del tutto analogo a quello offerto dalla piattaforma americana. Anche questo mese, come i precedenti, troviamo una serie di nuovi e interessanti giochi in versione alpha e beta giocabili, per supportare lo sviluppo delle software house indipendenti. Se siete alla ricerca di un gioco per qualche ora di spensierato divertimento, allora Godus potrebbe essere quello che fa per voi, un particolare god game che ibrida le dinamiche tipiche del genere, come il terraforming e la geomodificazione, con l'approccio tipico del trading card game. Se foste incuriositi dall'IP di 22cans, potete leggere il nostro hands-on dedicato. Per gli amanti dell'horror e del sempre in voga zombie survival c'è invece State of Decay, già approdato su console qualche mese fa ma ancora in fase di sviluppo e ottimizzazione su piattaforma computer. Il gioco in terza persona ha riscosso un discreto successo tra gli utenti Xbox Live e Playstation Network e siamo sicuri che anche l'utenza PC potrà apprezzare il lavoro svolto da Undead Labs. Agli amanti della fantascienza diamo invece due nomi: Space Engineers e SpaceBase DF-9. Il primo è un sandbox nel quale ci troveremo a dover costruire e mantenere una stazione spaziale vera e propria: con una certa dose di realismo, ma sempre facendo appello alla nostra sospensione dell'incredulità, potremo infatti dedicarci al pilotaggio di mezzi aerospaziali oppure alle operazioni minerarie su vicini asteroidi, raffinando così metalli e minerali preziosi. Il secondo è anch'esso un gestionale - molto simile nelle tematiche - ma che strizza l'occhio alle vecchie produzioni di Bullfrog (tra cui spicca il capolavoro Theme Hospital). A metà tra The Sims e Star Trek, il nuovo titolo di Double Fine Productions è un sandbox di stampo parodistico che potrebbe trovare terreno fertile negli amanti del gestionale old school. Fra non molto avremo modo di parlarne in un articolo dedicato. Ma lo Sci-Fi è un genere come sempre molto quotato, perché tanti i titoli in via di sviluppo già messi a disposizione da Steam nei mesi scorsi. Tra questi spicca Kerbal Space Program, che guardando all'astronautica vera e propria ci mette nei panni di una missione molto simile a quella di un equipaggio reale, nonostante i personaggi caricaturali e dall'aspetto cartoon. Infine non possiamo certo dimenticare il l'action RPG Delver e l'hack'n'slash Forced, titoli ai quali abbiamo dedicato un piccolo spazio all'interno di questo episodio della rubrica.

FORCED

Siamo di fronte ad un classico hack'n'slash con visuale dall'alto, un genere riportato recentemente a galla da titoli mainstream o del settore indipendente, come Diablo III, Torchlight ma anche dal segmento massive, il cui migliore esempio è senza dubbio Path of Exile. Forced è abbastanza schematico, lineare, strutturato ad arene nelle quali dovremo portare a termine vari e differenti obiettivi, eliminando le orde inferocite di nemici che si frapporranno tra noi e la meta. Rubando dal gioco di ruolo e dai classici del genere, possiamo selezionare l'approccio che più ci aggrada scegliendo tra quattro armi e quattro stili di combattimento. Procedendo nel gioco il nostro personaggio può sempre passare da un equipaggiamento all'altro, affinando abilità e tecnica, sbloccando le skill da un pattern al momento abbastanza esiguo. Si gioca con mouse e tastiera, ma la tradizione PCista inizia a mutare, ed anche l'uso del controller è qui pienamente supportato. Inutile dire che il gioco è divertente da soli ma ancora più bello in compagnia, con un supporto fino a 4 giocatori, online o in locale, sia per la campagna che per la modalità sopravvivenza. Graficamente siamo su un buon livello, con . Ciò che ne risente maggiormente sono i personaggi - che potrebbero essere un po' più definiti nella modellazione - così come un design colorato e fumettoso che però assume connotazioni decisamente derivative (all'ombra delle ormai numerose produzioni Blizzard-like). Forced è senza dubbio un titolo interessante, specialmente per gli amanti del fantasy in cerca di un nuovo gioco da fare in cooperativo oppure online. Tuttavia la produzione di BetaDwarf sembra mancare di un po' di mordente, specialmente per via di una certa ripetitività nel gameplay e negli ambienti. Speriamo che la softco sia in grado di rimpolpare il codice, rendendo così la versione completa qualcosa di più interessante e divertente.

