Warframe: il punto della situazione

In attesa dell'espansione Plains of Eidolon, torniamo sul free to play di Digital Extremes per raccontarvi com'è cambiato negli ultimi anni.

Warframe: il punto della situazione
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  • Xbox One X
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  • PS5
  • Xbox Series X
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  • Tornare su Warframe dopo una lunga pausa è quasi straniante. Avendolo giocato seriamente per l'ultima volta nel 2014, rivestire i panni dei prodi guerrieri Tenno oggi, a tre anni di distanza, è stato per me un po' come tornare a casa dopo una lunga assenza e trovare tutto cambiato.
    Fortunatamente i ragazzi di Digital Extremes sanno il fatto loro e il risultato del loro operato è capace di generare quasi solo meraviglia per chi decide di fare ritorno in questo sistema solare. Warframe è infatti cresciuto fino a diventare un gioco che, seppur free to play, ha ben poco da invidiare a colossi del genere come Destiny.
    Proprio per Destiny, in quel settembre 2014, accantonai Warframe, così da immergermi a testa bassa e cuore gonfio nel mitologico shooter di Bungie, che ancora oggi amo. Eppure Warframe è cresciuto, a differenza del rivale, in maniera molto più decisa e audace, con un forte spirito di autocritica e una voglia di mettersi in gioco innegabile.

    Ricordo ad esempio che poco prima di abbandonarlo, tre anni fa, Warframe aveva appena introdotto, insieme all'ambiente interattivo delle navi personali che fungono da hub, il nuovo sistema di navigazione della mappa stellare: una sorta di sferografia confusionaria e semi impraticabile che mi diede quell'ulteriore spinta verso una lunga pausa riflessiva.

    Ebbene trovare oggi un sistema di navigazione ancora una volta nuovo, ma finalmente pulito e fruibile è davvero una gioia. Aprire la mappa stellare del Warframe attuale è una goduria, non solo per la pulizia proposta, ma anche perché quello che viene offerto in termini di attività e coinvolgimento è a sua volta cresciuto.
    Sono stati rivisti i sistemi di ampliamento ed esplorazione del sistema solare da parte del giocatore anche (ma non solo) grazie al nuovo sistema di quest, che non solo serve a dare maggiore spessore alla lore del gioco, ma che crea anche un rinnovato senso di progressione capace di aiutare il nuovo avventore a trovarsi a suo agio con un mondo così vasto, fatto di sempre più tipologie di missione, fra novità come gli scavi e i nuovissimi raid da 8 giocatori (che ancora non ho avuto il piacere di provare, ma riguardo i quali ho già sentito dire ottime cose).

    Sono tornato su Warframe da poco più di una settimana, dedicandogli praticamente tutto il mio tempo, e mi sento felice di non essere riuscito a combinare quasi nulla. È un titolo "time consuming" Warframe, lo sapevo già, e reinserirsi non è semplice, ma mai come ora sono stato contento di pasticciare con i menu. Non solo il livello di possibilità per quanto riguarda la personalizzazione estetica è ormai alle stelle (fra syandane, skin, elmi, armature, emblemi e via dicendo), ma anche il nuovo e rivisto sistema di parametri, abilità e potenziamento delle mod è davvero ottimo. Molti Warframe hanno subito un rework di un certo calibro, così che nessuno si trovi più ad essere una sorta di peso morto rispetto ad altri, con abilità migliorate e/o modificate che gli conferiscono ora un ruolo specifico sul campo di battaglia. Anche il potenziamento delle mod sfrutta finalmente una sorta di valuta secondaria che può essere raccolta in gioco, invece che degli item specifici come in passato.

