Speciale Golden Globes 2010

L'anticamera degli Oscar

Speciale Golden Globes 2010
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Qualcuno dice che siano l'anticamera degli Oscar, altri li considerano solo un'allenamento in vista di premi più sostanziosi. Sta però di fatto che i Golden Globe, ovverosia gli award consegnati dall'associazione della stampa estera di Los Angeles, restano l'occasione più interessante per riflettere sullo stato del cinema americano prima di lanciarsi nella nottata dell'Academy. 


La recente uscita di Avatar, l'ultima opera del Re del Mondo James "Terminator" Cameron, ha sconquassato tutti i pronostici, critici oltre che di pubblico e, infatti, è l'avventura del marine Jake Scully a portarsi a casa il globo più ambito, quello per il miglior film drammatico insieme a quello per la miglior Regia, battendo concorrenti del calibro di Tarantino con i suoi Bastardi, l'ultima fatica di Reitman, l'armadietto del dolore della Bigelow e, addirittura, la spendida pellicola indipendente Precious, dedicata alle vicissitudini di un'adolescente nera sovrappeso nei nuovi ghetti americani. Sul versante delle commedie, invece, a sorpresa trionfa Una notte da Leoni, uno dei film rivelazione del 2009, che s'impone su Julia & Julia e, soprattutto, sul pirotecnico Nine di Rob Marshall. Le demenziali comiche dei tre amici persi fra i deliri di Las Vegas segnano un momento importante per la critica hollywoodiana che, per la prima volta, premia una pellicola per davvero priva di intenti educativi o, peggio ancora, moralistici; Una notte da Leoni è un tributo alla grande commedia americana di Animal House e, più in generale, impone finalmente all'attenzione di noi giornalisti (che, si sa, tendiamo ad avere la puzza sotto al naso, anche se fingiamo di non accorgercene) un genere finora considerato figlio di un dio (cinematografico) minore. Se Julia & Julia non ha vinto il premio per il film, tuttavia la sua co - protagonista, Meryl Streep non ha di che lamentarsi, dato che oltre a godere di due nomination, per questo film e per It's Complicated, ha vinto il premio proprio per la sua brillantissima intepretazione della "donna che ha insegnato a cucinare agli americani". Sul versante maschile continua il periodo d'oro di Robert Downey Jr., che, dopo la sua rinascita umana ed artistica con Iron Man, porta a casa un altro successo, stavolta nei panni dell'investigatore più famoso di tutti i tempi. Il suo Sherlock Holmes infatti, ha battuto sia Matt Damon, ingrassato e istrionico in The Informant!, sia il bravissimo Daniel Day Lewis. Passando ai premi per i non protagonisti, la conduttrice/comica/attrice Mo'nique incassa un meritatissimo premio per la sua struggente Mary in Precius, il durissimo film - denuncia di Lee Daniels applauditissimo al Sundance e a Cannes. Christoph Waltz, il mefistofelico Colonnello Landa di Bastardi senza Gloria, invece, ha sbaragliato la concorrenza (nonostante l'ottimo Matt Damon di Invictus) vincendo il premio maschile grazie al suo carisma da cattivo destinato, senza ombra di dubbio, a entrare nell'olimpo della Settima Arte.
Per quanto riguarda i film animati, Up, l'ultimo capolavoro made in Pixar, ha dovuto affrontare un solo vero avversario, peraltro interno, dato che si trattava de La Principessa e il Ranocchio. Tuttavia, Carl Freidricksen e Russel hanno una carica emotiva difficile da sconfiggere e il film si conferma come uno dei più maturi di casa Pixar, dove talento per l'immaginifico e tematiche importanti si fondono in una grande fiaba fatta di amicizia, amore e attimi struggenti.
Concludiamo come sempre, con il miglior film straniero, premio vinto dal bravissimo autore austriaco Michael Haneke (noto al grande pubblico per Funny Games) che, con il suo Nastro Bianco, inanella l'ennesima prova di grande cinema, raffinato e inquietante, raccontando la nascita di una dittatura esplorando le piccole storture di un villaggio della provincia austriaca. Grande delusione per il nostrano Baària, ignorato dalla giuria e, probabilmente, destinato a subire la stessa sorte anche il prossimo due Febbraio. Ora, non per scivolare nelle solite polemiche provinciali, c'era da aspettarsi che il film di Tornatore non ricevesse alcun complimento all'estero; prima di tutto Baària, nonostante il suo voler essere a tutti i costi un kolossal, affonda le sue radici in alcuni sterotipi culturali incomprensibili per chiunque sia nato al di la delle alpi e, come se non bastasse, i riferimenti politici, storici e sociologici sono difficilissimi da seguire per chi non conosca molto bene la storia d'Italia del secondo dopoguerra. Come si fa a spiegare a un Americano lo scontro fra PCI e DC? O l'importanza della strage di Portella della Ginestra? Finché il cinema italiano non imparerà a diventare internazionale senza concedersi alla superficialità più becera, spiace dirlo, ma non porteremo mai a casa mezzo premio. Con Gomorra sembrava ci stessimo muovendo sulla strada giusta, ma, evidentemente, i chilometri da percorrere sono ancora tanti. Forse troppi.

A pagina due trovate la lista completa dei premiati.

Miglior film drammatico
Avatar (2009)

Migliore commedia o musical
The Hangover (2009)

Miglior attore in un film drammatico 
Jeff Bridges for Crazy Heart (2009)

Miglior attrice in un film drammatico
Sandra Bullock per The Blind Side (2009)

Miglior attore in una commedia o musical
Robert Downey Jr. per Sherlock Holmes (2009)

Miglior attrice in una commedia o musical
Meryl Streep per Julie & Julia (2009)

Miglior attore non protagonista
Christoph Waltz per Inglourious Basterds (2009)

Miglior attrice non protagonista 
Mo'Nique per Precious: Based on the Novel Push by Sapphire (2009)

Miglior regista
James Cameron per Avatar (2009)

Miglior sceneggiatura
Up in the Air (2009/I): Jason Reitman, Sheldon Turner

Miglior canzone 
Crazy Heart (2009): T-Bone Burnett, Ryan Bingham("The Weary Kind")

Miglior colonna sonora
Up (2009): Michael Giacchino

Miglior film d'animazione 
Up (2009)

Miglior film straniero
Das weisse Band - Il nastro bianco (2009)