Recensione Star Trek VI - Rotta verso l'ignoto

L'ultimo episodio cinematografico delle avventure dell'equipaggio classico dell'Enterprise

Recensione Star Trek VI - Rotta verso l'ignoto
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Il 6 dicembre del 1991 è una data storica per i trekkies di tutto il mondo: in quel giorno uscì ai botteghini statunitensi l'ultima avventura cinematografica che vedeva per protagonista l'equipaggio storico agli ordini del capitano James T. Kirk. Se infatti è pur vero che alcuni dei membri della squadra classica compariranno anche nel successivo Generazioni, Star Trek VI - Rotta verso l'ignoto può essere considerato a tutti gli effetti come l'ultimo viaggio della "vecchia" Enterprise, rimpiazzata in ambito cinematografico nel 1994 dall'equipaggio del capitano Picard. Uscito nelle sale nel 25°esimo anniversario della serie tv, questa sesta incarnazione su grande schermo del franchise è dedicata a Gene Roddenberry, leggendario ideatore della suddetta, scomparso proprio nell'ottobre di quell'anno. La pellicola segna il ritorno alla regia di una vecchia conoscenza come Nicholas Meyer, già autore dell'apprezzato secondo episodio Star Trek II - L'ira di Khan.

Missione di pace

Praxis, una luna di vitale importanza per il popolo Klingon, è esplosa causando un terribile danno alla razza aliena che ora rischia di scomparire nell'arco di 50 anni a causa dei mutamenti climatici provocati. Nel frattempo sulla Terra James T. Kirk ed il suo equipaggio sono prossimi al congedo dopo la lunga carriera trascorsa a bordo dell'Enterprise. Ma Spock, per conto della Federazione dei Pianeti Uniti, è riuscito a negoziare una tregua con i Klingon che potrebbe portare ad una nuova e duratura pace, e l'alto comando decide di affidare questa delicata missione proprio a Kirk e ai suoi uomini. Il compito del comandante, non proprio in ottimi rapporti con i Klingon, è quello di scortare sulla Terra il loro cancelliere. Ma qualcuno trama nell'ombra, e viene tesa una trappola all'Enterprise: Kirk e McCoy si ritrovano così accusati dell'omicidio del cancelliere e condannati ad un ergastolo ai lavori forzati sull'invivibile colonia penale Rura Penthe. Sarà compito di Spock e dei rimamenti membri dell'equipaggio scoprire i traditori e sventare un complotto atto a far saltare gli accordi di pace.

L'ultimo viaggio

Degna conclusione di un'avventura iniziata oltre vent'anni prima, Star Trek VI - Rotta verso l'ignoto contiene tutti quegli elementi in grado di mandare in brodo di giuggiole gli appassionati storici. Potendo contare sul discreto budget di 30 milioni di dollari, Meyer non ha lesinato sugli effetti speciali, assai più riusciti degli ultimi capitoli, riuscendo a realizzare scene avvincenti sia nelle battaglie spaziali che nella creazione di interessanti personaggi di contorno, come la mutaforma Martia (interpretata dalla signora Bowie, Iman). Anche la sceneggiatura (tra gli autori del soggetto vi è nuovamente lo stesso Leonard Nimoy) svolge il suo compito in maniera eccellente, dosando bene i tempi e trascinandoci verso il malinconico finale e lasciando il giusto spazio a tutti i protagonisti (con l'esclusione di un sin troppo trascurato Sulu, qui al comando dell'Excelsior) decidendo con una scelta tanto curiosa quanto azzeccata di infarcire i dialoghi di citazioni dai classici della letteratura, da Shakespeare (vero e proprio "pallino" del carismatico villain klingon interpretato dal grande Christopher Plummer) a Conan Doyle, da Cenerentola a Peter Pan (usato nel toccante epilogo). Profondamente etica. la trama tratta argomenti -oggi più che mai- d'attualità, come quelli della pace tra nemici storici e seppur non scevra di una certa, piacevole, retorica riesce a mettere in mostra l'umanità dei personaggi, evitando quasi totalmente gli istinti umoristici comparsi in alcuni degli ultimi film e riabbracciando quella profondità tipica della saga. Candidato a due premi Oscar (miglior effetti speciali sonori e miglior trucco), questo sesto episodio si difende assai bene tecnicamente e vede anche una complessiva prova del cast ben più sentita rispetto ad altre occasioni: il miglior commiato degli interpreti storici alla pagina più importante delle loro carriere.

Star Trek VI - Rotta verso l'ignoto E' qui che si chiude una pagina di storia dell'universo trekkiano. L'ultima, vera, avventura dello storico equipaggio dell'Enterprise è la degna conclusione di un ciclo, con una realizzazione tecnica di buon livello e una storia appassionante e variegata che torna a rappresentare ideali profondi. E la citazione da Peter Pan "seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino", posta a chiusura del film, è ancor oggi motivo di malinconica commozione per molti fan.

7.5

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