Recensione Misure straordinarie

Recensione del film drammatico tratto dal libro "The cure" di Geeta Anand, ispirato a fatti veri

Recensione Misure straordinarie
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Incuriosisce non poco vedere all'interno dello stesso film Harrison Ford, Indiana Jones del grande schermo, e Brendan Fraser, protagonista della saga de La mummia che in molti hanno spesso associato a quella che vede protagonista l'archeologo partorito dalla mente di Steven Spielberg.
Però, nonostante il titolo possa richiamare alla memoria quello del thriller Extreme measures-Soluzioni estreme, diretto nel 1996 da Michael Apted ed interpretato da Hugh Grant e Gene Hackman, qui non siamo né dalle parti di una pellicola ad alta tensione, né tantomeno da quelle di una polverosa avventura alla ricerca di tesori perduti.
Infatti, partendo dal libro The cure: Come un padre ha raccolto 100 milioni di dollari - e aggirato l'establishment medico - cercando di salvare i suoi figli, scritto dalla vincitrice del Premio Pulitzer Geeta Anand e a sua volta ispirato alla vera storia di John Crowley, il film pone Fraser nei panni dell'uomo, il quale, proprio quando sta per assistere al decollo della sua carriera professionale, si trova costretto ad abbandonare tutto dal momento in cui ai due figli più piccoli Megan e Patrick, rispettivamente con i volti dei televisivi Meredith Droeger e Diego Velazquez, viene diagnosticata la fatale malattia di Pompe, patologia neuromuscolare rara, cronica e debilitante, spesso mortale. Drammatico evento che lo porta a fare squadra con il sottovalutato e anticonformista scienziato Robert Stonehill, interpretato da Ford, insieme al quale fonda una compagnia biotecnologica che ha come obiettivo lo sviluppo di una medicina salvavita.

A proposito del libro...

Pare sia stato Harrison Ford il primo ad interessarsi al testo letterario da cui è tratto il film: “Ho pensato che il libro di Geeta aveva molte cose da dire sul coraggio, sull’intraprendenza, sull’amore dei genitori e sul potere di superare le difficoltà in circostanze molto particolari. Se fossimo riusciti a cucire tutto questo in un film avremmo portato sullo schermo una storia formidabile, che avrebbe arricchito le vite della gente”

Indiana e John

Quindi, mentre il primo si mostra deciso a salvare i figli aiutato anche dalla moglie Aileen, con le fattezze della Keri Russell del terzo Mission: impossible, e il secondo intento a mettere alla prova se stesso e le sue teorie, quello che prende forma, fotogramma dopo fotogramma, è un racconto per immagini rientrante nel filone che ci ha regalato lavori come L'olio di Lorenzo, diretto nel 1992 da George Miller e con Susan Sarandon e Nick Nolte impegnati a fronteggiare l'adrenoleucodistrofia che ha colpito il bambino del titolo.
Tra continui test e ricerca di enzimi, però, lo scozzese Tom Vaughan, regista nel 2008 della non disprezzabile commedia Notte brava a Las Vegas, si concentra in particolar modo sul rapporto tra John e Robert, la cui improbabile alleanza finisce per trasformarsi in un reciproco e profondo rispetto nella loro battaglia contro le lobby dei medici votati al business, contro il sistema e contro il tempo.
Chiaro, allora, che, se da un lato entrano progressivamente in scena fondamentali personaggi come quello del dottor Kent Webber, cui concede anima e corpo il veterano Jared"Resident evil: Apocalypse"Harris, dall'altro la pellicola si regge tutta sulle spalle dei due protagonisti; con un Fraser piuttosto fuori parte che cerca di fare quello che può ed un mai troppo espressivo Ford che, non più giovanissimo, risulta sicuramente più credibile in ruoli tranquilli come questo che quando si ostina ad impugnare ancora il cappello e la frusta del succitato personaggio che lo ha fatto conoscere al grande pubblico.
Fino alla prevedibile conclusione di circa 110 minuti che, guardabili e nulla più, faranno sicuramente un figurone, tra qualche anno, trasmessi durante i caldi pomeriggi televisivi dell'estate.

Misure straordinarie Tratto dal libro di Geeta Anand The cure: Come un padre ha raccolto 100 milioni di dollari - e aggirato l’establishment medico - cercando di salvare i suoi figli, ispirato ad una storia realmente accaduta, un film come Misure straordinarie si sarebbe sicuramente trasformato nelle mani di un regista nostrano in uno di quei drammoni dal retrogusto sadico che, denominati lacrima-movie, sfruttano disgrazie ai danni di piccole creature innocenti al fine di suscitare commozione nello spettatore. Fortunatamente, lo scozzese Tom Vaughan, in precedenza autore della commedia Notte brava a Las Vegas, non va alla ricerca della lacrima facile per concentrarsi sul rapporto tra i due protagonisti e, soprattutto, sul lato riguardante la ricerca medica. Anche se il prodotto finale, piuttosto prevedibile e privo della benché minima sorpresa, risulta più adatto al piccolo che al grande schermo.

6

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