Recensione Beastly

Quando la bestia perde il pelo... ma non la bella!

Recensione Beastly
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"Tanto tempo fa, in un paese lontano lontano, un giovane principe viveva in un castello splendente. Benché avesse tutto quello che poteva desiderare, il principe era viziato, egoista e cattivo". Se il leggere questa breve introduzione vi ha fatto venire in mente una delle più belle favole animate realizzate all'interno del magico castello Disney, allora siete tra quelli che alla notizia di un moderno adattamento cinematografico de La Bella e la Bestia avranno reagito con malcelato disprezzo e sostenuto interesse. L'attesa è terminata e, dopo numerosi slittamenti all'interno della programmazione, Beastly è pronto a fare la sua apparizione nel panorama del cinema pre-adolescenziale.

Il principe della scuola

Kyle (Alex Pettyfer) è principe della sua scuola: bello, popolare, ricco, figlio del più noto anchorman della città, crede che le vere potenzialità di una persona risiedano nel suo aspetto fisico. Viziato e superficiale, sicuro e pieno di sé, Kyle è abituato a prendere in giro tutti coloro che sono meno perfetti di lui. Il suo nuovo bersaglio è Kendra (Mary-Kate Olsen), una compagna di classe dall'abbigliamento gotico e la reputazione da strega, che non si lascia abbagliare dalla sua presenza e lo stuzzica continuamente. Umiliata davanti all'intera scuola Kendra decide di vendicarsi, trasformandolo in un orribile mostro che rispecchi esteriormente il suo orribile modo di essere. Kyle ha un anno, prima che l'albero tatuato sul polso sia fiorito completamente, per trovare una ragazza che riesca a guardare oltre i suo aspetto fisico e si innamori di lui; se non riuscirà nell'impresa rimarrà per sempre una bestia asociale. L'occasione arriva nei panni della semplice ed estremamente romantica Lindy (Vanessa Hudgens), la ragazza della porta accanto a cui Kyle non ha mai prestato molta attenzione ma che ora finalmente riesce a guardare con occhi diversi.

Bestie contemporanee

Fermate i vagheggiamenti e richiudete i cartelloni di protesta nel cassetto della scrivania. Nonostante sia palesemente un rimaneggiamento della classica storia de La Bella e la Bestia, Beastly non è l'adattamento cinematografico della stessa, quanto più quello dell'omonimo libro. Si tratta infatti del sesto lavoro pubblicato dalla scrittrice per ragazzi Alex Flinn che, rivisitando da un nuovo punto di vista un mito così ben conosciuto, si focalizza sull'ottimista concetto della seconda possibilità. "L'idea che qualcosa che fai in un singolo istante possa condizionare la tua intera vita mi intrigava, ed in particolar modo mi intrigava il fatto che sia un comportamento tipico dei ragazzi, che di solito non considerano le conseguenze delle loro azioni", confessa la scrittrice. E quale ambiente più di quello liceale, dava la possibilità di interagire con atteggiamenti apertamente cinici e subdoli eppure umanamente accettati dalla società? Così spariscono i castelli e le principesse, i candelieri e gli orologi, gli artigli e la pelliccia... già, perché una delle differenze più grandi tra il libro della Flinn e la versione cinematografica di Daniel Barnz sta proprio nella metamorfosi del protagonista. Kyle subisce una notevole trasformazione, sia dal punto di vista fisico che emotivo, da studente liceale incredibilmente popolare a "bestia" socialmente isolata. L'aspetto della bestia è stata una priorità importantissima per Barnz fin dal momento in cui ha firmato il progetto. "Quando ho incontrato per la prima volta la casa di produzione, mi hanno chiesto: ‘Che aspetto deve avere la Bestia?' Ho risposto: ‘Non ne sono ancora esattamente sicuro, ma so che non dovrà avere la pelliccia'. E alla fine questa frase si è trasformata in un ufficioso slogan per questo film: niente pelliccia!". E così Alex Pettyfer si è sottoposto a lunghe sedute di trucco che lo hanno trasformato dal biondino e belloccio Kyle al disadattato ricoperto di piercing, tatuaggi, cicatrici e ferite aperte chiamato Hunter, completamente calvo e dall'aspetto estremamente malaticcio. Un trucco decisamente metropolitano che, mettendo da parte quelli che sono i tratti caratteristici della Bestia della favola, si adegua perfettamente agli stilemi della bellezza moderna, dettata dai media e dall'attuale cinematografia stessa. Che cosa c'è di più orribile se non l'essere esteticamente non attraente? Il costante incremento degli interventi chirurgici, anche sui giovanissimi, e l'ormai interminabile corsa all'omologazione sembrerebbero perfettamente conformi con il motto della famiglia Kingson, per cui solo i belli hanno diritto di replica e chi è brutto si lamenta! Prestando particolare attenzione all'aspetto della bestia, si possono notare le parole che usa nelle primissime scene del film in alcuni dei suoi tatuaggi: diventa letterale quindi il concetto che il suo aspetto rispecchia tutta la cattiveria che ha usato per offendere gli altri.

