Gears of War 4 analisi del Multiplayer

Il PvP di GoW 4 si conferma punto di riferimento per il genere: rapido, violento, brutale, è pronto a fare irruzione nel panorama eSport.

Gears of War 4 analisi del Multiplayer
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Disponibile per
  • Pc
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • Vi abbiamo già raccontato le nostre opinioni su Gears of War 4, nuovo capitolo della gloriosa saga avviata da Epic nell'ormai lontano 2006. Dieci anni dopo l'esordio, il brand torna alla ribalta, con un quarto episodio molto conservativo che sta facendo innamorare ancora una volta milioni di fan. Abbiamo ribadito più volte che la parte più convincente dell'intera produzione è senza ombra di dubbio il multiplayer competitivo: modalità che non sente il peso degli anni, e che continua a rappresentare un punto fermo per gli amanti dei TPS, conservando quell'unicità che permise al capostipite di diventare una pietra miliare per i fanatici del genere.
    Fino a poche settimane fa, del resto, il primo Gears era ancora molto giocato in ambito competitivo, con una community che ha sempre fatto fatica a trovare un degno successore. A soppiantare il titolo d'esordiodi Marcus Fenix non ci sono riusciti i vari sequel, ma quest'anno la musica è cambiata. Gears of War 4 ripropone infatti la struttura collaudata del suo "antenato", arricchita però da una serie di piccole aggiunte e migliorie che trasformano l'esperienza in qualcosa di unico. In questo speciale di approfondimento dunque vi spiegheremo perché il PvP di GoW4 è il cuore pulsante del titolo di The Coalition, cercando di capire in cosa e perché si distingue da tutti gli altri.

    Sangue, sangue, sangue!

    Non appena si avvia un match multiplayer in Gears of War 4, si capisce che i ragazzi di The Coalition hanno badato più alla sostanza che alla forma. Il reparto online rinuncia infatti a qualche finezza in termini di dettaglio grafico, per poter garantire i 60fps. Che, vi assicuriamo, sono una vera gioia per gli occhi, ma anche per il divertimento. Scendere a qualche compromesso per poter aspirare alla massima fluidità è l'approccio più efficace per quei prodotti che hanno un'anima frenetica e competitiva come Gears.
    Forse anche a causa di questa "impennata" nel framerate, il ritmo delle partite è leggermente più elevato rispetto a quello del primo capitolo, mentre le dinamiche e i meccanismi di gioco si conservano inalterati: il fucile a pompa sarà sempre e comunque il vostro migliore amico, e le varie power weapon che compariranno nella mappa durante il match faranno certamente la differenza. La peculiarità di Gears è quella di stimolare certamente il teamwork, permettendo al contempo al singolo di poter fare la differenza. L'abilità del giocatore è determinante, e diverse partite si risolveranno grazie all'esito di un feroce "uno contro uno". Non manca la varietà: che siate puristi dei deatmatch o che cerchiate qualcosa di più elaborato, Gears saprà soddisfare le vostre esigenze. Si parte appunto dalle modalità più tradizionali, come il Deatmatch a Squadre, per poi arrivare a grandi classici della saga come Esecuzioni, passando per gradevoli aggiunte come Dodgeball.
    In particolare quest'ultima ha saputo colpirci sin dalle prime prove durante il periodo di beta: per vincere la partita sarà necessario eliminare tutti i membri del team avversario, prestando attenzione però a non farsi uccidere, e far così guadagnare un respawn al team avversario. Approfondendo tutte le sfaccettature di questo game mode abbiamo notato come incarni alla perfezione l'anima del titolo, rendendo necessaria la cooperazione tra i vari compagni di squadra senza però scoraggiare le intuizioni dei "fuoriclasse", che possono esibirsi in rocambolesche giocate in inferiorità numerica. Seguono poi, in ordine di gradimento, Guardiano (in cui bisogna uccidere il leader della squadra avversaria per bloccare il respawn dei nemici), e Corsa agli Armamenti (qui l'arma in dotazione alla squadra cambierà ogni 3 kill, e il team vincitore sarà quello che riuscirà ad "esaurire" per primo la serie di bocche da fuoco). L'offerta generale, insomma, è sicuramente densa e variegata, e sostanzialmente tutte le modalità proposte hanno qualche spunto d'interesse. A proposito di armi: l'arsenale in dotazione ai nuovi nemici, i Debees, ha portato qualche novità anche nei match multiplayer. In particolare si distinguono l'Enforcer e l'Embar, rispettivamente una mitraglietta SMG che punta tutto sulla cadenza di fuoco, e un fucile da cecchino che spara impulsi di elettricità in grado di asportare letteralmente il cranio dal collo dei nemici, ma che richiede un buonissimo tempismo. Il bilanciamento complessivo, anche al netto delle nuove introduzioni, ci è parso ottimo.

