Speciale U TURN: Otogi

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Speciale U TURN: Otogi
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Otogi, uno sconosciuto alla
ribalta

Immaginatevi di essere un
ragazzo giapponese, che sta preparando un fantomatico esame di “Cultura
Mitologica Giapponese”. Le nozioni, anche se chiare, vi affollano la testa e,
avvicinandosi la data dell'esame, cominciate ad essere leggermente tesi ed
ansiosi. Una sera vi coricate dopo aver mangiato, in abbondanza, pizza ai
peperoni, e bevuto molto Saké a fine pasto. Presumibilmente la notte sarà
all'insegna di un non-riposante sonno. E forse le scene che vi scorreranno
davanti agli occhi, nel vostro dormiveglia, non saranno poi molto diverse da
quelle che vedrete sullo schermo del televisore, giocando ad Otogi. Questa
“originale” premessa cerca di spiegare la natura del gioco. Otogi è un titolo
controverso, caratterizzato da quel grado di nipponicità che tanto veniva
chiesto dall'utenza XBOX. E doveroso ricordare i problemi che affliggevano
questo gioco, esclusivamente sotto l'aspetto del Gameplay. Una difficoltà
distribuita in maniera non omogenea, comandi a volte “pasticciati”, una
longevità che mostrava i suoi limiti dopo non molte ore di gioco. Sul lato
tecnico questo gioco è invece ineccepibile, potendo vantare una grafica di
primissimo livello (insignita di alcuni riconoscimenti da importanti riviste
cartacee del settore) e un sonoro magistralmente realizzato, in un eccellente
Dolby Digital 5.1 che, è il caso di dirlo, è più che un semplice accompagnamento
alle azioni di gioco. Eppure questo gioco non è riuscito ad entusiasmare il
pubblico occidentale. Ma questo non a causa dei “difetti” su menzionati, di
carattere tecnico. Il videogiocatore è spesso disposto a passare sopra a taluni
difetti di questo tipo (a patto che non rendano l'esperienza di gioco
eccessivamente penalizzata, cosa che non succede nel titolo From Software).
Naturalmente anche questi difetti influiranno sull' indice di gradimento del un
videogioco, ma non si renderanno decisivi ai fini del decreto del suo successo o
del suo fallimento. Ma allora cosa c'è in Otogi di sbagliato? La risposta va
ricercata nella sua natura e credo che, partendo dalla premessa a questo
articolo, si possa ben comprendere il “difetto imperdonabile”. Quello che non
convince l'utente occidentale è tutto l'aspetto narrativo e tutta
l'ambientazione. Essi hanno quel carattere orientale talmente presente e
talmente tangibile che rendono l'esperienza di gioco onirica, poetica e
radicatissima nel gusto mitologico nipponico e dintorni. Quest'ultimo aspetto è
forse quello che funge da marchio di unicità per questo gioco. Ed è lì che va
ricercata la causa del suo parziale insuccesso. Il videogiocatore navigato
apprezzerà questo titolo, sia sotto il profilo tecnico che
dell'ambientazione-atmosfera. Ma non si sentirà trascinato nella poetica azione
di Raikoh (il personaggio protagonista). Quella tangibile atmosfera
orientaleggiante ci rimane parzialmente incomprensibile, a noi, utenti
occidentali, abituati molto di più a miti nordici e ad atmosfere fantasy di
stampo Tolkeniano. Questo titolo From Software si rende quindi cartina al
tornasole dei gusti dell'utente XBOX. La console verde-crociata non ha un gran
bisogno di titoli orientali in senso stretto. Forse ha bisogno molto di più del
know-how delle grandi case giapponesi, capaci di creare videogames utilizzando
elementi graditi al pubblico occidentale e di montarli sapientemente, alla
maniera del Sol Levante (trama incalzante, personaggi caratterizzati benissimo,
ottimo studio delle sezioni Action) fino a farne un videogame di successo (Metal
Gear Solid anyone?). Il successo del titolo alla fine lo decreta il grande
pubblico, come in tutti i settori che non sono di nicchia ma che appoggiano il
loro marketing sulla massificazione dell'utenza. Ma questo gioco non è da
disprezzare! Nella maniera più assoluta! Possiamo parlare di un titolo non
esente da difetti sia sul lato del Gameplay, sia sul lato della scelta del
target dell'utente. Ma non ci dobbiamo sentire in diritto di decretare la non
validità di un prodotto soltanto perché non riusciamo a capirlo o ad
apprezzarlo. E' bene subito puntualizzare che quei videogiocatori che
carpiranno la poesia di questo gioco saranno rapiti dalle sue atmosfere
pregnanti da sogno. Purtroppo, probabilmente, coloro che riescono a fare questo
non sono molti e, si sa, la fortuna di un gioco non si misura dalla sua qualità,
ma dalle copie che riesce a vendere...

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