Lord of the Rings: Da Cuiviénen ai Porti Grigi: la storia degli Elfi su Arda

Riprendiamo il nostro epico viaggio all'interno della mitologia e dell'immaginario tolkeniano: ecco la storia degli Elfi.

Lord of the Rings: Da Cuiviénen ai Porti Grigi: la storia degli Elfi su Arda
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  • Se anche Eru non fa preferenze nei riguardi dei suoi figli, Tolkien forse un debole per gli Elfi lo ha. È vero che questi hanno un ruolo marginale all'interno del Signore degli Anelli, presenti più per rimarcare il loro effettivo declino piuttosto che per contribuire attivamente alla sconfitta di Sauron, ma lo è nello stesso modo il fatto che gran parte della mitologia tolkeniana giri intorno a loro, alle loro guerre e alle loro creazioni.
    Gli Elfi, detti anche Primogeniti, si svegliarono a Cuiviénen all'inizio della Prima Era degli anni degli Anni degli Alberi, e la prima cosa che dissero fu "Ele", che è traducibile con "guarda", riferendosi alle stelle. Non è un caso infatti che adorino Varda, che chiamano anche "Elèntari", ovvero "regina delle stelle", perché lei contribuì maggiormente alla creazione delle stesse, che accese proprio in occasione del risveglio del loro risveglio. Quando il cielo è pieno di stelle, anche se si è in piena notte, gli elfi vedono più che di giorno con il sole a mezzogiorno, e questo solo per il profondo legame che hanno con il firmamento. Non per nulla sono anche conosciuti dagli uomini come "Il popolo delle stelle".

    ll risveglio a Cuivienen - Ted Nasmith

    A differenza dei tozzi e barbuti nani, ma anche dei ben più generici esseri umani, gli elfi sono creature quasi magiche, benedette da lineamenti dolci e dal corpo esile, ma non per questo privi di forza o resistenza. Sono agili e delicati, dotati di una vista sviluppatissima (soprattutto notturna) e non hanno bisogno di dormire, ma si fanno bastare qualche ora di trance che alla bisogna può anche essere rinviata. Le due loro caratteristiche fondamentali sono però altre: sono intanto immortali (e immuni da malattie) e il loro destino è strettamente legato a quello di Arda. Gli elfi infatti quando muoiono vanno a riempire le Aule di Mandos (che è un Valar che funge da giudice e guardiano della morte) in attesa di poter ritornare parte del destino del mondo attraverso la Dagor Dagorath, l'Ultima Battaglia.
    Qua in realtà le cose si fanno un po' confuse perché Tolkien non aveva ancora esattamente in testa come gestire la cosa al tempo della sua morte, e il figlio Cristopher, che di fatto ha curato e pubblicato la gran parte dei suoi scritti, non è riuscito a risalire del tutto al pensiero originale del padre. Il Silmarillion infatti avrebbe dovuto chiudersi con la Seconda Profezia di Mandos, nella quale si descrive appunto la Dagor Dagorath che di fatto è una sorta di colossale armageddon nel quale Morgoth si libera dalla sua prigionia per tornare sulla Terra di Mezzo e viene combattutto dai Valar e da tutti i popoli liberi presenti e passati. In questa royal rumble finale sarà Turin Turambar a mettere fine alla storia del mondo uccidendo Morgoth, aiutato da Tulkas e Finwë. A questa battaglia seguirà un secondo canto (ricordate? Avevamo parlato qua dell'Ainulindale) ancora più grande del primo, nel quale tutti avranno finalmente consapevolezza del loro ruolo, Morgoth compreso, e nel quale canteranno anche gli uomini. In "Laws and Customs among the Eldar" (Tolkien J.R.R. e Tolkien Christopher, 1993) viene definito chiaramente che l'esistenza degli elfi è legata a quella del mondo, il che lascerebbe credere che non dovrebbero partecipare alla seconda Grande Musica, come invece indicato nella seconda profezia di Mandos. La profezia però non è tecnicamente canone, in quanto è stata rimossa dalla versione pubblicata del Silmarillion, che dice che solo gli uomini parteciparanno al secondo canto e il destino degli elfi è ignoto.

