Los Angeles è una distesa di cemento caldo e maleodorante, una cicatrice densamente popolata sulla costa ovest degli Stati Uniti d'America. E' l'epicentro del capitalismo spicciolo; sovraffollata, inquinata, stracolma di fast-food e drive-in. Passeggiare per le sue strade significa saltare da un clichè all'altro, ascoltare suoni e nomi di una cultura sovraimposta con cui, volente o nolente, sei cresciuto. Mentre gli adipi dei suoi abitanti, le canottiere lunghe delle gang, le capigliature dei punk, i colori dei Lakers si sciolgono al sole atroce della California. Sono anni che la giostra dell'Entertainment si ferma proprio qui, e mi scarica di fronte all'ingresso del Convention Center, per una settimana di ordinaria follia. Per un motivo o per l'altro con una delegazione più o meno nutrita, sempre diversa. E mentre i primi giorni servono per sciogliere il ghiaccio, smussando i rapporti con la città e con gli amici, si comincia a delineare il profilo di una trasferta epica, strabordante, esagerata. E non si tratta solo della mole di annunci, dei rumor e delle notizie in anteprima, o delle camminate non autorizzate nei corridoi delle Hall ancora in allestimento. L'E3, con le urgenze dei suoi reportage, con l'emozione delle sue conference, risveglia in tutti noi (noi giornalisti, ma -spero- noi indistinti videogiocatori) una grande passione. Una passione sincera, atavica; viscerale. Quella che ci spinge a scrivere, e che a volte tende ad assottigliarsi per colpa delle logiche di mercato, delle reazioni fuori proposito di utenza e colleghi, di tutte le idiosincrasie della critica videoludica moderna. Essere qui, pronti ad offrirvi le nostre sincere impressioni, e -perchè no?- a combattere per il primato del coverage più completo (ma sempre senza montarci la testa), vuol dire, almeno per chi scrive, riprendere contatto con l'amore per il videogioco. Un amore lontano, che sopravvive nonostante tutto, e che si amplifica quando lavoriamo in gruppo. Anche senza essere troppo inclini ai sentimentalismi, e forse proprio perchè Los Angeles mostra al mondo la doppia faccia dell'America (vincente ed obesa, ricca e sociopatica, razzista e poliglotta), ogni E3 è sempre attraversato da questo sentimento dolce e malinconioso. Così, mentre i cartelloni gargantueschi mostrano nuovi protagonisti e nuovi giochi, la vera festa, chiassosa e giubilante, è tutta dentro di noi.
Francesco Fossetti
Passeggiando per gli stand si vedono ancora scatoloni pieni di carta da imballaggio, inservienti che urlano negli walkie talkie, martelli, chiodi e un servizio di sicurezza da far invidia agli edifici governativi. Come sarà il 3DS? Sony lancerà la PSP2? Natal sarà davvero una rivoluzione? Dopo qualche anno di relativa calma l'attenzione dell'industry torna sull'hardware, con tutte e tre le case pronte a proporre nuove macchine o periferiche innovative. Inutile dire che l'argomento più chiacchierato del pre - fiera è proprio l'ultima magia made in Nintendo che, pur con molti dubbi, sembra destinata a catalizzare l'attenzione di buona parte della stampa specializzata. Move e Natal, entrambi già annunciati ma non ancora presentati "ufficialmente" si presteranno invece alla prova del fuoco, con le prime demo davvero giocabili e, forse, qualche gioco retail sullo show floor. Si vocifera anche di una Xbox 360 lite e di un misterioso successore per PSP, ma qui è molto difficile distinguere fra fatti e speculazioni. Sul versante software sono quasi sicuri Uncharted 3 e una versione giocabile di inFamous 2, mentre, a quanto pare, durante la conferenza Sony, vedremo Agent, il blindatissimo progetto Rockstar in esclusiva su Playstation 3. Per quanto riguarda Microsoft paiono sicuri Gears of War III, Fable III e, ovviamente, Halo Reach, mentre rimane il massimo riserbo su eventuali nuove IP o altri seguiti che verranno svelati durante il Media Briefing. Nintendo, invece, sembra non volersi scomporre troppo, il 3DS, idealmente, dovrebbe monopolizzare buona parte della Conferenza, ma su Wii c'è grande attesa anche per il Vitality Sensor e, manco a dirlo, per il nuovo episodio di The Legend of Zelda, atteso sullo Show Floor in forma quasi definitiva per poi arrivare nei negozi durante la Holyday Season.
