Speciale Intervista a Michael Mann

Michael Mann ci parla del suo ultimo lavoro: Nemico Pubblico

Speciale Intervista a Michael Mann
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L'incontro con il regista

Michael Mann è pezzo fondamentale e storia del cinema americano, autore di masterpiece indimenticati e indimenticabili frutto della sua mente brillante passati alla storia del cinema contemporaneo. Regista dall'esperienza trentennale, Mann fa tappa all'hotel Hassler di Roma per parlare del suo ultimo film, Nemico pubblico, in uscita nelle sale il 6 novembre, interpretato da Johnny Depp, Christian Bale e Marion Cotillard. Noi di movieye non ci siamo lasciati certo sfuggire l'occasione per intervistarlo e siamo orgogliosi di presentarvi le dichiarazioni del regista fatte in conferenza stampa.
Dopo qualche saluto informale con il simpatico cineasta americano, le domande possono iniziare.

Di nuovo, come di consueto nel suo cinema, questo nuovo film racconta il confronto tra due personaggi diametralmente opposti, una sfida tra ideali. Come ci è riuscito? Nella sua struttura classica il film è molto moderno

Michael Mann Fondamentalmente il mio intento era di ridare vita ad un personaggio affascinante come Dillinger, non saprei bene come inserire questo film all'interno della mia filmografia. Di sicuro adoro il personaggio ed era mia intenzione portare in superficie la sua introspettività.

Com'è nata l'idea del film? A quale documenti vi siete ispirati per ralizzarlo e cosa vi ha spinti a farlo?

MM Abbiamo approfondito il suo personaggio attraverso più documenti. Quello che amo fare quando giro è proiettare personaggi e spettatori nell'epoca o nel contesto in cui il film è ambientato: volevo che le persone sentissero Dillinger, che lo sentissero come una persona molto vicina.

Il film racconta formazioni sociali, istituzionali e psicologiche, più in generale un'epoca di passaggio. Era sua intenzione comunicare questo senso di dinamismo in un epoca di grandi cambiamenti?

MM Chiaramente volevo rendere in questo modo l'epoca di trasformazione in cui Dillinger si muoveva, partendo dal modus operandi della criminalità organizzata alla nascita dell'FBI. Comunque era mia primaria intenzione trasmettere la vita e le emozioni di un personaggio tanto affascinante, chiuso dieci anni in carcere e poi, una volta uscito, deciso ad ottenere tutto dalla vita sfidando la legge. Il contesto è un contorno.

La storia di Dillinger è stata spesso cinematograficamente trasposta, il più delle volte per raccontare l'uscita dalla dalla grande depressione. Questo ha nulla a che vedere con l'attuale situazione economica?

MMNo, assolutamente. Si tratta di un puro caso, io sono molto interessato alla vita negli anni '30, pensa che ho addirittura in cantiere anche altri progetti che prevedono storie ambientate in quegli anni, precisamente in Spagna e Francia.

Solitamente nei suoi film i protagonista entrato in una fase contemplativa, in Nemico pubblico è come se Dillinger venisse privato di ogni momento di riflessione, come mai?

MMPerchè era mia intenzione raccontare il personaggio, pensare ed agire come lui. Volevo che il pubblico pensasse e vedesse come lui. Ecco il perchè della scena finale priva di dialoghi, è una sorta di scambio emotivo.
Per me è fondamentale che si comprenda la psicologia del personaggio

Il film è girato in digitale per evitare l'utilizzo di materiale ingombrante o per l'immediatezza del lavoro?

MM Il digitale mi permette di essere molto più veloce, di risparmiare quindi tempo e di influire molto di più sulla postproduzione. Oggi con il digitale è possibile fare tutto ciò che permetteva la pellicola e con più rapidità, nonostante ciò rimango davvero affezionato alla celluloide e non escludo di riutilizzarla per girare altri film.

Tornando al film, ci dica qualcosa su come pensano i protagonisti

MM Da bambino abitavo molto vicino al Biograph, mio padre mi raccontava continuamente la storia di Dillinger ed io rimanevo affascinato ad ascoltarla. Ho cercato di entrare nella psicologia degli anni 30, ho cercato di capire il loro modo di prendere le cose. La fede era molto importante perchè chiunque avesse a che fare con delle bande armate sapeva perfettamente che molto presto tutto sarebbe potuto finire, era importantissimo avere qualcosa a cui appigliarsi. Con Johnny (Depp) e Christian Bale abbiamo visitato la stanza di Dillinger e gli alberi tra cui si appostava Purvis, è stato un processo molto utile all'immedesimazione dei due protagonisti.

Il film ha un aspetto molto interessante, non drammatizza i problemi ed il passato di Dillinger ma crea in compenso un antieroe solo sulla base di ciò che fa e ciò che pensa, come mai questo nuovo modo di descrivere un simile personaggio?

MMSemplicemente perchè non era di mio interesse raccontare una biografia di Dillinger, non ne sentivo il bisogno. Volevo solo parlare di un personaggio così affascinante e pieno di contraddizioni. E' raccontare Dillinger dentro Dillinger il mio obiettivo, far capire il perchè di ogni sua azione sotto l'aspetto soprattutto psicologico, è questo quello che mi spinge a farlo.

Come ha lavorato con gli attori?

MM Sono di vecchio stampo, lascio che siano loro a sentire il personaggio, che capiscano come pensa ed agisce. Depp e Bale sono due attori davvero eccezionali, abbiamo fatto in modo di farli entrare nella parte ripercorrendo i passi della vita dei loro personaggi, quello che abbiamo ottenuto è un risultato molto più che soddisfacente.

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