E3 2012: analisi della conferenza di Microsoft

La conferenza Microsoft E3 2012, passo dopo passo

E3 2012: analisi della conferenza di Microsoft
INFORMAZIONI GIOCO
Articolo a cura di

Niente. Neppure un annuncio piccolo piccolo, un logo proiettato di sfuggita o un accenno alla nuova generazione di console. Di “Project Durango”, o Xbox 720, nemmeno l'ombra. Nonostante i tanti rumor che si sono rincorsi per la rete negli ultimi mesi, Microsoft ha di fatto seguito una strategia opportunamente attendista. In un periodo come questo puntare su un nuovo (e probabilmente costoso) hardware non sembra una scelta saggia, soprattutto per non andare ad intaccare una base installata semplicemente stratosferica. Del resto, se proprio quest'anno Xbox 360 è diventata la console più venduta al mondo, meglio continuare a sfruttare lo stuolo di fan cercando di consolidare la line-up. Magari proprio sfruttando l'impegno delle terze parti, mentre i più talentuosi team interni già si affacciano su una generazione di cui si saprà, forse, il prossimo anno.
C'è da dire tuttavia che a Microsoft le conference non sempre riescono col buco, ed anche in questo caso un po' di incertezze nella struttura e nello svolgimento vanno registrate. Onore e merito al colosso di Redmond per aver evitato di snocciolare i consueti dati di vendita, lasciandosi andare in stime e report piuttosto autocelebrativi che informativi. Ma nonostante il tentativo di snellire il Keynote, all'evento è mancato un po' di ritmo, soprattutto per colpa di una parte centrale dedicata soprattutto ai servizi generici o alle più spinte propaggini del casual gaming motorio e non.
C'è un po' di rammarico, in fondo, anche nel costatare che alcuni delle più grandi soddisfazioni di questa conference ce le abbiano regalate le terze parti. Square-Enix con Tomb Raider, Ubisosft con il suo Splinter Cell, Activision e Capcom a seguire. Dei brand più famosi di casa Microsoft si è visto poco, troppo poco. Eccezion fatta per Halo 4, Forza Horizon e Geras of Wars si sono mostrati solo grazie ad un paio di trailer piuttosto sbrigativi.
Fatto sta che dobbiamo accontentarci, rimanendo quantomeno felici della volontà di caratterizzare al meglio la Line-Up dei Live Arcade e per l'arrivo di una tecnologia (Xbox Smart Glass) che conferma la volontà di puntare su un'interazione cross platform sempre più funzionale e avanzata.
Ma adesso procediamo con ordine e seguiamo passo dopo passo gli alti e bassi di questa conference.