Insomma, un E3 ricco come pochi altri, dove una generazione ormai matura è pronta a mostrare il meglio, mentre le tre case, con Natal, Move e il 3DS, fanno le prove generali per il futuro.
Nicolò Carboni
Giungere per la prima volta a Los Angeles, per chi l'ha vista e sognata per tanti anni, è un po' come vedere un grande cerchio che si chiude. Del resto crescere con il mito del defunto re dell'Hip Hop Tupac e collezionare per una decina d'anni qualunque cosa che riportasse il nome Lakers scritto sopra, conducono in un'unica direzione: quella calda e assolata della vera capitale della California (sperando che il buon Schwarzy, seduto in qualche palazzo di Sacramento, non ce ne voglia). A queste già gravi devianze giovanili, va poi aggiunta quella forse più immanente e persistente: quella per i videogiochi, che da sempre si traduce in una spasmodica attesa di nuove release, news ed eventi. Tra questi ultimi, e già avrete capito dove voglio andare a parare, si staglia imponente l'E3, vera notte degli Oscar in campo videoludico per quanto riguarda hype e dimensioni dello spettacolo offerto. Descrivere il turbinio di emozioni provato e sperimentato passeggiando per la mondana Hollywood o imbattendosi, quasi per caso, nello Staples Center, tempio di Kobe Bryant e dei suoi discepoli, è quanto mai impossibile. Per questo mio primo E3 "Live" insomma, le aspettative sono tante, come tante sono le speranze e le attese che l'accompagnano: il 3DS, una nuova PSP, la 360 Slim, il nuovo Zelda queste sono solo alcune degli argomenti che verranno trattati o meno, ma che in un modo o nell'altro ci faranno parlare molto durante questi intensi tre giorni di esposizione e in seguito, quando torneranno ad alimentarsi rumors più o meno probabili. La squadra di Everyeye è pronta all'assalto: del resto il nostro unico obbiettivo è scovare per farvi sapere. Non vi resta dunque che accendere il PC, collegarvi al nostro sito e informarvi di tutto quello che accade qui a Los Angeles. Ecco, sì... poi magari il sole e le belle donne californiane, quelle ce le teniamo tutte per noi.
Lorenzo Fazio
Sono le 15 ore di viaggio totali a fregarti inizialmente. Stanco morto, arrivi e subito ti trascini in un taxi prima di capitolare nella camera d'hotel. E' una calda e poco soleggiata Los Angeles dalla simpatica atmosfera ispanico-americana contornata dalle multietniche bellezze locali che sfoggiano tronfie le morbide rotondità nei più svariati modi (la combo rollerblade-shorts, annienta gli avversari). La vita costa relativamente poco, posto il lemma del junk-food al proprio portafoglio, tanto che è stato possibile affittarsi una vettura e, previa breve rituale visita agli Universal Studios, godersi un pò di Santa Monica, in completo relax sulla spiaggia, armati di costume e ciabatte e immediatamente etichettati italiani. L'E3 sembra così distante. Ma come ogni anno, sta per iniziare l'evento più grande al mondo di videogames, pregno dell'atmosfera hypizzata dai molti sviluppatori presenti che abbiamo finora schivato abilmente grazie alla vicinanza costiera. Ma si sta avvicinando inesorabile come un predatore immobile e consapevole dell'ineluttabilità del destino delle proprie prede. Fagociterà milioni e milioni di giornalisti a partitre dalle grasse press-conference; seguendo con i soliti blockbuster già annunciati nuove pietre miliari; comprendendo essenziali e irrinunciabili periferiche per console; passando per rumor pesanti quanto menhir smentiti dalla loro stessa portata mediatica; infine arrivando al cuore vero e proprio di questa violenta fiera: la prova su strada dei titoli, unico vero obiettivo che fuga ogni indiscrezione, alimentando o azzerando ogni attesa. Dunque la bestia sta per essere sciolta, e starà a noi affrontarla portando ai nostri lettori succosi brandelli di anteprime e footage in esclusiva. Da domani su Everyeye la battaglia comincia....
