Speciale Europa Creativa - Ecco i Videogame

MEDIA DESK ITALIA presenta il bando a sostegno dello sviluppo di videogiochi del nuovo Programma Europa Creativa

Speciale Europa Creativa - Ecco i Videogame
Articolo a cura di

Martedì 18 febbraio, presso la Sala Rocca della Direzione Generale Cinema, a Roma, si è tenuto l’incontro di presentazione del nuovo programma “Europa Creativa”, il piano di sostegno comunitario al settore culturale e audiovisivo europeo. Ne parliamo su Everyeye perché, per la prima volta, il programma prevede una sezione specificatamente dedicata al videogioco, con un sostegno diretto per l’ideazione e lo sviluppo di progetti di videogiochi destinati al mercato europeo ed internazionale, che mette a disposizione degli studi europei un budget complessivo di 2.5 milioni di Euro.
Non si tratta di un budget enorme, è anzi piuttosto contenuto se pensate che dovrà essere diviso per finanziare tutte le domande accolte fra quelle che arriveranno dai Paesi facenti parte dell’Unione, ma ha un valore simbolico enorme e prospettive molto interessanti: fino ad oggi il videogioco, a livello di istituzioni europee, non è mai stato riconosciuto come opera a se stante, ma considerato solo come prodotto ancillare, ovvero strumento di supporto ad un progetto audiovisivo come può esserlo soprattutto un film (insomma, solo nei termini di quello che qui chiameremmo “tie-in”). Con queste nuove disposizioni, il videogioco raggiunge finalmente lo status di opera dell’ingegno e per almeno i prossimi 7 anni sarà possibile fare affidamento anche sull’Unione Europea per reperire i fondi necessari alla realizzazione di un nuovo titolo.

I lineamenti del programma

L’incontro alla Direzione Generale Cinema, fortemente voluto da AESVI, rappresentata dal suo Segretario Generale, Thalita Malagò, ha visto la partecipazione delle Istituzioni nella figura del Direttore Generale Mibact - D.G. Cinema Nicola Borrelli, ed è stato condotto da Giuseppe Massaro e Roberto Liggeri, Direttore e Project Manager dell’Associazione MEDIA Desk Italia, incaricata di supportare gli sviluppatori nella redazione delle domande di finanziamento.
È stato Liggeri ad entrare nello specifico delle caratteristiche del bando EAC/S31/2013, di fronte ad una platea composta di addetti ai lavori, per lo più giovani imprenditori e sviluppatori, rappresentanti di una realtà che potrebbe diventare - o essere già - il futuro del videogioco in Italia.
Per prima cosa Liggeri ha tenuto a precisare il carattere del bando, volto a promuovere la circolazione di opere europee all’interno del mercato comune e dall’impianto votato alla promozione commerciale: non si tratta di un finanziamento puramente culturale, ma un mezzo per dare concretezza alla produzione videoludica europea, sebbene, visti gli importi modesti dei finanziamenti, non ci si potrà certo aspettare che dal programma Europa Creativa nascano i nuovi Uncharted o Halo...
Il contributo europeo prende infatti due forme, entrambe a fondo perduto e non cumulabili fra loro, che sono intese per coprire il 50% dei costi ammissibili presentati dal produttore. Per chiarire, questo significa che se si presenta un progetto che prevede, ad esempio, €20.000 di costi, il contributo europeo non potrà coprirne più di €10.000, posto che vengano effettivamente riconosciuti in linea con i parametri dettati da Bruxelles.

Le due forme di finanziamento di cui dicevamo sono le seguenti:

- Finanziamento da €10.000 a €50.000 per lo sviluppo di un idea, ovvero il CONCEPT di un videogioco. In questo caso il finanziamento è volto a mettere il richiedente in condizione di sviluppare la propria idea, creare storia, personaggi, ambientazioni che poi saranno la base per lo sviluppo di un videogioco.

- Finanziamento da €10.000 a €150.000 per lo sviluppo effettivo del progetto, fino alla realizzazione di un prototipo giocabile.

