Speciale Scandalo The Sims

Everyeye commenta le infelici uscite della classe politica su The Sims

Speciale Scandalo The Sims
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Qualcuno dice che la storia tende a ripetersi sempre uguale a se stessa, con l’unica differenza che con il passare dei secoli le tragedie si trasformano in farse. E in quest’Italia del 2011 ormai cominciamo ad essere talmente abituati alle farse da non farci quasi neppure più caso.
Gli strali lanciati contro i videogiochi da alcuni esponenti della nostra classe politica sono talmente banali, mediocri e insignificanti da non meritare neppure la più piccola menzione. L’atmosfera costruita, le domande impacchettate, le risposte servite, tutto nella doppia intervista che Klaus Davi ha confezionato al dinamico duo Giovanardi/Casini risponde perfettamente ai canoni minimi della comunicazione politica. Riferimento ossessivo ai valori, discorsi portati avanti senza nessuna competenza, stigmatizzazione del diverso; in quei quaranta minuti di video (reperibili, come sempre, su Youtube, per chi ha lo stomaco) Davi regala ai suoi interlocutori un ottimo spot elettorale, che - in periodo di elezioni - fa sempre brodo, scagliandosi senza pietà verso i videogames, colpevoli di diffondere “valori sbagliati”.
Ora, al di la delle polemiche da forum e dell’indignazione tipica di questi casi il punto vero su cui dovremmo concentrarci (e usando il plurale intendiamo la comunità videoludica italiana nel suo senso più ampio, giocatori, rivenditori, produttori e via continuando) non sono tanto gli attacchi superficiali e reazionari dei due Onorevoli in questione. I moralizzatori esistono da sempre e hanno sempre avuto una particolare abilità nel lanciarsi contro i nuovi media, dai tempi dell’invenzione della stampa (accusata di “corrompere le menti” dalla Chiesa Cattolica del XV secolo) fino ad oggi, passando per la letteratura, il cinema, la musica e i fumetti. Oggi non v’è dubbio che i videogames rappresentino un unicum nel vasto mondo dell’intrattenimento. Pur essendo una delle poche industrie uscite quasi indenni (se non rafforzate) dalla crisi, pur garantendo solo in Italia un valore complessivo di un miliardo e cento milioni di euro annui, il nostro settore rimane fisiologicamente debole davanti alle lobby e a certe fasce culturali che tentano in ogni modo di screditarlo e sminuirlo. Questo accade perché nonostante la pletora di associazioni, consorzi, progetti e quant’altro, nel nostro paese non siamo ancora stati in grado di parlare con una voce sola capace di avere dietro di se l’autorevolezza di un bacino di utenza/professionisti iperqualificati e produttivi, davvero decisi a far valere i loro diritti.

Nello specifico l’attacco di Giovanardi a The Sims è, naturalmente, irrilevante, anzi, probabilmente ha avuto più eco nei forum che nell’opinione pubblica vera, dunque non ha molto senso spendere caratteri e banda dicendo che esiste il PEGI, che The Sims non è un gioco sull’omosessualità, che dovrebbe essere una responsabilità dei genitori accertarsi dell’intrattenimento di cui fruiscono i figli e altre - ovvie - considerazioni di questo tipo.
L’unico modo razionale e propositivo per affrontare il problema è analizzare la nostra capacità di reagire a questi attacchi in maniera sistematica e non casuale, impostando una vera e propria battaglia culturale in favore del videogioco inteso non tanto come forma d’arte, ma come business che crea ricchezza e produce reddito. Senza un impegno di questo tipo da parte della stampa, dei produttori e di chi gioca ogni giorno non possiamo aspettarci nessun miglioramento. Certo, l’autocommiserazione e la polemica spicciola alla “è tutto un magnamagna” e “i politici dovrebbero tutti bruciare” sono più facili (e divertenti), ma non salveranno la nostra passione. Se vogliamo che anche in Italia si sviluppino distretti produttivi come quelli di Vancouver o Montreal, o che i videogiochi siano equiparati ai libri e ai Dvd (come avviene in Inghilterra dove l’IVA si ferma al 4%) dobbiamo tutti cambiare ottica e uscire dai recinti ideologici in cui ci siamo e ci hanno confinati. Solo così smetteremo di lamentarci potremo cambiare le cose.

videogiochi Everyeye è pronto a fare (e in parte sta già facendo) la sua parte, contrastando i deliri a mezzo stampa di alcuni nostri rappresentanti con un lavoro di critica sempre - speriamo - puntuale, creativo e intransigente; e voi invece? Come vuole rispondere la comunità dei giocatori?