Recensione Fury

Brad Pitt è un eroico sergente nell'avvincente war movie di David Ayer

Recensione Fury
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Un 2014 bello pieno per il regista David Ayer (Harsh times - I giorni dell'odio, End of watch - Tolleranza zero) che nel giro di pochi mesi ha diretto sia The Governator nell'apprezzabile Sabotage sia una vera e propria star di Hollywood come Brad Pitt nell'acclamato Fury. Un film che purtroppo è salito all'onore delle cronache anche per il caso The Interview, e la cui copia è stata disponibile illegalmente in rete già qualche settimana prima dell'uscita ufficiale su suolo americano. Ma i meriti di quest'odissea bellica travalicano qualsiasi exploit hackeristico, rendendola a pieno titolo una delle opere più interessanti dell'anno appena trascorso. Una storia semplice ma dal grande carattere che vede protagonisti, oltre al già citato marito di Angelina Jolie, un quartetto di interpreti di fama come Shia LaBeauf, Michael Pena, Jon Bernhtal e un Logan Lerman desideroso di staccarsi dall'immagine di adolescente cronico inaugurata con la saga fantasy di Percy Jackson.

"Gli ideali sono pacifici, la storia è violenta"

Nell'aprile 1945 la seconda guerra mondiale è ormai agli sgoccioli ma in Germania si combatte ancora tenacemente, a causa della strenua resistenza dell'esercito tedesco. Il sergente Don "Wardaddy" Collier, comandante del carro armato Fury, ha appena perso in battaglia uno dei suoi carristi quando si vede mandare dai piani alti come sostituto il giovanissimo Norman, un semplice dattilografo totalmente inesperto sul campo. Fury e i suoi uomini vengono inviati nelle missioni più pericolose, mentre tra i cinque membri dell'"equipaggio" si sviluppa un forte senso di cameratismo che coincide anche con la dolorosa maturazione di Norman. E quando dopo un cruento scontro armato il loro carro rimarrà l'unico sopravvissuto, Don condurrà i suoi compagni in una missione eroica e dalle tenui speranze.

"Finiamo questa battaglia"

Troppe volte l'epos viene tirato in causa per produzioni e narrative che ne mantengono solo una puerile facciata. Non è questo il caso di Fury, che si rivela visione passionale e appassionante in grado di scuotere le coscienze e mostrare tutti gli sporchi lati della guerra, non facendo sconti a nessuno (non mancano reazioni brutali, seppur in parte necessarie, neanche tra le file dei cosiddetti "buoni") e scandagliando con certosina precisione nelle psicologie dei suoi protagonisti. Se infatti nell'ultima parte la narrazione sacrifica, giustamente e senza comunque mai eccedere, la buona dose di realismo mantenuta fino ad allora in favore di uno spettacolo efficace e privo di artifizi leziosi, la sceneggiatura asciutta e cruda trascina con una forza dirompente mettendo alla luce tutte le crudeltà del conflitto. Scelta perfetta nella caratterizzazione di Norman, anima pura e candida in un branco di uomini trasformati in lupi dalle atrocità passate, ma comunque pronti ad ergersi in estremi atti di coraggio che aumentano a dismisura la carica empatica ed emotiva. Un grande e coinvolgente racconto di guerra che sfrutta appieno anche le robuste sequenze d'azione pura, con soggettive dal carroarmato di grande effetto e una resa mai confusionaria degli scontri a fuoco, semplificata dalla particolare scelta cromatica per rappresentare gli spari che, dopo un iniziale spaesamento, finisce per non stonare affatto e ibridarsi perfettamente al contesto. Il sangue scorre copioso e le scene più violente, portate comunque sempre verso una tragica plausibilità, fanno più volte capolino senza mai compiacersi gratuitamente ma rappresentando al meglio la drammaticità della situazione. Fango e cadaveri, sommarie esecuzioni e palazzi in fiamme, ma anche spazio per un tenero amore senza speranza in un tempo di morte e sofferenza: la breve love story che vede protagonista Norman evita qualsiasi patetismo e serve a sviluppare maggiormente la maturazione del giovane. Con una colonna sonora di qualità, in grado di regalare il giusto senso di grandezza, e un cast in stato di grazia (tutti perfetti, a cominciare proprio da Logan Lerman che si rivela interprete profondo e versatile oltre ogni aspettativa) David Ayer dirige magnificamente una storia di soldati pronti a tutto pur di combattere per una causa e per l'amicizia.

Fury Fury emoziona e coinvolge con una forza rara nel cinema odierno, dimostrando tutte le qualità registiche di David Ayer e usufruendo di un cast strepitoso che, grazie anche alla millimetrica sceneggiatura, riesce a cesellare figure realistiche e fin troppo umane, sia nei risvolti eroici che in quelli più crudeli. Con una componente spettacolare d'alto livello, che raggiunge una sofferta epica nella mezzora finale, il film si rivela una delle più interessanti produzioni dell'anno appena trascorso, ennesima dimostrazione che il cinema hollywoodiano quando vuole è ancora in grado di coniugare impegno ed entertainment alla perfezione.

8.5

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