Andrea Schwendimann
Los Angeles. La California. Che meraviglia! Per il sottoscritto è il primo E3 e soprattutto il primo atterraggio nelle lande degli States. E deve ammettere che, per i primi due giorni, la tensione di trovarsi in un posto completamente diverso ha prevalso sull'emozione e la voglia di partecipare alla manifestazione videoludica per eccellenza. Giusto ieri, intenti a recuperare i badge per le conference Xbox, abbiamo saggiato un po' quell'atmosfera che ci accompagnerà a partire da martedì. Vero che per ora, oltre a qualche strepitoso banner, abbiamo ammirato solo scatoloni vuoti o no figli di una edizione che deve ancora vedere la luce. Ma passeggiare per le lunghe vie del Convention Center di Los Angeles è, dovete crederci, qualcosa di letteralmente affascinante. Comunque, cosa aspettarsi da questo E3? Sulla carta potrebbe essere il più strepitoso di sempre: tra titoli importanti già annunciati, le nuove periferiche motion control in arrivo e il debutto del nuovo portatile targato Nintendo destinato, forse, a rivoluzionare ancora una volta l'industria dei videogiochi, c'è davvero tanta carne al fuoco. Lasciando la parola ai numeri è altresì vero come, negli ultimi tempi, l'Electronic Entertainment Expo abbia alternato edizioni favolose ad altre totalmente sottotono. E quella dell'anno scorso corrispondeva certamente alla prima categoria, speriamo che questa volta la matematica abbia torto. In ogni eventualità, i sei inviati di Everyeye.it sono carichi al massimo: non solo di voglia e aspettative ma anche negli impegni segnati in agende praticamente zeppe di appuntamenti. Vedremo bella roba, ci saranno probabilmente delle sorprese (inaspettate o meno, vedi Xbox 360 Slim o PSP 2) e chissà quale sarà il reale limite della filosofia tridimensionale che vuole lanciare Nintendo con il suo nuovo DS. Noi saremo lì a raccontarvi tutto, minuto per minuto, demo per demo, conference per conference, rivelazione per rivelazione. Solo non mancate. Si comincia stasera, con l'evento Project Natal di Microsoft alle ore 19 locali (le 4 in Italia) in cui scopriremo finalmente il nome della periferica (anzi, oramai lo sappiamo già) e si spera prezzo e data definitiva. La lunga avventura dell'E3 2010 è sulla linea di partenza.
