Recensione Parto col folle

Todd Phillips non bissa il colpaccio di Una notte da leoni

Recensione Parto col folle
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Todd Phillips, fino a un paio di anni fa, era conosciuto soprattutto in Italia per essere stato il regista dell'abbastanza riuscito remake cinematografico di Starsky & Hutch. Qualcuno, forse, ricordava anche il fortunato Road Trip, che inaugurò la moda del road movie scanzonato che ha spesso imperversato negli anni successivi.
Ma è solo nel 2009 che, grazie a The Hangover (da noi conosciuto come Una notte da leoni) Phillips ha conquistato il mondo, proponendo una commedia dell'assurdo decisamente sopra le righe, condita di trovate originali e un pizzico di suspence ad arricchire una formula che ha fatto immediatamente presa sul pubblico.
Ora, con Una notte da leoni - Parte seconda attualmente in lavorazione, il regista newyorkese ci presenta un nuovo film on the road dei suoi, se possibile ancora più pazzo dei precedenti: Parto col folle.

Partire col folle? Roba da matti!

Peter Highman (Robert Downey Jr.) è un affermato architetto, un uomo tutto d'un pezzo che si appresta a tornare a casa a Los Angeles per assistere alla nascita del suo primo figlio. Tuttavia, l'aver disgraziatamente fatto conoscenza con l'aspirante attore Ethan Tremblay (Zach Galifianakis) scatenerà tutta una serie di sfortunati eventi che lo costringerà a viaggiare in macchina, dalla Georgia fino in California, insieme all'irritante, infantile e inaffidabile nuovo “amico”.
La convivenza forzata si dimostrerà assai ardua: riusciranno i due ad arrivare a destinazione, per tempo, e senza drastiche conseguenze?

Una difficile alchimia

Già dopo pochi minuti di film, appare chiaro come Parto col folle non sia molto più che un remake dello storico Un biglietto per due con Steve Martin e John Candy, infarcito però della comicità tipica di Phillips. Comicità che si può riassumere, nella maggior parte dei casi, nella formula “gruppo di personaggi mal assortiti + corsa contro il tempo + guai a non finire = situazioni bizzarre e spesso esilaranti”. Il problema di questo approccio, tuttavia, è che non è sempre facile dosare a dovere gli ingredienti necessari a realizzare un buon prodotto.
Una notte da leoni risultava convincente perché, nonostante ne succedessero davvero di tutti i colori, ogni cosa si incastrava perfettamente e risultava coerente col contesto: anche le situazioni più assurde avevano un loro senso e risultavano credibili, oltre che divertenti. Parto col folle, invece, nonostante si fregi delle riuscite interpretazioni di Downey Jr. e Galifianakis (nonché di altri ottimi attori come Jamie Foxx, Juliette Lewis e Michelle Monaghan), fallisce nel catturare lo spettatore, finendo anzi per annoiarlo ben presto.
Il problema principale è la completa irrealisticità di fondo della vicenda: Galifianakis, in pratica, ripropone il personaggio di Alan, il bamboccione di Una notte da leoni, interpretando perfettamente le intenzioni della sceneggiatura di Phillips, Cohen e Freedland, e rendendolo un character ancora più svitato e irresponsabile di prima. Un vero e proprio pericolo pubblico, che stupisce per il fatto che non sia ancora stato insignito di un Darwin Award per “meriti” sul campo. Minuto dopo minuto, non si comprende come sia possibile che Peter riesca, anche solo a malapena, a sopportarlo e a non lasciarlo, come minimo, in mezzo ad una autostrada. Ancora meno credibili risultano poi le azioni dei vari comprimari e personaggi secondari, e infine le conseguenze, relativamente lievi, di quanto accade ai due protagonisti, soprattutto verso la fine. Essere surreali è un conto, mettere una dietro l'altra scene sempre più assurde e senza senso è un'altra, soprattutto quando il film dimostra, in più di un'occasione, di prendersi effettivamente -troppo- sul serio.

Parto col folle Per sfornare una buona torta, si sa, la temperatura del forno deve essere ottimale, pena la non completa riuscita del dolce. Come in questo caso, in cui Phillips finisce per bruciare il suo piatto per colpa, forse, di un'eccessiva voglia di giocare al rialzo, anche a costo di sfiorare il ridicolo. Peccato, perché il film è altrimenti ben confezionato e recitato, e qualche risata la strappa. Archiviata la delusione di questo exploit, speriamo in bene, dunque, per un più equilibrato secondo episodio de Una notte da leoni, ormai prossimo al lancio.

5

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