halo 4 e Splinter Cell Blacklist

Si comincia con il botto. Halo 4, fino ad oggi, si è mostrato con una pudicizia difficile da spiegare. Poche immagini, qualche secondo di giocato, una pioggia di artwork che faceva pensare ad una direzione artistica più simile a quella del mai troppo apprezzato ODST. E poi finalmente, dopo un live action trailer che ha mandato in sollucchero i fan, eccolo in tutto il suo splendore, il roboante titolo di 343 Industries. Di fronte alla pesante eredità lasciata da Bungie con la trilogia originale (e non certo con il traballante Reach), il nuovo team di sviluppo ha fatto senza dubbio la cosa giusta: ha azzerato tutto. Salvando solo un protagonista dall'indiscutibile carisma, ha sconvolto il setting, inserito nuovi elementi, un'inedita razza aliena. Ed è così che Halo 4, nonostante la sua irreprensibile adesione al canone del First Person Shooter, appare davvero nuovo, e stuzzicante. Posando gli occhi sulle arcate vegetali di questa giungla verdeggiante si prova lo stesso identico senso di meraviglia che assaltava il cuore ai tempi del primo sbarco.
E l'emozione non è sostenuta soltanto da un colpo d'occhio che spinge al massimo l'hardware della console, ma anche e soprattutto dal fatto che l'ambiente di gioco sembra vivo, vibrante. E cattivo. La minaccia costante di una nuova razza di alieni che sembra considerarci solamente una preda più astuta delle altre, le creature indigene che strisciano sugli alberi, i suoni di un orizzonte sconosciuto, contribuiscono a rendere la scena sempre accattivante. E poi ci sono le nuove armi che si costruiscono di fronte ai nostri occhi increduli, o i droni che proteggono le misteriose creature aliene, ed il look quasi “sciamanico” di questi nuovi nemici: tutto sembra essere al posto giusto, valorizzato da un colpo d'occhio da mascella aperta. I giochi di luce, i cromatismi accesi che abbandonano certe esagerazioni dei Grunt e dei Bruti, il sottile pulviscolo viscoso che si estende nell'aria, sono dettagli che fanno gridare al miracolo e superano di gran lunga i risultati di tante altre produzioni esclusive Xbox 360.
La demo si chiude con un applauso scrosciante, un rombo che invade la sala ed accoglie Don Mattrick, sempre brillante, sorridente e pragmatico. Ed è lui che senza troppi indugi da il via ad un'altra lunga demo, che inizialmente coglie tutti alla sprovvista. Si tratta di Splinter Cell Blacklist, nuovo action game targato Ubisoft che sembra volersi collocare sulla scia del non troppo apprezzato Conviction, levigando però il sistema di gioco per renderlo più dinamico e spettacolare.
Anche Sam Fisher, lo ammettiamo con un po' di rimpianti, sembra tuttavia essersi piegato alle logiche produttive del momento, e quindi via le velleità da Stealth Game puro in favore di un approccio che mescoli l'assalto ragionato a quello più spettacolare e irruento. Il protagonista, stavolta vestito con la sua riconoscibile tuta tattica ed il visore entrato ormai a far parte dell'immaginario collettivo, conduce un assalto solitario ad un villaggio dell'Iran, nel tentativo di recuperare le informazioni della “Lista Nera” che da il titolo a questo episodio. L'incedere è sicuramente spettacolare, grazie al ritorno del sistema Mark & Execute, che permette di mettere fuori combattimento più nemici contemporaneamente dopo aver segnato la loro posizione. Piuttosto che una spia in incognito Sam sembra un letale “one man army”, perfetto per incursioni rapide e assalti precisi e funzionali. La formula funziona, e riesce persino ad esaltare quando si compiono uccisioni silenziose decisamente violente o esecuzioni corali. Qualche elemento fuori posto sembra però esserci, fra l'insistere sulle scalate dinamiche che poco si sposano con il contesto ed una sequenza finale dai ritmi fin troppo accesi, con tanto di coperture dinamiche e supporto aereo chiamato a distruggere una mitraglietta fissa. Di Blacklist scopriremo qualcosa in più nei prossimi giorni, grazie ad una lunga presentazione nel booth Ubisoft. La presentazione ci è sembrata appropriata e ben posizionata: un annuncio interessante che ha saputo tenere calda la platea dopo la pura esaltazione per Halo 4. Andava tutto benone, insomma, finchè...

Better With Kinect

Finchè sul palco non sale Andrew Wilson di Electronic Arts, a raccontarci che quest'anno gli sportivi della software house saranno “Better with Kinect”. Si smorza l'entusiasmo, si abbassa la soglia dell'attenzione, e non basta neppure Joe Montana in persona a giocare a a Madden 2013. Ed il punto non è tanto che il football americano resta un prodotto talmente di nicchia da aumentare la salivazione a pochissimi giocatori: quello che ancora non va giù è l'insistere su un Payout che ci sembra poco veritiero, dal momento che l'interazione tramite Kinect, sia essa motoria o vocale, solitamente aggiunge ben poco alla qualità o all'immersione, e propone semplicemente un sistema di controllo alternativo (ma non necessariamente più comodo o meglio strutturato).
E proprio quando Microsoft rischia di perdere il momentum, ecco arrivare in soccorso la cavalleria. Fable: The Journey, Forza Horizon, ma soprattutto il nuovo Gears of War Judgement. Ci risolleviamo sulla sedia, ringalluzziti. Salvo poi scoprire che questo tris di trailer non fa altro che sollevare un gran polverone. Much ado about nothing, per dirla con Shakespeare, dal momento che del nuovo Gears of War non si sa proprio nulla (salvo che lo sviluppo è probabilmente affidato a People Can Fly), Fable The Journey continua a mostrarsi in pessima forma, sia dal punto di vista del design che da quello del gameplay (appena accennato da questo trailer e all'apparenza molto canonico), e l'impatto di Forza Horizon è difficile da valutare senza sapere nulla sul driving system e sul motore di guida. L'idea è quindi quella che Microsoft avrebbe potuto puntare molto di più sulle sue IP, valorizzandole all'interno di una conference che da questo momento in avanti procederà sempre più stanca e ingessata, scontentando paradossalmente proprio gli utenti che più supportano la console.

