Recensione Jackass 3D

Il terzo capitolo delle imprese di un folle gruppo di stunt-man che risponde al nome di Jackass

Recensione Jackass 3D
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Uno sketch con i volti caustici di Beavis and Butt-head (realizzato appositamente per il film), fa da introduzione ai nuovi, sempre più svitati numeri degli scavezzacollo di Jackass, che molti conosceranno se non altro di fama. Ma per tutti coloro i quali questo titolo non significasse alcunché, è doverosa una premessa. Il termine Jackass (traducibile con somaro o con il più generico stupido) è salito alla ribalta nell'ormai lontano avvio di millennio, quando vennero proiettate sull'irriverente e modaiolo canale di MTV le prime puntate di una serie che dal 2000 al 2002, nonostante le proteste di quanti sostenevano che le pazzie spesso oltre il limite della decenza messe in scena dagli stuntman protagonisti sarebbero state pedissequamente imitate da adolescenti più o meno raziocinanti dando vita a un pericoloso processo di emulazione (cosa che è puntualmente avvenuta), sarebbe di lì a poco assurta letteralmente a fenomeno mediatico, inducendo la stessa MTV a produrre (nel 2002) un primo lungometraggio (Jackass: The Movie) ispirato alla serie, a cui poi (visto lo strabiliante successo e il crescente numero di fan) hanno fatto seguito un secondo film del 2006 (Jackass Number Two), e il terzo attuale lungometraggio (Jackass 3D) che sfrutta la nuova tecnologia per conferire tridimensionalità alle imprese di questi ‘uomini in stato di adolescenza perpetua', e coinvolgere ulteriormente lo spettatore nelle loro inenarrabili follie. Tutto questo senza contare Jackass 2.5 (un DVD uscito nel 2007 che conteneva scene tagliate del secondo film e materiale inedito) e Jackass The Game (versione video-ludica ispirata sempre alla succitata serie). Ma, andando al sodo, quali sono i punti saldi di un tale successo mediatico (perlomeno in terra statunitense)?

The Kids Are Back - Knoxville e compagni sono tornati

La sinossi, di questo come degli altri due film sempre a opera del regista Jeff Tremaine, è facilmente riassumibile. Un gruppo di stunt-man decisamente fuori di testa decide di fare tutto ciò che nessun altro essere umano sensato o affezionato al proprio corpo si sognerebbe di fare. A turno, ognuno degli stunt-man presenterà il proprio ‘esperimento umano' spiegando brevemente in che cosa consiste, e provando subito dopo a metterlo in pratica. Spesso e volentieri il risultato dell'esperimento si traduce in ecchimosi o lesioni ben peggiori, oppure trasforma la scena in una gran pioggia di ributtanti rigurgiti, ma questo piuttosto che far desistere gli imperituri ragazzi, non fa che stimolarli a tentare nuove e più impavide imprese, sempre all'insegna del divertimento mischiato al dolore fisico e al cattivo gusto. Il tutto è ripreso in soggettiva, per un effetto molto reale, mentre a creare una sorta di fil rouge con gli altri due film della serie, oltre ai protagonisti che sono più o meno sempre gli stessi (vanno citati Johnny Knoxville, Bam Margera, Steve-O) ci sono alcuni elementi ricorrenti che in questo terzo capitolo raggiungono l'apice del trash creativo (come il Poo Cocktail che diventa il Poo Cocktail Supreme), o la figura del vecchietto perennemente in cerca di guai che nel terzo film vestirà i panni di un very bad grandpa.

If You’re Gonna Be Dumb, You Gotta Be Tough

In questa frase, titolo di un brano contenuto proprio nella colonna sonora di Jackass 3D è in buona parte racchiuso il senso di tutto ciò che ruota attorno al fenomeno Jackass: "Per fare lo stupido, devi essere un duro". Tutto nasce dall'ironia grottesca che è inevitabilmente racchiusa nella stupidità, e nelle sue varie declinazioni. Qui abbiamo una serie di uomini (che a partire dal grasso, passando per lo smilzo fino ad arrivare al nano, rappresentano una variegata sottospecie di società politically scorrect) che si cimentano nelle imprese più stupide mai provate (anche perché a ben pochi verrebbe in mente di spendere soldi per mettere seriamente a rischio la propria incolumità) dando a intendere che per fare cose molto, molto stupide bisogna avere "i giusti attributi". In fondo farsi segare giù da un pino travestiti da babbo natale, testare l'efficacia di una super-colla sui peli del proprio addome o farsi estrarre un dente a mezzo di una Lamborghini non è proprio roba da tutti, né da tutti i giorni. Ed è sulla scia di queste ‘minchiate colossali', che potremmo descrivere come i postumi di una sindrome da stupidità acuta (dalla quale sono spesso affetti gli adolescenti, ma non solo) che si estrinseca tramite gare di rutti o peggio, qui elevata all'ennesima potenza, che si fonda l'intero cosmo di Jackass, che raggiunge attraverso l'ultimo capitolo in 3D l'apoteosi della dicotomia tra stupido e tosto; sillogismo che sfocia di diritto in un'altra grande idea parimenti alla base dei film, ovvero la fumosa linea di confine che separa ciò che è scurrile da ciò che è spassoso. Infatti tutti gli sketch (perché non si parla di film nel senso canonico del termine, ma piuttosto di scene tra di loro slegate e presentate tramite un titoletto ‘vagamente allusivo' - tipo the apple of my ass o the electric avenue) nascono infatti dalla voglia di entrare in empatia con lo spettatore attraverso gag fisiche (rivisitazione postmoderna della ben più sobria slapstick comedy) che dovrebbero risultare divertenti per la scurrile comicità che tirano in ballo, spesso ridicolizzando, parti intime (genitali maschili), orifizi del corpo umano, deiezioni (sempre del corpo umano) di ogni consistenza e colore, e associando a questo sfoggio di intimità, la cifra del dolore. Una sorta di masochismo e auto-masochismo che scandaglia ogni recesso del corpo umano, mettendolo altresì spesso a confronto con il più violento istinto animale (farsi incornare da capre o tori, circondarsi di rettili di ogni specie, lasciare che il maiale sgranocchi la mela adagiata tra le natiche di uno dei protagonisti, o che il cane azzanni le natiche di un altro).

