Everyeye alla GamesWeek 2011

Everyeye al GamesWeek!

Everyeye alla GamesWeek 2011
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Tre sedie, un tavolino, un piccolo bancone, tre lampade alogene, due postazioni di gioco; c'è anche una cassettiera, il tutto cintato tra due pannelli alti, su per giù, tre metri buoni. Lo stand di Everyeye.it, all'appena conclusasi Games Week, non era indubbiamente generoso sotto il profilo delle dimensioni. Funzionale, questo sì. Accogliente, assolutamente. Ma piccolo. Eppure, citando la guida ufficiale della manifestazione, Everyeye.it "è il portale di videogiochi, cinema, tecnologia e fumetti preferito da 1 milione di visitatori unici". Sono tantini, ne converrete. Posizionato al crocevia fra Microsoft e Activision, con le spalle coperte da Max Payne 3 e Arkham City, ed il fianco sinistro salvaguardato da Rage e Skyrim, più di mille persone vi sono passate attraverso, magari per dare una sbirciatina a chi si nasconde dietro le sue pagine web, chi firma gli articoli, chi sviluppa, chi si becca "il grano giocando tutto il giorno coi giochini" (cit.).

Solo per voi

Questo articolo è per voi, è dedicato esclusivamente ai nostri lettori. Quelli che sono venuti per stringerci la mano, per fare quattro chiacchiere, per salutarci; quelli che volevano solo la t-shirt; quelli che, appollaiati chissà dove come giovani condor, planavano sullo stand solo durante l'aperitivo; quelli che si sono divertirti con Fifa 12, Pes 2012, Gears of War 3 ed Halo Anniversary, fatti girare a rottura sulle nostre demostation; quelli che il forum non sanno cosa sia e che non hanno tempo di commentare;

quelli che gli articoli non li leggono, ma adorano parcheggiarsi su forumeye; quelli che sono fan della nostra pagina Facebook; quelli che si spupazzano i nostri podcast HD sulla propria Apple TV; quelli che chiedono l'app ufficiale di Everyeye.it; quelli che lasciano il curriculum, che citano i nostri pezzi nelle loro tesi; quelli che hanno il poster del Vanon sopra il letto; quelli che chiedono di confessarsi da Gfx spacciandosi per moderatori; quelli che richiedono maggior spazio agli indie games perché sono, appunto, sviluppatori indie; quelli che adorano come scriviamo; quelli che sbavano sul completino di Arianna; quelli che sbavano sul completino di Arianna; quelli che sbavano sul completino di Arianna; quelli che non possono stare senza Everyeye.it; quelli che ci additano come venduti; quelli che apprezzano la nostra onestà intellettuale; quelli che si attaccano i nostri adesivi sulla fronte; quelli che hanno visto le nostre "quote" negli spot tv e sui pack dei giochi; quelli che ci seguono, con benevole simpatia, da 11 anni, da quando un gruppetto di ventenni ha dato il via, per scherzo, per passione, per mettersi alla prova, ad un progettino chiamato Dreameye.it.
Se oggi Everyeye.it è tra i primi tre siti italiani di settore è soprattutto merito vostro. E volevamo festeggiare con voi nel primo consumer show italiano dedicato ai videogiochi.

Consumer Show

Senza il conforto di dati certi, con le sole proiezioni dei ticket venduti nei primi due giorni, è difficile quantificare quanti visitatori si siano fiondati lo scorso week-end al MiCo, Gate 3, di FieraMilanoCity. Al di là dei proclami -sensazionalistici- del pre-fiera, non pensiamo di sbagliare dando credito ai sussurri di corridoio che fermano il counter dei partecipanti vicino ai 30.000. Un successo, quindi, per Aesvi -l'associazione di categoria- e per gli espositori. E per gli utenti? Il taglio dell'evento, sicuramente familiare e poco incline alle esigenze hardcore, era pensato a misura del mercato di massa italiano, con le console a farla da padrone nei padiglioni allestiti sulla scorta dei titoli già disponibili nei negozi. Escludendo PS Vita, Mass Effect 3 e Max Payne 3, il resto era un'interessante accozzaglia di opere già viste, testate, toccate con mano, o comunque di prossima uscita (AC Revelations, il nuovo Zelda sfortunatamente sfigurato dalla connessione via cavo composito). Non vogliamo però passare per degli schizzinosi: le postazioni di gioco erano abbondantemente distribuite all'interno del padiglione, gli spettacoli coreografici non sono mancati al pari dei tornei, e le sfilate di cosplayer hanno anch'esse timbrato il cartellino. A latitare è stata la voglia di scommettere sulla maturità culturale del mercato italiano: sono mancati quindi gli incontri con gli sviluppatori, le conference con le figure chiave dell'industria o su aspetti tematici che gravitano attorno allo sviluppo di un videogioco. E' mancata la volontà di offrire un punto di vista e di contatto fra realtà del lavoro e videogiochi, sprecata l'occasione di certificare l'interesse della politica nei confronti di un industria che, solo nel Bel Paese, vale più di 1 miliardo di euro, con il solo Movimento contro la disinformazione sui videogiochi a tenere banco contro le prassi più bieche dalla stampa sensazionalistica e della controcultura demagogica. E' mancata una reale finestra sugli indie games, sugli sviluppatori indipendenti, o sulle Game Art, confinati in spazi esigui e senza un reale supporto, di visibilità e di immagine, da parte dell'organizzazione. E' mancato quindi lo spessore, comunque prevedibile per questa prima edizione, e la stratificazione dell'offerta. E' mancata la sensibilità, il coraggio di pensare ad un prototipo di utente italiano meno standardizzato, così come la voglia di offrire dei contenuti, al di là dei prodotti da classifica.
Sarà per il prossimo anno. E voi, cosa vorreste dalla Games Week 2012?