Nintendo: tra speranza ed amarezza

A poco più di un mese dall'E3 2016, Nintendo ha svelato i suoi piani: niente NX, niente Direct, e showfloor completamente dedicato a Zeld

Nintendo: tra speranza ed amarezza
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L'aspettativa e l'entusiasmo accumulati per mesi, tra voci e rumor di ogni genere, lasciano presto spazio ad una rassegnata delusione: un senso d'amarezza si insinua in noi, mentre il futuro di Nintendo va delineandosi in maniera non proprio entusiasmante, tra poche conferme e sin troppe incertezze. Aspettate: non stiamo parlando di quanto provato nelle ultime settimane a fronte delle notizie divulgate dalla casa di Kyoto, bensì della reazione che il Nintendo Direct dello scorso E3 aveva suscitato al termine della sua visione. In un 2014 infuocato, in cui gemme del calibro di Donkey Kong Tropical Freeze e Mario Kart 8 avevano allietato l'utenza Wii U, i tanti fan spolpavano con entusiasmo l'invidiata esclusiva di Bayonetta 2 e il ritorno di Sakurai e del suo enciclopedico Smash Bros, attendendo con irrefrenabile entusiasmo il promettente ed originale Splatoon. La speranza di quel torrido giorno dello scorso giugno era insomma quella di vedere consolidarsi la ripartenza di Wii U maturata l'anno prima, dopo un periodo di lancio di profonda crisi e confusione, tra ritardi dovuti alle difficoltà dello sviluppo HD, mancanza del supporto delle terze parti e grossolani errori di valutazione svolti ai piani alti. Con grande delusione, la fiera losangelina della scorsa estate non ha invece portato buone novelle per i fan di Mario e Samus, con un Direct globalmente sotto tono. La sensazione era quella di una Nintendo che, dopo averci provato con convinzione ma senza raccogliere i risultati sperati, avesse tirato i remi in barca, per un 2015 di transizione da trascorrere tra alti e bassi. La lineup dettagliata a Los Angeles era sicuramente valida, ma costellata da troppi titoli secondari, la cui pubblicazione sembrava essere stata "spalmata" sistematicamente nel tempo così da assicurare un volume di uscite dignitoso. Alla luce di questo deciso cambio di passo, e con il fantasma di NX ad aleggiare per tutto il web, sembrava logico cominciare a nutrire serie aspettative per il lancio della nuova console, motivati dalla voglia di tornare a sognare e ad immaginare un futuro in cui Nintendo avesse fatto tesoro degli errori commessi, decisa a riprendersi il ruolo di protagonista del mercato, insidiando quel trono attualmente occupato da Sony in ambito console. Fiduciosi nel cambio di rotta imminente, non potevamo immaginare occasione migliore dell'E3 2016 per assistere a questa necessaria rinascita; eppure, dopo le ultime settimane, qualcosa sembra essere andato storto: la festa è rimandata, di nuovo.