Basket e Hockey

Dopo lo sbrigativo terzetto di teaser (che potete vedere e rivedere su Eye TV), comincia quella che è senza ombra di dubbio la parte più noiosa della conferenza. Un lungo elenco delle migliorie apportate alla Dashboard ed al sistema operativo, e l'annuncio di nuove collaborazioni per aumentare il flusso di programmi e video on-demand disponibili su Xbox Live.
Lunghi minuti passano mentre ci viene mostrato quanto sia più facile filtrare contenuti multimediali solo con la propria voce, grazie al riconoscimento vocale di Kinect abbinato alle funzionalità di Bing. Fra le nuove lingue per cui verrà introdotto il supporto entro quest'anno figura anche l'Italiano, ma perdonateci se non siamo troppo entusiasti della notizia.
Da Bing e Kinect si passa direttamente all'NBA ed all'NHL, che si uniranno all'ampia offerta che include già molti canali ESPN e tutte le partite dell'NFL. E poi ancora oltre, fino al catalogo Paramount, per un'offerta di contenuti multimediali sicuramente invidiabile, ma che poco interessa all'utenza italiana.
E' giusto che Microsoft voglia presentare le sue novità nel corso della conference più seguita del globo rivolgendosi quasi esclusivamente alla platea americana? L'E3 resta una kermesse potentemente americana, e buona parte del successo di Xbox 360 si basa soprattutto sull'apprezzamento del pubblico USA. Ma è possibile che Microsoft (magari alla stregua di Nintendo) non trovi altri spazi per veicolare queste informazioni, senza spacciarle per l'ultima rivoluzione del mercato. Non fraintendeteci: crediamo che l'integrazione di funzionalità extracurricolari nelle console sia un serio incentivo allo sviluppo del mercato, e costituisca un'eccellente vantaggio per l'utente finale. Ma qui stiamo parlando della conference di apertura dell'Electronic Entertainment Expo: un evento che dovrebbe celebrare soprattutto il videogioco, e non rientrare nella schedule per gli annunci dei piani marketing delle compagnie. Di anno in anno quasi tutti commettono lo stesso errore.

Train Harder

L'annuncio di Xbox Music arriva in ritardo. Dopo Vidzone, dopo Qriocity, dopo Spotify, ed in generale dopo tutta la sequenza infinita di piattaforme per lo streaming musicale che ormai assediano il panorama multimediale. Nonostante la qualità del trailer, e visti i risultati altalenanti ottenuti da Sony (che pure ha fatto il grande passo dell'integrazione con un sistema portatile), non pensiamo che Xbox Music possa ottenere un buon successo commerciale. Si tratta soprattutto di un'operazione votata al Brand Awarness più spinto, e la platea sembra dimenticarsene quasi subito.
Ed ancor più velocemente si dimenticherà di Nike Kinect Training, il nuovo fitness game sviluppato in collaborazione con il colosso dell'abbigliamento sportivo. E davvero troppo il tempo dedicato a questa insipida riproposizione di un concept abusatissimo, tanto che sembra quasi di assistere ad un enorme spottone piuttosto che ad una presentazione ufficiale. Il trailer che segue dovrebbe far riflettere, dal momento che quasi per nulla si focalizza sul titolo e sulle sue funzionalità: è solo una sequenza di persone felici, persone che ridono, che si allenano senza sudare. Persone di successo, di bell'aspetto: di fronte alla glorificazione dell'American Way of Life non c'è lo spazio per il software. E del resto al pubblico che acquisterà Kinect Nike Training il software non serve: gli basta il classico “baffo” sulla copertina per sentirsi pienamente integrato nella macchina del fintess d'alto bordo.

