Speciale Year in Review

Cosa ci ha lasciato quest'annata videoludica?

Speciale Year in Review
INFORMAZIONI GIOCO
Articolo a cura di

Volge oramai al termine questo denso 2010 videoludico. E, come sempre si fa quando finisce una stagione, pare opportuno tirare le somme. Cercando di capire, semmai, com'è cambiato il mercato del videogioco. Quali sono le nuove linee di tendenza, quali sono state le eccellenze di quest'anno che pareva esser l'apice di questa generazione, e sta invece per essere sostituito da mesi ancora più caldi. Dati alla mano, ed adocchiando gli scaffali ormai polverosi, e ricolmi, in cui albergano i titoli di un 2010 indimenticabile, facciamo insomma il punto della situazione.

Ritmi

Basta controllare gli andamenti del già lontano 2009, per capire che l'incedere delle uscite ed il comportamento delle software house è sostanzialmente cambiato. L'intrattenimento digitale non sarà certo popolare come il cinema, ma oramai, sdoganato per sempre da una combattiva Nintendo, è entrato a far parte della cultura di questo nuovo millennio, e gli investimenti dei giocatori sono sensibilmente aumentati. Così, invece che concentrare le uscite nei periodi caldi dell'anno (storicamente Marzo e Novembre), i publisher hanno preferito "spalmare" le loro Line-Up più uniformemente: consapevoli che ogni mese c'è posto, nei Tray delle console, per almeno un capolavoro annunciato, uno dei grandi nomi della scena. L'esorbitante piattezza del Gennaio di due anni fa è stata sostituita da un mese d'esordio in cui sono arrivati Darksiders, Bayonetta e Mass Effect 2 (considerato, anche dai nostri lettori, un candidato ben quotato per il ruolo di Game of the Year). Di lì in avanti, non abbiamo avuto un attimo di respiro, mentre il gioco dei rimandi è arrivato a ricollocare i titoli importanti nei periodi più vuoti. Il rinvio di Red Dead Redemption per evitare un Marzo affollatissimo, quello di Mafia II per riempire un agosto evanescente, sembrano sottolineare ancora una volta che le software house puntano a non lasciare buchi, ed a non pestarsi i piedi. Perchè in questo "mercato allargato" c'è davvero spazio per tutti quanti. Così anche Sony ed Electronic Arts proiettano in avanti Little Big Planet 2 e Crysis 2, per non arrischiarsi in un lancio novembrino a cui avrebbe potuto far seguito qualche problema di sovraffollamento.
Perchè se una cosa resta immutata di anno in anno, è l'affanno del Natale, la ridondanza del periodo che lo precede. Volenterose di collocarsi sotto gli alberi di ogni giocatore, quasi tutte le aziende rilasciano i loro "campioni", ed a noi spietati "selezionatori" non resta che armarsi di buona pazienza per identificare i migliori (sperando, semmai, di avere tempo per recuperare chi è rimasto indietro soltanto per mancanza di fondi).
Quest'andatura a "passo sostenuto" che il mercato ha intrapreso, non sembra assolutamente destinata a ridursi. Il 2011, come potete vedere nei nostri speciali, è un anno strabordante, che già nei primi due mesi farà scendere in campo titoli del calibro di Dead Space 2 e Killzone 3.
Viene da sorridere, pensando a qualche anno fa, quando i tempi morti sembravano dilatarsi a dismisura, nell'attesa di un'uscita particolarmente succulenta. Oggi, per avere un buon (?) seguito basta attendere appena 12 mesi, e l'attesa si può ingannare con un bouquet di una vastità impensabile.

