Recensione La scuola più pazza del mondo

Arriva nelle sale il folle film d'animazione di Hitoshi Takekiyo

Recensione La scuola più pazza del mondo
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L'animazione giapponese soprattutto negli ultimissimi anni sta trovando sempre più spazio anche nelle sale italiane. Non deve perciò certo stupire la distribuzione, prevista per il 27 febbraio da parte di Microcinema, del film d'animazione in CG La scuola più pazza del mondo, diretto da Hitoshi Takekiyo e remake di un suo precedente corto datato 2007. Un titolo divenuto di culto in patria, generando un clamoroso successo di pubblico, che ha fatto parlare molto anche in diversi festival internazionali, tra il quale il canadese Fantasia International Film Festival 2013 dove ha vinto l'Audience Award for Best Animation Feature. La storia è ambientata nella scuola elementare di St. Claire, che apre le porte in anteprima per un giorno ai nuovi alunni. Qui tre bambine scoprono la stanza della scienza, prossima alla chiusura, e vi si intrufolano dentro scoprendo un modello anatomico e uno scheletro, combinandogliele di tutti i colori. Ignare che ogni notte i due esseri apparentemente senza vita si risvegliano, e provocando così l'ira di Mister Kun (il modello, chiamato simpaticamente dalle bambine Mr. Nudo), che decide di vendicarsi. Ma inaspettatamente le tre piccole pesti si riveleranno per lui alleate fondamentali in una rocambolesca avventura, il cui scopo è quello di ritrovare, superando altrettante prove, tre medaglioni magici in grado di esaudire un desiderio.

Una dose di sana follia

Un cartoon sicuramente fuori dai canoni rispetto a quelli che solitamente vengono proiettati nelle nostre sale. Dai toni fortemente dark, ma la cui oscurità viene sempre genialmente attenuata dalla sprezzante e irresistibile comicità del racconto, La scuola più pazza del mondo è in grado di offrire divertimento anche ad un pubblico più adulto e meno smaliziato, grazie alla quantità smodata di non-sense e l'originalità delle gag, capaci di strappare la risata in più occasioni. Fortemente citazionista al mondo dei videogame classici, e con un qualche rimando agli stereotipi dei j-horror, il film di Takekiyo è ricco di una contagiosa follia dall'effetto a tratti quasi straniante, grazie anche alla particolare commistione di computer graphic e di una motion capture capace di rendere animatamente credibili le gesta e le espressioni dei suoi protagonisti. Lo stesso stile dell'immagine è fatto in tal modo che a tratti sembri di assistere ad una visione in due dimensioni e mezzo, rendendo il tutto ancor più piacevole e gioioso, grazie anche alla perfetta elaborazione dei colori, accesi ma mai troppo "esplosivi". Azzeccata anche la scelta di non far emergere un solo "eroe" (o anti-eroe) ma anzi di equilibrare alla perfezione l'equilibrio narrativo dei personaggi, con una menzione particolare per le tre bambine che, seppur caratterizzate per cliché, riescono a risultare divertenti senza cadere nella melassa. Le scene più esilaranti sono forse affidate alle figure di Mr. Nudo e del suo aiutante scheletro, centrali soprattutto nel rocambolesco finale, meta perfetta di un film dal ritmo incessante e sempre ricco di sorprese.

La scuola più pazza del mondo Tra CG e motion capture un film d'animazione fuori dagli schermi, ricco di una sfrenata follia e capace di garantire oltre novanta minuti di divertimento ad ogni tipo di pubblico, complice l'atmosfera tendente al dark e ad una storia curiosamente abbondante di citazioni. Personaggi complementari che si inseriscono in una narrazione dal ritmo incessante e che riescono a strappare risate grazie ad una caratterizzazione originale che gioca con abilità sugli stereotipi.

7

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