Giovanni Ferlazzo
Videoludicamente parlando, il 2010 è per diversi motivi un anno importante. Lo è, prima di tutto, perché si sente forte nell'aria il sapore del cambiamento, lungo la coraggiosa via tracciata da Wii e seguita poi sia da Sony, con Move, che da Microsoft col suo Project Natal; e lo è, parlando più egoisticamente, perché per chi scrive è il primo contatto con le soleggiate (?) strade californiane e con i maestosi stand, ancora in preparazione, dell'evento videoludico più importante dell'anno, dopo una decina di edizioni seguite in streaming dallo schermo di un computer. I grandi box in legno sono già lì, intonsi, privi di qualsiasi debolezza che ne lasci trasparire un indizio, un logo, un'informazione nuova che ci avrebbe aiutato a trascorrere queste ultime giornate fantasticando un po' di più. Ma non importa. Non importa perché le anticipazioni, si tratti pure, per ora, di semplici nomi senza riscontri concreti, sono già tante ed importanti, amplificate dagli innumerevoli rumors di queste ore immediatamente precedenti all'evento. Ad ogni modo, l'E3 2010 sta ufficialmente per iniziare, aprendo il campo di battaglia a migliaia di giornalisti provenienti da ogni recondita parte del mondo, pronti a tradurre le prove con mano dei giochi più attesi in righe e righe di testo di cui cibare i coverage della stampa specializzata. Dalla nostra, ovviamente, complici i primi rilassanti giorni tra spiagge, beach volley (sì, i redattori fanno anche questo) ed enormi centri commerciali, siamo carichi e pronti a qualsiasi cosa ci si pari davanti, armati dei fidi notebook e soprattutto di tanta passione videoludica. Ancora una volta, che l'E3 abbia inizio.
Speciale Prima della Fiera
La redazione di Everyeye (in trasferta a L. A.) vi racconta il pre - E3
Los Angeles è una distesa di cemento caldo e maleodorante, una cicatrice densamente popolata sulla costa ovest degli Stati Uniti d'America. E' l'epicentro del capitalismo spicciolo; sovraffollata, inquinata, stracolma di fast-food e drive-in.
Passeggiare per le sue strade significa saltare da un clichè all'altro, ascoltare suoni e nomi di una cultura sovraimposta con cui, volente o nolente, sei cresciuto. Mentre gli adipi dei suoi abitanti, le canottiere lunghe delle gang, le capigliature dei punk, i colori dei Lakers si sciolgono al sole atroce della California.
Sono anni che la giostra dell'Entertainment si ferma proprio qui, e mi scarica di fronte all'ingresso del Convention Center, per una settimana di ordinaria follia. Per un motivo o per l'altro con una delegazione più o meno nutrita, sempre diversa. E mentre i primi giorni servono per sciogliere il ghiaccio, smussando i rapporti con la città e con gli amici, si comincia a delineare il profilo di una trasferta epica, strabordante, esagerata. E non si tratta solo della mole di annunci, dei rumor e delle notizie in anteprima, o delle camminate non autorizzate nei corridoi delle Hall ancora in allestimento. L'E3, con le urgenze dei suoi reportage, con l'emozione delle sue conference, risveglia in tutti noi (noi giornalisti, ma -spero- noi indistinti videogiocatori) una grande passione. Una passione sincera, atavica; viscerale. Quella che ci spinge a scrivere, e che a volte tende ad assottigliarsi per colpa delle logiche di mercato, delle reazioni fuori proposito di utenza e colleghi, di tutte le idiosincrasie della critica videoludica moderna.
Essere qui, pronti ad offrirvi le nostre sincere impressioni, e -perchè no?- a combattere per il primato del coverage più completo (ma sempre senza montarci la testa), vuol dire, almeno per chi scrive, riprendere contatto con l'amore per il videogioco. Un amore lontano, che sopravvive nonostante tutto, e che si amplifica quando lavoriamo in gruppo.
Anche senza essere troppo inclini ai sentimentalismi, e forse proprio perchè Los Angeles mostra al mondo la doppia faccia dell'America (vincente ed obesa, ricca e sociopatica, razzista e poliglotta), ogni E3 è sempre attraversato da questo sentimento dolce e malinconioso. Così, mentre i cartelloni gargantueschi mostrano nuovi protagonisti e nuovi giochi, la vera festa, chiassosa e giubilante, è tutta dentro di noi.