    Un risultato ottenuto non solo studiando attentamente gli equilibri che regolano l'utilizzo delle armi, ma anche lavorando sulla struttura dei match e delle mappe. Esistono ad esempio delle Power Weapon che durante le partite fanno la differenza, ma le mappe simmetriche e il tempo di respawn delle armi non elevato permettono comunque di mantenere un buon equilibrio, dando la possibilità ad entrambi di team di ribaltare le sorti di un match anche quando si sono ormai perse le speranza. Le mappe in questo senso hanno giocato un ruolo da sempre fondamentale: la struttura regolare e simmetrica permette di organizzare tattiche molto precise, e soprattutto non avvantaggia uno o l'altro team a seconda del punto di respawn. Al momento i playground disponibili sono dieci, e alternano con successo atmosfere dark a toni più colorati, con la punta di diamante rappresentata dell'evergreen Ingorgo (che, diciamo la verità, è sempre un piacere poter rigiocare).
    Ad aumentare infine il coinvolgimento dei più competitivi ci sono le Carte Versus, ovvero degli obiettivi che possiamo prefissarci prima dell'inizio di ogni match, e che se portati a termine ci ricompenseranno con crediti o punti esperienza. Una bella scusa per sperimentare nuovi stili di gioco, oppure per ottenere i crediti con cui acquistare nuovi "pacchetti" di carte.

    Pro Circuit

    Da quest'anno Gears of War fa sul serio anche e soprattutto in ambito eSport: sono presenti infatti le partite classificate, con tanto di sistema ranking interno che in base ai vostri risultati vi piazzerà in una delle leghe disponibili. Come ormai di consueto la classifiche si azzereranno ogni stagione, dando la possibilità quindi a chiunque di fare pratica e finire tra i migliori nella stagione successiva. Non è tutto però, perché il nucleo della competizioni è il Pro Circuit di Gears, gestito da MLG e GFINITY con il supporto e la collaborazione dello studio The Coalition. Si tratta sostanzialmente di un enorme circuito di ladder e tornei che permetteranno ai team migliori di giocarsi il montepremi di 1 milione di dollari, il prossimo giungo. Stiamo parlando di una movimentazione enorme che comprenderà Europa, Nord America, America Latina e Asia; una competizione worldwilde che non è una vera rivoluzione nel panorama competitivo, ma che invece rappresenta una conquista importantissimo per gli sparatutto in terza persona, che non hanno mai avuto un esponente così in vista. Se volete partecipare con l'aspirazione di portarvi a casa tutto il malloppo, o semplicemente per provare l'ebrezza e l'adrenalina della vera competizione, collegatevi al sito gears.gg per trovare tutte le informazioni di cui avete bisogno.

    Gears of War 4 Il multiplayer di Gears of War 4 è il degno erede di quello, storico, del primo capitolo. Mentre in altri settori il conservatorismo di questo episodio non è facilissimo da sopportare, nei match online l'aderenza al canone classico non si può che apprezzare. Ad oggi, del resto, l'esperienza competitiva proposta dal titolo di The Coalition è una delle poche in grado di distinguersi in seno al genere dei Third Person Shooter. Per altro, bisogna ribadire che il PvP è sì conservativo, ma non immobile o paludato: anzi, le aggiunte in termini di contenuti sono intelligentissime, e i 60 frame al secondo cambiano in maniera percepibile i ritmi di gioco, ora più accesi anche se non schizofrenici. Nel definire un reparto online davvero eccelso, le modalità svolgono un ruolo fondamentale, così come le mappe: precisi, vari e tutti con i propri tratti distintivi, i game mode completano un'offerta che è irrinunciabile per gli amanti del genere. Ottime anche le prospettive per chi vuole darsi all'agonismo, grazie ad un Pro Circuit dalla proporzioni immense. Speriamo quindi in un supporto continuo del team, che dovrà proporci novità su base regolare.

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