Aspettative tradite

Non c'è conversazione più genuina e sincera di quella condivisa dinanzi ad una fresca birra alla spina, quando ci si lancia in discussioni e fantasticherie con quegli amici coi quali condividi i tuoi hobby da anni: magari immaginando proprio le prossime mosse della casa di Kyoto, chiedendoti se quest'anno, con NX da svelare, non fosse il caso di presentarsi sul suolo californiano con le luci e i festoni di una conferenza in diretta e in pompa magna, archiviando per una volta la formula del Direct. Mentre l'amarissimo nettare dorato (a me piacciono le IPA!) inonda le papille gustative, fantasticare su di una fantomatica line-up di lancio diventa esercizio ancora più gustoso: Retro Studios, Zelda, Metroid e quell'idraulico baffuto di cui non si sente parlare da un po', divengono protagonisti principali della lunga lista dell'hype. Questo è quanto accade il sabato sera, un sabato come tanti, in cui non puoi immaginare quello che la tua settimana da Nintendaro sta per sbatterti in faccia tanto sadicamente. L'anno fiscale di Nintendo sta infatti per chiudersi, e seguire con attenzione l'immancabile incontro con gli azionisti sembra essere una buona occasione per ottenere preziose informazioni sul futuro. E non possiamo negarlo: Ninty è riuscita a lasciarci decisamente a bocca aperta, ma non per i motivi che ci saremmo aspettati. Ricapitoliamo brevemente per dovere di cronaca: NX viene confermato per marzo 2017, saltando di fatto l'importante stagione natalizia, l'hardware non sarà presente all'e3, viene confermata la natura cross-gen dell'attesissimo nuovo capitolo di The Legend of Zelda, la cui uscita slitta anch'essa al prossimo anno. Proseguendo con le "liete" novelle, il neo presidente Kimishima afferma che l'intero spazio espositivo prenotato presso il Los Angeles Convention Center verrà completamente monopolizzato da Link e soci, senza ospitare alcuna altra produzione, neanche di quelle dedicate al 3DS. Ciliegina sulla torta, alcuni giorni dopo Nintendo conferma l'assenza del canonico Direct, limitando il suo intervento promozionale ad una diretta streaming da quella Treehouse che tanta soddisfazione ci aveva regalato nel 2014, questa volta però dedicata solo ed esclusivamente al mondo di Hyrule. Tutto bene? Siete ancora lì con noi o il vortice del male di vivere ha succhiato via dal vostro corpo qualsiasi forma di gioia, trasformandovi in un guscio (di koopa) vuoto? Scherzi a parte, è impossibile immaginare una reazione serena e pacata ad una serie di notizie capace di capovolgere completamente le aspettative della community e degli esperti del settore, tutti già pronti a pregustare quel grande ritorno al quale si accennava in apertura. Accantonando per un attimo l'emotività che, giustamente, caratterizza un videogiocatore appassionato, proviamo ad inquadrare quali possano essere le motivazioni dietro una strategia così attendista e poco aggressiva. Qualche indizio ce lo da lo stesso Kimishima in un Q&A piuttosto recente: la società giapponese ha deciso di lanciare NX il prossimo anno così da assicurarsi una line up di grande spessore, non solo qualitativo ma sopratutto quantitativo, di fatto evitando di ripetere gli errori di gioventù commessi da Wii U, decisamente mal supportata nel suo primo anno di vita in quanto a cadenza d'uscite. Altre osservazioni provenienti dalla rete suggeriscono l'ipotesi di una Nintendo particolarmente cauta, impegnata nel celare il più a lungo possibile idee di design direttamente legate a NX, così da evitare che i concorrenti possano in qualche modo copiarle, come accaduto ad esempio col colorato e non troppo entusiasmante Playstation Move. Anche la conscia volontà di volersi sistematicamente defilare dalle roventi passerelle californiane non appare poi così improbabile, in un'edizione che promette di accogliere presentazioni ufficiali di nuove e fantomatiche revisioni di Ps4 e Xbox One: marchi che attualmente godono di uno stato di salute in Occidente certamente migliore se paragonato a quello di Wii U, e che potrebbero quindi rubare una sostanziosa porzione di scena a Miyamoto e soci.

Dedicare un evento specifico futuro (nella forma di un Direct o di una conferenza privata) alla sola NX non è poi una strategia così criticabile e anzi, appare piuttosto logica per un hardware manufacturer che non può permettersi di sbagliare nuovamente, e che deve massimizzare l'efficacia della propria offensiva mediatica nella maniera più remunerativa, sia in termini di immagine verso il grande pubblico che di attenzione da parte degli addetti ai lavori. Insomma, a mente fredda, dopo aver torturato il vostro peluche di Mario preferito fissandolo dritto negli occhi e pronunciando contro di lui ingiurie così pesanti da far svenire all'istante Peach e annientare la fragile psiche del tenero Toad, dovreste ammettere che le possibili motivazioni che hanno spinto Nintendo a gestire in questa maniera il lancio di NX possono risultare comprensibili, seppur non totalmente condivisibili. Ma la comprensione non può comunque giustificare una strategia che, allo stato attuale, presenta troppe falle per poter essere metabolizzata con razionalità, e che rischia di ripercuotersi tragicamente sull'immagine dell'azienda.

Fame perduta?

L'unica certezza di cui ancora disponiamo riguarda il 3DS: per quanto l'hardware dell'inarrestabile portatile risulti oggigiorno piuttosto datato, il supporto di titoli first e third party non conosce tregua, per una piattaforma che rivestirà un ruolo di importanza strategica nel prosieguo dell'anno. Dopo un 2014 un po' fiacco, l'arrivo del New 3ds sembra aver rivitalizzato ulteriormente una console che, anche se non riuscirà a bissare gli incredibili numeri del predecessore, verrà certamente ricordata come una fucina di titoli di incredibile qualità: oltre ad attendere l'arrivo di Monster Hunter X, Dragon Quest VII e VIII, Pokemon Sole e Luna ed il discusso Metroid Prime: Federation Force, Kimishima ha confermato che vi sono ancora moltissimi giochi non ancora annunciati in dirittura d'arrivo.