Giungere per la prima volta a Los Angeles, per chi l'ha vista e sognata per tanti anni, è un po' come vedere un grande cerchio che si chiude. Del resto crescere con il mito del defunto re dell'Hip Hop Tupac e collezionare per una decina d'anni qualunque cosa che riportasse il nome Lakers scritto sopra, conducono in un'unica direzione: quella calda e assolata della vera capitale della California (sperando che il buon Schwarzy, seduto in qualche palazzo di Sacramento, non ce ne voglia).
A queste già gravi devianze giovanili, va poi aggiunta quella forse più immanente e persistente: quella per i videogiochi, che da sempre si traduce in una spasmodica attesa di nuove release, news ed eventi. Tra questi ultimi, e già avrete capito dove voglio andare a parare, si staglia imponente l'E3, vera notte degli Oscar in campo videoludico per quanto riguarda hype e dimensioni dello spettacolo offerto.
Descrivere il turbinio di emozioni provato e sperimentato passeggiando per la mondana Hollywood o imbattendosi, quasi per caso, nello Staples Center, tempio di Kobe Bryant e dei suoi discepoli, è quanto mai impossibile. Per questo mio primo E3 "Live" insomma, le aspettative sono tante, come tante sono le speranze e le attese che l'accompagnano: il 3DS, una nuova PSP, la 360 Slim, il nuovo Zelda queste sono solo alcune degli argomenti che verranno trattati o meno, ma che in un modo o nell'altro ci faranno parlare molto durante questi intensi tre giorni di esposizione e in seguito, quando torneranno ad alimentarsi rumors più o meno probabili.
La squadra di Everyeye è pronta all'assalto: del resto il nostro unico obbiettivo è scovare per farvi sapere. Non vi resta dunque che accendere il PC, collegarvi al nostro sito e informarvi di tutto quello che accade qui a Los Angeles. Ecco, sì... poi magari il sole e le belle donne californiane, quelle ce le teniamo tutte per noi.
Sono le 15 ore di viaggio totali a fregarti inizialmente. Stanco morto, arrivi e subito ti trascini in un taxi prima di capitolare nella camera d'hotel. E' una calda e poco soleggiata Los Angeles dalla simpatica atmosfera ispanico-americana contornata dalle multietniche bellezze locali che sfoggiano tronfie le morbide rotondità nei più svariati modi (la combo rollerblade-shorts, annienta gli avversari). La vita costa relativamente poco, posto il lemma del junk-food al proprio portafoglio, tanto che è stato possibile affittarsi una vettura e, previa breve rituale visita agli Universal Studios, godersi un pò di Santa Monica, in completo relax sulla spiaggia, armati di costume e ciabatte e immediatamente etichettati italiani. L'E3 sembra così distante. Ma come ogni anno, sta per iniziare l'evento più grande al mondo di videogames, pregno dell'atmosfera hypizzata dai molti sviluppatori presenti che abbiamo finora schivato abilmente grazie alla vicinanza costiera. Ma si sta avvicinando inesorabile come un predatore immobile e consapevole dell'ineluttabilità del destino delle proprie prede. Fagociterà milioni e milioni di giornalisti a partitre dalle grasse press-conference; seguendo con i soliti blockbuster già annunciati nuove pietre miliari; comprendendo essenziali e irrinunciabili periferiche per console; passando per rumor pesanti quanto menhir smentiti dalla loro stessa portata mediatica; infine arrivando al cuore vero e proprio di questa violenta fiera: la prova su strada dei titoli, unico vero obiettivo che fuga ogni indiscrezione, alimentando o azzerando ogni attesa. Dunque la bestia sta per essere sciolta, e starà a noi affrontarla portando ai nostri lettori succosi brandelli di anteprime e footage in esclusiva. Da domani su Everyeye la battaglia comincia....
