Speciale Watch Dogs

Smart Cities, interconnettività e Vigilanti fuorilegge nel nuovo action game Ubisoft

Speciale Watch Dogs
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Wii U
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Recentemente siamo volati a Parigi per vedere in anteprima Watch Dogs, la nuova ed attesa IP di Ubisoft che dovrebbe idealmente affiancare l'inarrestabile Assassin's Creed nei piani finanziari della softco. Nella nostra anteprima abbiamo più volte sottolineato come di carne al fuoco ce ne sia davvero tantissima e quanto ci abbiano stupito soprattutto le dinamiche di una città "viva". Il protagonista -Aiden Pearce- ha offerto invece qualche spunto di riflessione in meno: sulla trama le rivelazioni sono state minime e la caratterizzazione ha lasciato in buona sostanza molto spazio all'immaginazione. Parlando di un titolo così vasto, tra congetture ed informazioni spulciate qua e là, si possono sempre cavare nuove riflessioni: così noi di Everyeye.it abbiamo pensato di entrare in alcune delle pieghe della produzione, approfondendone alcuni aspetti.
    Lo speciale che state per leggere, dunque, è frutto di una -speriamo sapiente- mescolanza di quanto trapelato prima e durante l'evento parigino, più una serie di ipotesi tratte dal materiale stesso e dalle parole del Creative Director Jonathan Morin - protagonista della presentazione. Ci focalizzeremo, in particolare, sulla strutturazione del setting e sulla figura di Aiden Pearce, cercando di scoprire qualcosa di più su Watch Dogs.

    Smart City e ctOS

    Tutto ha inizio nell'Agosto del 2003, quando l'intero Nord-Est (degli Stati Uniti) viene colpito da un gigantesco blackout che paralizza le vite di cinquantacinque milioni di cittadini americani. E' il panico, le città sono al buio. Qualche giorno dopo, quando la normalità viene ripristinata, bisogna fare il conto delle vittime: centinaia sono i feriti, ai quali si aggiungono persino undici morti.
    Il Governo avvia un'indagine atta a scoprire le cause di questo "moderno disastro", concludendo, infine, che a causare il blackout è stato un singolo individuo. Raymond Kenney, impiegato statale insoddisfatto, ha rilasciato un virus capace di sfruttare una piccola vulnerabilità alla State Transmission Control Room; poche ore dopo il sistema è andato in sovraccarico spegnendosi. E' immediatamente chiaro che si tratta di un problema gravissimo, di una falla da sigillare al più presto: un tale disastro non deve ripetersi.
    Otto anni dopo nasce il primo Central Operating System - il ctOS di cui tanto abbiamo parlato nella nostra anteprima. Si tratta di un potentissimo software che regola le più grandi città d'America (tra le quali la Chicago di Watch Dogs), rendendole smart cities. Il programma garantisce accesso e controllo centralizzato alle linee della metropolitana, ai regolatori del traffico, a tutte le telecamere di sorveglianza e addirittura alla rete di distribuzione elettrica. Un solo sistema informatico per gestire un'intera città, dalla A alla Z. Una mossa che sembra in netto contrasto con il mantenimento della sicurezza, poiché con la centralizzazione totale il rischio di perdita di controllo dovuto ad una sola falla è ancor maggiore. In realtà non è proprio così, perché il ctOS è in grado di fare ben più che controllare passivamente i sistemi già citati. E' infatti un vero e proprio sistema di sorveglianza, che raccoglie tutti i dati di tutti i cittadini in ogni istante della loro giornata, spiandoli. Ogni persona diventa così un data cluster all'interno di una rete globale costantemente interconnessa. Diviene semplice, forse addirittura troppo, individuare preventivamente le minacce, sfruttare le abitudini e i gusti di ciascuno per influenzarne vita e pensieri. Un potentissimo mezzo di controllo, in sostanza, capace di tenere "sotto scacco" le vite di milioni di persone. E, nemmeno a farlo apposta, il ctOS è gestito da una lobby di compagnie private, che hanno evidentemente tutto l'interesse a manovrare i pensieri delle persone prima che garantirne la sicurezza. Sarà, molto probabilmente, proprio questa "gestione privata" della privacy a portare al limite il nostro Aiden Pearce che, come detto, si trasformerà in un pericoloso Vigilante.

