Speciale Due anni di (Playstation) Vita

Il portatile Sony, nonostante tutto, spegne la sua seconda candelina

Speciale Due anni di (Playstation) Vita
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Nonostante dati vendita tutt’altro che incoraggianti, pareri pessimistici degli esperti, previsioni apocalittiche di analisti e riti voodoo dei detrattori, PS Vita è riuscita a spegnere la sua seconda candelina.
Tra i tanti, in questi anni i nemici peggiori dell’ancora giovane console sono stati principalmente due. Il pregiudizio, tanto per cominciare. Proseguendo sulla traiettoria, ugualmente faziosa e pretestuosa, inaugurata con PSP, anche la line-up dell’attuale handheld è additata da molti che neppure la vivono come povera e ridicola, se paragonata a quella ben più allettante ed eterogenea del diretto concorrente: il Nintendo 3DS (che vende oggettivamente di più e gode di tutte le attenzioni di Nintendo).
L’altro minaccioso nemico di PS Vita non è altri che Sony stessa. Pensateci un attimo. Il colosso nipponico ha fatto il minimo indispensabile per avviare lo sviluppo di titoli di una certa portata. Latitano nuove IP pensate ad hoc (Gravity Rush e Tearaway rappresentano quasi eccezioni), e persino la trasposizione di saghe ben più famose procede con una certa lentezza e reticenza (contiamo due ottimi God of War per PSP, ma neanche uno per Vita).
Inoltre l'azienda ha rincarato la dose con un marketing tutt’altro che accurato, e poco concentrato a creare un’identità precisa di PS Vita.
Ricordate come venne presentato inizialmente il portatile? Un sistema multimediale in grado di dare battaglia a smartphone e tablet, grazie alle numerose app che sarebbero giunte copiosamente sul PSN, e con tutti i punti di forza di una console che avrebbe avuto poco da invidiare alla potenza di PS3.
Eppure, nonostante il parere distorto di una buona fetta di utenti, nonostante una Sony più “matrigna” che “mamma”, la piccola piattaforma può vantare una poco nutrita, ma infervorata, fan-base. E non parliamo solo dei videogiocatori: anche dei tanti sviluppatori indie che traghettano sempre più volentieri le loro creazioni su PS Vita.
Come un anno fa, vogliamo festeggiare il compleanno della console con un piccolo resoconto di quanto vissuto e visto negli ultimi trecentosessantacinque giorni.

