EA - Conferenza E3 2016

Electronic Arts abbandona l'E3 e presenta il suo evento EA Play: una buona occasione per mostrare titoli come FIFA 17, Battlefield 1 e Titanfall 2.

EA - Conferenza E3 2016
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I commenti e le congetture si rincorrono da mesi, e gli addetti ai lavori sembrano esserne convinti: l'E3 è inevitabilmente destinato a mutare, aprendo le proprie porte al grande pubblico, così da ritrovare quell'efficacia comunicativa che sembra essersi un po' spenta negli ultimi anni. Quest'aria di profondo cambiamento si respira evidentemente anche negli uffici di Electronic Arts, software house americana che quest'anno ha deciso di presentarsi a Los Angeles con un proprio evento dedicato, coinvolgendo non solo la stampa specializzata ma anche tutti quei fan che da anni bramano di poter partecipare in prima persona al grande spettacolo mediatico accolto dalla metropoli californiana. Forte di una line up potenzialmente inarrestabile, le aspettative per questo inedito appuntamento promozionale erano decisamente alte: eppure EA è riuscita a sbagliare clamorosamente, offrendo una conferenza decisamente sottotono, priva di ritmo, e, per quanto difficile da accettare, anche di contenuti effettivi.


Alla ricerca del contenuto perduto

Ospitato nella cornice del The Novo, non si può certo negare che l'evento EA inizi col piede giusto: terminati i saluti di rito rivolti al pubblico presente in sala così come ai tanti spettatori sparsi per il globo e connessi da casa, il celebre Vince Zampella sale sul palco, annunciando ufficialmente il tanto atteso Titanfall 2. Tra robot giganteschi, ritmi incalzanti e spettacolari scontri acrobatici, il seguito dell'apprezzatissimo sparatutto firmato Respawn Entertainment si mostra così in forma smagliante, impreziosito da un'inedita modalità single player ad una prima occhiata molto curata, che promette di esplorare ed approfondire l'interessante universo di gioco proprio a partire dal prossimo 28 ottobre, data d'uscita ufficiale del gioco, atteso questa volta non solo su PC e Xbox One, ma anche su Ps4.

Dopo aver convinto e galvanizzato la platea con un annuncio importane e confezionato in maniera più che convincente (seppur parzialmente indebolito dai tanti leak susseguitisi nei giorni precedenti), si apre l'ampia pagina dedicata agli sportivi della software house californiana, inaugurata dal nuovo capitolo di Madden, serie che da sempre raccoglie grandi successi tra i fan americani: il celebre simulatore di football non sembra presentare novità sostanziali, ad eccezione di una maggior enfasi rivolta ad esclusivi eventi multigiocatore, i quali contribuiranno ad espandere e a consolidare l'entusiasmo della community, non solo grazie al supporto ufficiale assicurato, ma sopratutto ai golosi montepremi previsti. Abbandonando i verdi campi dell'ovale, un caldo brivido ci scalda istantaneamente il cuore. Il momento tanto atteso da molti è oramai giunto: Aaryn Flinn, General Manager di Bioware, prende la parola, preannunciando di condurci per mano, e per la prima volta in assoluto, nella sconfinata galassia dell'attesissimo Mass Effect: Andromeda. Eppure qualcosa non sembra funzionare a dovere: non si poteva effettivamente immaginare evento più propizio per mostrare le prime sequenze di gameplay ufficiali di uno dei titoli più desiderati degli ultimi anni, ma quello che ci viene proposto è invece un insipido video "Dietro le quinte", in cui brevi sequenze in-game vengono alternate a scene del team di sviluppo impegnato nei lavori. La potenza indiscussa del Frostbyte Engine affiora timidamente tra i fugaci squarci di universo di gioco proposti che si susseguono sin troppo rapidamente, suggerendo la presenza di location mozzafiato, all'apparenza vaste e pulsanti di vita, da visitare grazie al nostro fidato Mako, che ritorna prepotente protagonista delle escursioni interplanetarie. Davvero troppo poco per saziare una fame che cresce oramai da lunghi ed interminabili mesi, già acuita dal rinvio ufficializzato alcune settimane fa. Mass Effect: Andromeda si fa insomma attendere ancora una volta, rischiando di scherzare in maniera potenzialmente pericolosa con la pazienza della propria fanbase, sprecando un appuntamento strategicamente importante, per un palcoscenico sul quale avrebbe potuto dominare la scena in maniera incontrastata, ottenendo una visibilità pressoché totale. Un clima di forte perplessità, che aleggia anche attorno all'immancabile FIFA 17: in diretta da Londra l'inossidabile Peter Moore annuncia l'arrivo della modalità "The Journey" per il calcistico più in voga degli ultimi cinque anni. Indossando le scarpette di Alex Hunter, giovane promessa del calcio internazionale, potremmo vivere in prima persona le gesta sportive del nostro alter ego, in una modalità single player che si rivela potenzialmente interessante per gli appassionati, ma che richiederà sforzi produttivi decisamente consistenti se vorrà offrire un'esperienza appagante e sviluppata con cura e necessaria cognizione di causa. Anche i successi sportivi di Hunter, così come quelli delle altre innumerevoli squadre presenti in FIFA 17, potranno essere vissuti ed apprezzati grazie all'utilizzo del Frostbyte Engine, al debutto assoluto per un titolo firmato EA Sports. Peccato che risulti piuttosto difficile valutare il contributo offerto dal nuovo motore grafico, dal momento che, ancora una volta, sequenze di gameplay effettivo faticano a mostrarsi, se escludiamo alcuni brevi momenti ingame durante i quali abbiamo potuto apprezzare la cura con cui stadi e giocatori sono stati riprodotti, alla ricerca di un realismo ancor più spinto, supportato da una completa riscrittura della fisica della palla così come delle routine comportamentali delle squadre, sia in fase d'attacco che di difesa. Al debutto anche la riproduzione di alcuni degli allenatori più importanti del panorama internazionale: una chicca che verrà certamente apprezzata dagli sportivi più sfegatati, ma che non entusiasma certamente più di tanto, proprio al pari dello spento intervento del celebre Jose Mourinho, presente in carne ed ossa nella capitale inglese, stranamente meno loquace del solito.

