Speciale IllumiRoom

Microsoft presenta IllumiRoom: proiezioni ambientali per l'illusione dell'immersività massima.

Speciale IllumiRoom
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Il CES di Las Vegas si sta rivelando una fonte inesauribile di sorprese anche per i videogiocatori. NVIDIA presenta la sua "console" portatile, quel Project Shield di cui si è fatto tanto parlare, ed un sistema pensato per il futuro del Cloud Gaming (Grid). Poi arriva Valve, con il suo Steam Box: più che una singola piattaforma, un altro modo di sfruttare la pluralità tecnica del mercato PC.
E oggi, Microsoft presenta IllumiRoom, con un video che a in brevissimo tempo il giro del Web, animando le discussioni sui forum e tornando a far sognare chi già, ai tempi dell'annuncio di Kinect, aveva largamente viaggiato con la fantasia.
IllumiRoom è il futuro? Il segno di una nuova epoca videoludica in cui l'immersione totale sia il Dictat delle aziende, ed i confini fra realtà e gioco tendano ad assottigliarsi progressivamente, fin quasi a scomparire?

Vecchi brevetti

Gli internauti più attenti non sono rimasti totalmente sorpresi da IllumiRoom. Microsoft, infatti, aveva brevettato lo scorso settembre il prototipo per una tecnologia che sfruttasse un proiettore ambientale per aumentare il grado di immedesimazione del giocatore.
Come si può vedere dagli schemi depositati, l'idea è proprio quella di "rompere" i confini dello schermo, materializzando sulle pareti della stanza una proiezione dell'ambiente circostante. Il brevetto è molto dettagliato e Microsoft sembra aver pensato proprio a tutto: persino ad un sistema che tiene conto della posizione del giocatore per evitare l'emissione di fasci di luce che lo colpiscano direttamente, riducendo di conseguenza i fastidi ed i bagliori, ma non precludendo quindi la possibilità di proiettare elementi nella parete retrostante.
Se emozionarsi con un disegno schematico era in verità piuttosto difficile, oggi ci pensa il "trailer" ufficiale di IllumiRoom a galvanizzare i videogiocatori, facendogli intravedere lo stralcio di un possibile futuro per il mondo dei videogame.

Il video è confezionato ad arte, e nonostante il "Go Big" iniziale, urlato al sistema di riconoscimento vocale, suoni come una trovata un po' estrema del reparto Marketing.
Nel due minuti del concentratissimo trailer si vede di tutto, da una stanza completamente illuminata per assomigliare al setting dell'ultimo Halo, ai fiocchi di neve che, oltre a cadere sulla pista di un misterioso Kart Game, scendono dolcemente anche sulle pareti. Ci sono poi effetti particolari che simulano l'idea del movimento, facendo tremare gli oggetti quando il protagonista del gioco spara i colpi della sua arma.
Di fronte a questo scenario, è molto facile lavorare con la fantasia e lasciarsi trasportare dall'entusiasmo. Ma siamo davvero sicuri che IllumiRoom sia il futuro che tutti stavamo aspettando?

