Speciale Rally Italia Sardegna: un viaggio inaspettato

Un viaggio insieme all'auto e al team campione del mondo del campionato WRC, alla scoperta della passione dei tifosi dell'entroterra sardo.

Speciale Rally Italia Sardegna: un viaggio inaspettato
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È la prima volta che Everyeye si affaccia nel mondo del rally al di fuori del contesto videoludico. Ma il viaggio di tre giorni in terra Sarda, per ammirare da vicino il lavoro fatto da Volkswagen e il talento di Sébastien Ogier, non può non essere raccontato. L'opportunità di stare a un passo dalla Polo R WRC campione del mondo in carica non capita tutti i giorni, come è raro vedere i panorami mozzafiato offerti dalla splendida Sardegna. Ecco perché, oltre allo speciale dedicato alla macchina protagonista del rally isolano, che trovate a questo indirizzo, abbiamo deciso di raccontare la nostra esperienza di viaggio, per rendervi partecipi di un evento straordinario, in cui siamo entrati in punta di piedi e con il massimo rispetto. Rispetto che questa competizione e questo sport meritano, visto che nel corso degli anni ha regalato agli appassionati gioie e dolori, mostrando il meglio dell'automobilismo mondiale. A proposito del mondo del rally, in ambito ludico sono molti gli esponenti di questa categoria, anche se quelli più famosi sono legati principalmente al passato, a partire dall'indimenticato Sega Rally, un classico che ha fatto la storia dei coin-op, grazie anche anche a un cabinet mai dimenticato da chi ha potuto utilizzarlo. Ma la realtà è un'altra cosa, e l'abbiamo vista da vicino, con un tour intenso ma in grado di farci comprendere davvero la passione che accomuna i fan di questa disciplina.

Welcome to Sardinia

Le competizioni rallistiche, nel nostro paese, non godono più della fama che le ha contraddistinte prima degli anni novanta. Complice l'assenza di macchine italiane nel campionato WRC, i fasti e le glorie di case automobilistiche come Lancia, che detiene ancora il record di vittorie nella categoria, sembrano solo un lontano ricordo. Nonostante questo, a livello internazionale il movimento è più vivo che mai, come dimostrato dagli ingenti investimenti che Volkswagen ha fatto negli ultimi anni, che hanno portato la sua Polo R WRC a vincere le ultime due edizioni del campionato mondiale. Ma perché utilizzare una Polo e non una Golf, macchina simbolo del marchio? I regolamenti, nel mondo del motorsport, sono molto rigidi per quanto riguarda le caratteristiche delle auto, e le misure della Golf, semplicemente, sono troppo per permetterle di partecipare al campionato del mondo.
Regolamenti a parte, il nostro primo giorno al seguito del team Volkswagen è stato piuttosto tranquillo, con l'arrivo in albergo e le presentazioni di rito, seguite da una cena sul lungomare di Alghero. Qui è avvenuto il primo incontro interessante di questa avventura in terra sarda, quando Luis Moya, co-pilota di Carlos Sainz e bi-campione del mondo, è venuto a porgerci i suoi saluti.

Inizia lo spettacolo

Dopo una notte trascorsa con le onde del mare in sottofondo, siamo tornati ad Alghero, per un primo incontro con i meccanici Volkswagen. A fare da cicerone è Fabrizio Borra, che ha spiegato cosa significa far parte di un team di questo livello. I sacrifici sono molti, visto che si viaggia per diversi mesi all'anno, ma alla fine è la passione che ti permette di andare avanti. Il team della casa tedesca conta più di 50 persone, che viaggiano in giro per l'Europa grazie a otto camion, anche se nelle trasferte extra-europee tutto il necessario, macchine comprese, viene trasportato per via aerea. Quando le macchine arrivano al paddock, i tempi sono molto stretti, e solo otto meccanici alla volta possono mettere le mani sulle due auto.

L'incontro con la squadra campione del mondo è durato poco più di una mezz'ora e al termine siamo andati direttamente a seguire una delle tappe della giornata, lunga 7,23 km. Anche se la distanza può non sembrare molta, il rally di Sardegna è considerato il più duro di tutto il campionato del mondo WRC, sia per i piloti che per le auto, viste anche le strade sterrate dell'entroterra sardo, anche se la parola "strada" ha poco a che vedere con questi sentieri sconnessi. Questa, inoltre, è solo una delle tappe della giornata, che inizia alle 6 del mattino e termina dopo le dieci di sera, con i piloti che arrivano a perdere anche 2 kg al giorno durante le competizioni.
Dispersi nella campagna sarda, arriviamo finalmente a uno dei due punti di osservazione della tappa, gremito di spettatori. Proprio gli spettatori sono stati la più grande sorpresa della giornata. Abbiamo parlato con alcuni di loro, scoprendo realtà molto diverse, da chi è partito dalla Toscana in moto per vedere le auto sfrecciare sulla terra polverosa dell'entroterra sardo, all'incredibile coppia madre-figlio che segue tutte le sfide della competizione nostrana, rinunciando persino a un tuffo nello splendido mare che circonda molte delle tappe del rally.

Nelle nostre chiaccherate con i tifosi, ci siamo resi conto che il rally, in Italia, non è affatto stato dimenticato. Come per i meccanici, anche qui è la passione a guidare i supporters, che sono pronti a tutto per vedere le gesta dei propri beniamini. La stessa passione che, spesso, li spinge a mettersi in posizioni pericolose, sia per loro che per i piloti, con i commissari di gara che hanno fatto una enorme fatica per far rispettare, almeno un po', le norme di sicurezza. La seconda tappa che abbiamo avuto modo di seguire è certamente più spettacolare della prima, visto che il punto di osservazione scelto è ai piedi di una discesa sterrata molto ripida. Le sollecitazioni a cui sono sottoposte le sospensioni delle vetture sono incredibili, con salti che farebbero a pezzi qualunque mezzo commerciale. Quanto visto nelle trasposizioni videoludiche sul tema, almeno nelle simulazioni, non è poi così lontano dalla realtà, e queste auto sembrano davvero in grado di fare ogni cosa. Anche loro però hanno dei limiti, con una Ford Focus costretta a fermarsi al termine della discesa per una gomma che non ha resistito agli urti. La cosa bella è che i due piloti, in circa due minuti, sono riusciti a cambiare lo pneumatico, senza per altro assistenza da parte dei propri tecnici, il tutto circondati dai tifosi e dai curiosi.

Al termine della gara, con il ritorno delle auto ad Alghero, c'è stato anche spazio per un gradito fuori programma, visto che nelle vicinanze del paddock è stato allestito un piccolo simulatore pneumatico, che grazie ad Oculus Rift riproduce la sensazione di stare all'interno di una macchina da rally. Ma quello che abbiamo visto durante la giornata vale più di mille simulazioni, che per quanto realistiche, rimangono tali. Il calore dei tifosi, l'audacia dei piloti e la passione dei meccanici sono difficili da riprodurre in un mondo virtuale, che per quanto rappresenti la nostra più grande passione, non potrà mai dare le emozioni di quello reale.

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