Recensione Mortdecai

Di nuovo un ruolo caricaturale per un Johnny Depp sempre più ombra di se stesso, incastrato in un film che non convince

Recensione Mortdecai
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La crisi finanziaria al giorno d’oggi colpisce tutti, dalla piccola borghesia fino all’aristocrazia inglese, Lord Mortdecai compreso. Ricco, snob e buffo possidente dallo strano accento e dal curiosissimo baffo, Charlie Mortdecai (Johnny Depp) non si arrende al suo crack finanziario e ricicla se stesso, diventando occasionalmente ricettatore e falsario d’arte, fino a trovarsi nel mezzo di un caso internazionale così importante da tirar fuori l’MI6 ed il suo amico di una vita (Ewan McGregor) casualmente innamorato di Lady Mortdecai (Gwyneth Paltrow), che sembra avere una passione per il manipolare gli altri pari solo al disgusto per il novello baffo del consorte. Se già un accenno riguardo ciò di cui il film parla può sembrare eccessivo e vagamente insensato, le due ore di pellicola di fronte al quale lo spettatore viene messo non sono purtroppo da meno. Accompagnate da ingombranti effetti visivi e da un gusto che definire kitsch sarebbe eufemistico, le due ore di pellicola si trascinano infatti all’interno della traballante struttura del soggetto riempiendo le falle con gag ripetitive, poco divertenti e banali, accompagnate da una recitazione sopra le righe ed eccessiva che rende il tutto un immenso buco nell’acqua.

Johnny, non è più magia

Alla base di questo imbarazzante cumulo di inadeguatezza sta sicuramente Johnny Depp, le cui scelte è ormai talmente scontato definire ‘sbagliate’ da essere quasi diventato noioso ripeterlo ad ogni pellicola. Il suo Charlie Mortdecai si presenta infatti fin dai primi minuti come l’ennesimo riciclo di una gestualità, un linguaggio del corpo ed un’espressività che Depp sembra aver deciso di non abbandonare più dai tempi di Jack Sparrow, lasciando agli spettatori solo il compito di rimpiangere gli anni di gloria e le immense interpretazioni passate. Perfino i famigerati baffi (uno dei tratti principali del Mortdecai letterario, vissuto nelle pagine di Kyril Bonfiglioli dal titolo ‘Don’t point that thing on me’) vengono trasformati da uno dei momenti più divertenti del film ad elemento mal sfruttato dallo stesso Depp, fastidiosamente non in grado di portare un minimo di spessore al proprio personaggio.

Ad onor del vero, la colpa dell’attore stavolta è leggermente edulcorata dal tono del film, che - purtroppo - sembra adattarsi a questo tipo di caratterismo e trascina nella sua nota principale anche gli altri attori. Nonostante questo, le prove di Gwyneth Paltrow, Ewan McGregor e Paul Bettany risultano meno posticce, riuscendo a fare da spalla a Depp in un modo che, seppur funzionale al tono generale, riesce a non infastidire eccessivamente.

Tra Spy Kids ed Austin Powers

Il contorno purtroppo non sembra aiutare Depp in nessun modo, né tantomeno i suoi colleghi: sia nella scrittura che nella regia Mortdecai cerca di mettere le cose in chiaro e di non prendersi troppo sul serio fin dall’inizio, ma mancano i tempi comici, l’intelligenza e la lucidità necessaria per trattare un film del genere. David Koepp (che ha già lavorato con Johnny Depp nel più riuscito Secret Window) fallisce probabilmente dal principio sottovalutando un genere facile solo in apparenza ma in realtà pieno di insidie, in cui il suo Mortdecai cade ripetutamente e finisce per risultare, alla fine, un buco nell’acqua a metà tra uno Spy Kids per adulti ed un Austin Powers più 'educato'. A salvarsi all’interno di una disfatta su quasi tutti i fronti sono i reparti tecnici, in particolare trucco, costumi e scenografia, che riescono invece a portare a casa una colorata ed abbastanza convincente prova finendo per essere le uniche frecce che colpiscono il bersaglio con coerenza e piacevolezza.

Mortdecai Sottovalutando un intero genere cinematografico e le difficoltà di creare una commedia brillante, sopra le righe ma comunque convincente, David Koepp confeziona un Mortdecai pieno di pieghe e strappi: la comicità non va quasi mai a segno, e l’intero film risulta una raccolta mal rilegata di battute e situazioni mai del tutto convincenti. Non aiuta il personaggio di Johnny Depp, di nuovo costruito sugli stessi canoni di tutti i suoi personaggi negli ultimi anni, ingiustificato soprattutto visto il suo ruolo di produttore del film che non fa altro che confermare una poca lucidità dell’attore nel scegliere i suoi progetti. Dei buoni costumi ed una buona scenografia non possono certo da sole risollevare le intere sorti di un film che, visto anche il materiale letterario da cui è tratto, non può che essere giudicato come un lavoro di cui si sarebbe fatto volentieri a meno.

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