Smart Glass

Xbox Smart Glass era una delle novità più anticipate dell'evento. Non si sapeva esattamente come funzionasse (e ad onor del vero non si sa bene neppure adesso), ma era praticamente certo che Microsoft volesse puntare sul cross-platform più spinto. Ed in effetto quello che Smart Glass è in grado di fare è di mettere in contatto l'Xbox 360 con gli smartphone ed i tablet su cui verrà installata l'applicazione, in modo che possano essere utilizzati come periferiche di supporto.
Le possibilità sono innumerevoli. Si può cominciare a guardare un film sul proprio tablet e poi “inviarlo” alla console per terminare la riproduzione sul televisore, oppure visualizzare sul touchscreen del proprio iPad informazioni aggiuntive su quello che stiamo guardando, per avere sotto mano una scheda dettagliata di attori, location e storyboard. Ma si può anche usare lo schermo del proprio smartphone per controllare a distanza l'interazione con la dashboard, ed il sistema sembra tanto comodo che finalmente Microsoft si è decisa a lanciare Internet Explorer su Xbox 360.
Il punto di forza di questo Smarth Glass è idealmente la sua universalità: il software potrà essere utilizzato su tutti i telefonini ed i tablet disponibili in commercio. Ma quello che c'è da valutare è quanto i team di sviluppo e le aziende che forniscono contenuti digitali siano davvero interessate a lavorare per offrire qualche extra all'utente che utilizzi Smart Glass. A conti fatti per un'azienda come Netflix, “condire” i suoi video-on demand con informazioni e grafici aggiuntivi da passare a Smart Glass potrebbe essere un costo non proporzionato al ritorno in termini di visibilità e usabilità. Al di là dei sensazionalismi, Smarth Glass è a conti fatti una nuova piattaforma software, e pensiamo che sia molto difficile auspicare ad una sua grande diffusione. Come tutti sappiamo, è dalla base installata che dipende l'attenzione delle terze parti, e non crediamo che Smart Glass avrà vita facile nell'immediato futuro.
Sicuramente Microsoft ha fatto bene a fare un passo in questa direzione: da Nintendo a Sony passando per molti produttori hi-tech (pensiamo a Samsung e HTC), sono tante le aziende riconoscono nell'integrazione fra più dispositivi un progresso fondamentale ed un target per il futuro. Ma anche in questo caso possiamo applicare il discorso che si faceva qualche riga addietro: annunci di questo genere sono un po' fuori contesto, e non basta un Madden buttato lì all'ultimo per dimostrare che il tablet può essere usato anche come controller. Oltre a destare le ire degli sfegatati fan Nintendo, sempre pronti ad additare i plagi della concorrenza, non è questo ciò che vorremmo vedere in una conference.

La forza delle terze parti

Sono ormai molti paragrafi che non parliamo di un videgioco vero e proprio. E se vi siete annoiati voi a leggere, immaginatevi i partecipanti. Per fortuna ci mette una pezza Crystal Dynamics, che se ne esce con il suo Tomb Raider e ci propone una presentazione francamente clamorosa. Noi di Everyeye.it abbiamo avuto occasione di partecipare in esclusiva per l'Italia al VIP Event organizzato a Londra, e vi consigliamo quindi di restare sulle nostre pagine perchè saremo i primi a parlarvi della lunga sequenza mostrata in quell'occasione. La demo della conference Microsoft era però diversa, e ci ha lasciati di stucco, mostrando sequenze molti più movimentate ed una drammaticità fuori dal comune. L'annuncio che i contenuti scaricabili siano un'esclusiva temporale Xbox 360 è un bel colpo. Proprio sui DLC sembra puntare molto il colosso di Redmond, assicurandosi anche l'esclusiva su quelli di Resident Evil 6 nella speranza di convincere gli utenti multipiattaforma a preferire le versioni Xbox 360 dei titoli più caldi di questo autunno e della prossima primavera.
La presentazione del titolo Capcom, sfortunatamente, ci lascia poco soddisfatti. Dopo la demo del Captivate, che aveva mostrato ottimi risultati dal punto di vista dell'atmosfera e dell'ambientazione, questo “Chaos Trailer” ci fa vedere un Leon trasformato in un eroe d'azione, che spara a più non posso ed esegue contromosse letali e calci volanti. L'azione è frenetica, esagerata, quasi come se fosse una corsa contro il tempo in uno spettacolare disaster movie hollywoodiano. Sicuramente non è quello che ci aspettavamo da un Resident Evil che diceva di voler “tornare alle origini”. E se poi pensiamo che Leon Kennedy dovrebbe essere il personaggio più pacato...
Ad intervallare le demo di Tomb Raider e Resident Evil 6, un tris di Live Arcade che ci ha lasciati abbastanza indifferenti: Ascend New Gods pare un incrocio fra God of War ed il recente Bloodforge, Matte è stato ribattezzato “Portal Wannabe”, e Loco Cycle, nonsotante l'ottimo design Tron-Style della motocilcetta, non è stato mostrato neppure un frame in-game.