Consoles

Oltre ad aver vinto a mani basse la "Console War", il 2010 di Nintendo è stato piuttosto frizzante. Nei primi anni di vita la macchina da gioco casalinga aveva attirato in parte le ire dei videogiocatori, fossilizzando la sua Line-Up su conversioni mal fatte di titoli HD, e su On-Rail Shooter di dubbio gusto. I prodotti di questo genere non mancano neppure nel 2010, ma si sono drasticamente ridotti. Al loro posto, sono arrivate sugli scaffali esclusive importantissime, tanto che la Line-Up esclusiva del Nintendo Wii è senza ombra di dubbio quella più vitale (del resto, il mercato delle console in Alta Definizione tende ad uniformarsi nel segno dello sviluppo multipiattaforma).
Inutile nascondere che alcuni dei prodotti lungamente attesi dai videogiocatori hanno soddisfatto solo in parte le aspettative. Un No More Heroes 2 più spuntato rispetto all'indimenticabile primo episodio, un Red Steel 2 dalla ricezione altalenante, non vanno comunque annoverati fra i rammarichi dell'utenza, in quanto hanno saputo divertire in maniera piuttosto brillante. Ma è innegabile che l'eccellenza della console Nintendo arrivi dal settore del Platform. Dopo Super Mario Galaxy 2, Donkey Kong Country Returns ha settato nuovi standard qualitativi, riportandoci in un mondo incantato che credevamo d'aver abbandonato troppo anni fa. Ed anche Epic Mickey si colloca nell'alveo del genere, con la visione particolarissima di un altro eroe immortale (il cui ritorno ci fa pensare inevitabilmente, e con tanta nostalgia, a Castle of Illusions). Ma la vibrante vitalità della line-up Nintendo passa anche da progetti arrivati in sordina, come "La Torre delle Ombre", l'insicuro "Fragile". Sono titoli che non si collocano ai vertici della produzione esclusiva, ma rappresentano di fatto una manna dal cielo per chi cerca un modo di giocare non uniformato, rispettoso delle proprie radici e fieramente alternativo. Proprio questa forte connotazione della Line-Up ha tolto forse spazio al mercato del Digital Delivery: il settore WiiWare, quest'anno, non ha certo brillato come in passato. Proprio perchè, ci pare, se su Ps3 e Xbox le piattaforme virtuali rappresentano un canale di distribuzione parallelo, su Wii di questa "alterità" non si sente troppo il bisogno, essendo le uscite già poco uniformate agli "standard" di questa generazione.
Impossibile non citare poi l'arrivo di Sin & Punishment 2 e quello di Monster Hunter Tri. Dei due, di certo il secondo ha avuto un successo meno esorbitante nel Vecchio Continente: poco male, dal momento che sappiamo qual'è il mercato a cui mira Capcom.
Globalmente, comunque, non si può che fare un plauso all'impegno di certe software house ed alla gestione di Nintendo, che alla fine, dopo un periodo piuttosto travagliato in cui le spinte "casual" sembravano essere prioritarie, è riuscita a coniugare tipologie di prodotti davvero diversissime, facendo coesistere, sugli scaffali, i grandi nomi di cui sopra con fenomeni "popolari" del calibro di Just Dance 2. E' un peccato, occorre dirlo senza troppo rammarico, che questo "colpo di reni" dell'hardcore gaming arrivi in un momento in cui l'assenza dell'alta definizione si fa più pesante. Anche senza tornare a puntare il dito contro l'assenza di una sovrastruttura online "centralizzata", oramai diventata fondamentale per fidelizzare l'utenza e saldare i rapporti della community, la diffusione dei televisori "Full HD", che ai tempi dell'uscita era ancora minoritaria, riduce in qualche modo l'appeal di una macchina le cui giunture tecniche cominciano a scricchiolare. Così come scricchiola la filosofia del "motion control", dal momento che delle grandi produzioni sopra citate, pochissime utilizzano in maniera davvero pregnante il Wiimote, sfruttato anzi spesso come un pad classico non sempre comodissimo da scuotere o tenere in mano (si veda proprio Country Returns). Insomma, riuscirà Nintendo a resistere un altro anno ancora, sostenuta solo dagli investimenti del pubblico "allargato"? Al momento, sono poche le esclusive interessanti che si intravedono all'orizzonte, ma forse qualcosa di nuovo uscirà fuori dal cilindro. Oppure tutto si sposterà su di una nuova macchina ancora da annunciare?