Sul versante portatile quindi, il clima può dirsi decisamente disteso, grazie alla consapevolezza di un futuro a breve termine in cassaforte. Una premessa che sentiamo l'obbligo di fare, dal momento che non vorremmo che i nostri successivi commenti vengano interpretati come un attacco gratuito e privo di lucidità. Di contro infatti, la situazione per Wii U è a dir poco disastrosa, e lo affermiamo senza timore: è chiaro che la compagnia non abbia oramai alcuna intenzione di continuare a posizionare la sfortunata home console al centro del proprio business, un'eventualità già leggibile tra le righe dello scorso, deludente E3 Nintendo a cui accennavamo, e che viene oggi di fatto ufficializzata dallo stesso presidente, il quale ha annunciato una produzione hardware che passerà dalle 2.800.000 unità dello scorso anno fiscale alle appena 800.000 previste per quello corrente. Nintendo insomma si aspetta un'annata caratterizzata da scarse vendite, per un taglio della produzione decisamente sostanzioso. Il pubblico non ha risposto come previsto, ed è chiaro che attualmente sia la stessa compagnia a non credere più nel Wii U: dopo Tokyo Mirage Sessions e il recentemente annunciato Paper Mario Color Splash, il panorama delle pubblicazioni home appare come una brulla e arida terra di nessuno. Da qui all'uscita di NX, per quanto ne sappiamo oggi, non giocheremo nessun altro titolo first party che non sia Zelda. E se anche tale previsione dovesse venire smentita nel corso di futuri Direct (e ce lo auguriamo), presentare il ciclo finale di vita del proprio hardware in tale maniera confermerebbe comunque una delle più grandi debolezze dell'attuale dirigenza Nintendo: una sostanziale incapacità comunicativa. Gli ultimi eventi non possono che supportare tale osservazione: dopo aver confermato con convinzione in più di un'occasione la pubblicazione del nuovo Zelda nel corso dell'anno corrente - un'eventualità ribadita addirittura nell'ultimo Direct, al termine del quale il prode Link e il fido Epona venivano accompagnati da un rassicurante logo "2016" - d'improvviso il dietrofront con un posticipo che non ti aspetti. E non te lo aspetti a maggior ragione perché parliamo di Nintendo, la quale raramente è stata associata a quei rinvii che invece, per troppo tempo, hanno abbondato nei comunicati stampa dei competitor, sopratutto in quelli provenienti da casa Sony. Non è questo il modo di accompagnare il proprio hardware verso la tanta agognata pensione, staccando improvvisamente la spina e annunciandone di fatto, e neanche troppo velatamente, la morte cerebrale. Diciamocela tutta: Wii U, per quanto si sia rivelato un insuccesso commerciale indiscutibile, ha anche offerto una line up di assoluto valore, e non merita di essere così rudemente bistrattata al termine della propria carriera. Così come una compagnia che vuol trasmettere fiducia nei propri consumatori, presentandosi come viva e vitale sul mercato, non può permettersi di chiudere un capitolo della propria storia in maniera così repentina e sbrigativa, suggerendo l'idea di un'assenza di qualsivoglia supporto per un periodo atrocemente prolungato. Un ceffone sonoro in pieno volto per tutti coloro che hanno supportato la console, e che ora non hanno altre prospettive se non quella di attendere il lontano marzo 2017. Non è questo il modo più elegante e remunerativo in termini di immagine per dire addio a Wii U e per comunicare la decisione al proprio pubblico. I piani annunciati per il prossimo e3 di Nintendo aggravano ulteriormente la posizione della compagnia: presentarsi sotto i riflettori di Los Angeles con un singolo, unico titolo, non può ispirare fiducia in una fanbase già scontenta per l'assenza di novità sostanziali, di segnali chiari di ripresa, di una progettualità che latita, sperduta in un silenzio che comincia a farsi duro da sopportare. Che l'e3 sia in crisi e che stia perdendo rilevanza nei piani promozionali delle varie software house è una realtà, ma solo parziale: quest'anno si parla tanto delle dipartite di Wargaming, di Disney Interactive e di Activision, eppure non si considera che gli ultimi due "assenti eccellenti" citati, di fatto, non hanno una corposa line up a disposizione da presentare che ne giustifichi presenza ed investimenti in fiera. É notizia fresca che Disney abbia addirittura deciso di abbandonare il ruolo di publisher, dedicandosi alla sola gestione delle proprie licenze: appare quindi ancor più logico che saluti la convention. Insomma, l'emorragia di protagonisti che spesso viene tirata in causa non è poi così copiosa, e non è sempre dovuta alla "crisi profonda" alla quale si vuole associare la fiera: semplicemente, alcuni publisher (tre) non hanno un conveniente volume di titoli in cantiere pronti per essere mostrati, ed evitano di sprecare denaro su spazi espositivi, affidandosi magari a partner commerciali per assicurare visibilità al poco materiale disponibile (vedi COD e la presenza scontata sul palco di Sony).