Finale coi botti?

Ma è l'ultima parte della conferenza quella che più ci ha lasciato perplessi. Lo spazio dato a Wrecketeer, un clone tridimensionale di Angry Birds, è stato francamente spropositato, e nonostante l'ego smisurato di Usher, il cantante avrebbe potuto studiare una coreografia più breve per presentare ufficialmente Dance Central 3 (Harmonix non ha ancora imparato a non abusare delle sue IP di successo. La lezione con Rock Band non è servita).
Sicuramente la presenza sul palco di un artista così famoso è un plusvalore non da poco, ma invece di arrivare a chiosa di una conference ricca e trottante, il cantante è giunto quando ormai gli spettatori erano un po' innervositi.
Piacevole la comparsata dei creatori di South Park, che hanno presentato l'RPG sviluppato da Obsidian. Prendendo addirittura in giro le funzionalità di Xbox Smart Glass, quasi additandole come delle fissazioni da tecnomani. Un “colpo basso” in una conference che proprio non ha saputo farsi pilotare, ed è finita con lo sbrigativo saluto di Don Mattrick, sparito in una nuvola rossa prima di lasciare il pubblico di fronte ad una lunga demo giocata di Call of Duty Black Ops 2. Altamente spettacolare, la sequenza è la stessa che noi di Everyeye abbiamo avuto modo di vedere in quel di Santa Monica qualche mese fa. Vi consigliamo dunque di dare un'occhiata al nostro articolo.

E3 2012 “E l'Unreal Engine 4?”, viene da chiedersi al termine della conferenza. Che fine ha fatto quell'Alan Wake 2 il cui dominio è stato provvidenzialmente registrato il giorno prima dell'E3? E perchè è più facile trovare informazioni su Gears of War Judgement sulla copertina di Game Informer che nell'evento ufficiale di Microsoft? Tutto quello di cui avevamo bisogno, in assenza di un nuovo hardware per cui strapparsi i capelli, erano i giochi. Esclusive di valore, che pesassero come un macigno sulla Line-Up del 2013. E invece Microsoft ci ha fatto vedere praticamente solo Halo 4. Il resto l'ha tenuto nascosto dietro a qualche teaser, mostrando poche immagini, qualche sequenza in computer grafica e riducendo al minimo la mole di informazioni uscite fuori dalla conference. Non un commento sul nuovo Gears, qualche dettaglio in più su Forza, e almeno un accenno ai nuovi Live Arcade che sembravano più un riempitivo che un contenuto veramente valorizzato. Complessivamente i giochi non sono mancati: Tomb Raider e Splinter Cell Blacklist hanno giustificato il viaggio fino al Galen Center, ma un'azienda come Microsoft dovrebbe puntare di più sulle proprie produzioni e un po' di meno su quelle delle terze parti. Ed invece il fatto che Call of Duty Black Ops 2 chiuda l'evento che proprio Halo 4 aveva aperto dovrebbe far riflettere su come il colosso di Redmond consideri il mercato. Se Microsoft si impegnasse di meno a convincere i giocatori che i titoli multipiattaforma sono “migliori su Xbox 360”, probabilmente potrebbe allestire conferenze più rispettose dell'identità del marchio e del brand. Al di là di questo, i giochi da attendere non mancano, e sicuramente, nonostante l'evento non sia stato troppo entusiasmante, l'annata che si profila di fronte agli utenti Xbox 360 è davvero sensazionale. Di tutto il resto, ci pare poco opportuno star qui a parlare. L'aumento dei servizi on-demand, la cross-medialità ricercata con Smart Glass, il miglioramento dell'interfaccia, sono passi la cui importanza è difficile da valutare, quando si considera l'enormità di fattori che determina l'evoluzione del mercato e le linee di tendenza del futuro. Probabilmente Microsoft, così come molte altre aziende (Sony e Nintendo incluse) sta cercando di tracciare più percorsi, nella speranza che uno dei tanti riveli la direzione più opportuna per superare questi tempi di transizione e interpretare con successo le esigenze di un'utenza volubile come poche.