    Aiden Pearce e Chicago. Chicago e Aiden Pearce

    Il protagonista di Watch Dogs, per quanto il titolo sia stato oramai mostrato diverse volte alla stampa e, tramite il web, anche al pubblico, è ancora avvolto nel mistero. Qualche riga fa lo abbiamo definito un Vigilante, ed è, per inciso, una delle poche informazioni che abbiamo su di lui sino ad ora. Sappiamo, inoltre, che la sua "trasformazione" è stata dettata da quanto successo alla sua famiglia: in passato dev'esser stato fatto del male a qualcuno dei suoi cari e Aiden, sfruttando capacità da hacker che non ci è dato sapere se già possedeva, ha iniziato a sorvegliarne le vite, per mantenerli in sicurezza. Quando tutto questo è diventato molto più che una faccenda privata, sfociando nell'ossessione di controllare prima il vicinato, poi il quartiere ed infine l'intera Chicago, è stata la sua famiglia a pagarne le conseguenze. Non sappiamo bene cosa sia successo, ma quando, nell'ultimo trailer "Fuori Controllo" Aiden è fermo di fronte ad una lapide, i collegamenti sembrano piuttosto scontati. "Non sono sempre stato così; sono diventato chi sono dopo che hanno fatto del male alla mia famiglia..". Le parole dell'anti-eroe sono a dir poco eloquenti, ed a riguardo non possiamo che pensare che qualcuno a lui caro abbia pagato con la vita.
    La sua rabbia e il suo desiderio di vendetta partono dunque da questa tragedia, e lo portano a vivere pienamente la sua ossessione. Grazie alla capacità informatiche che ormai lo contraddistinguono, Aiden diventa in grado di entrare nel sistema, di divenire lui stesso il sistema. Quasi come un redivivo Neo (da Matrix) il nostro è in grado di "vedere" connessioni, dati personali, pericoli potenziali dove altri non li vedono. Il suo deviato e deviante senso del dovere è tutt'uno con gli algoritmi del ctOS, che ha bypassato per diventare fulcro della raccolta d'informazioni. Prima ancora di giungere al mainframe e di venire smistate alle strutture o agli enti competenti, tutte le informazioni arrivano al suo smartphone, il terminale principe della sua lotta contro la società che ha condannato.
    Il potere che detiene è illimitato e, come abbiamo visto nella recente presentazione parigina, molto pericoloso. Mosso dal cieco desiderio di vendetta, per quanto possa sforzarsi di mantenere l'ira sotto controllo Aiden è una mina vagante. I suoi sforzi per sradicare il crimine alla radice ricordano un inesperto Cavaliere Oscuro, spesso sopraffatto dalla sua stessa ira ed incapace di controllare le pulsioni violente. Il percorso di Aiden, a differenza di quello di Bruce Wayne, ci è però ancora oscuro: Jonathan Morin ha chiaramente sottolineato l'assenza di qualsivoglia sistema morale, di giudizi e di parallelismi con i giustizieri ai quali siamo abituati. Il quadro che viene dipinto è perciò abbastanza inusuale: Aiden Pearce non si ferma davanti a nulla; i danni collaterali sono accettabili se "funzionali" allo scopo. Il problema vero è quando lo scopo (poniamo sventare una rapina) ha un peso minore del danno in oggetto (poniamo un incidente mortale). Come reagirà il nostro in questo caso? Si trasformerà in una trottola impazzita capace di distruggere Chicago oppure vivrà un'evoluzione interiore tale da trasformarlo in un "eroe"?
    Tutte queste risposte (e molte altre ancora) le avremo, molto probabilmente, solo quando il videogame avrà raggiunto gli scaffali e i tray delle nostre console.

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