Dal canto suo, Sony sembra aver arrestato un attimo la serie positiva di esclusive che si era avviata negli ultimi mesi dello scorso anno (inaugurata dallo strepitoso Uncharted 2). Dopo Heavy Rain (fortemente contestato da molte fasce di pubblico, ma comunque uno degli esperimenti più significativi ed originali di questa generazione), nella prima parte dell'anno praticamente solo (?) God of War III ha deliziato i fan del monolite nero. Non è certo un'esclusiva da poco, ma a confronto di "quello che verrà", l'alba del 2010 non è stata così eccezionale (si pensi che nei primi tre mesi del prossimo anno ci sarà da divertirsi con Killzone 3, Motorstorm e Little Big Planet 2).
Dal punto di vista dell'offerta esclusiva Sony (così come Microsoft) non ha certo brillato neppure nei mesi seguenti, nonostante abbia dato a molti utenti una Killer Application vera e propria (di quelle che giustificano l'acquisto di una console), ovvero quel Demon's Souls lungamente atteso da noi Europei.
Poi è arrivato Gran Turismo 5 a rimpolpare le vendite del vecchio continente (oltre 60.000 copie in Italia nella settimana successiva al lancio), ma sulle reazioni del pubblico più esigente è meglio tacere.
Dove la console Sony ha brillato è stato nel campo del software multipiattaforma. Il successo è ovviamente condiviso con la rivale di casa Microsoft, che piazza un numero di copie praticamente doppio in terra d'America (ma in Italia la tendenza è inversa), e che di tanto in tanto continua a vantare versioni meglio ottimizzate. Ma al di là delle questioni (di lana caprina) da Console War, quest'anno a guadagnarci sono stati i videogiocatori, che hanno potuto sguazzare in un mercato vario quanto mai. Abbiamo già citato alcuni nomi, e spulciando i cataloghi e le Nomination per il Gioco dell'Anno si trovano titoli appartenenti alle più disparate categorie. Tralasciando gli "aggiornamenti annuali", fra cui annoveriamo ormai anche il consueto Call of Duty, ci sono stati sequel assolutamente notevoli (pensiamo a quel Brotherhood inizialmente bistrattato, ma di fatto ben più riuscito, anche narrativamente parlando, del secondo Assassin's Creed). E poi novità abbastanza pregnanti: da solo Red Dead Redemption giustifica un'intera generazione, scardinando e ribaltando il modo d'intendere un genere da troppo tempo paludato. Superando d'un colpo le schiere informi di congeneri, che fra Red Faction: Guerrilla e Prototype hanno esplorato ogni ambientazione possibile, il masterpiece di Rockstar riscrive i comandamenti della categoria. Mostrando anche la piena maturazione degli strumenti espressivi della nuova arte digitale, che di fatto affianca (e supera?) quella cinematografica. Ma il 2010 è stato anche l'anno di Mass Effect 2, un vero e proprio fenomeno videoludico: seppure i puristi siano rimasti scontenti, il necessario smussamento dei tratti ruolistici è servito di fatto per pennellare un prodotto universale, che coniugasse le esigenze del grande pubblico, la spettacolarità da Blockbuster Holliwoodiano, ed un ritmo decisamente più serrato e vivace di quello del primo episodio.
Arrivato sul finire dell'anno, Fallout New Vegas non ha replicato il successo del primo episodio, ma di fatto rappresenta un'evoluzione notevole di un profilo ludico che due anni fa non era certo inappuntabile. E sul finire dell'anno sono arrivate anche due grandissime sorprese: da una parte Enslaved, un titolo leggero e disinvolto, di certo "figlio dei tempi" ma importantissimo per la cura strepitosa nella caratterizzazione artistica; dall'altra Lords of Shadow, una vera e propria rinascita del brand Castlevania, ed un nuovo corso per gli action game a la God of War. Di epigoni ed emuli di Kratos ne abbiam visti fin troppo, ma la perla firmata Kojima Production si fa scoprire poco a poco, rivelando un carattere antico ed una direzione artistica che rilegge in un meraviglioso 3D l'iconografica classica della saga.
Lo scorso marzo è arrivato anche Bad Company 2, di certo il miglior First Person Shooter Online di quest'annata. Per chi se lo fosse perso, il rilascio dell'espansione "Vietnam", avvenuto proprio in questi giorni, potrebbe essere un'ottima scusa per acquistarlo (ormai ad un prezzo abbordabile).
