Guida per sopravvivere all'Hype da Red Dead Redemption 2: i Migliori Videogiochi Western

Rockstar Games riaccende la passione per la frontiera con il trailer di Red Dead Redemption 2: scopriamo altri giochi Western degni di attenzione.

Guida per sopravvivere all'Hype da Red Dead Redemption 2: i Migliori Videogiochi Western
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Stadia
  • Ci siamo. Dopo indiscrezioni emerse ad arte e tweet pubblicati solo per far salire vertiginosamente la barra dell'hype, Rockstar Games ha finalmente svelato Red Dead Redemption 2, sequel (spirituale?) di quel capolavoro - uscito ormai la bellezza di sei anni fa - che ci colpì in pieno volto con atmosfere, protagonisti e scorci indimenticabili dell'ovest statunitense di inizio '900. Da quanto sappiamo in questo momento, dovrà passare più di un anno prima di poter tornare a cavalcare verso la polverosa frontiera americana. Un anno che, come sapete, verrà scandito da video, diari di sviluppo, polemiche relative all'assenza della versione PC e alla presenza di una non meglio precisata componente online.
    Insomma, siamo alle solite. Noi, dal canto nostro, ci godiamo questo momento e il primo trailer ufficiale, dandovi qualche suggerimento per ingannare il tempo e sopravvivere all'Hype.
    Il presente articolo, avrete capito, contiene un elenco delle migliori produzioni videoludiche ambientate nel selvaggio West che potreste voler rigiocare in questi mesi. Tralasciando l'ambito cinematografico, nel corso della lunga storia videoludica il fascino della frontiera americana ha colpito molti team di sviluppo, i quali più volte si sono cimentati nell'impresa di condensarlo su stringhe di codice.
    Per esempio, ci hanno provato - forse per primi - tre ragazzotti americani nel 1971 con il loro The Oregon Trail, avventura testuale condita da qualche pixel statico che permetteva al giocatore di ripercorrere uno dei percorsi battuti dalle carovane di emigrati che si avventuravano verso uno sconosciuto occidente. Ci ha provato, in tempi più recenti, anche la nostra Simulmondo riversando in digitale le avventure di uno dei personaggi più amati della scuderia Sergio Bonelli: il cowboy senza macchia Tex Willer. Titoli dedicati alla crudeltà di un territorio ostile e sconosciuto e all'epopea di sceriffi, bande di criminali incalliti e risse da saloon, insomma, ne sono usciti a bizzeffe. Ma quali sono i titoli che hanno segnato la storia del genere?

    Red Dead Revolver

    Due di questi, come dicevamo, li conoscete già e appartengono a un brand che Rockstar è riuscita a far fruttare a dovere grazie a una lungimiranza imprenditoriale non comune. La proprietà intellettuale e il marchio, infatti, all'epoca in cui si iniziò a sentirne parlare non risultavano di proprietà della software house che ha dato i natali a GTA.
    L'idea di uno spaghetti-western videoludico venne a un talentuoso team di sviluppo conosciuto come Angel Studios il quale propose il progetto a Capcom che, però, non se ne curò più di tanto. Successivamente, il team iniziò a gravitare nell'orbita di Rockstar venendone attratto inesorabilmente. Vi basti sapere solo questo: Angel Studios cambiò nome in Rockstar San Diego portando a compimento lo sviluppo di Red Dead Revolver. Quest'opera, giunta nel 2004 su PlayStation 2 e Xbox, attingeva a piene mani dall'immaginario letterario e cinematografico dedicato alla frontiera americana per presentare al giocatore una corposa trama intrisa di vendetta ed eroismo la quale infondeva e delineava con grande maestria, attraverso una costate citazione di produzioni cinematografiche degli anni '50 e '60, i contorni della perfetta epopea western.