Ed anche EA non può poi essere definita completamente "fuori dai giochi", dal momento che non parteciperà direttamente all'e3 ma ha comunque organizzato e concepito il suo EA Play tangenzialmente all'evento mediatico che avvolgerà Los Angeles per una settimana, sfruttandone comunque la vasta risonanza. L'e3 è ancora vivo, forse destinato a cambiare profondamente e ad accogliere pubblico pagante in futuro, ma la situazione non è poi così nera come alle volte si potrebbe immaginare. Un preambolo il nostro per osservare che tale supposta crisi non può tramutarsi in una giustificazione per le scellerate scelte di Nintendo: se decidi di prendere parte ai giochi, devi farlo con la consapevolezza di avere a disposizione una vetrina importante, sulla quale si concentrerà tutta l'attenzione dei media di settore, così come quella dei tanti appassionati che seguiranno conferenze ed appuntamenti promozionali da casa, comodamente seduti sui proprio divani. In tale contesto, non puoi permetterti di lanciare segnali così scoraggianti, presentandoti ad un appuntamento utile per il tuo business con un unico titolo, tagliando fuori il 3ds e rinunciando addirittura a valorizzare una line up attraverso un Direct. Ci auguriamo sinceramente che il prossimo capitolo di Zelda possa sconvolgere e rivoluzionare, reinventare e imporre nuovi standard nell'intrattenimento videoludico, ma non può, da solo, sorreggere l'immagine di una compagnia in affanno da troppo tempo, in un settore che in passato l'ha vista regina indiscussa. La strategia comunicativa scelta da Nintendo per l'importante kermesse non trasmette fiducia, non entusiasma come dovrebbe, non alimenta sogni e desideri di una community in asfissiante attesa di buone nuove, ma anzi tradisce aspettative e delude, promettendo nient'altro che un anno di nulla. C'è tanta rabbia e troppa delusione nell'ingoiare un ennesimo boccone amaro, rattristati nell'osservare una compagnia che ancora non riesce a scendere a compromessi con il mercato contemporaneo e con le sue dinamiche di marketing, magari cercando di rimanere fedele ai propri principi (invidiabili e spesso non replicati dai competitor) ma nel contempo abbracciando strategie comunicative non anacronistiche, che alimentino le aspettative del pubblico e ne stuzzichino la curiosità, creando quella macchina dell'hype che tanto bene riesce alla concorrenza, accompagnandola però non solo con promesse da disattendere, ma con eccellenti obiettivi realizzati; insomma, tornare ad avere finalmente fame di vittorie.

E non si tratta di tirare in ballo per l'ennesima volta il solito luogo comune che vede una Nintendo oramai spacciata e destinata a chiudere i battenti, perché questo, ne siamo abbastanza certi, non accadrà mai. Gli Amiibo sono un successo consolidato, con numeri impressionanti in termini di entrate per le casse di Kyoto, il mobile è un terreno fertile nel quale i traguardi verranno pian piano raggiunti (basti pensare alla base installata della prima app ufficiale, "Miitomo"), ed il mercato home e portatile giapponese, per quanto in crisi, vede ancora Wii U e 3ds macinare numeri più alti dei diretti concorrenti, con classifiche tempestate da titoli firmati Grande N. "Nintendoomed" è solo uno sciocco gioco di parole che riecheggia da anni nei forum, un'affermazione che solo chi guarda al mercato di Mario e soci con sufficienza può ritenere essere veritiera.

Nintendo Il pericolo più grande che Nintendo sta correndo è semplicemente quello di rischiare di perdere completamente rilevanza in un settore dove, da sempre, ha dato lezioni a chi oggi sembra capace di interpretare i tempi con strumenti più efficaci. Il rischio è quello di vedere svanire un potere creativo senza pari, nell'incapacità di riuscire a vendersi in un mercato profondamente cambiato (e non sempre in meglio) negli ultimi venticinque anni. Una Nintendo “innocua”, fiacca, che non entusiasmi il grande pubblico, è un qualcosa che chi vi scrive non è disposto ad accettare, desiderando ardentemente il ritorno alla ribalta di una compagnia che si dimostri insaziabile, affamata, inarrestabile, disposta a siglare compromessi con i tempi moderni, salvaguardando i propri principi etici e i propri punti di forza, imparando però lì dove c'è da imparare dall'agguerrita concorrenza, per tornare ad insidiarne i successi. Quel giorno non arriverà a breve, questo è ormai chiaro, così com'è chiaro che il tempo a disposizione di Nintendo stia lentamente esaurendosi, di pari passo con la pazienza di troppi fan demotivati. E allora, dopo esserci un po' sfogati, ultimo giro di bevute, che il pub sta chiudendo: brindiamo alla speranza di un futuro pieno di competizione, alimentata anche e sopratutto da una presenza di Nintendo che torni ad essere scomoda per gli avversari. Perché ogni nuovo inizio deriva necessariamente da una fine, non importa quanto amara essa sia.