Speciale Sony - Conferenza E3 2015

La conferenza E3 2015 di Sony Computer Entertainment parte alla grande con The Last Guardian, ma le sorprese non finiscono qui: spazio anche per Final Fantasy VII Remake, Shenmue III e Horizon Zero Dawn.

Speciale Sony - Conferenza E3 2015
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Cade leggera, la piuma di The Last Guardian, inaugurando con la sua delicatezza flessuosa la conferenza Sony di questo E3. Scende tra le spire di un'aria elettrica, scivola giù come un brivido. Anzi: come una lacrima. Perduta nel mare di applausi che la salutano, sfogando i desideri e le urgenze di un'attesa durata sei anni.
Cade con un tonfo secco, perentorio, e si lascia dietro un silenzio meravigliato e partecipe. E' un momento sinceramente toccante, quello che segna il ritorno sulle scene dell'ibrida creatura di Fumito Ueda: e non solo per il suo valore ludico, o per l'eccellenza di uno stile ancora inconfondibile e poetico. Il senso di contagioso appagamento deriva dal fatto che The Last Guardian sia ormai diventato un simbolo. Incarnazione virtuale di un altro modo di intendere il videogioco: universale eppure inconsueto, esempio lampante di quanto sia prezioso il valore della creatività.

Nella prima parte dello show trottante e inesauribile messo in piedi da Sony, il filo conduttore sembrava essere proprio il peso della fantasia. Di una fantasia onnivora e vorace, che rifugge il luogo comune e la logica di genere, protesa ad esplorare nuove soluzioni creative. Per trenta minuti, sul palcoscenico della Los Angeles Memorial Arena, abbiamo adocchiato una line-up diversa, fatta di panorami indelebili e curiosi.
Abbiamo visto un mare di galassie lattiginose estendersi senza fine, esplodere in un pulviscolo di sistemi solari e di pianeti dai colori lisergici. Abbiamo visto una civiltà di nomadi evolutissimi -eretta sulle rovine dei popoli che l'hanno preceduta- lottare contro immensi dinosauri meccanici.
Abbiamo visto, anche, un gioco che gioco non è, un software che assomiglia più ad una galleria d'arte condivisa, ad un generatore di immagini e di scene, disorganico come i sogni e per questo bellissimo.
E' stato quasi liberatorio vedere, immersi nel fascino sudaticcio e decadente di Los Angeles, una conferenza che è forse l'antitesi perfetta delle strategie comunicative americane: costruita per risvegliare emozioni intime e personali, invece che una diffusa esaltazione collettiva.

Il coraggio di mettere in piedi un evento così è mancato a tutti: ad una Microsoft che ha puntato tutto sui servizi e sulla forza dei "best bargain", ad una EA che non ha ben capito a quale pubblico voleva parlare, e persino ad Ubisoft, che nonostante i ritmi ben tenuti del suo show non osa più di tanto e aggiunge -armi alla mano- un terzo titolo marchiato Tom Clancy (altra "roba in cui si spara", direbbero i meno guerrafondai).
Con il suo quartetto delle meraviglie, invece, Sony ribadisce la profonda diversità della sua line-up esclusiva, tornando a puntare su quella "strategia delle emozioni" che sembra dare ottimi frutti.
C'è di più. Continuando a bombardare senza sosta la platea, Sony vuole lanciare anche un altro messaggio: PlayStation 4 è la console che permetterà il ritorno dei grandi progetti di matrice nipponica. Square-Enix, dopo aver concesso Rise of the Tomb Raider alla piattaforma rivale, svela un nuovo progetto legato al mondo di Final Fantasy e promette di riportarci a Midgar con un Remake sognato per anni. Persino Yu Suzuki sceglie il palcoscenico di Sony per annunciare una campagna Kickstarter che rischia di sfondare ogni record, e conferma che Shenmue 3 arriverà in esclusiva console su PlayStation 4.
Che poi ecco, è strano trovarsi qui a scrivere Final Fantasy VII e Shenmue 3 nell'arco di una manciata di righe, mescolando le parole con la nostalgia e l'esaltazione di un'intera generazione, che nella proposta di Sony si rivede ormai pienamente.

Secondo tempo

E' con l'annuncio di Shenmue 3 che si chiude la prima parte della conferenza, quella che probabilmente resterà marchiata a fuoco nella memoria di tanti giocatori. E comincia un "secondo tempo" più regolare, fatto soprattutto di accordi con le terze parti e contenuti esclusivi. Qui si spegne un po' la magia ma per fortuna i ritmi restano intensi. Arrivano Disney Infinity e Assassin's Creed Syndicate; arriva Star Wars Battlefront, ma soprattutto arriva Activision, che dopo aver ribadito la "comunione" fra Ps4 e Destiny (annunciando ufficialmente The Taken King), conferma di aver scelto la console Sony come piattaforma d'elezione anche per Call of Duty. E' una conferma importante (forse la più importante) di quanta distanza ci sia a livello globale tra la base installata di PlayStation 4 e quella di Xbox One, che perde un grosso "ariete" comunicativo nonché uno dei titoli più importanti per certi strati di pubblico e per l'utenza americana.

Nonostante il gameplay non proprio pulitissimo, l'azione un po' troppo carica, l'ambientazione futuristica un po' stanchina, Black Ops 3 è la "quadratura del cerchio". E'la conquista di un baluardo del gaming all'americana, di una roccaforte dell'online competitivo; è la conferma che la posizione di vantaggio di Sony gli permette di affidarsi alle terze parti quando c'è da buttare sul mercato un classico "shooterone". I team interni, nel frattempo, possono dedicarsi a fare quello che tutti i team interni dovrebbero fare: dare un carattere unico, riconoscibile e magnetico alla line-up.

PlayStation 4 Erano anni che non si vedeva una conferenza così. Straripante, intensa, ben tenuta dall'inizio alla fine. Ma soprattutto sorprendente, decisa a valorizzare il nuovo, pronta a testimoniare quanto possa valere l'inventiva e l'estro creativo. Capace di parlare a chi si esalta coi grandi blockbuster, a chi ricorda con affetto la stagione delle grandi produzioni nipponiche, a chi è stanco degli sparatutto ipertrofici e cerca qualcosa di diverso. In questo contesto il lungo filmato finale di Uncharted 4 ha rischiato quasi di scomparire, così com'è scomparsa la realtà virtuale. Persino Project Morpheus si è fatto da parte, rimandando ancora una volta l'annuncio della data d'uscita, del prezzo e della proposta software. E' solo per merito della qualità tecnica, del passo spedito dell'azione, di ambientazioni aperte come mai prima d'ora lo sono state, che il nuovo lavoro di Naughty Dog reclama, nonostante il rinvio al 2016, un suo spazio importante, al netto di una sequenza molto conservativa e abbastanza lineare, certamente meno interessante rispetto a quella mostrata alla PlayStation Experience. Tornati infine per le strade (ancora decadenti e sudaticce) di Los Angeles, comunque, il pensiero è solo uno: la line-up esclusiva di Ps4 per il 2015 resta incerta e deboluccia, ma Sony ha in mano qualcosa di ben più importante: un pezzo piuttosto consistente del futuro del gaming.