Reinterpretazione della fiaba

Tutto all'interno di questo film grida fastosamente al "teen project": dal modo in cui la storia originale viene rielaborata e adattata alla sua costruzione visiva, dalla scelta di una colonna sonora (che richiama molto le sonorità pop/rock dei serial adolescenziali più in voga) agli attori chiamati a interpretare il principe e la principessa della fiaba. Vanessa Hudgens è un nome già particolarmente noto e molto amato per il pubblico di riferimento: il suo ruolo di punta nella fortunata serie Disney High School Musical e la sua storia, ormai finita, con il suo altrettanto amato partner Zac Efron, la rendono una mossa sicura. Al suo fianco troviamo Alex Pettyfer, ex modello che punta vistosamente al titolo di nuovo Robert Pattinson cinematografico, tanto da aver anche recitato in Sono il numero quattro al fianco della sua (all'epoca) dolce metà, la gleek Dianna Agron. Pettyfer, con i suoi tratti angelici e gli addominali ben scolpiti, se non altro rispecchia a pieno lo status di principe azzurro contemporaneo, ricco e affascinante, ostentatamente distaccato e remissivamente romantico che tanto affascina e catalizza l'attenzione del pubblico femminile più giovane. Poco importa se alla fine dei conti la recitazione dei due attori protagonisti si attesti su livelli molto televisivi, scarsa di spessore ed empatia e accompagnata da dialoghi degni del miglior libro per adolescenti dalle basse potenzialità. Dopotutto uno dei tratti distintivi di questo Beastly sembrano proprio essere le interpretazioni sopra le righe, come quella grottesca di Mary-Kate Olsen che, nei panni della bizzarra e non poco appariscente strega, raggiunge ormai dimenticati livelli di kitsch, con vistosi ondeggiamenti corporei decisamente contro natura. Fortunatamente a mettere d'accordo tutti, anche gli spettatori poco inclini a farsi ammaliare da questo tipo di pellicola, c'è Neil Patrick Harris, spigliato e divertente, come solo i suoi personaggi riescono ad essere, anche (e soprattutto) nei panni del cieco e disilluso Will, tutore e guida della redenta bestia.

Beastly Beastly è una favola dalle basse pretese che si impone di fare presa su un circoscritto e ben delimitato target e che, proprio per questo, funziona solo su un determinato tipo di pubblico. Al di fuori della prescelta cerchia, la pellicola appare semplicistica e banale, ricca di dialoghi stucchevoli e zuccherosi oltre ogni limite di credibilità, in cui comportamenti e atteggiamenti sembrano mutare e susseguirsi senza una reale evoluzione degli stessi e dei personaggi. Eppure è proprio questa sua semplificazione, questo suo essere umanamente utopico e cinematograficamente illusorio, a rendere la pellicola un discreto progetto pre-adolescenziale che, chissà, potrebbe dare il via alla carriera da idol di Alex Pettyfer.

5.5

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