Speciale A bordo di un Tank!

Prima delle finali dell'Ural Steel, Wargaming.net organizza una gita interessante

Speciale A bordo di un Tank!
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Tanto lo sappiamo che ve lo chiedete tutti: cosa fanno i giornalisti videoludici nel corso dei Press Tour? Provano i giochi in anteprima, alloggiano in hotel lussuosi, si fanno coccolare dai Publisher nelle lunghe serate che seguono gli eventi di presentazione.
    Nient'altro? Nell'ambiente si racconta di tempi ormai perduti, una certa “età dell'oro” delle trasferte lavorative, piene di attività collaterali ed esperienze stravaganti. Se per uno dei tanti Tie-In su licenza di 007 il team aveva organizzato un corso di guida a bordo di una Aston Martin, vi lasciamo immaginare che cosa non si faceva nei viaggi per Grand Theft Auto.
    Poi è arrivata la crisi. E oggi, nostro malgrado, i viaggi sono diventati più corti. Ci chiudono in enormi stanzoni pieni di console e PC, e ci fanno provare tanti (troppi) giochi in (troppo) poco tempo. Succede, di tanto in tanto, che qualche fuori programma ravvivi le nostre “gite”: una cena nel deserto che circonda Dubai, un'immersione nella vita notturna di Miami, un'escursione al Red Rock Canyon vicino a Las Vegas.
    Quando Wargaming.net ci ha invitato ad assistere alle finali di Ural Steel, torneo internazionale di World of Tanks, non ci saremmo mai aspettati un viaggio così esaltante. Certo, la location di Mosca era bastata ad incuriosirci, e data l'anima festaiola dei ragazzi bielorussi sapevamo che ci saremmo divertirti. Ma siamo andati oltre. Ed infatti oggi vi raccontiamo di quella volta che abbiamo (quasi) guidato un carro armato.

    ZE MAUS

    Nota: la galleria completa del tour è disponibile sulla nostra pagina Facebook.

    Le finali di Ural Steel prevedono una giornata intera di furiosi scontri 7 vs 7, e quindici Team da ogni parte del mondo (manca un esponente italiano, quindi mobilitatevi!) intenti a darsele di santa ragione. Un programma abbastanza sostanzioso. Il giorno prima, quindi, Wargaming.net pensa bene di condurci molto fuori città, a Kubinka, nel più grande museo di Carri Armati di tutta l'area sovietica.
    Sulle prime, crediamo che sia una cosa tranquilla. Un'expo di mezzi militari dismessi, adatta per esaltare guerrafondai e belligeranti. Ma quando mettiamo piede nel primo capannone, spalanchiamo gli occhi per la sorpresa. Anni di cinematografia militare, quintalate di videogame a sfondo bellico, reportage sui telegiornali, non danno la minima idea delle proporzioni di un Tank da battaglia. I bestioni metallici si stagliano davanti a noi, che li guardiamo con timorosa deferenza. Ci avviciniamo alle lamiere, camminiamo sotto gli enormi cannoni, stupiti dalla grande varietà di fogge. C'è davvero di tutto: carri dalle proporzioni impressionanti, calibri fuori misura, veicoli corazzati pensati per gettare ponti di fortuna. Argani giganteschi tirano cavi dal diametro irreale, mentre il nero-pece dei cingoli sembra capace di solcare ogni tipo di superficie.
    Si scoprono tante cose, a guardare i carri da vicino. Ad esempio che tutti hanno un piccolo trancio di cingolo attaccato sulla parte anteriore, come fosse una “ruota di scorta”, o che la qualità costruttiva di molti non è certo eccelsa, perchè questi mezzi dovevano essere preparati in fretta e senza costi eccessivi.
    Si scoprono anche tante stranezze, nei capannoni che ospitano l'interminabile sfilata di Tank. Ad esempio che esistono carri canadesi costruiti in legno, la cui utilità ci risulta ancora piuttosto dubbia.


    Il capannone con i carri tedeschi è il più allucinante. Ci sono mezzi di ogni genere: giganti anti-mina con dei cingoli d'acciaio spessi 20 centimetri, che servivano per ripulire i campi minati e liberare il passaggio alla fanteria; motorette corazzate; enormi vetture blindate che non rinunciano all'eleganza delle linee. In fondo allo stanzone troneggia “Adam”, un carro nero con un cannone dal calibro inumano, e dietro ancora c'è il mitico Maus, l'unico esemplare completo del Panzer VIII. Un pachiderma di metallo con pareti spesse dai 20 ai 40 centimetri, letteralmente impenetrabile.
    Poco rappresentata l'Italia, che sfodera una coppia di veicoli che sfigurano di fronte a quelli dell'esercito polacco, francese e cinese.


    Il tour, in ogni caso, ci galvanizza non poco: ai carri “funzionali” dell'esercito sovietico, squadrati e bassi, si contrappongono quelli più appariscenti degli americani, mentre le macchine machiavelliche del Reich spiccano per creatività.
    Dopo il giro turistico, per altro, ci rifocilliamo grazie ad un breve pranzo “tematizzato”: cucinato in un carrello da campo, il pappone di farro e maiale bollito è lo stesso che mangiavano i militari russi durante la guerra. Non li invidiamo, ma il Kompot che accompagna il tutto è davvero buonissimo.

    Driving the dream

    Pensiamo che sia tutto finito. Una lunga sfilata di carri, e di nuovo tutti a casa. E invece no: Wargaming.net fa sul serio: appositamente convocato per l'occasione, un pilota dell'esercito ci porterà a spasso su un carro originale della seconda guerra mondiale. Strabuzziamo gli occhi già al giro di prova. I tubi di scappamento del gigante di ferro vomitano dense nuvole di fumo, ed il clangore assordante con cui i cingoli violentano il suolo trasmette una sensazione di onnipotenza. L'idea sarebbe quella di portarci a spasso mentre stiamo seduti sulla carena, ma noi di Everyeye.it non ci accontentiamo: scendiamo all'interno dell'enorme scatola di metallo, assieme all'agile pilota. All'interno, i tubi del motore sono a vista, e gocciano olio sul fondo sporco dell'abitacolo. Lo spazio vitale è ridotto, eppure nel carro trovano posto cinque soldati. I due sedili nella parte anteriore sono pensati per il pilota ed il mitragliere, che resta quasi steso mentre controlla dall'interno la mitraglietta anteriore, senza avere nessun tipo di visibilità.


    Nella zona posteriore ci sono due sedili a varie altezze: uno per il cannoniere, che controlla l'alzo e la direzione del cannone, l'altro per chi sta al periscopio, urlando la direzione da prendere. L'ultimo soldato, ingobbito nel minuscolo spazio residuo, è idealmente addetto a ricaricare l'arma.
    L'interno del carro è un intrico di ganci e maniglie, che servono per issarsi e spostarsi con più facilità, ma si fa molta fatica a muoversi. Il pilota sta quasi accucciato sui pedali, tirando le due leve che controllano il movimento dei cingoli.
    Quando il carro parte, ci dicono i colleghi che sono rimasti all'esterno, lo “strappo” è potente. Dentro, invece, si sta abbastanza rilassati. Si avverte solo il senso di una potenza malevola: potremmo (vorremmo) camminare sopra a qualsiasi cosa, travolgere auto, edifici, lamiere. Meglio scendere.

    Nota: la galleria completa del tour è disponibile sulla nostra pagina Facebook.

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