Se si aggiunge al computo Mafia II, Metro 2033, Final Fantasy XIII, Super Street Fighter IV, Blaz Blue, si vede insomma che tutti i generi sono coperti. Addirittura in ambito sportivo, oltre alle solite, ben note discipline di squadra, la sedimentazione dell'eredità di UFC ha attirato sul "ring" videoludico l'MMA di Electronic Arts. E per quel che riguarda i corsistici, fra WRC, F1 2010, e l'italianissimo SBK X, davvero non abbiamo di che lamentarci (Codemasters con Grid e Dirt ha di fatto spianato la strada ad una vera e propria rinascita del genere, che ha cavalcato l'onda del facile successo dovuto all'allargamento di pubblico più volte citato). Tentando strade alternative, anche Blur e -soprattutto- Split/Second hanno in qualche modo irretito l'utenza, superati forse, in ambito Arcade, dall'Hot Pursuit di Criterion.
Una discreta flessione si è invece registrata nel mercato dei Rhyhtm Game. Rock Band 3 si è presentato come il titolo musicale definitivo, ma intanto qui in Italia gli strumenti Pro neppure sono arrivati, la tastiera è rimasta evanescente, e nei negozi le copie si contavano con il contagocce. Anche in America i risultati son stati modestissimi, ma comunque più rassicuranti di quelli del Guitar Hero annuale. La serie di Activision si trascina ormai stanchissima, ed anche se il successo commerciale non è stato esorbitante, ben più gradito è l'arrivo del secondo capitolo di DJ Hero, che smussa gli angoli di un gameplay che un anno fa non era ancora pienamente formato.
In generale, proprio la caduta dei titoli musicali ci riconduce in qualche modo agli accelerati ritmi di cui sopra discutevamo: diversamente da quanto accade in Giappone, dove la dedizione verso un brand o verso un genere sfocia nella mania, in Europa ed in America le mode passano più in fretta. Colpa, forse, proprio del mercato stesso, che ha un'attrazione letteralmente magnetica per i generi di successo (si veda proprio il ritorno di fiamma dei racing game): pubblicando titoli su titoli, spesso poco innovativi e senza verve creativa, è il meccanismo contorto del marketing che pian piano soffoca i suoi settori. E' toccato al Wrestling, al fenomeno-Dragonball, ai titoli musicali. Chi sarà il prossimo? Non scommetteremmo certo sui First Person Shooter, che in America sembrano ancora calamitare l'attenzione del pubblico più di ogni altra cosa.
Abbandonando però il settore multipiattaforma, è giusto soffermarsi sulle prestazioni di Xbox 360. Nonostante le parole del boss di EA, secondo cui il brand Playstation è ancora quello più forte a livello globale, il colosso di Redmond si adagia su una stabilità senza pari, forte di una base installata solidissima. L'affetto verso il marchio del popolo americano è tanto che le vendite del software multipiattaforma sono doppie rispetto a quelle del rivale. Forse è per questo motivo che Microsoft sembra essersi un po' adagiata sugli allori, almeno per quel che riguarda le esclusive. Quelle di quest'anno, numericamente parlando, non sono molte di meno rispetto a quelle proposte dal rivale. Eppure nel tris proposto si annida un Fable III la cui ricezione non è stata certo positiva (e del resto la visione di Moulineux è così particolare che rischia seriamente di non contentare nessuno, tranne che lui stesso), ed un Halo: Reach salutato dalla stampa con molta circospezione. Al di là di quello che ne dicono i Fan, col senno di poi l'ultimo di Bungie non è certo il migliore della "quadrilogia". E persino online Reach deve cedere il passo ad altri prodotti: lo dimostra la mancata migrazione di massa dai server di ODST/Halo 3, che ancora sono piuttosto popolati, ed anche da giocatori scontenti che proprio non hanno digerito il cambio netto intrapreso da questo prequel.
Alan Wake è senza dubbio il cardine della Line-Up esclusiva della 360. Peccato per la strategia scellerata che ha ritardato l'avvento delle parti più piene (dal punto di vista sia ludico che narrativo), ovvero quei DLC che hanno di fatto cambiato volto al prodotto Remedy. Gli add-on sono arrivati dopo che (anche su questo forum) si era consumata una piccola tragedia numerica (ma sull'opinione di chi scrive s'è fatto già un gran parlare, e forse è meglio non andare oltre).
Quello che lascia perplessi, comunque, è la mancanza di una strategia "forte" per il prossimo anno. Mancanza che da più parti ha fatto pensare all'arrivo di una nuova console. Ma il fatto che le terze parti annuncino progetti a lungo termine (titoli previsti addirittura per il 2013), deve forse indurre a ricredersi. Microsoft vorrà continuare con una ridotta dose di esclusive, oppure all'E3 giungeranno grosse novità?

