Recensione Saving Mr. Banks

L'emozionante racconto di come Walt Disney "conquistò" Mary Poppins

Recensione Saving Mr. Banks
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"Vento dall'est, la nebbia è là, qualcosa di strano tra poco accadrà. Troppo difficile capire cos'è, ma penso che un ospite arrivi per me".
Quanto abbiamo sognato, nel corso degli anni, che una bizzarra raffica di vento portasse nelle nostre vite qualcosa di strepitosamente fantastico come Mary Poppins. Non esiste bambino nel mondo che non si sia affacciato alla finestra almeno una volta controllando l'orizzonte alla ricerca di un ombrello volante e non fanno eccezione nemmeno le figlie di Walt Disney, che chiesero al padre di realizzarne un film, basato proprio sul loro libro preferito. Lui era Walt Disney, capace di rendere reali anche i sogni più difficili, chi lo avrebbe mai pensato che per convincere P.L. Travers a cedergli i diritti cinematografici del suo libro ci avrebbe messo circa 20 anni? Ma la promessa di un padre alle proprie figlie è una cosa difficile da abbandonare... e così, nel 1961, P.L Travers fu invitata nel suo studio di Los Angeles per discutere di persona l'accordo: Disney voleva dimostrare all'austera scrittrice il suo vivo interesse per il progetto, la passione per il personaggio e per il suo lavoro, con la speranza che, diversamente dagli anni Quaranta, questa volta il tentativo avesse un esito differente. Fortunatamente fu così.

Salvare un ricordo

Difficile dare una traccia ben definita alla trama di Saving Mr. Banks. Fondamentalmente si tratta della storia di come Walt Disney (Tom Hanks) e il suo gruppo di lavoro abbiano lavorato e soprattutto combattuto per convincere P.L. Travers (Emma Thompson), autrice di Mary Poppins, a cedere i diritti di sfruttamento cinematografico del suo celebre personaggio. La verità è che quella messa sulla scena non è la storia, lineare e scombussolata, di come si sia arrivati alla realizzazione del film, quanto un viaggio emozionale nelle vite di due grandi personalità, molto diverse tra loro eppure unite da una stessa matrice sentimentale. Come spiega il regista John Lee Hancock: "È una storia davvero fantastica, ma non si tratta di uno sguardo dietro le quinte di Mary Poppins. Non vedremo il set del film con i giovani Julie Andrews e Dick Van Dyke. La nostra storia racconta i 2-3 anni che hanno preceduto la produzione vera e propria del film". Tutto è possibile in questo lasso di tempo, soprattutto perché tutto può cambiare, si può perdere, sfumare, sfuggire tra le mani di chi lo sta costruendo e proteggendo con tanto ardore. Ma come mai la scrittrice non vuole lasciar andare, nonostante il suo bisogno economico di vendere i diritti, il suo personaggio? Cosa la lega così saldamente a Mary Poppins? Ecco la storia che Saving Mr. Banks racconta veramente...

Mary Poppins come Mickey Mouse

Saving Mr. Banks è una storia di emozioni in parallelo, un dipanarsi di questioni e sentimenti che si muovono di pari passo, sciogliendo i nodi reciproci e costruendo un sentimento collettivo. Cercare di incastrare il film in dei paletti è del tutto impossibile e fondamentalmente sbagliato: non parla di Walt Disney e di come si lavorasse negli anni Sessanta nei suoi Studios; non parla di una scrittrice dal forte piglio inglese (anche se inglese non era); nemmeno di Mary Poppins personaggio o film... si potrebbe quasi accusare la sceneggiatura di non approfondire nessuna linea narrativa. Eppure ci si sente subito profondamente connessi con tutto, forse per merito anche di quel profondo senso di familiarità che circonda la pellicola. Le note nascoste nella partitura della colonna sonora, i movimenti dei personaggi, la magia dei sogni: scopriamo tutto per la prima volta con la passione di chi lo conosce da sempre. Il merito, probabilmente, è della posizione speciale che film come Mary Poppins occupano nei nostri ricordi e del carisma innato che un'icona come Walt Disney esercita in ogni sua estensione.
Storie (che non vi raccontiamo per non rovinarvi la visione complessiva) che si intrecciano a formare un grande quadro che prende vita con le commoventi interpretazioni degli attori protagonisti, prima fra tutti Emma Thompson, chiamata a dare un senso drammatico e rendere amorevole un personaggio complesso e di difficile digestione come P.L. Travers. "Odiava il copione, non le piacevano i fratelli Sherman. In realtà sembrava che odiasse tutto, ma se fosse vero o meno è un'altra questione. Stava affrontando dei problemi personali, profondi e complessi. Il suo rapporto con Mary Poppins era esattamente lo stesso che Walt Disney aveva con Topolino. Mary Poppins l'aveva salvata dalle ferite della sua infanzia allo stesso modo in cui Topolino aveva salvato Walt. Perciò non era facile per lei lasciare la sua creazione nelle mani di altri. Sentiva che le stavano togliendo una parte delle sua anima e che la stavano trasformando in qualcosa che non era e questo per lei era psicologicamente difficile da accettare". Uno status psicologico che gli sceneggiatori Kelly Marcel e Sue Smith affrontano con la serie di idiosincrasie che, nel contesto, appaiono a volte anche divertenti e ridicole. Le sue sono prese di posizione apparentemente senza alcun senso, con il solo scopo di impedire a Walt Disney di realizzare il suo stupido filmetto animato che avrebbe sicuramente denaturato tutto il suo lavoro come scrittrice. P.L. Travers alza costantemente muri immaginari per tutta la narrazione, dietro i quali si nascondono flashback del suo passato, raccontati con la forza cromatica ed empatica di un ricordo che non si vuole abbandonare, capaci di dare una spiegazione a ogni "no" decretato con foga dalla scrittrice.
La sua è una interpretazione talmente d'impatto da oscurare addirittura un grande attore come Tom Hanks che, per questo film, si è trasformato in Walt Disney, cercando di fare sue le emozioni e le passioni che hanno reso grande questo personaggio. Tutte buone le interpretazioni di attori come Colin Farrell, Paul Giamatti e Jason Schwartzman, chiamati a muoversi costantemente tra recitato e cantato, ma che spariscono davanti alla potenza di Emma Thompson, trasformandosi nei sostegni perfetti di una interpretazione che abbaglia.

Saving Mr. Banks È difficile definire Saving Mr. Banks, quello che possiamo dire con certezza è che si tratta di un film bellissimo dal forte impatto emotivo sullo spettatore. Il regista approfitta della potenza dei personaggi e delle tematiche affrontate, per mettere in scena un racconto che è omaggio, ricordo e narrazione: un pacchetto semplice sul quale nessun grande sforzo è stato fatto, ma che funziona... e fa riflettere. Perché Saving Mr. Banks mette in luce aspetti di Mary Poppins a cui molti di noi forse non avevano ancora pensato, sottolineando messaggi e intenzioni nascosti ai più, portato alla ribalta i segreti che fino a questo momento erano rimasti sepolti nei ricordi di chi a quel primo film aveva lavorato, archiviati nei magazzini Disney aspettando il giorno in cui qualcuno avrebbe avuto voglia di raccontarli. Non vedevamo l’ora.

8

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