L’hardware e le app

Come già fatto nello speciale dello scorso anno, faremo riferimento all’esemplare posseduto dal sottoscritto per dare un giudizio, seppur parziale e limitato, sulla tenuta dell’hardware dopo settecentotrenta giorni di utilizzo intensivo.
Fondamentalmente la situazione è rimasta pressoché immutata. Nonostante l’assenza di gusci o pellicole protettive, PS Vita sembra quasi nuova. Trascinata a spasso per il mondo, senza particolari riguardi per la sua incolumità e integrità, non tradisce alcun cedimento, né rottura a testimonianza di solidità strutturale e bontà d’assemblaggio.
Lo schermo lascia estasiati oggi come allora. Senza scalfitture o pixel morti, il display OLED brilla di luce propria. Il touch-pad, per contro, si è rivelata la parte più delicata del dispositivo: in controluce si notano alcuni graffi e lo sporco accumulato ha creato alcune zone opache. Ciononostante simili imperfezioni sono riscontrabili solo ad un’attenta e minuziosa analisi. Inoltre non si registrano cali prestazionali durante le fasi di gioco, segno che la superficie input non ha subito danni.
Praticamente perfetti pulsanti e croce direzionale, non fosse per il fastidioso scricchiolio dei dorsali che lamentavo già un anno fa. Se non altro la situazione non è peggiorata.
Ancora in ottime condizioni i due analogici. Hanno sempre il brutto vizio di rimanere impigliati ai bordi delle borse o dei jeans, ma fortunatamente la “zona morta” non si è ulteriormente allargata: permane un minimo di gioco, ma non è nulla di preoccupante.
Torniamo a dire, ancora una volta, che trattandosi di un singolo caso specifico, non significa che in giro per il pianeta non ci sia qualche PS Vita che si è completamente smembrata al primo contatto con il suolo o che qualche analogico non sia inspiegabilmente rotolato a terra dopo una rotazione un po’ troppo vigorosa. Ciononostante, tenendo in considerazione anche le console in possesso degli altri membri dello staff di Everyeye, possiamo concludere, con una certa sicurezza, che dopo due anni l’handheld resiste a meraviglia al passare del tempo.
Purtroppo i toni cambiano radicalmente passando a considerare lo status delle app. Non solo in un intero anno non sono stati introdotti nuovi software, ma latitano da diverso tempo aggiornamenti per quelli già esistenti. Facebook lamenta gli stessi problemi di una volta, Flickr è pressoché inutilizzabile, Skype resta un’icona che abbellisce il desktop visti i numerosi bug di cui soffre. E’ pur vero che Music Unlimited, oggi come ieri, è una vera e propria droga, che l’app dei Trofei è stata migliorata e che il collegamento con PS4 darà presto (si spera) i primi gustosi frutti, ma quella “battaglia a smartphone e tablet” sembra abbandonata già da tempo.
Non ci siamo mai illusi da questo punto di vista, sia chiaro: abbiamo sempre sottolineato come PS Vita potesse al massimo aspirare a diventare una simpatica alternativa al collegarsi su Facebook via smartphone, ma una debacle di tali dimensioni è sconcertante. Perché non muoversi con più decisione nello sviluppo di app pensate a sfruttare le peculiarità di PS Vita? Perché non migliorare, magari anche semplificandole ulteriormente, quelle già presenti sul PSN, almeno per offrire esperienze fluide e ottimizzate all’hardware di riferimento? Cosa dobbiamo aspettarci da qui a un anno? Forse, tra tutte le domande, quest’ultima ha una risposta piuttosto scontata nella sua tragicità: il nulla.
L’unico upgrade utile e interessante, in questa direzione, è l’aggiunta di un menù attivabile in qualsiasi istante, tenendo premuto il pulsante Playstation, che permette di gestire le connettività e il livello di luminosità dello schermo. Meglio di niente, viene da dire con un po’ di ironia.