Muoviti!

Il 2010 è stato anche l'anno del Motion Controller. Con un guizzo tardivo rispetto all'imbeccata di Nintendo, anche Sony e Microsoft hanno lanciato sul mercato le loro periferiche motorie. E hanno un bel dire, i sostenitori dell'una e dell'altra parte, che si tratta di un'azione mirata ad ampliare l'offerta globale, per renderla il più completa possibile: la verità è che di fatto le pretese di immediatezza e fruibilità "tirano" ancora come poche, e che con una buona campagna marketing, diffusa attraverso le reti principali, si possono raggiungere risultati economici più che soddisfacenti.
Ad onor del vero, però, l'esordio delle due periferiche è stato molto sottotono.
Kinect è arrivato in Italia senza il supporto vocale, e l'assurda necessitò di utilizzare un limitatissimo "Hub" come interfaccia di controllo della Dashboard ha lasciato tutti davvero perplessi. Per non parlare della Line-Up, invasa da titoli di dubbio gusto in cui spiccano soltanto un paio di produzioni (e la più riuscita è Dance Central, a riprova dell'utilizzo "creativo" del motion controller). Entrata ingloriosa anche per Move, che mostra (a differenza del concorrente) una precisione elevatissima, ma propone una gamma di prodotti traballanti e insicuri, fra cui figurano vere e proprio cadute di stime (Kung Fu Rider) e -di nuovo- un'unica perla (Sports Champion, assurdamente limitato dall'assenza del Multiplayer Online).
Se i giocatori vecchio stile dovessero valutare soggettivamente l'impatto delle due periferiche sul mercato, con tutta probabilità i commenti alternerebbero risatine sarcastiche ad un fastidio piccato e sdegnoso: saturati dalle campagne stampa, dalla copertura mediatica, dalle review e dai topic, in molti hanno sviluppato un'avversione quasi aprioristica. Ma guardando ai dati di vendita ed alla situazione futura, "l'occhio ludico" di Microsoft sembra senza dubbio avvantaggiato: non solo in USA ha spinto le vendite della console a livelli stratosferici (ma, si sa, gli americani hanno i salotti molto spaziosi), ma la Line-Up del 2011 appare ricchissima di progetti potenzialmente molto interessanti (da Haunt a Child of Eden, passando per Project Draco e Steel Battalion). I nomi che gravitano attorno all'orbita di Move sono molti di meno, e Sony corre ai ripari annunciando la presenza sul mercato di ben 50 titoli compatibili con la periferica. Come se le "Move Edition" di Resident Evil ed Heavy Rain potessero davvero esser considerate come un valore aggiunto, o un sistema in qualche modo migliore per godere appieno di tali prodotti. La strategia commerciale del colosso nipponico, da questo punto di vista, non sembra essere di certo vincente. E ricordandoci che Sony si è fatta scappare di mano un'idea potenzialmente esplosiva come Home (sparito definitivamente dai Radar, dopo un'improbabile vitalità iniziale), speriamo davvero che le cose siano destinate a cambiare.