To watch or not to watch

Fermo restando che la visione di questo ‘film' è assolutamente sconsigliata agli stomaci deboli, e caldamente consigliata lontana dai pasti (non che ve l'abbia ordinato il medico sia chiaro), si tratta senza dubbio di un prodotto che non può che dividere sia critica sia pubblico. In primis perché lo stesso sembra rivolgersi ad un target ben definito (principalmente maschile e adolescente, ma non si sa mai), che forse ritrova in quelle imprese apparentemente prive di senso alcuno, la vena nostalgica di un ‘rigurgito' adolescenziale o qualche valore escatologico e/o epifanico che a molti altri invece sfugge. E in questo senso, va detto soprattutto ai fan (coloro che andranno a vedere il film sicuri di amarlo) che forse avranno di che rallegrarsi viste le innovazioni apportate in questo terzo capitolo, come il buon utilizzo del 3D (che a differenza di molti altri lavori coevi non è posticcio) soprattutto nelle scene iniziale (un'entrata in scena quasi epica, come avveniva anche negli altri due film) e finale (un'esilarante pioggia di coriandoli e simboli fallici sulle note di Tchaikovsky), nell'uso di una vibrante colonna sonora e di un super slow motion che acuisce il senso di inesorabilità ai quali i protagonisti si sottopongono, facendo (ri)vivere con maggiore scansione temporale la sequenza di eventi che portano uno o l'altro a ritrovarsi coperti di ‘merda' o a rompersi l'osso del collo su qualche improvvisato scooter ad acqua-terra. E per quanto l'utilizzo del 3D possa risultare piuttosto superfluo, dal momento che anche in due dimensioni l'intento filmico è piuttosto manifesto, è pur vero che contribuisce in un certo senso ad amplificarne i tempi comici, accontentando molto probabilmente la schiera di fan che attendevano questo terzo capitolo come la magnificazione dei primi, più modesti sketch. Inoltre, vero punto forte di questo Jackass 3D, sono senz'altro la gag in slow motion mutuata da Rocky e la scena in cui un diverbio tra nani sfocerà nella rappresentazione di una zuffa in miniatura, con tanto di poliziotti e facinorosi di ogni genere rigorosamente nani.

Dalla vita in giù...

Che un prodotto del genere piaccia o meno, che generi ilarità o disgusto, quando suddetto raggiunge una tale visibilità da indurre alla produzione di ben tre film più vari ammennicoli, è doveroso domandarsi a cosa sia dovuta la genesi di tale successo, se non altro commerciale (per l'uscita di questo terzo film si parla di 50 milioni di dollari incassati al botteghino americano in soli tre giorni). Qualcuno, più caustico, ha detto che il fenomeno Jackass è lo specchio del degrado della società americana, che si va delineando tramite queste stolide imprese che mettono in gioco l'entità-individuo dalla vita in giù (in tutti i sensi). Altri lo vedono semplicemente come un divertente contenitore di gag più o meno riuscite che esorcizzano la stupidità umana portandola sullo schermo nella sua veste più ‘innocua'. Dunque segno del degrado societario o prodromi di una nuova era volgarmente sdoganata dai vecchi tabù? Come spesso accade per questo genere di film, la risposta a questi quesiti è lasciata alla capacità di interiorizzazione ed elaborazione di ognuno di noi. E, tra quanti andranno a vederlo, sicuramente nessuno mancherà di dare una sua personale risposta e/o interpretazione. Personalmente, le riserve relative all'utilità (se non quella meramente commerciale) di un prodotto del genere sono non poche, e anche la questione morale che lo stesso sottende lascia spazio a più di un'amara riflessione, che si spinge ampiamente al di là anche del discorso prettamente qualitativo dell'opera (alla quale, in virtù di queste ragioni assegneremo un sei simbolico). Per ulteriori riflessioni, non resta che attendere il responso del botteghino italiano...

Jackass 3D Più scatenati che mai tornano all’attacco i protagonisti di Jackass, serie televisiva americana, andata in onda su MTV tra il 2000 e il 2002, in questo terzo film che sfrutta la tecnologia 3D per coinvolgere ancor più visceralmente lo spettatore nelle imprese creativamente folli e tremendamente stupide degli stunt-man protagonisti. Se la qualità del prodotto trova in alcune applicazioni del 3D il suo elemento, sono i contenuti (talvolta più che trasgressivi) che divideranno indiscutibilmente il pubblico, ma che nondimeno sono stati alla radice dell'ampio successo commerciale.

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