L’altra faccia del software e il futuro di Vita

Dopo la delusione per le app, la PS Vita torna a farci sorridere considerano i giochi usciti nell’ultimo anno.
E’ vero: quantitativamente è riscontrabile un calo nel numero di uscite negli ultimi dodici mesi. L’iniziale entusiasmo si è spento piuttosto in fretta, lasciando al suo posto un clima di scetticismo che si è tradotto in interi mesi privi di uscite di un certo impatto. Ciononostante, a controbilanciare l’assenza dei più celebri brand, ci ha pensato la scena indie che è fortunatamente riuscita a tenere più viva che mai la softeca della console.
Qualche dato statistico, che di per sé non dimostra alcunché, ma che torna utili per farsi un’idea generale. Da febbraio 2012 a febbraio 2013 i giochi recensiti sono stati settantatre, contro i quarantatre dell’anno appena conclusosi. Quantità minore, ma qualità più alta: la media dei voti è passata da 7.06 a 7.60 (7.40 in totale).
Pur non avendo recensito ogni gioco pubblicato su PS Vita (mentiremmo se sostenessimo il contrario), è significativo che il voto più basso assegnato sia stato un 5.5, “conquistato” dal caotico e ripetitivo Draw Slasher.
Nessuna pretesa di giungere alla “verità assoluta”, vista la parzialità dei dati considerati, ma analizzando ancora più a fondo gli articoli del nostro database si evince dell’altro dell’anno appena trascorso: sviluppare su PS Vita è rischioso, visto il risicato bacino d’utenza, ma può essere vantaggioso investendo risorse a sufficienza o, meglio ancora, proponendo titoli atipici e più adatti al contesto portatile.
Al primo gruppo (quello dei titoli “costosi”) fanno riferimento produzioni del calibro dello splendido Tearaway, del riuscitissimo Soul Sacrifice e del divertente (ma non troppo) Killzone Mercenary. All’altro una galassia di videogiochi semi o totalmente indipendenti: l’affascinante Guacamalee! per esempio, l’adrenalinico Velocity Ultra, l’inquietante Lone Survivor The Director’s Cut.
Addentrandosi ulteriormente nella line-up di questo 2013-2014 si indovinano altre due tendenze.
Da una parte non perdono vigore (per fortuna) i porting. Rocketbirds: Hardboiled Chicken giunge con oltre un anno di ritardo rispetto alla release su PS3. Machinarium è arrivato su PS Vita perfino dopo il rilascio su iOS. The Jak & Daxter Trilogy è il classico remake in alta definizione adatto ai nostalgici o ai curiosi. Dall’altra parte si nota con piacere un netto differenziamento dell’offerta. Ai toni pacati e riflessivi di Quell Memento, si contrappone l’azione violentissima di Hotline Miami. Open Me cerca (riuscendoci) di sfruttare al meglio la Realtà Aumentata, mentre Rayman Legends amalgama il gameplay classico di un platform 2D con meccaniche che sfruttano con intelligenza il touch-screen. Muramasa Rebirth e Spelunky, infine, strizzano l’occhio ai videogiocatori di un tempo, stufi del risibile livello di difficoltà che caratterizza tante produzioni contemporanee.
Non è stato quindi solo un anno ricco di titoli di qualità per il portatile Sony. Complice l’abbandono di buona parte delle terze parti “mainstream” (nessun nuovo Assassin’s Creed o Call of Duty all’orizzonte), l’handheld sta finalmente trovando una sua specifica dimensione: quella di piattaforma ideale per produzioni fuori dagli schemi, ideate per un pubblico di nicchia.
Naturale chiedersi del futuro di PS Vita a questo punto. Nell’anno trascorso sono stati presentati il nuovo modello, che sostituisce lo schermo OLED con un più comune display LCD, e il controverso progetto PlayStation Vita TV, già rivelatosi fallimentare in Giappone. Inutile continuare a crogiolarsi nell’illusoria idea che un restyle o l’eventuale connettività con PS4 possano sul serio cambiare le sorti della piattaforma.
E’ molto più realistico (e maturo) accettare la realtà dei fatti: Sony per prima non vede più PS Vita come un diretto concorrente del 3DS, ormai avviato a vendere quanto il predecessore. Comunque decisa a non abbandonarla del tutto, si accontenta di vederla sfruttare dagli sviluppatori più piccoli come dispositivo su cui far approdare i loro giochi, alla ricerca di utenti che sanno valorizzare immediatezza e creatività.
E’ probabile che i fan-boy vedano la cosa come una resa senza condizioni, ma da videogiocatori tutto tondo quali siamo non possiamo che restare affascinati e soddisfatti da questa prospettiva.

Scheda Playstation Vita Il bilancio, anche per quest’anno, è ampiamente sopra il par. Sia nella tenuta dell’hardware, sia nella progressiva diversificazione dell’offerta, PS Vita è promossa. Certo non mancano riserve. I dati vendita continuano a destare preoccupazioni. All’orizzonte nessun grosso publisher sembra voler spendere più di tanto nel progetto. Lo store delle app non ha mai realmente aperto i battenti. Come se non bastasse Sony sembra arresa e ancora confusa sul futuro della piattaforma. Cerca di contenere i costi di produzione, con il nuovo modello equipaggiato di display LCD, ma poi ritorna a spacciare PS Vita per un surrogato di una console casalinga con Playstation Vita TV, e sponsorizzando alla grande la connettività con PS4. Forse sarebbe il caso che Sony facesse un passo indietro e considerasse altre realtà che non sono né quelle degli smartphone, né quella del 3DS. Aziende come Nvidia e Valve si sono già buttate o stanno per buttarsi nel mercato delle console con prodotti che puntano forte sulla scena indie e sul recupero di antiche glorie convertite in formato digitale. PS Vita, che non dimentichiamolo può contare anche su parte della softeca che fu di PSOne, potrebbe inconsapevolmente aver già anticipato un nuovo trend videoludico. Resta da vedere se Sony se ne accorgerà in tempo.