Brotherhood Final Fantasy XV, la mini serie anime dedicata a FFXV

Prima di iniziare il viaggio di Noctis, vale la pena dedicare un'ora del nostro tempo alla serie animata Brotherhood, prequel di Final Fantasy XV.

Brotherhood Final Fantasy XV, la mini serie anime dedicata a FFXV
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • L'idea originale di Kazushige Nojima e la sceneggiatura di Saori Itamuro, nel corso del loro complesso sviluppo creativo, sono divenute poco a poco fin troppo vaste e articolate per essere racchiuse soltanto all'interno di un unico videogioco: la storia di Final Fantasy XV non è infatti concentrata del tutto nelle pur numerose ore che occorrono per giungere ai titoli di coda, ma si estende oltre i confini del medium videoludico, per affacciarsi persino nei complessi meccanismi della narrativa cinematografica e in quelli della frammetarizzazione seriale. Square-Enix ha dato origine ad una potente e stratificata opera crossmediale, che ha bisogno di essere veicolata tramite differenti tipi di linguaggio audiovisivo affinché possa pienamente definirsi completa in ogni sua minima sfumatura. Così come il film in computer grafica Kingsglaive, allora, anche la serie animata Brotherhood è stata realizzata con lo scopo di introdurci le vicende che precedono l'odissea di Noctis e compagni in Final Fantasy XV: cinque brevissimi episodi, visionabili gratuitamente sul canale YouTube di Square-Enix (in giapponese con sottotitoli in italiano) che riescono a raccontarci, con la grazia della concisione, l'evoluzione del rapporto che lega i quattro protagonisti, da una semplice amicizia fino ad una vera e propria "fratellanza".

    Four brothers

    Nel grande progetto crossmediale di Square-Enix, la serie Brotherhood è al contempo sia speculare sia complementare al lungometraggio Kingsglaive. Laddove quest'ultimo sceglie di narrare una vicenda intrisa di un pathos cupo, feroce e senza speranza, l'anime, di contro, predilige i soffusi toni della nostalgia, della leggerezza, della malinconia. Sono entrambi prodotti pensati con l'obiettivo di allargare gli orizzonti della narrativa di Final Fantasy XV, fornendoci un preciso spaccato della duplice "anima" della storia di Noctis: da un lato, quindi, il ricorso ad un'epica mastodontica, testimoniata da una CGI in stato di grazia, dall'altro la ricerca di un sentimentalismo nuovo, lieve e quasi tenero, che trova nell'indissolubile legame tra i protagonisti la sua manifestazione più cristallina. Brotherhood, tuttavia, inizia con una sequenza d'inattesa crudeltà: il piccolo Noctis riversa in una pozza di sangue, accanto al cadavere di una delle sue assistenti, mentre un mostruoso daemon sta per infliggergli il colpo di grazia. Proprio all'acme della sequenza introduttiva, l'episodio compie un lungo balzo in avanti, mostrandoci un principe ormai adulto, intento a ricordare il trauma infantile mentre è comodamente seduto sulla Regalia insieme ai suoi migliori amici, nonché fidate guardie del corpo. La serie animata si basa interamente su un continuo andirivieni di ellissi narrative, di omissioni, di flashback che coprono un ampio arco temporale, e ci permettono di capire in che modo è nato (e si è cementificato) l'affetto che unisce i personaggi principali. Seguendo uno schema piuttosto rigido e prevedibile, ogni puntata si preoccupa di scavare nella psicologia e nel passato di tutti i membri del team preposto alla salvaguardia di Noctis.

