Speciale Il Re Leone 3D

Cosa si nasconde dietro la riedizione de Il Re Leone?

Speciale Il Re Leone 3D
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Chi non ha mai visto Il Re Leone alzi la mano! Ecco, normalmente avrei cacciato fuori dalla pagina web tutti quelli con la mano in alto, ma non questa volta, perché è finalmente arrivato il momento di redimersi e recuperare una delle più grandi lacune animate della vostra cultura cinematografica. Era il 1994 quando il film è arrivato per la prima volta nelle sale, diventando subito un'icona per tutti i bambini di quella generazione e una delle migliori pellicole dell'anno: dopo due Oscar (per la migliore colonna sonora originale e per la migliore canzone originale) e due Golden Globe per entrambe le categorie, la pellicola è pronta a tornare a ruggire sui grandi schermi, per dimostrare nuovamente la sua grande forza.
Quando si tratta di un grande classico come questo, sviscerare la sinossi diventa quasi superfluo. Di base Il Re Leone è una storia d'amore tra padre e figlio: racconta quel particolare momento della vita in cui ti rendi conto che tuo padre ti sta trasmettendo la sua saggezza e la sue esperienza per farti prendere un giorno il suo posto. È la rappresentazione animata dell'idea di cerchio della vita, perché insegna che prima o poi tutti diventano adulti, raccogliendo l'eredità morale di chi ha vissuto prima di noi, per crescere a nostra volta e fare esperienza. Certo, la crescita del piccolo Simba è avvenuta in maniera poco convenzionale secondo la sua specie e il suo retaggio, ma è proprio questo a rendere la sua storia appassionante e commovente.

Can you feel the love?

Il Re Leone è il primo classico Disney disegnato manualmente in 2D che viene arricchito dalla sofisticata e moderna tecnologia 3D. Al progetto hanno partecipato gli stessi filmmakers originali, assicurando così la totale coerenza narrativa e visiva tra la versione originale del film e quella rimasterizzata in 3D. Rivedere Mufasa, Simba e tutta la fauna della Terra del Branco sul grande schermo è un'emozione impressionate, che sia o meno la prima volta che questa storia vi sia raccontata. Dopotutto è risaputo che in Disney danno moltissima importanza al potenziale narrativo di ogni progetto ed è questo che emerge sempre e comunque, qualunque sia la tecnica di animazione con cui la storia venga narrata. Quindi nessuna paura, Il Re Leone in 3D mantiene tutte quelle caratteristiche che lo hanno reso un capolavoro sedici anni fa: il look del film è quello di sempre... solo migliorato. Disney affronta tutti i pregiudizi iniziali sul riportare al cinema i grandi classici dimostrando di riuscire a mantenere costante il suo alto livello di intrattenimento. Il 3D dona alla pellicola un aspetto vibrante e luminoso, dove tutta la vastità dei panorami assolati si esprime al suo meglio, regalando uno spettacolo che appare emotivamente nuovo anche a chi con Il Re Leone ci è cresciuto. Non aspettatevi però grandi effetti pop-up o stravolgimenti di profondità: come da tradizione Disney, la stereografia è stata utilizzata con sapienza, raggiungendo picchi di spettacolarità solo quando necessario, come nella devastante cavalcata degli gnu o quando gli ambienti si circondando di nebbia e cieli stellati. Uno spettacolo visivo ricco ed emozionante, che riporta magnificamente Il Re Leone sullo schermo, in tutto il suo classico potere di storia universalmente fruibile dal pubblico di tutto il mondo.

Impossibile dare un voto tipico delle recensioni a questo progetto, lo si può solo ammirare con gli occhi di chi, senza accorgersene, torna immediatamente bambino al grido di Hakuna Matata... come Don Hahn, produttore della pellicola tuttora innamorato del progetto, come ci racconta lui stesso.

Se chiedete a uno qualsiasi degli artisti che nel 1994 hanno lavorato alla creazione de Il Re Leone se si aspettavano un successo del genere, vi risponderanno immediatamente di no. Eppure, a più di dieci anni di distanza, eccoli ancora qui, sorridenti e soddisfatti del loro piccolo capolavoro, pronti a immergersi nuovamente nel regno di Mufasa, portato a nuova vita grazie a uno straordinario lavoro di renderizzazione e conversione in 3D. Mesi fa avevamo già avuto modo di saggiare l'entusiasmo di Don Hahn, produttore originale della pellicola al lavoro su questo progetto, che è volato al Festival Internazionale del Film di Roma per chiacchierare nuovamente con la stampa internazionale, dimostrando ancora una volta quanto l'amore per il proprio lavoro, seppur non ufficialmente, sia uno degli elementi alla base del successo di un'opera.