    Ma stiamo divagando.
    All'alba della loro era furono solo sei gli elfi che si svegliarono a Cuivénen: i primi furono Imin e Iminyë, seguiti da Tata e Tatië per poi arrivare a Enel e Enelyë. La leggenda vuole che le tre coppie iniziarono a vagare per i boschi intorno al mare e incontrarono altri gruppi che di volta in volta i tre patriarchi reclamarono come loro. In queste loro prime peregrinazioni inventarono la loro lingua e sopratutto i canti e la poesia, la cosa a cui sono di gran lunga più legati in quanto legame diretto con Ilùvatar, che aveva proprio nella musica il modo di spiegare ai suoi figli il funzionamento dell'universo. Nel 1085 AA (Anni degli Alberi) il Vala Oromë trova gli elfi e torna ad Aman ad avvisare i suoi simili: viene deciso che Melkor deve essere sconfitto per evitare che possa rovinare i Primogeniti ma è ormai troppo tardi visto che l'Oscuro Sire ne ha già rapiti alcuni per dar vita agli Orchi. Dopo la sconfitta di Melkor comunque Oromë torna a Cuivénen e invita tre ambasciatori degli elfi (uno per clan) ad Aman: questi sono Ingwë, che diventerà poi Re supremo di tutti gli elfi, Finwë (il padre di Fëanor), ed Elwë.
    Ora, qua le cose si fanno difficili perché questo momento è quello che definisce la prima grande suddivisione degli elfi: fino ad ora infatti i clan degli elfi sono tre, Minyar, Tatyar e Nelyar ognuno ovviamente legato al suo patriarca, e gli elfi, tutti, sono conosciuti come Quendi (unica definizione che d'ora in avanti li raggrupperà sempre senza distinzioni). Quando i tre ambasciatori tornano da Aman provano a convincere i loro simili a seguirli nella terra benedetta, ma non tutti accettano di partire. Questa prima, fondamentale, migrazione è definita come "Il Grande Viaggio" e divide gli elfi in Eldar, coloro che decidono di partire per Aman, e Avari, i Riluttanti, coloro che invece decidono di rimanere sulla Terra di Mezzo. Gli Avari sono formati solo da Tatyar e Nelyar, visto che tutti i Minyar decidono di seguire la loro guida Ingwë e raggiungere i Valar. Da questa decisione nascono le tre stirpi degli elfi che determineranno gli eventi di tutta la Prima Era: Vanyar, guidati da Ingwë, Noldor, con a capo Finwë e infine Teleri, i più numerosi, guidati dai fratelli Olwë ed Elwë.

    Le navi dei teleri trascinate dai cigni - Ted Nasmith

    Se Vanyar e Noldor, pur con grandi perdite, affrontarono compatti il viaggio verso Valinor, lo stesso non si può dire dei Teleri, che un po' come i freakkettoni del gruppo si attardavano sempre a guardare il mondo e a comporre canzoni e poesie. Nel corso del viaggio due diversi gruppi si separarono in due diverse tappe, mentre il terzo ce l'ha fece, ma con solo con grande fatica. I primi a cambiare idea si fermarono davanti alle Montagne Nebbiose (create tra l'altro da Melkor proprio per fermare l'esodo), e furono per questo chiamati Nandor, "Coloro che tornarono indietro". Nella lingua comune (e più recente) della Terza Era sono conosciuti come Elfi Silvani, la stirpe più comune della Terra di Mezzo ai tempi della Guerra dell'Anello: Legolas (e suo padre Thranduil che appare ne Lo Hobbit) sono Silvani anche se non del tutto Nandor, visto che i reami di Bosco Atro e Lothlòrien sono nati quando Nandor e Sindar si sono uniti dopo la fine della Prima Era (spesso Legolas è considerato Sindar infatti). Sono proprio i Sindar la seconda stirpe ad essersi un po' persa per strada: una volta infatti raggiunto il mare si fermarono per aspettare il loro re Elwë (uno dei tre ambasciatori tornati da Aman), che si era nel frattempo perso e aveva conosciuto Melian, con la quale avrebbe dato vita a uno dei regni più importanti della Terra di Mezzo (nel Beleriand) e dato i natali a Lùthien Tìnuviel.
    Fun(ma mica troppo)fact: nella mitologia tolkeniana Luthien è l'essere più bello che sia mai apparso su Arda, ed è per questo che il suo nome appare anche sulla tomba di Edith Bratt, la moglie di Tolkien (sulla cui lapide c'è invece inciso "Beren", il suo sposo all'interno della storia). I Sindar che si fermarono prima del viaggio verso si divisero a loro volta in due: alcuni tornarono a cercare Elwë (che si chiamerà in seguito Thingol), altri si stabilirono nella Baia di Balar, guidati da Cìrdan (sì, sempre lo stesso Cìrdan di Narya, l'anello di Gandalf). L'ultimo gruppo di Teleri infine, guidato da Olwë, aspettò il ritorno dell'isola di Tol-Eressea (che i Valar usavano come traghetto) in compagnia del Maia Ossë, grazie al quale impararona ad mare il mare e la navigazione: questi sono chiamati Falmari.