    Conosciamo così Prompto Argentum, compagno di scuola dell'erede al trono, prima grassottello ed impacciato, poi spiritoso e scattante: il motivo dietro questo cambiamento è raccontato nel secondo episodio, dove scopriremo le ragioni che si celano nel suo comportamento più spigliato e ironico, nel suo insaziabile appetito, nella sua passione per la fotografia, e finanche nel suo spasmodico desiderio di incontrare lady Lunafreya Nox Fleuret. Prompto è sì un amico fedele, come quei cuccioli di cane che ama accudire e coccolare, ma non un abilissimo combattente: nei pochissimi scontri che la serie inscena con un tocco registico privo di riconoscibili virtuosismi nipponici, infatti, lo vediamo sempre armato soltanto di una pistola e, a differenza dei compagni, sembra altresì costantemente sul punto di essere sopraffatto dal nemico, una debolezza che induce il possente Gladio a redarguirlo con frequenza. Guerriero implacabile, e tra tutti il più abile con la spada, Gladiolus Amicitia è stato (e continua ad essere) il maestro d'armi di Noctis sin da quando il principe era poco più che un bambino. Sulle prime un po' burbero e severo, Gladio in principio non vedeva di buon occhio l'atteggiamento remissivo e svogliato del suo allievo, almeno finché non ha intravisto in lui la scintilla di coraggio, di orgoglio e spirito di sacrificio che, invece, lo contraddistingue. Da quel momento in poi, il percorso di addestramento si è mosso di pari passo con la crescita della loro stima reciproca, nonostante Gladio, al pari di un fratello maggiore, continui a ripetere a "sua altezza" che gli resta ancora molta, molta strada da fare prima di diventare un vero re.

    È per questo che il maestro si oppone con vigore ogni qual volta Ignis asseconda tutti i vizi di Noctis, partendo dallo sdegno per determinati tipi di cibo e arrivando fino alla sua regale pigrizia. Figura a metà tra il servitore ed il precettore, dal carattere mite, morigerato, elegante e austero, Ignis Scientia, oltre ad essere l'autista del gruppo, è anche un cuoco eccezionale. L'episodio che lo vede protagonista è forse il migliore dell'intera serie, perché ne riflette appieno l'afflato nostalgico. Lo troviamo, non a caso, intento a cucinare, nel corso degli anni, sempre lo stesso dolce, cambiando continuamente ricetta e modificando il dosaggio degli ingredienti, per riuscire a riprodurre esattamente il medesimo, identico sapore che Noctis aveva assaggiato da bambino durante il suo soggiorno a Tenebrae con la deliziosa Lunafreya, quasi come se si trattasse di una delle famose madeleines di Proust. Quella di Ignis e di "Noct" è quindi la ricerca di un tempo perduto, di un periodo di serenità, armonia e quiete prima della tempesta, prima della tragedia. È questo dramma profondo, questo senso di lutto che lo ha accompagnato per tutta la vita, ad aver indelebilmente ingrigito il cuore dell'erede al trono: Noctis Lucis Caelum, il principe "dormiente", perennemente assonnato, solitario, silenzioso, triste. Sempre sottomesso dall'ombra di un padre che ha perduto troppo presto, sempre schiacciato dal peso di una responsabilità che lo costringe a maturare in fretta, a divenire adulto prima del tempo. Grazie alla delicata panoramica lungo i ricordi e le personalità dei protagonisti, Brotherhood rappresenta dunque un tassello importante (benché non imprescindibile) dell'ordito narrativo di Final Fantasy XV: è nei suoi cinque episodi che impariamo a comprendere così i capricci, le apprensioni, i piccoli gesti che ognuno dei personaggi rivolge all'amico e legittimo sovrano del regno di Lucis. Diverranno allora più chiari tanti, minuscoli particolari che durante il gioco, per necessità, non potranno essere esplorati con sufficiente approfondimento. Tralasciando l'aspetto meramente stilistico, con un tratto animato piuttosto canonico e, a nostro avviso, senza concreti guizzi artistici, forse il solo difetto di Brotherhood risiede nella sua brevità: l'insieme di puntate dura all'incirca un'oretta, un lasso di tempo decisamente ridotto, che in alcuni momenti, per forza di cose, accelera il ritmo del racconto e sorvola su dettagli sui quali, invece, avrebbe forse dovuto indugiare un po' di più. Di contro, la visione rapida e scorrevole facilita enormemente la fruizione di questo fugace anime, rendendolo un ottimo antipasto da assaporare un attimo prima di inserire il disco di Final Fantasy XV nelle nostre console: nell'istante stesso in cui si conclude il viaggio di Brotherhood, non a caso, il nostro può definitivamente avere inizio.

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