DON'T STARVE: THE SCREECHER!

Riuscite a immaginare qualcosa peggiore del trovarvi da soli nel bosco, mentre l'urlo di una donna riecheggia in lontananza tra gli alberi contorti? Sono poche le cose che mettono più paura del buio e della sensazione di solitudine. Tra cinema e videogames, la foresta è sempre stata una delle protagoniste indiscusse dell'horror. Don't Starve, titolo di Klei Entertainment del 2013, ha recuperato la popolare tematica contestualizzandola ad un sandbox game dai toni scanzonati e divertenti, strizzando l'occhio ai lavori di Tim Burton e al genere goth. Questa volta però parliamo di una piccola espansione, che con un taglio più serioso ed adulto, getta i giocatori in una situazione da pelle d'oca. L'anonimo protagonista della vicenda si trova misteriosamente in un campeggio, svegliato all'improvviso dall'urlo lacerante di una donna. Ha con se solo una torcia e in qualità di giocatori dovremo guidare il beniamino attraverso un percorso indicato, raccogliendo batterie elettriche e indizi, nella speranza di fare luce sugli strani eventi e gli omicidi. The Screecher non è un vero e proprio add-on ma piuttosto una mod che utilizza la base di Don't Starve per realizzare un one-shot survival horror con chiari rimandi al classico Slenderman. Non è chiaro se la mod - sviluppata dal dev team stesso - sia un semplice omaggio agli acquirenti del titolo, una citazione al classico browser game, oppure una sperimentazione al fine di sviluppo. Considerando che l'espansione è compresa nel prezzo e inclusa nel pacchetto base - quindi gratuita per chi fosse già in possesso del titolo - non possiamo che trovare gradita e azzeccata la proposta del team Klei Entertainment. [7.5]

DELVER

È proprio vero che Minecraft, titolo per PC e console sviluppato da Mojang nel 2011, ha acceso una vera e propria fiamma nel cuore degli sviluppatori indipendenti e nella piccola industria, dando il via ad un vero e proprio fenomeno creativo, così come ad uno stile grafico davvero unico ed inconfondibile. Delver, gioco interamente sviluppato da Chad Alan Cuddigan, è per certi versi l'erede spirituale del titolo Mojang che diede vita al nuovo genere. Nei panni di un avventuriero ladruncolo, ci troveremo a dover scendere tra i cunicoli di un tenebroso dungeon, pieno di pericolosi nemici, trappole e proseguendo con solo quello che il dungeon ci offre. Il mondo di gioco è diverso ad ogni partita, generato casualmente attraverso un algoritmo approntato per l'occasione. Gli ambienti sono quelli del cliché fantasy, gallerie muffose, polverose librerie, cascate sotterranee, altari pagani, il tutto costellato da nemici di vario genere, dagli zombie agli stregoni. Sebbene il titolo venga spacciato come un rogue-like le dinamiche di gioco sono semplici e immediate, anche se capiterà spesso di morire, specialmente nel corso delle prime partite. La morte del nostro avatar porta all'inevitabile game over, un po' come nella modalità hardcore del noto sandbox da cui trae ispirazione. La visuale è in soggettiva e la grafica cita i 16-bit della tradizione videoludica e dello stesso Minecraft. Gli ambienti hanno la giusta atmosfera anche grazie ad un sistema di illuminazione in grado di valorizzare texture e pattern, creando giochi di luci e ombre che aggiungono tridimensionalità al tutto. Alcuni potrebbero lamentare una certa ripetitività, ma parliamo di un gioco adatto a colmare le attese, giocato durante una pausa caffè o una rapida partita prima di uscire di casa: in questo senso la produzione di Cuddigan è vincente.
Il gioco è già disponibile su Steam, nella formula ad accesso anticipato e in versione beta. Lo sviluppatore ci informa che siamo di fronte ad un codice ancora grezzo e da ripulire e che nuovi contenuti verranno resi disponibili progressivamente nel tempo fino alla release finale, priva di una data d'uscita esatta. Se vi piace la pixel art e siete alla ricerca di un titolo che possa riportarvi indietro nel tempo, ora sapete a cosa giocare.