Il cielo in una stanza

A livello tecnologico, quella di IllumiRoom è un'idea più che brillante. In questo caso le ottime potenzialità di Kinect (purtroppo usate soltanto marginalmente da sviluppatori e software house) vengono sfruttate per mappare la stanza in cui il giocatore si trova, generando quindi un modello 3D che servirà per controllare gli output di un proiettore.
Ma già arrivati a questo punto bisogna fermarsi un attimo a soppesare le proprietà del sistema IllumiRoom. Mentre l'elegante silhouette di Kinect si colloca molto naturalmente alla base del televisore, riuscirà un proiettore a trovare posto nel salotto di casa?
Nulla si sa ancora riguardo ad ingombri e costi, che sono elementi da tenere in debito conto quando ci si trova di fronte ad una tecnologia pensata per il mercato consumer. L'illusione che Microsoft ha generato, al momento, non è tanto quella di un ambiente ludico "allargato", quanto quella che fruire di questo ambiente sia già possibile ed alla portata di tutti. Questo, almeno, è ciò che suggerisce il video di presentazione.
Invece è bene sottolineare che IllumiRoom è solamente un prototipo, e che non sappiamo neppure se e come verrà integrata nella tanto attesa Xbox 720 (o Project Durango).
La stessa Microsoft non si sbilancia; anche perchè, sospettiamo, i costi per una tecnologia del genere potrebbero essere piuttosto elevati, dal momento che i proiettori a 360 gradi non sono certo diffusissimi, e comunque mai pensati per l'ambiente casalingo.
In seguito, bisognerebbe considerare altri aspetti legati soprattutto alle implicazioni ludiche.
Siamo davvero sicuri che IllumiRoom sia in grado di proporre innovazioni in termini di gameplay e fruibilità, oltre che di semplice immersione visiva? Nel visionario documento depositato all'ufficio brevetti, Microsoft immagina oggetti in movimento proiettati sulle pareti, con il giocatore che si guarda intorno o si volta per scoprire nemici lo stanno accerchiando. Questo tipo di possibilità ci sembra in verità piuttosto fantasiosa, anche in conflitto con la necessità poi di tornare con gli occhi puntati sullo schermo per inquadrare l'avversario e farlo fuori. A meno che non si pensi ad un sistema di riconoscimento motorio integrale, che avvicinerebbe quindi IllumiRoom ad una sorta di "realtà virtuale casalinga". Ma già conosciamo tutti i problemi legati all'interpretazione degli input, e i limiti che Kinect ha dimostrato.
Ricondotte all'ordine le fantasie un po' troppo ardite, IllumiRoom dovrebbe quindi essere "semplicemente" un sistema per stuzzicare la visione periferica? Per colorare la parete che sta dietro al televisore, e dare l'illusione di un ambiente più vasto e di un gioco più "avvolgente"?
Se così fosse, chi scrive trova molto meno giustificati gli entusiasmi e le ansie da grande rivoluzione tecnologica che si sono percepiti nelle ultime ore.

IllumiRoom, inoltre, ha anche qualche "contraddizione interna": l'immagine che se ne da confligge potentemente con quella del "salotto multimediale" su cui Kinect è chiamato a regnare. I grandi spazi aperti, le prospettive ampie e ben illuminate di questa "stanza delle meraviglie" che ha dominato l'immaginario del marketing legato a Kinect, finisce adesso per chiudersi nelle cupe ristrettezze di una stanza ben meno spaziosa. Insomma, IllumiRoom è un sistema per inquadrare Kinect sotto una nuova luce, rivendendolo poi ai tecnomani che amano definirsi anche Hardcore Gamer? Se così fosse, il prezzo richiesto per questo "upgrade" sarebbe davvero giustificato?
Vorremmo infine considerare un ultimo aspetto, piuttosto tecnico. E' ovvio che qualsiasi sistema di gioco, al momento di inviare al televisore il flusso di dati, non renderizza che l'immagine visualizzata sullo schermo, e non un ambiente tridimensionale nella sua completezza. Il carico computazionale richiesto per calcolare anche quello che c'è "oltre lo schermo", peserebbe come un piombo sulle performance della macchina. E anche se la nuova generazione di Hardware è ormai alle porte, siamo sicuri di voler reindirizzare parte della potenza di calcolo per materializzare evanescente immagini proiettate su pareti e mobilio?
Questo problema è strettamente connesso con l'impegno richiesto per sfruttare questa tecnologia. Per spingere software house e sviluppatori ad investire tempo e risorse in IllumiRoom, questa tecnologia deve diventare uno standard. E nessuna delle tre "big" ha dimostrato, in questa generazione, di avere gli strumenti e la forza per imporre una nuova periferica come standard riconosciuto dai produttori e dagli utenti. Non ce l'ha fatta Nintendo con la sua Balance Board, ma neppure con il WiiMote, non ce l'ha fatta Sony con PlayStation Move, né Microsoft con Kinect. In un mercato così ipertrofico, in cui per coprire gli investimenti c'è bisogno di vendere ad una platea più allargata possibile, l'esclusività di IllumiRoom potrebbe essere paradossalmente lo scoglio più grande per convincere i publisher ad utilizzare questa tecnologia. Così, l'idea complessiva che rimane, è quella di un raffinato esercizio di stile, che segue la filosofia "Better With Kinect": un tentativo dell'azienda di Redmond per convincere il pubblico che i giochi, sulla sua piattaforma, hanno qualcosa in più. Senza considerare, però, che i valori fondamentali per identificare la qualità di un software sono quelli del software stesso, e non orpelli esterni, fra comandi vocali e proiezioni parietali.
Nulla vieta di entusiasmarsi, nella speranza che Microsoft possa tenere bassi i costi, trovare una soluzione di design elegante (magari integrata con la nuova console), e avere la forza economica per spingere tutti i team di sviluppo a sfruttare IllumiRoom. In quel caso, il colosso dell'Xbox meriterebbe sinceri plausi. Ma forse è un po' presto per sbilanciarsi così tanto.