    Earendil e Ancalagon

    Quindi, ricapitolando: con Quendi si definiscono tutti gli elfi del creato, indipendentemente da dove hanno vissuto. In base invece alla decisione o meno di andare dai Valar in Aman, gli elfi si dividono in Eldar, chi ha deciso di andare, e Avari, chi ha deciso di rimanere. Ora attenzione che ci sono due nuove definizioni, gli Amanyar e gli Umanyar: i primi comprendono Vanyar, Noldor e Falmari, i secondi invece raggruppano Sindar, Nandor e Laiquendi, e cioè quei Teleri che pur avendo deciso di partire per Aman non sono mai riusciti a farlo. C'è però una seconda macro divisione, importante tanto quanto quella tra Eldar e Avari, ed è quella tra Calaquendi e Moriquendi, che anziché prendere in considerazione la decisione di raggiungere i Valar ad Aman o meno tiene conto l'averla effettivamente raggiunta, e aver di conseguenza visto la luce degli alberi. I Calaquendi (che si traduce più o meno come "Elfi della Luce" o "Alti Elfi") sono quindi di fatto gli Amanyar (Vanyar e Noldor), mentre i Moriquendi sono la somma di Umanyar (Sindar, Nandor e Laiquendi) e Avamanyar, che altri non sono che gli Avari.
    Nonostante gli elfi tendessero a sposarsi e procreare (concetto che per loro era di fatto sovrapponibile visto che il matrimonio lo raggiungevano tramite il sesso) quasi esclusivamente all'interno della propria stirpe, è capitato nel corso delle diverse ere non solo che si sposassero tra linee di sangue differenti, ma anche con esseri umani. Questi a dire il vero sono molto rari nella storia della Terra di Mezzo, e proprio questa unicità li ha sempre resi figure fondamentali all'interno della storia di Arda. Il primo Peredhil, o Mezzelfo, fu Dior, ultimo Re del Doriath e soprattutto figlio di Berene e Lùthien. Qua in realtà c'è ben più che un matrimonio misto di mezzo, visto che Lùthien era a sua volta figlia di Re Thingol (ricordate? L'elfo un tempo conosciuto come Elwë che fu ambasciatore dei Quendi in Aman ma che si perse rimanendo nella Terra di Mezzo, e dando vita alla stirpe dei Sindar) e Melian, una Maiar.

    Dior, morto giovane a causa dei turbolenti eredi di Fëanor, sposò Nimloth e generò Elwing, che a sua volta sposò Eärendil, che avrete sicuramente sentito perché è probabilmente l'eroe più importante dell'intero ciclo tolkeniano. Anche lui tra l'altro era a sua volta un mezzelfo, visto che fu generato dall'unione tra Idril, figlia di Turgon (Re di Gondolin e figlio di Fingolfin) e Tuor, figlio di Huor e cugino di Turin. Da Eärendil (che è sempre bene ricordare essere quello che possiede l'unico Silmaril che non è andato perduto e intercesse presso i Valar perché loro scendessero in battaglia per l'ultima volta contro Morgoth) e Elwing nacquero i due mezzelfi forse più conosciuti: Elrond, signore di Gran Burrone (e figura importante del Signore degli Anelli) e Elros, primo Re nonché capostipite dei Nùmenoreani (dei quali Aragorn è il discendente più puro ai tempi della guerra contro Sauron). Dopo la sconfitta di Morgoth, Ilùvatar permise ai mezzelfi di scegliere il proprio destino, e cioè se vivere come elfi o come uomini. Come è facile intuire Elrond scelse la prima, mentre Elros la seconda.
    Se gli elfi facciano o meno parte del piano di Ilùvatar per la seconda Grande Musica è una cosa che ahimé solo Tolkien poteva sapere, ma quello che è certo è che il loro destino non si compirà sulla Terra di Mezzo, lasciata interamente agli Uomini all'inizio della Quarta Era.

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