Portabilità ad ogni costo

Il mercato delle console portatili è in fase di assestamento. Nintendo DS e PSP sono arrivate palesemente alla fine del loro ciclo di vita, accorciato senza ombra di dubbio dall'arrivo di iPhone e dal rigoglio dell'AppStore.
Nintendo fa nuovamente da apripista alla nuova generazione, pronta a lanciare il suo 3DS. Sebbene il 3D stereoscopico senza occhialini riesca a stupire come poche altre nuove tecnologie, sulla sua rilevanza nel futuro della console non vogliamo pronunciarci (finirà forse per diventare un altro "richiamo per la massa"?). Meglio concentrarsi una Line Up ancora fumosa, ma già ricca di grandi nomi. Di questo tuttavia si è già parlato nello speciale apposito: ciò che conta in questa sede è il fatto che l'attenzione dei publisher per l'arrivo della nuova console abbia ridotto drasticamente l'impegno per il sempreverde Dual Screen. Inutile nascondere che rispetto allo scorso anno, il 2010 del Ds è stato meno pungente, quasi per nulla "di richiamo". I titoli che sono arrivati si sono limitati a sedimentare il predominio di certi generi: Dragon Quest IX, ad esempio, incorona l'handheld Nintendo come piattaforma indispensabile per gli amanti dei GdR vecchio stile (ed anche Final Fantasy Gaiden serve allo scopo), mentre sul fronte delle avventure grafiche si sottolinea sia il Noir "The Last Window" che l'ultima avventura del Professor Layton. Proprio in questo mese è arrivato l'ottimo Dark Dawn, che rappresenta forse l'unico grande titolo della casa madre, oramai totalmente impegnata a rifornire la Line-Up di lancio nella nuova console e tranquilla per quel che riguarda il supporto delle terze parti. Segnaliamo Super Scribblenauts, per l'immenso carico creativo di cui si fa vettore: resta uno dei più brillanti esempi di game design in un mercato che, dopo la fortissima spinta iniziale sembra poco a poco aver ricondotto i suoi prodotti entro canoni più distinguibili. Gli appassionati ricorderanno con ammirata nostalgia l'incredibile Touch and Go, o Kirby Canvas Course, o i minigiochi del primo Warioware: erano tempi in cui l'uso del Touch Screen non era votato al semplice miglioramento dell'interfaccia, ma interagiva attivamente col gameplay di titoli che restano immortali. Un peccato che questa vitalità sia stata precedente alla grande esplosione commerciale: se anche ai tempi le software house avessero registrato gli ottimi risultati di oggi, forse si sarebbero dimostrate più creative su questo fronte. Invece, bisogna registrare un'inversione di tendenza, soprattutto per quanto riguarda l'impegno delle terze parti, che ancora oggi, nonostante la flessione dei dati di vendita inerenti ai prodotti puramente "casual", continuano ad invadere gli scaffali con gli ultimi "Giulia Passione" e con "Pet Game" d'ogni risma. Che, puntualmente, vengono superati dalle vendite surreali di New Super Mario Bros, Mario Kart e persino Animal Crossing (o il recente Art Academy, a testimonianza di quanto può valere un buono spot in TV, quando la base installata è spaventosamente ampia).
Globalmente, insomma, il 2010 del DS lascia meno soddisfatti del suo lucente passato, e tutti non vediamo l'ora di passare ad altro.
Dal canto suo, PSP ha dimostrato quest'anno una vitalità inaspettata. Sono sparite quasi del tutto le conversioni incerte dei titoli HD, probabilmente perchè i dati di vendita erano tutt'altro che incoraggianti. Resta invece un pugno d'esclusive assolutamente eccellenti. Un peccato che quest'impegno arrivi in un momento infausto per la console: l'ultima contrazione nervosa prima di una morte commerciale conclamata (se si esclude il mercato giapponese, dove la "consolina" sopravvive più che dignitosamente).
Sugli scaffali dei negozi, comunque, sono arrivati un paio di titoli davvero imperdibili. Il primo è Peace Walker, continuazione diretta dell'ottimo Portable Ops: l'impegno di Kojima sfocia come sempre in un prodotto esemplare, che fa della portabilità il suo vessillo e sfrutta ottimamente tutte le possibilità di una console ancora forte tecnicamente. C'è poi Ghost of Sparta, eccezionale prova di Ready at Dawn, che rappresenta un'eccellenza nell'ambito degli action game: ignorarlo solo perchè si tratta di un titolo uscito sulla meno gradita delle macchine da gioco sarebbe un grave errore per gli appassionati. Sono arrivati anche Kingdom Hearts birth by Sleep e, soprattutto, Valkyria Chronicles II (seguito di uno degli RPG più originali e meglio riusciti degli ultimi anni): titolo che sembrano pensati per compiacere soprattutto la platea giapponese, ma che di fatto stuzzicano anche noi occidentali. Il mercato del vecchio continente deve invece aspettare ancora per ospitare altri prodotti decisamente promettenti, già arrivati nel paese del Sol Levante e previsti da noi per l'anno venturo. Citiamo ad esempio God Eater Burst, che dovrebbe accompagnare l'avvento di Lord of Arcana e Tactics Ogre. Strano che questi nomi si mobilitano proprio mentre la rete è percorsa dai rumor di una "Psp 2", una console che, secondo le prime indiscrezioni, ha una potenza di calcolo impareggiabile. Se dovessimo dispensare consigli a Sony (ma siamo sicuri che non ne abbiano bisogno), diremmo certamente di stare attenti a non ripetere lo sbaglio fatto in passato: da una console portatile, la gente si aspetta qualcosa di davvero alternativo alle macchine da gioco casalinghe: puntare solo sulla "forza bruta" e poco sull'innovazione è un forte rischio. Meglio sarebbe lavorare per rivedere l'incidenza del PSN come piattaforma di distribuzione, rendendo più immediato il download e proponendo una piattaforma di distribuzione e sviluppo versatile com'è l'AppStore. Perchè i "Minis" e altri porgetti del genere prendano piede, il modello da seguire è senza dubbio quello di Apple.
Per capirlo, basta vedere la vitalità della piattaforma online di Cupertino in quest'ultimo mese. Mentre il mercato delle console si è letteralmente fermato, andando in vacanza anzitempo, ogni giorno l'App Store è invaso da nuovi giochi. Bad Company 2, Shadow Guardian, NOVA 2, Real Racing 2, nonché pacchetti aggiuntivi per Trainyard, Cut The Rope, Angry Birds. La presenza di vere e proprie icone del gaming portatile (gli uccelli di Rovio sono ormai entrati nell'immaginario collettivo) dimostra che il modello funziona ed è produttivo, sicuramente capace di influenzare gli sviluppi futuri del portable gaming.

