Speciale Bethesda - Conferenza E3 2015

Bethesda non ha dalla sua parte il favore del principiante, ma anche una serie di videogame intriganti, sviluppati per i fan e rivelati con arguzia dal palco della sua prima conferenza pre-E3

Speciale Bethesda - Conferenza E3 2015
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Cinque giochi, sei speaker. Molto gameplay tra Doom e Fallout 4. E molti scherzetti come il motore grafico chiamato internamente Id Tech 6..66, la one more thing rimpallata tra presentatore e pubblico (nel momento di iniziare a parlare di Fallout 4), le infinite chicche nascoste all'interno dello smisurato open world della distopia nucleare.
Bethesda debutta con una conferenza pre-E3 perchè semplicemente aveva due videogame che meritavano tutte le luci della ribalta, perchè il materiale era decisamente tanto per limitarlo agli occhi di una manciata di giornalisti, perchè la qualità è ottima e la data di pubblicazione quantomai vicina. Una conferenza sembrava una scelta sensata e convincente agli occhi del management, sebbene Bethesda sia sempre stata una società poco intenzionata ad esporsi, concedersi alla stampa e dialogare intensamente con il pubblico; la distanza ed il silenzio d'altra parte possono aumentare il rispetto e la riconoscenza verso una software house, anche perchè la si percepisce come inarrivabile in quanto sono oscure ai più le dinamiche interne.
Bethesda ha scelto per la prima volta nella sua ventennale storia di scendere dal piedistallo e frantumare la gabbia di vetro che si era così faticosamente costruita, per parlare direttamente a fan e giornalisti dei propri videogame e della passione che nutre gli sviluppatori che lavorano nei diversi team interni. La curiosità prima dello show era molta e l'hype era elevato dopo le conferme che nel corso dell'oretta avremmo intravisto il reboot di Doom, Dishonored 2 e Fallout 4; a conferenza terminata siamo usciti dal Dolby Theatre (luogo anche di consegna dei premi Oscar) con una certa eccitazione, sia perchè tra meno di 6 mesi giocheremo a Fallout 4, sia perchè tra le file di Bethesda sono emerse alcune figure capaci di reggere un palcoscenico, dotate di un coraggioso sense of humour e dei doni di sintesi e chiarezza.

Chi ben comincia...

L'E3 2015 è iniziato con largo anticipo. Due giorni prima dell'apertura della fiera abbiamo già avuto modo di vedere da vicino il gameplay di alcune novità assolute: l'E3 2015 è cominciato con un lungo ed esaltante video gameplay del nuovo Doom, un reboot a tutti gli effetti della saga id Software. Dopo la piattezza di Doom 3 e la tiepida accoglienza di Rage, la serie vira decisamente il proprio stile, abbandonando horror e alternanza di luci/ombre, per proporre una formula più caciarona, molto colorata e "fast paced" come piace dire agli americani. L'ispirazione in fin dei conti pare arrivare da Serious Sam, ma non si può certo dire che il nuovo Doom sia una mera scoppiazzatura: c'è una nuova versione del id Tech capace di esibire intensi effetti speciali, mantenere elevato il frame rate, lasciare spazio sia all'azione blastatoria sia alle finisher corpo a corpo. E che finisher! Nel corso dei due spezzoni di giocato abbiamo assistito a sventramenti e sgozzamenti degni delle miglior Fatality di Mortal Kombat. L'americano medio urlava ed applaudiva per gli arti inferiori maciullati, le mascelle spappolate ed i muscoli cardiaci deglutiti con sincero ruttino, e pure noi siamo rimasti piacevolmente divertiti dal modo con cui il team di sviluppo ha alzato l'asticella del politicamente scorretto all'interno degli shooter bellici.
Non sappiamo se definire un corollario l'editor denominato Doom SnapMap, supportato dal nuovo hub Bethesda.net per tutti i giochi della compagnia, sopratutto per via del fatto che sembra offrire una flessibilità e varietà impareggiabili, dando sfogo a tutto ciò che viene in mente sia per quanto riguarda il level design che le opzioni multigiocatore. Tale modalità fa il paio con la libera costruzione degli edifici in Fallout 4, ma data l'esperienza accumulata nel corso degli anni da Bethesda l'intenzione non è solo di cavalcare il successo di fenomeni quali Minecraft...

