Pokemon GO: le cinque migliori alternative: Ingress, Geocaching, Munzee, PK e SpecTrek

Pokémon Go è diventato in brevissimo tempo un vero fenomeno di costume, ma esistono altri titoli che sfruttano lo stesso concept: scopriamoli insieme.

Pokemon GO: le cinque migliori alternative: Ingress, Geocaching, Munzee, PK e SpecTrek
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  • Pokémon Go è diventato in brevissimo tempo un vero fenomeno di costume: un successo - a dire il vero - abbastanza prevedibile, in grado tuttavia di superare persino le più rosee aspettative. Masnade di allenatori in erba, di ogni età e sesso, si sono infatti riversati per le strade con lo scopo di catturare tutti i mostriciattoli che popolano le nostre città, generando un clamore mediatico spropositato, che ha causato anche spiacevoli incidenti, alcuni dei quali talmente assurdi da sembrare montati ad arte. Ma come funziona davvero il tormentone videoludico del momento? Più facile a farsi che a dirsi: l'applicazione sviluppata da Niantic per IOS ed Android si basa su un indovinato connubio tra il sistema di geolocalizzazione, che identifica la posizione del nostro device mobile (solitamente tramite GPS), e la realtà aumentata, che permette di generare modelli tridimensionali con cui interagire direttamente sugli schermi degli smartphone. Se credete che sia un'idea innovativa e rivoluzionaria, vi sbagliate: il merito di Niantic sta nell'aver saputo sfruttare con grande oculatezza commerciale una feature in realtà presente sul mercato già da molti anni. I cosiddetti "location-based games" che affollano le librerie dell'App Store e del Play Store hanno addirittura attratto a sé una considerevole nicchia di appassionati, destinata inevitabilmente a crescere grazie all'incredibile popolarità di Pokémon Go. Per farvi conoscere meglio questo fitto sottobosco del gaming mobile, abbiamo deciso di proporvi di seguito un elenco dei 5 giochi che, secondo il nostro parere, utilizzano al meglio e con più inventiva le funzioni di geolocalizzazione. Buona lettura.

    Ingress

    La nostra breve carrellata non poteva iniziare che col celebre Ingress, sviluppato da Niantic, le stesse menti che hanno dato vita a Pokémon Go. A differenza di quest'ultimo, però, Ingress è un gioco decisamente complesso, dotato di meccaniche molto più elaborate e strategiche. Nonostante la sua natura non proprio "casual", il titolo ha saputo nutrire negli anni una ricca fan base, che organizza numerosi raduni in alcune città del mondo, Italia compresa. In sintesi (e semplificando di molto un sistema assai più sfaccettato), lo scopo principale consiste nel conquistare e difendere dei "portali" che compaiono sulla mappa della propria città. Le fazioni in gara si dividono nei membri degli Illuminati e in quelli della Resistenza: dopo aver hackerato vari portali, i giocatori devono collegarli tra di loro, in modo tale da delimitare una specifica area urbana e presidiare il territorio dagli attacchi avversari, così da aumentare il punteggio della fazione d'appartenenza. È stato proprio l'ottimo riscontro di Ingress a spianare la strada di Niantic verso la fruttuosa collaborazione con Nintendo.

    Geocaching

    Si tratta di una variante più moderna dell'intramontabile "caccia al tesoro". Tramite delle coordinate sul vostro GPS potrete imbarcarvi nella ricerca di oggetti posizionati in giro per il mondo da altri giocatori: manufatti di ogni genere, tipologia e dimensione, ben mimetizzati o in bella vista. Per ogni "cache" trovato il vostro punteggio aumenterà: senza dubbio un buon incentivo per muoversi all'aria aperta, sia in città che in luoghi più "naturalistici" ed impervi, dedicato quindi in particolar modo a chi cerca una valida giustificazione per dedicarsi al trekking. Esistono anche peculiari tipologie di tesori da scovare, che prevedono sia la risoluzione di particolari enigmi sia di seguire una catena d'indizi "geografici" che conduce all'obiettivo finale. Non manca inoltre una funzione smaccatamente social, legata agli "event cache", occasioni per tutti gli avventurieri di radunarsi, conoscersi e partire insieme a caccia del bottino.