Sono due forme di finanziamento volte a coprire due momenti diversi della realizzazione di un videogame, la prima più concettuale, la seconda più effettivamente produttiva. Apparentemente la prima ipotesi sembra più orientata a promuovere la crescita di nuove realtà, la seconda volta a supportare società già un poco più strutturate, ma ci sono una serie di paletti importanti che comportano una profonda scrematura rispetto ai progetti presentati.
Per la valutazione delle domande giocano infatti tutta una serie di fattori che contribuiscono al raggiungimento di un punteggio il cui massimo è 100/100. Alcuni criteri hanno un meccanismo di valutazione automatico, come la presenza di accordi di co-produzione internazionale, naturalmente a livello europeo, o il criticato sistema di attribuzione di 5 punti in più per i paesi considerati mercati “piccoli”. Questo criterio in ambito videoludico risulta controproducente per l’Italia, perché tiene conto del mercato interno del Paese ma non dell’effettiva dimensione della produzione. Questo porta a paradossi per i quali richieste di finanziamento provenienti dalla Finlandia, che in termini produttivi è un paese forte, hanno di base 5 punti in più rispetto alle richieste provenienti dall’Italia, che in termini di produzione è ancora una piccola realtà.
Altri aspetti sono soggetti ad una valutazione demandata ad un panel di esperti di settore, chiamati a valutare le richieste, fra gli altri criteri, sul piano dell’originalità, dell’innovazione e in merito alla componente narrativa, che dall’Unione è stata considerata un metro di valutazione molto rilevante. Questo aspetto sembra essere un portato della derivazione cinematografica del bando, ma appare evidente che rappresenti una strettoia poco adatta non solo al mercato videoludico, ma in particolare al tipo di prodotti che è sensato pensare di realizzare con i finanziamenti erogati: soprattutto i mobile game e i browser game hanno frequentemente il loro focus su aspetti non legati all’aspetto narrativo, senza contare che un vincolo del genere sembra escludere a priori simulazioni sportive o giochi di società.
Altro aspetto che crea una barriera all’accesso al bando è data dall’esperienza pregressa, per la quale si può richiedere il finanziamento solo se si ha all’attivo la realizzazione di un videogioco effettivamente commercializzato a partire dal 2011. Questo esclude dalla competizione per i finanziamenti gli sviluppatori alle prime armi e quanti non hanno ancora uno storico da far valere, inoltre i criteri di valutazione del concetto di “commercializzazione” sono fonte di alcune perplessità, perché essendo mutuato dal settore cinematografico, non considera esplicitamente forme di monetizzazione esclusive dei videogiochi, come la distribuzione gratuita dell’opera che poi genera profitti con il meccanismo delle microtransazioni in-game, o della pubblicità in game a mezzo banner, che sembra porti il prodotto ad essere considerato direttamente un advergame e quindi non ammesso. Si tratta di aspetti importanti sui quali le Istituzioni Europee saranno chiamate a riflettere, per tenere conto delle specificità di un mercato peculiare e molto variegato, che basa in alcuni casi i propri ritorni economici su business model inapplicabili in altri contesti.
La scadenza di questo primo bando è stata fissata tassativamente per il 28 marzo alle 12.00, ora di Bruxelles. Non verranno accettate domande recapitate alle istituzioni oltre tale scadenza.

IIDEA Sicuramente è evidente come l’iniziativa sia ricca di aspetti che andranno limati e corretti, in parte dovuti alla composizione di un documento che non ha piena coscienza delle dinamiche specifiche del mercato del videogioco e che quindi ha esteso in modo più o meno diretto le modalità di accesso ai fondi europei studiate per il cinema nel corso dell’esperienza ventennale del programma MEDIA. Malgrado questo, si tratta di un’opportunità davvero importante, un passo fondamentale verso il riconoscimento del videogioco come prodotto culturale e reale possibilità di sviluppo per i paesi dell’Unione. La speranza è che le Istituzioni si dimostrino lungimiranti e sensibili nell’accogliere le richieste di modifiche e correzioni che verranno dal settore. In tal senso AESVI si è già attivata e proposta come raccoglitore e promotore delle istanze degli sviluppatori italiani, agendo in collaborazione con l’Associazione MEDIA Desk Italia in un’ottica di valorizzazione dei prodotti italiani che speriamo possano trovare in questo un vero volano per la loro affermazione. Ulteriori informazioni, approfondimenti e tutti i documenti ufficiali possono essere rintracciati sul sito dell’Associazione Media Desk Italia e sul sito ufficiale europeo del programma Europa Creativa.