Recensione Halloween 2

Rob Zombie festeggia di nuovo la notte di Halloween

Recensione Halloween 2
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Ed ecco il secondo capitolo delle "avventure" di Michael Myers versione Rob Zombie. Dopo il buon successo di pubblico (nonostante la nuova svolta abbia diviso gli appassionati storici della saga) e di critica di Halloween - The beginning, riuscito remake dell'originale di Carpenter, ecco che il regista metallaro per eccellenza giunge al quarto film della sua già apprezzata filmografia. Uno stile il suo in grado di rivitalizzare l'horror americano, con geniali colpi di genio devoti allo splatter ma non privo di una forte carica autoriale, in grado di distinguere le sue pellicole dalla massa. Era facile prevedere un continuo del remake, che è puntualmente arrivato a nemmeno due anni dal precedente, ed è pronto a incutere di nuovo terrore e adrenalina negli ansiosi cuori dei fan più accaniti. In Italia lo si dovrà attendere fino al 16 ottobre, con quasi due mesi di ritardo rispetto all'uscita a stelle e strisce, datata fine agosto. Per ora il pubblico appare diviso, a giudicare anche dalla media non certo benevola presente su IMDB. Ma è davvero giustificato questo scetticismo oppure, come spesso capita, la qualità non fa rima con quantità?

Un nuovo Halloween

La storia è come sempre accessoria alle scorribande violente e sanguinolesche firmate Michael Myers (Tyler Mane). Questa volta è alle prese con una questione di vendetta, ricollegata strettamente al primo episodio, e che lo conduce, o meglio lo riporta, in Illinois, nelala cittadina di Haddonfield. Michael cerca anche di nascondere alcuni inquietanti segreti che riguardano il suo passato, ma nel frattempo viene affrontato da un improbabile eroe...A inizio film viene addirittura enunciata la simbologia dei sogni, con il riferimento al cavallo bianco che rappresenta l'istinto che viene guidato ed incanalato, che trascende gli istinti fisici e guida verso la forza spirituale, la rabbia e la sete di distruzione. Preambolo migliore non poteva esserci per gli eventi cui si andrà ad assistere, e che si collega alla vicenda attraverso le eteree apparizioni della madre, accompagnata proprio da un destriero bianco.Non chiamatelo sequel. O meglio, non solo. L'intento di Zombie non era quello di riciclare un brand di successo, bensì di fornire una vera e propria nuova "mitologia" a uno dei più temibili serial killer di tutti i tempi (cinematografici, s'intende). Dare un'anima al mostro, una motivazione più o meno plausibile alle sue scelte, laddove la tenebra sembra oscurare qualsiasi emozione. Scelta coraggiosa quella di rinnovare un'icona, ma che se vista coi giusti occhi va premiata."Per il primo Halloween la paura di riuscire nel remake di un classico dell'horror mi spaventava, mentre per questo sequel ero più libero dai vincoli del passato e ho avuto maggior libertà creativa" : già da queste parole si può capire la nuova via che il regista ha deciso di percorrere. "Anche i personaggi ora li sento più miei, e il mio Michael Myers è questa volta più selvaggio e brutale che mai". Chi o cosa si nasconde dietro la maschera? E' questo che Zombie cerca di mostrarci, anche letteralmente, in questo nuovo capitolo.

Evoluzione

La violenza la fa ancora una volta da padrona, e lo stile di Zombie emerge in tutta la sua sanguigna brutalità. La possente massa di Tyler Mane (Sabretooth nel primo X-Men) inonda lo schermo con una fisicità massiccia e imperante e che non lascia scampo alle malcapitate vittime, il cui sguardo terrorizzato è ben mostrato dalla regia, che si concentra sugli ultimi istanti degli sfortunati. L'orrore, il dolore e la paura sono palpabili e i battiti cardiaci aumentano progressivamente alla visione, regalando il tipo di emozioni che il pubblico di genere richiede.Dark e depravato, quasi un'ossessione morbosa che avvinghia tra le sue unghie appuntite e trattiene con forza lo sguardo, incapace di staccarsi da quell'inquietudine figlia di una fotografia decadente, tendente a colori cupi che immergono ancor più in un contesto di follia e desolazione che lascia senza speranza.Non mancano nemmeno tematiche surreali, come il "ritorno" in versione spiritica della madre di Michael, una sorta di guida per le trame vendicative del figlio, interpretata di nuovo da Sheri Moon Zombie, attraverso surreali sequenze che giocano sul contrasto luce/ombra, e conoscendo la grande passione cinefila di Rob sembrano debittrici a un certo cinema muto degli anni'30, con spruzzate di Murnau e Dreyer a far capolino. La già citata introspezione psicologica del protagonista, laddove osserviamo i fatti attraverso il suo punto di vista, è ben confezionata da una sceneggiatura attenta a non eccedere e non lesinare dettagli e particolari. Da segnalare l'ottima prova di un baffuto Malcolm McDowell, valore aggiunto di un cast che, pur senza eccellere, è comunque all'altezza delle aspettative.Avendo ben presente il passato , cinematografico ma soprattutto musicale di Zombie, non poteva mancare una colonna sonora di grande impatto, con pezzi heavy / rock di band come Motorhead, The Moody Blues, Rod Stewart e molti altri. L'evoluzione degli slasher movie passa sicuramente da qui. Ma forse più che davanti a un'evoluzione ci troviamo davanti a un bivio, che lascia il sentiero del divertimento macabro in favore di atmosfere dark e schizzate, disturbanti nella loro depressione tanto ancorata alla realtà. Capace di dividere, tra puristi e amanti dell'innovazione, e perciò in grado di creare accese discussioni: Zombie sapeva bene che il suo stile si sarebbe rilevato nuovamente un'arma a doppio taglio, ma ha osato e, almeno per quanto ci riguarda, è riuscito nell'impresa.

Halloween 2 Michael Myers è tornato, più folle e brutale che mai. Il sequel dell'Halloween made in Zombie è un degno successore dell'originale, e dona al protagonista un'"umanità" nuova e disturbante, lanciando una nuova via per il proseguio della serie. Potrà non piacere a tutti, ma sicuramente lo stile del regista è ricco di fascino e sa bene come far saltare dalla sedia. La notte di Halloween sta arrivando ancora una volta...

7.5

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