E non basta ripercorrere i passi del delizioso Unravel con Fe, primo progetto del programma EA Originals, per scuotere dal torpore uno show che non riesce ad ingranare e a convincere la platea, la quale lascia trasparire con estrema chiarezza un certo disappunto, risparmiando in maniera evidente qualsiasi forma di applausi. EA si rivela sprecona anche nel gestire l'incredibile potenzialità dell'universo di Star Wars, del quale detiene i diritti di tutti i futuri tie-in: la bella Jade Raymond si presenta sotto ai riflettori senza novità o aggiornamenti sostanziali da presentare, rubando minuti preziosi e confezionando un inutile recap di tutti i titoli dedicati alla celebre saga di George Lucas. Nulla di concreto da mostrare, per una sequela di futuri progetti che rimangono ad oggi avvolti nel più fitto mistero; una "dimostrazione di forza" del tutto inefficace e fine a sé stessa, che stenta ad alimentare la macchina dell'hype. Hype che viene definitivamente soffocato in chiusura, quando al promettente Battlefield 1 vengono dedicati solo alcuni minuti: la bontà del lavoro operato dai ragazzi di Dice viene riconfermata dalla spettacolarità delle brevissime sequenze di gioco mostrate, ma lo spazio dedicato allo sparatutto ambientato nella Prima Guerra Mondiale risulta ancora una volta insufficiente a saziare le elevatissime aspettative dei giocatori, ai quali non resta altro da fare se non attendere la beta prevista per la fine dell'estate, alla ricerca di un entusiasmo che sembra rimasto intrappolato negli uffici di EA.

Electronic Arts La formula inaugurata da questo primo EA Play fallisce miseramente il proprio esame di ammissione, proponendo uno spettacolo indubbiamente dimenticabile, del quale risulta difficile salvare qualcosa. Ritagliandosi uno spazio tutto suo EA cerca di monopolizzare l'attenzione del pubblico e della stampa specializzata, forte anche di una delle line up più promettenti e consistenti degli ultimi dieci anni. Titanfall 2 apre le danze, caratterizzando però il momento più alto e interessante dell'intera conferenza. I restanti cinquanta minuti si rivelano un susseguirsi ininterrotto di inconsistenti aggiornamenti sullo stato dei lavori di numerosi progetti, molti dei quali faticano ancora a mostrarsi per la prima volta. La software house americana non finalizza così i propri sforzi organizzativi, salutando i palchi ufficiali della kermesse losangelina ma guadagnandone ben poco in termini di immagine e di attenzione mediatica, scontentando la propria fanbase con uno spettacolo incapace di brillare di luce propria e di valorizzare gemme del calibro di Mass Effect: Andromeda, un progetto verso il quale continuiamo a nutrire enormi aspettative, ma che comincia a farsi desiderare un po' troppo.