Los Angeles. La California. Che meraviglia! Per il sottoscritto è il primo E3 e soprattutto il primo atterraggio nelle lande degli States. E deve ammettere che, per i primi due giorni, la tensione di trovarsi in un posto completamente diverso ha prevalso sull'emozione e la voglia di partecipare alla manifestazione videoludica per eccellenza. Giusto ieri, intenti a recuperare i badge per le conference Xbox, abbiamo saggiato un po' quell'atmosfera che ci accompagnerà a partire da martedì. Vero che per ora, oltre a qualche strepitoso banner, abbiamo ammirato solo scatoloni vuoti o no figli di una edizione che deve ancora vedere la luce. Ma passeggiare per le lunghe vie del Convention Center di Los Angeles è, dovete crederci, qualcosa di letteralmente affascinante. Comunque, cosa aspettarsi da questo E3? Sulla carta potrebbe essere il più strepitoso di sempre: tra titoli importanti già annunciati, le nuove periferiche motion control in arrivo e il debutto del nuovo portatile targato Nintendo destinato, forse, a rivoluzionare ancora una volta l'industria dei videogiochi, c'è davvero tanta carne al fuoco. Lasciando la parola ai numeri è altresì vero come, negli ultimi tempi, l'Electronic Entertainment Expo abbia alternato edizioni favolose ad altre totalmente sottotono. E quella dell'anno scorso corrispondeva certamente alla prima categoria, speriamo che questa volta la matematica abbia torto. In ogni eventualità, i sei inviati di Everyeye.it sono carichi al massimo: non solo di voglia e aspettative ma anche negli impegni segnati in agende praticamente zeppe di appuntamenti. Vedremo bella roba, ci saranno probabilmente delle sorprese (inaspettate o meno, vedi Xbox 360 Slim o PSP 2) e chissà quale sarà il reale limite della filosofia tridimensionale che vuole lanciare Nintendo con il suo nuovo DS. Noi saremo lì a raccontarvi tutto, minuto per minuto, demo per demo, conference per conference, rivelazione per rivelazione. Solo non mancate. Si comincia stasera, con l'evento Project Natal di Microsoft alle ore 19 locali (le 4 in Italia) in cui scopriremo finalmente il nome della periferica (anzi, oramai lo sappiamo già) e si spera prezzo e data definitiva. La lunga avventura dell'E3 2010 è sulla linea di partenza.
Videoludicamente parlando, il 2010 è per diversi motivi un anno importante. Lo è, prima di tutto, perché si sente forte nell'aria il sapore del cambiamento, lungo la coraggiosa via tracciata da Wii e seguita poi sia da Sony, con Move, che da Microsoft col suo Project Natal; e lo è, parlando più egoisticamente, perché per chi scrive è il primo contatto con le soleggiate (?) strade californiane e con i maestosi stand, ancora in preparazione, dell'evento videoludico più importante dell'anno, dopo una decina di edizioni seguite in streaming dallo schermo di un computer. I grandi box in legno sono già lì, intonsi, privi di qualsiasi debolezza che ne lasci trasparire un indizio, un logo, un'informazione nuova che ci avrebbe aiutato a trascorrere queste ultime giornate fantasticando un po' di più. Ma non importa. Non importa perché le anticipazioni, si tratti pure, per ora, di semplici nomi senza riscontri concreti, sono già tante ed importanti, amplificate dagli innumerevoli rumors di queste ore immediatamente precedenti all'evento.
Ad ogni modo, l'E3 2010 sta ufficialmente per iniziare, aprendo il campo di battaglia a migliaia di giornalisti provenienti da ogni recondita parte del mondo, pronti a tradurre le prove con mano dei giochi più attesi in righe e righe di testo di cui cibare i coverage della stampa specializzata. Dalla nostra, ovviamente, complici i primi rilassanti giorni tra spiagge, beach volley (sì, i redattori fanno anche questo) ed enormi centri commerciali, siamo carichi e pronti a qualsiasi cosa ci si pari davanti, armati dei fidi notebook e soprattutto di tanta passione videoludica.
Ancora una volta, che l'E3 abbia inizio.
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