    Red Dead Redemption

    Come già sappiamo, l'ambizione non permise ad Angel Studios/Rockstar San Diego di adagiarsi sugli allori e, circa sei anni più tardi, arrivò Red Dead Redemption: capolavoro indiscusso capace di dettare nuovi standard qualitativi per i free roaming, nonché uno dei migliori titoli della scorsa generazione di hardware. Chi non ha mai indossato i panni dell'eroe dannato - suo malgrado - John Marston dovrebbe cospargersi il capo di cenere. Red Dead Redemption rappresenta la radicale evoluzione dell'idea originaria, ma non solo.
    La struttura di gioco, degna del migliore GTA, fu supportata da un'inedita libertà decisionale e d'azione mai viste prima d'allora. Inoltre, l'intreccio narrativo di Red Dead Redemption rimane sempre focalizzato sulla tematica della "ricerca", al pari di un poema cavalleresco moderno che attinge dalla storia (e mitologia) americana dei primi del '900 con garbo ed estrema coerenza. Ciò conferiva enorme spessore e credibilità ai personaggi, al contesto e alla tragica vicenda umana di un protagonista tra i più iconici e riusciti degli ultimi anni. L'affresco dipinto dal team di sviluppo è, insomma, di quelli che non si dimenticano tanto facilmente; talmente ricca di sfaccettature che l'unica maniera per apprezzarla completamente è viverla in prima persona, in ogni suo istante.

    Desperados: Wanted Dead or Alive

    Altro giro, altra cavalcata nel Far West. Dopo le due pietre miliari targate Rockstar, torniamo tra i "mortali" con Desperados: Wanted Dead or Alive. Il titolo, sviluppato dalla defunta software house tedesca Spellbound (team responsabile anche di Arcania 4), è stato definito il "Commandos del Far West" per le molte caratteristiche condivise con l'altra famosa serie strategica/stealth che caratterizzò gli anni a cavallo del duemila.
    Pur non brillando per grandi spunti originali, la fatica di Spellbound riuscì comunque a ritagliarsi un posto al sole tra gli strategici di quegli anni, proponendo un'ambientazione evocativa presentata attraverso una pregevole visuale isometrica bidimensionale, personaggi carismatici e un gameplay tattico-strategico variegato e ben studiato che si adagiava alla perfezione su un level design pressoché perfetto. In Desperados, infatti, abbiamo accompagnato il carismatico cacciatore di taglie John Cooper e i suoi cinque vecchi compagni di scorribande (dotati di abilità uniche) attraverso aridi deserti, pueblo indiani abbandonati, polverosi avamposti, risse da saloon e miniere abbandonate nel tentativo di catturare il pericoloso bandito El Diablo. Desperados riuscì a guadagnarsi anche un seguito: Cooper's Revenge, ma la debole accoglienza da parte del pubblico e le critiche piovute sulla serie ne decretò la prematura dipartita lasciando gli appassionati di strategia orfani di un prodotto dal grande potenziale.

    Gun

    Gun, titolo sviluppato da Neversoft, si impose all'attenzione del pubblico, grazie a un intreccio narrativo probabilmente non originalissimo, ma decisamente ben scritto e capace di accorpare in sé i temi più forti dell'immaginario western. Il titolo pubblicato da Activision (anche su PSP), narra le vicende del giovane Colton White, abile pistolero la cui - relativamente - tranquilla vita da cacciatore viene sconvolta durante una normale giornata di "lavoro". Da queste veloci premesse prendeva piede una storia forse troppo breve , ma davvero intensa e ben sceneggiata la quale, peraltro, aveva il merito di calare situazioni e personaggi (ottimamente caratterizzati) in un'ambientazione western davvero curata.
    Anche GUN è un fiero esponente degli action-adventure inquadrati in un scenario quasi interamente free-roaming infarcito di intensi scontri a fuoco che permettevano al giocatore di primeggiare in violente sparatorie grazie a un arsenale alquanto vario e abbastanza bilanciato. All'epoca, ciò permise al titolo western di Neversoft di imporsi nel panorama videoludico con una certa facilità, anche se una grossa mano la diede la latitanza di concorrenti in quella particolare fetta di mercato.

