Speciale Daedalic Entertainment - Visita agli studi

Siamo atterrati ad Amburgo per fare visita agli autori di Deponia e The Dark Eye: Memoria.

Speciale Daedalic Entertainment - Visita agli studi
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All’alba della next-generation e con un PC gaming tutt’altro che morto, il 2014 si prospetta essere un anno all’insegna delle avventure grafiche. Lo dimostrano gli annunci di una Telltale Games più prolifica che mai, l’arrivo della nuova IP di Double Fine Productions, Broken Age, ma più d’ogni altra cosa lo mette in chiaro Daedalic Entertainment, fermamente intenta a diventare un solido punto di riferimento come lo è stata la LucasArts dei tempi d’oro. La software house tedesca sta maturando velocemente, dimostrando talento non solo nell’ambito del videogioco punta e clicca, ma abbracciando generi come il role playing game e lo strategico, cosa dimostrata con ampio margine da Blackguards, tactical RPG in arrivo entro la fine del mese. Grazie ad un invito ufficiale da parte della softco in questione, siamo saliti sul primo aereo per la Germania sbarcando ad Amburgo, città fluviale famosa per i pittoreschi ponti e per aver diffuso la famosa polpetta di carne il cui nomeidentifica ora il panino simbolo degli Stati Uniti d’America. Se non conoscete Daedalic Entertainment, venite con noi per un viaggio tra produzioni indipendenti e avventure grafiche di gran caratura.

UN PO’ DI STORIA

Daedalic Entertainment nasce come tante etichette europee dell’era post-2000: una piccola software house indipendente, che si instaura in una città economicamente molto forte di una nazione ancora più forte (non solo in riferimento al settore videoludico, davvero molto prospero grazie alla grande fanbase di utenza PC). La softco viene al mondo in qualità di publisher ma Carsten Fichtelmann, fondatore e attuale direttore dell’azienda, capisce che per sfondare bisogna osare molto di più, almeno se l’intento è quello di ottenere sinceri e concreti risultati.

"L’organico è molto ampio e conta oggi circa novanta persone tra artisti, developer, programmatori, localizzatori e PR."

Ed è così che a un anno dalla nascita, Daedalic pubblica Edna & Harvey, videogioco partorito dalla mente del direttore creativo Jan Müller-Michaelis in qualità di tesi di laurea, ma poi concretizzato quale progetto commerciale fatto e finito. L’anno era il 2008 e nonostante la concorrenza molto agguerrita, la strada sembrava spianata per il successo. Poche le IP dei primi anni, tra le quali spiccano The Whispered World e A New Beginning ma nel 2010 l’impennata: la produzione raddoppia anche grazie all’acquisizione di interessanti franchise, come Derrick, e alla partnership con Ravensburger. Ma dal punto di vista creativo la software house necessita ancora di nuove idee, qualcosa che possa permettere la realizzazione di un nuovo e inedito franchise. Un anno dopo esce il seguito di Edna & Harvey, Harvey’s New Eyes, accolto calorosamente da pubblico e critica: ma è nel 2012 che arriva la svolta, grazie a Deponia, primo capitolo della trilogia omonima, con protagonista Rufus, sgangherato ma carismatico personaggio ora vera e propria mascotte del team tedesco. Lo stesso anno la softco anseatica acquisisce i diritti necessari a sviluppare e produrre titoli del franchise fantasy Das Schwarze Auge, conosciuto fuori patria come The Dark Eye - realizzando Chains of Satinav, Memoria e Blackguards, aprendo le porte alla realizzazione di giochi di ruolo di matrice classica.

LA SQUADRA

L’organico è molto ampio e conta oggi circa novanta persone tra artisti, developer, programmatori, localizzatori e PR, ai quali si aggiungono eventuali stagisti, freelance, ma anche collaboratori esterni per quanto riguarda sia i progetti in via di sviluppo che i titoli ormai prossimi alla release. Il team è tanto vasto da permettere alla software house di lavorare su più progetti contemporaneamente. Non parliamo di due o tre giochi per volta, ma di cinque o sei: al momento per esempio ci sono Blackguards, ormai vicinissimo alla data d’uscita, 1954

"Il team è sufficientemente contenuto nelle dimensioni da sembrare una famiglia allargata."

Alcatraz, anch’esso quasi completo, il seguito di The Whispered World recentemente annunciato dal nome Silence, un particolare gioco pensato per i più piccini che ha ancora nome provvisorio Fire, e infine un progetto top secret di cui abbiamo visto solo alcuni artwork e del quale non possiamo ancora dirvi nulla, se non che promette davvero molto. L’intero staff viene quindi assegnato alla realizzazione di uno dei progetti in lavorazione a seconda di competenze e ritmi di lavoro, con circa 15-20 persone per ogni gioco in via di sviluppo. Il giorno della nostra visita agli uffici il team stava rifinendo le ultime cose di Blackguards e procedendo al doppiaggio di alcune linee di dialogo per 1954: Alcatraz. The Whispered World 2 e Fire invece erano in pieno sviluppo, ma i due dev team sono stati tanto gentili da mostrarci i varie fasi di lavorazione, rispondendo a eventuali domande. Di Fire, per esempio, abbiamo anche osservato un rudimentale progetto definito dal lead designer “prototipo”, un semplice abbozzo in grado di illustrare al team gameplay e struttura del gioco.
L’atmosfera che si respira negli uffici di Daedalic è senza dubbio magica, perché il team è sufficientemente contenuto nelle dimensioni da sembrare una famiglia allargata: inoltre parliamo di una softco che lavora intensamente sulla parte artistica - come design e storia - e meno su quella prettamente tecnica.

Daedalic Entertainment Restate con noi perché a partire dai prossimi giorni avremo occasione di parlarvi meglio di alcuni titoli di Daedalic Entertainment in dirittura d’arrivo, tra cui Blackguards che abbiamo già saggiato nella sua forma completa (ricordiamo che l’uscita è prevista per il 21 gennaio), e la promettente avventura grafica 1954: Alcatraz, ambientata in una San Francisco fumosa e dalle tinte noir.