“Le Vie del Signore sono infinite”, si suol dire. E così, per caso o per volontà divina, un giovane presbitero, don Fabijan (Krešimir Mikić), si ritrova a vivere la sua prima esperienza da sacerdote in una chiesetta di una sperduta isola della Dalmazia assistito da un parroco di grande esperienza, don Jakov (Zdenko Botic). Zelante e pieno di buoni propositi, il nostro “eroe” si scontra ad ogni modo con la ritrosia della semplice gente di paese e perde inesorabilmente ogni confronto con il collega più anziano, cosa che lo fa sentire svilito e inutile alla comunità. Perlomeno fino al giorno in cui uno dei suoi parrocchiani, il tabaccaio Peter (Nikša Butijer), non gli confessa di sentirsi in colpa poiché parte dei suoi proventi deriva dalla vendita di preservativi: in pratica vive della “morte” di tanti bambini che non hanno modo di essere concepiti. Pensando di fare la volontà di Dio e rendere un servizio alla comunità in un luogo dove il tasso dei decessi è spaventosamente più alto di quello delle nascite, Fabijan mette in atto un folle piano per sabotare ogni metodo contraccettivo disponibile sull'isola: dal bucare i profilattici venduti al chiosco di Peter e nella farmacia dell'insofferente Martin (Dražen Kühn) al sostituire le pillole anticoncezionali con semplici vitamine. Inutile dire che le conseguenze delle sue azioni saranno ben più vaste del previsto...
I figli del prete
"Amo affrontare temi seri attraverso la commedia perché vivo e penso da commediante: per la gente della costa adriatica come me, la commedia è uno stile di vita, non solo un genere cinematografico. È il tipico humor balcanico, duro e diretto. Risate e humor caratterizzano il mio modo di vedere il mondo." Parola di Vinko Bresan, regista di culto in Croazia che con questo Padre vostro e con il suo primo successo indipendente How the War started on my Island vanta i due maggiori incassi di sempre in patria, se escludiamo l'onnipresente Titanic. Il suo è un cinema che mescola dramma e commedia, come da lui stesso suggerito e come succede anche in quest'ultima pellicola, che ha ricevuto ampi consensi in giro per i vari festival dove è stata presentata. Oggi arriva anche nel nostro paese, distribuita dalla sempre attenta Officine UBU, e possiamo così saggiare con mano questo grande successo della commedia dei nostri “vicini di casa” che spesso conoscono benissimo la nostra cultura mentre noi siamo completamente digiuni della loro.
"Un'idea geniale!"
Bresan trae lo script dall'omonima pièce teatrale di Mate Matisic, che a quindici anni dall'esordio della storia di Padre Fabijan la adatta per il grande schermo. Il risultato è, in verità, altalenante, ma sicuramente meritevole di visione. Quel che non manca sicuramente è il ritmo, dato che nell'ora e mezza di pellicola gli accadimenti sono molti, anche se alcuni non vantano sempre il giusto mordente e l'alternanza tra toni seri e altri molto più farseschi (con tanto di protagonista che infrange la quarta parete) non è molto ben calibrata. L'impressione è quella di seguire la scia di Emir Kusturica e Radu Mihăileanu, ma con un tocco più grezzo pur non privo di significato. Anche lo spunto anticlericale non riesce ad essere brillante e al contempo delicato come, ad esempio, in Philomena di Stephen Frears, andando ad arenarsi in tutta una serie di stereotipi certamente funzionali ma a volte un po' stucchevoli. L'umorismo pungente e amaro di Matisic e Bresan però colpisce nel segno in alcune scene chiave dell'opera, in cui mette in mostra la pochezza, l'egoismo, la meschinità e l'ipocrisia degli uomini quando giocano con la vita degli altri, addirittura arrogandosi il diritto di scegliere in nome di Dio cosa sia meglio per una persona, una famiglia o un'intera comunità, eludendo completamente il concetto di “libero arbitrio” e involontariamente tradendo il loro stesso credo. Ognuno ha da dire la propria e, con arroganza, vuole imporre la propria visione del mondo, finendo per fare solo danni anche quando spinti da buone intenzioni.
Dopo l'enorme successo in patria e in giro per i festival di mezzo mondo arriva anche in Italia Padre vostro, diretto da Vinko Bresan a partire da un pièce di Mate Matisic. L'impianto teatrale, una non perfetta livellatura tra i registri drammatici e farseschi dell'opera e alcuni ormai banali cliché non permettono al film di decollare come potrebbe, ma il racconto delle piccole e grandi ipocrisie della gente più o meno comune avvince, anche grazie ad un ottimo cast che si mette in luce soprattutto negli aspetti più amari e oscuri della vicenda.