Chi va con lo zoppo impara a zoppicare

Organizzare una conferenza pre-E3 significa mettersi in concorrenza e pronti al confronto con colossi del calibro di Microsoft, Sony ed Ubisoft, i quali anche di fronte ad annate piuttosto magre sanno comunque proporre almeno una decina di titoli sullo sugli scaffali dei negozi di videogiochi. Bethesda non possiede e non ha mai posseduto una simile potenza di fuoco, ma durante tutto il blocco centrale del suo show ha cercato di convincerci del contrario, scimmiottando lo stile fatto di annunci a sorpresa, teaser poveri di contenuto ed update poco eccitanti.
L'action in terza persona Battlecry approda all'open beta dopo una fase di test, ma è una notizia che non fa scalpore vista la formula di sviluppo iterativo dei free-to-play e sopratutto descritta senza troppo trasporto. The Elder Scrolls Legends sarà il prossimo concorrente di Heartstone, eppure a parte il lore affascinante condiviso con la saga ruolistica non abbiamo idea di come funzionerà il gameplay o anche solo di come si presenterà il tavolo di gioco virtuale. La sua pagina all'interno del portale dedicato da Bethesda alla stampa riporta il logo, le piattaforme (PC e iOS) e la seguente scritta: "there is no Product Information available". Pazientate...

Ci duole anche criticare la gestione dell'annuncio di Dishonored 2. Sfumato l'effetto sorpresa dopo il leak dell'altro ieri, il trailer in Computer Grafico ha introdotto nuovi personaggi e la città costiera di Karnaca, ma non ha menzionato affatto nuovi poteri o revisioni della navigazione all'interno delle strade. Visto che nemmeno un anno di possibile pubblicazione è stato menzionato, sembra troppo presto per mostrare qualcosa di concreto e parlare diffusamente delle novità tenute in serbo da Arkane Studios. Per il momento accontentatevi della conversione per Xbox One e Playstation 4 del primo capitolo all'interno dell'onnicomprensiva Definitive Edition.

11 - 10 - 2015

La forza di Fallout 4 è nei dettagli. Ogni tasto di ogni dispositivo "avveniristico" presente nel videogioco ha una sua funzione, che produce una determinata conseguenza ed accende o spegne alcune lucine. Ogni elemento del gioco è talmente ben pensato, che del menù di gioco color verde fluo ed incastonato all'interno di uno smartwatch dal design che farebbe inorridire Steve Jobs ne esisterà anche una versione fisica presente in ogni copia della Collector's Edition e capace di dialogare con una companion app sul proprio smartphone.

Piccoli dettagli sono l'editor iniziale con i commenti ormonali della moglie alla nostra decisione di dotare o meno l'alter ego di una barba, il nostro pargolo che si tranquillizza giocando con i razzi sopra la propria culla, il fido cane che ama riportare il legnetto al padrone e chiede a gran voce una cuccia su misura, il sistema di ristrutturazione degli edifici che ci fa sentire dei piccoli architetti post-nucleari. I dettagli sono quegli aspetti che consentono di incuriosire chiunque in merito ad un RPG classico nelle impostazioni, di rendere vivo e maledettamente auto-referenziale il mondo di gioco, di ovviare ad un comparto grafico che si voleva spacca mascella ed invece è solo funzionale alla smisurata estensione dell'open world.
Tanti piccoli dettagli sciorinati con simpatia e arguzia dal director Todd Howard, che solo in ultima battuta acquisiscono un senso del perchè così tanti e così signficativi. La data di uscita. Non un vacuo 2016 come si sospettava, bensì un Novembre 2015, giorno 10 per la precisione, nemmeno 6 mesi di attesa.
La chiusura è un tripudio tra fan che si alzano dalla sedia, applausi a non finire e un simpatico gadget a commemorare la prima conferenza pre-E3 di Bethesda. La conferenza che ha saputo informare ed intrattenere, ha saputo superare l'ansia del debutto, ha saputo candidare Doom e Fallout 4 come potenziali Games of the Show. Così, senza che nemmeno i battenti del Convention Center di Los Angeles si siano ancora aperti.