    Munzee

    Il concept di Munzee è molto simile a quello di Geocaching, ma con una piccola, interessante differenza. Ancora una volta, i giocatori sono chiamati ad esplorare il mondo intorno a loro tramite l'ausilio del GPS per individuare e fotografare con lo smartphone dei codici QR, nascosti da altri partecipanti. Si ottengono punti sia nel caso troviate un marchio "Munzee", sia qualora altri player immortalino quello che voi stessi avete posizionato. Ma la peculiarità che lo differenzia dagli altri giochi basati sul geocaching consiste nell'intento di unire gaming e marketing in un'unica applicazione. In pratica, i codici QR possono essere celati all'interno dei locali commerciali che aderiscono all'iniziativa: in questo modo, gli esploratori sono invogliati ad avventurarsi in negozi o pub dove hanno l'opportunità di ristorarsi o dedicarsi allo shopping, favorendo la crescita del business in questione. Un'idea indubbiamente singolare, che però non sembra aver riscosso il successo sperato, con un numero di download abbastanza limitato in rapporto agli ambiziosi intenti del prodotto.

    Parallel Kingdom

    Quale miglior modo di utilizzare la geolocalizzazione se non quello di unirla alle meccaniche di un MMO, genere che per sua stessa natura promuove l'interazione con altri utenti? È esattamente ciò che hanno fatto i ragazzi del team PerBlue con Parallel Kingdom, un gioco di ruolo portatile che utilizza appieno le potenzialità di Google Maps: le piantine virtuali della zona in cui abitate si trasformano, infatti, in reami medievali, con castelli, roccaforti, mostri e condottieri. Se vi sposterete da un luogo all'altro della città, viaggerete anche tra le aree della mappa, con nuovi nemici e nuovi personaggi. Sebbene fin troppo minimale sotto il profilo grafico, Parallel Kingdom sul fronte contenutistico offre le tipiche feature di un MMO casalingo: dungeon, eventi, PvP, livellamento dell'avatar ed altresì una componente gestionale per fondare (in solitaria o con amici) il proprio impero. Un peccato che, nonostante il buon successo dell'applicazione (con un notevole quantitativo di download all'attivo), gli sviluppatori non la aggiornino da parecchio tempo. Dei PerBlue è anche Parallel Mafia, per chiunque sia allergico al fantasy e prediliga di contro le atmosfere da gangster movie.

    SpecTrek

    Siete degli acchiappafantasmi nati? Siete cresciuti a pane e Ghostbusters? Non perdete una puntata di Ghost Hunters su AXN? Avete ormai consumato ogni rullino della serie Fatal Frame ma non siete ancora sazi di paranormale? E allora la soluzione è SpecTrek, un'app che, come suggerisce il nome, unisce il trekking alla cattura degli spettri. La meccanica di gioco è molto simile a quella di Pokémon Go: sulla mappa compariranno le posizioni dei vari ectoplasmi, che dovrete raggiungere e, di conseguenza, intrappolare. Il design leggero e scanzonato dei fantasmi lo rende un prodotto "family-friendly" da giocare prevalentemente in compagnia, ben lontano quindi dalle atmosfere lugubri e spaventevoli di altri congeneri. SpecTrek contiene al suo interno, infine, anche un contatore che registra la distanza percorsa e le calorie bruciate, così da tenersi in forma ed affermare con soddisfazione, sulle note dell'immortale singolo di Ray Parker Jr.: «I ain't afraid a no ghost!».

    Special Guest: Botfighters

    E per concludere, vi lasciamo con una piccola chicca: Botfighters è considerato il primo gioco mobile ad aver utilizzato un sistema di geolocalizzazione. Realizzato dal pionieristico team It's Alive! nel lontano 2001, Il titolo richiedeva di identificare la posizione geografica dei cellulari degli utenti, rintracciarli e poi colpirli (virtualmente - s'intende) ovunque essi si trovassero. Per dare il via allo scontro era necessario avvicinarsi ad una certa distanza dagli altri giocatori, che comparivano sullo schermo con le fattezze di un robot. Dopo ogni partita, in aggiunta, i crediti guadagnati andavano spesi sul sito ufficiale dove, oltre ad acquistare upgrade e armi, una classifica sempre aggiornata permetteva di controllare il proprio punteggio e confrontarlo con quello degli sfidanti. Insomma, un vero antesignano delle dinamiche social oggigiorno imperanti, nonché apripista di un genere videoludico che, nel tempo, ha acquisito sempre maggiore diffusione.

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