Un grande classico di sempre

Il Re Leone era, già all'epoca della sua realizzazione, stato salvato in diversi livelli digitali. È questo il motivo principale che vi ha portati a scegliere proprio questo film per una moderna conversione in 3D?
Il Re Leone è prima di tutto un film molto popolare e siamo stati fortunati ad averlo salvato su diversi livelli. Questo ci ha sicuramente aiutati nel lavoro, ma non è stato di certo il motivo principale. Comunque non è il solo ad essere stato archiviato in questo modo: tutti i film dopo il 1991, come La Bella e la Bestia o Alladin, sono stati salvati in questo modo.

Il Re Leone è uno dei film che ha aperto quello che potrebbe divenire il periodo della conversione (e riproposizione) dei grandi classici in 3D: presto vedremo anche Star Wars e Titanic. Crede che questo sia il metodo migliore di sfruttare la tecnologia 3D?

Il 3D è qualcosa con cui bisogna stare molto attenti, perché non è adatto a ogni tipo di film. Indubbiamente alcuni film risultano bellissimi convertiti in 3D. Il pubblico però non è scemo e se si accorge che uno Studio sta solo riconvertendo tutto il suo repertorio non va bene. È un processo che deve dare al film un valore aggiunto. E poi, secondo me, è importante che i cineasti originali siamo coinvolti nel progetto.

La stessa Disney è rimasta sorpresa dal nuovo successo de Il Re Leone...
Si, non ce lo aspettavamo. E invece il primo giorno ha guadagnato 12 milioni di dollari al box office, il secondo 20 e alla fine del weekend aveva raggiunto i 100 milioni. È straordinario.

Ci può dire qualcosa del suo nuovo progetto, Frankenweenie?

Ho lavorato con Tim Burton negli anni Ottanta e lui aveva creato questo piccolo film chiamato Frankenweenie. Cinque anni fa gli ho chiesto se voleva riprendere in mano il progetto e farne un lungometraggio. Ci stiamo lavorando da circa tre anni, ma è ancora in fase di produzione. Posso dirvi che è un film in bianco e nero e che per la maggior parte è d'animazione. La data d'uscita è prevista per ottobre del prossimo anno.

Quali sono secondo lei gli elementi che hanno reso questo film un'icona?

Avevamo molti dubbi sulla presa della pellicola sul pubblico, ma già dalle prime preview abbiamo visto che riusciva a catturarli. Credo sia quella la sua arma segreta, la storia, che riesce ad appassionare adesso come diciassette anni fa.

Come vede l'evoluzione dell'animazione classica? In Disney c'è ancora spazio per i disegnatori? E da quali fonti attingete per il vostro personale?

L'industria dell'animazione è un po' come quella della moda: ci sono stili e correnti che vanno e vengono... e l'animazione classica è molto vecchio stile. Al momento, per esempio, ci sono in lavorazione ben quattro film in stop-motion e nessuno ci trova nulla di strano. Ma abbiamo anche tantissimi animatori e disegnatori, che cerchiamo in tutte le parti del mondo.

Nel passato era usanza fare una riedizione cinematografica decennale dei grandi classici: crede che sia questo il futuro dell'animazione classica? Essere proposta sotto forma di riedizione?
Penso ci sarà sempre un futuro per i film in due dimensioni. Ci sono tantissime tecniche di animazione e piano piano le si vedranno tutte. È vero che le mode vanno e vengono, ma ci sarà sempre spazio per la buona animazione. I Walt Disney Studios aveva fissato questa prassi della riedizione cinematografica ogni sette anni: in realtà si trattava di un modo per riempire le casse dell'azienda e permetterle così di fare dei nuovi film. È stata l'unica cosa che ci ha salvati dalla bancarotta prima dell'arrivo delle VHS e dei DVD. Devo ammettere però che nel frattempo al pubblico è venuta voglia di vedere i vecchi classici al cinema, un appetito di riassaporarli sul grande schermo.

Qual è il formato di digitalizzazione di questo nuovo Il Re Leone?
2K.

L'11 novembre il film sarà riproposto in sala, mentre già il 30 Novembre sarà disponibile la versione home video. Sembra quasi il perfetto regalo di Natale! Quali sono secondo lei i messaggi natalizi presenti ne Il Re Leone?

Il film è completamente incentrato sulle relazioni famigliari, soprattutto su quella tra padre e figlio. Nel momento in cui Simba perde il padre si rende conto di quanto in realtà lui fosse importante. E questo concetto di famiglia, se vogliamo, è molto natalizio.

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