    Outlaws

    Outlaws uscì nel lontano 1997 per opera della mai troppo rimpianta LucasArts. Il titolo, all'epoca, fu uno degli ultimi a utilizzare un engine bidimensionale: il Jedi Engine, evoluzione di quello utilizzato in Doom e lo stesso motore che muoveva Dark Forces. In effetti il gioco era già tecnicamente vetusto quando giunse sul mercato, basti pensare che nel 1997 potemmo giocare a Quake 2 col suo id Tech 2, piccolo gioiellino di potenza tecnica.
    Outlaws fu un FPS lineare che ci catapultava in una storia western estremamente inflazionata e piena di cliché fin dai primi istanti di gioco ma, tutto sommato, il titolo riuscì a farsi apprezzare per ben altre caratteristiche. Prima tra queste fu la splendida realizzazione delle cut scene di intermezzo che si fregiavano di uno stile cartoonesco e di un doppiaggio in lingua italiana quasi cinematografico (basti pensare che il protagonista venne doppiato da Claudio Moneta). L'esperienza di gioco, inoltre, veniva accompagnata da una soundtrack d'eccezione che omaggiava i lavori di Ennio Morricone. La colonna sonora venne arrangiata da un compositore di grande talento, un certo Clint Bajakian che successivamente lavorò su alcune serie che probabilmente conoscerete molto bene: Uncharted e God of War.

    Call of Juarez: Gunslinger

    Il team polacco Techland è conosciuto principalmente per la partnership stretta con il sindacato dei cadaveri ambulanti che ha permesso la nascita di ben due IP: Dead Island e Dying Light. Prima della eccitante deriva zombie, però, Techland esplorò la sconfinata frontiera americana attraverso una proprietà intellettuale dall'andamento estremamente altalenante: Call of Juarez. La produzione Techland, dopo un primo capitolo tutto sommato ben realizzato, ha velocemente perso lo smalto degli esordi andando a esplorare, in The Cartel, un West "moderno" non proprio congeniale al team polacco.
    Narcotrafficanti, agenzie governative e protagonisti sotto copertura non hanno avuto successo in casa Techland che, anche grazie al pieno supporto di Ubisoft, nel 2013 abbandonò il moderno per ritornare con decisione alle origini con un titolo in digital delivery frenetico e divertente: Call of Juarez: Gunslinger. Il titolo si fregiava di una narrazione molto particolare: tutta incentrata su flashback narrati dalla voce roca dello stesso protagonista il quale sottolineava le sue stesse gesta. La voce profonda del narratore, unita a un comparto grafico cell shading marcato e "sporco", furono i due elementi determinanti per l'ottima riuscita dell'atmosfera da selvaggio West.

    Oddworld Stranger's Wrath

    Veniamo al primo Special Guest/Outsider di questa rassegna dedicata al Far West: Oddworld Stranger's Wrath, appartenente alla splendida saga Oddworld la quale ha rappresentato una delle esperienze più importanti dell'intera storia videoludica. Gli Oddworld Inhabitants proposero un action shooter basato su un ottimo mix tra fantasy e western ambientato in una frontiera desolata con un protagonista, lo Straniero, caratterizzato a tutto tondo. Oddworld Stranger's Wrath forse non è l'opera più riuscita - o rappresentativa - degli Inhabitants; ciò nonostante, questo particolare titolo merita d'essere ricordato, anche solo per le ore di divertimento che seppe donarci.

    Special guest: Schiaffi & Fagioli

    In questa lunga rassegna non poteva mancare Schiaffi & Fagioli, opera prima di cinque ragazzotti italiani che hanno pensato bene di creare - per la "Spaghetti Western Jam" dello scorso anno - un picchiaduro a scorrimento che ricorda molto i vecchi titoli da sala giochi e dedicato all'epopea del West vista con gli occhi di Bud Spencer e Terence Hill. Il prodotto, non ancora completo (ma online c'è una demo che potete scaricare), è realizzato con una pixel art davvero pregevole considerata la natura amatoriale del prodotto, e si fregia di una valanga di citazioni che riprendono i più famosi film del mitico duo e molti tocchi di classe, come i super cazzotti di Bud e il "lancio del cowboy", specialità in cui il buon Pedersoli era un vero campione. Lo sviluppo di Schiaffi & Fagioli, a quanto sappiamo, dovrebbe concludersi a breve per cui, tenete d'occhio questa piccola perla.

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