    Tutto ciò si traduce in un procedimento più flessibile nel creare e potenziare il proprio combattente, che può oltretutto beneficiare finalmente di mod specifiche elargite dalle fazioni a cui è possibile affiliarsi, altra novità relativamente recente. Ogni fazione ne ha delle altre relazionate, amiche o nemiche, e legarsi ad una in particolare influenza quindi anche i rapporti con le restanti, costringendo quindi il giocatore a scegliere le alleanze delle quali vuole vestire i sigilli, a seconda di quali oggetti unici intende acquistare salendo di rango e quali altri può invece permettersi di vedersi reclusi.
    Ad esempio, il mio fidato Nekros (rigorosamente total black o, in alternativa, viola brillante e bianco osseo, perché il fashion è importante) monta tre mod di fazione specifiche - gentilmente concesse in prova da un amico - che gli permettono di scaricare danni subiti sui minion evocati rianimando i morti, ma anche di rallentare i nemici spaventati e, soprattutto, di consumare salute invece di energia per dissacrare i cadaveri. Inutile dire che non vedo l'ora di mettere a punto anche il mio vecchio Oberon.

    Certo il grinding è ancora duro e in Warframe bisogna lavorare affannosamente per guadagnarsi ogni minimo elemento necessario all'avanzamento: dall'esperienza per aumentare il grado maestria (che sblocca l'accesso ad armi ed equipaggiamenti migliori) a quella per migliorare armi e warframe; dagli schemi di armature ed equipaggiamenti ai singoli (maledetti!) materiali per costruirli.
    Va preso così: il gioco richiede tanta dedizione. Eppure, per tornare a fare un confronto con Destiny, qui il tempo viene investito in un'attività perseverante di ricerca, piuttosto che in attesa del del colpo di fortuna legato a un loot randomizzato. Il bello, poi, è che spesso è possibile dedicare al gioco solo un'oretta alla volta: si fanno timidi passi avanti che però prima o poi porteranno ad un traguardo; e del resto il gameplay rimane immediato e divertente.
    Se è pur vero che su questo fronte non sono state fatte modifiche trascendentali (se diamo per scontato l'ottimo e necessario rework del sistema di movimento), le patch che hanno modificato il comportamento e all'efficacia delle armi hanno permesso un bilanciamento molto più equilibrato fra armi da mischia e da fuoco, permettendo ora più che mai approcci ibridi efficaci, che rendono l'esperienza in battaglia sensibilmente più frizzante e dinamica che in passato. Anche gli archwing, finora relegati a strumenti utilizzabili soltanto in attività specifiche, avranno più o meno presto nuova linfa vitale grazie all'espansione maggiore Plains of Eidolon, che vedrà per la prima volta l'introduzione di una grande mappa open world in cui potersi spostare in libertà persino in volo.

    Resta un peccato che un titolo tanto profondo rimanga però leggermente frenato da una curva di apprendimento un po' ripida, che non sempre garantisce un'introduzione ottimale alle meccaniche di gioco in maniera chiara. Specialmente per chi, come me, torna a giocare dopo parecchio tempo, dovendo non solo tenere traccia dei propri vecchi progressi senza un ausilio da parte del gioco, ma raccapezzarsi con le modifiche strutturali apportate al tutto (come ad esempio i nodi fra i pianeti con le checklist da soddisfare, per dirne una).

    Al netto dei piccoli difetti, in parte perdonabili, Warframe resta comunque un titolo maturo, profondo e strutturato, con tanto da offrire a tutti quelli che cercano un gioco cooperativo di azione sfrenata, progressione e caccia al ricco bottino. Il fatto che sia poi gratuito è puro grasso che cola, specie su console, dove il panorama dei giochi a costo zero non offre moltissimo, specialmente a questi livelli.
    L'espansione Plains of Eidolon in arrivo entro l'anno continua a essere un ottimo manifesto d'intenti per Digital Extreme e per la loro capacità di guardare sempre oltre l'orizzonte, nonché per il loro grande talento artistico che non vediamo l'ora di ammirare alla prova con scenari e situazioni originali. Con queste premesse, non si può che sperare in bene per l'ulteriore divenire di Warframe.

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