Year in Review E così un altro anno si conclude. Pronti alla scorpacciata che il 2011 ci prospetta, ci lasciamo alle spalle 12 mesi densi come pochi. Il 2010 può essere visto come l'anno in cui è avvenuto il definitivo assestamento dell'industria videoludica. Fino ad adesso attraversata da un fremito schizofrenico, divisa fra le attenzioni spasmodiche per l'utenza casual e quella “hardcore”, i publisher (e finalmente persino gli utenti) hanno capito che i due impulsi possono coesistere ed influenzarsi a vicenda. L'enorme diffusione del media, inoltre, ha portato notevoli benefici, sia per quanto riguarda varietà dell'offerta che dal punto di vista prettamente quantitativo. Ma il 2010 è stato anche l'anno in cui questa generazione ha cominciato a mostrare segni di cedimento. Tralasciando il mercato portatile, vicinissimo al cambiamento, la riproposizione metodica di nomi e di brand, la stanchezza di alcuni generi ed il paludamento di serie-culto, di fatto rappresentano i tratti meno brillanti del nostro mercato. Pochi sono i progetti con un carattere davvero alternativo (per questo il mondo videoludico attende così pazientemente The Last Guardian), pochi i rischi che i publisher decidono di correre. E se Nintendo, dopo una parentesi “casual” davvero troppo estesa, avrebbe potuto raccogliere la “sfida dell'originalità”, ecco che la sua Home Console appare un po' appesantita dagli anni (tanto che gli sforzi produttivi sembrano muoversi tutti in direzione del 3DS). In generale, comunque, è difficile lamentarsi di questo particolare momento storico. Il “media” videogioco sta poco a poco delineandosi come il più importante del nuovo secolo, capace com'è di rappresentare tutti i tratti del nostro essere postmoderno. La duttilità mentale, la mobilità del canone estetico, la virtualità e l'interazione, sono i caratteri più pieni della cultura del terzo millennio, e di certo questi “valori” si identificano pienamente nei videogiochi. Godiamoci quindi gli ultimi grandi (capo)lavori di questa generazione -anche se i loro nomi sono fin troppo noti- consapevoli d'aver assistito, di persona, a quella che è stata, in qualche modo, una vera rivoluzione.