Recensione Starship Troopers - Fanteria dello spazio

Il sottovalutato cult sci-fi di Paul Verhoeven

Recensione Starship Troopers - Fanteria dello spazio
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Chiunque ami la fantascienza dovrebbe nutrire una profonda venerazione per Robert A. Heinlein e Paul Verhoeven. Il primo, leggendario scrittore di assoluti capolavori della letteratura sci-fi come Straniero in terra straniera, Cittadino della galassia e Terrore della sesta luna, il secondo regista di veri e propri cult del genere del calibro di Robocop e Atto di forza. Il 1997, a nove anni dalla morte di Heinlein, Verhoeven decide di portare su grande schermo una delle opere più ispirate del compianto autore, Fanteria dello spazio. Il successo della trasposizione cinematografica di Starship Troopers, all'epoca incompreso da una parte della critica ma apprezzato dal pubblico, fu tale da generare in futuro due videogame, una serie in computer grafica, due sequel live action e una produzione animata, purtroppo decisamente inferiori per budget e qualità al capostipite. Capostipite che inoltre poteva contare su un cast di tutto rispetto che, pur non eccellendo tranne rare eccezioni in qualità attoriali, poteva contare su volti giovani e promettenti (chi più, chi meno) come Casper van Dien (Il mistero di Sleepy Hollow), Dina Meyer (Dragonheart), Denise Richards (007 - Il mondo non basta), Neil Patrick Harris (How I met your mother) e Amy Smart (Crank), oltre a due caratteristi di razza quali Jake Busey (Sospesi nel tempo) e Michael Ironside (Top Gun).

Bug Attack

In Starship Troopers nel XXIII secolo la Terra sta colonizzando lo spazio. Le forze armate planetarie, duranti i loro viaggi nelle galassie, incrociano una temibile razza aracnoide originaria del pianeta desertico di Klendathu. Gli insetti, che colonizzano i pianeti vicini lanciando asteroidi al plasma, provocati dalla fanteria umana decidono di reagire e lanciano un gigantesco asteroide proprio sulla Terra, causando la completa distruzione di Buenos Aires e le conseguenti milioni di vittime. Johnny Rico, un soldato di fanteria che ha perso entrambi i genitori durante l'attacco, si ritrova così catapultato nel mezzo del conflitto insieme alla sua ragazza Carmen (abilissima pilota) e all'amica Dizzy, da sempre innamorata di lui. Ma gli aracnoidi si fanno sempre più intelligenti e pericolosi, provocando ingenti perdite tra l'esercito spaziale e costringendo le forze terrestri ad un'ultima disperata mossa per la sopravvivenza...

Guerra all'ultimo sangue

Starship Troopers non è un semplice blockbuster. È un blockbuster intelligente, merce sempre più rara negli ultimi anni. Sfruttando infatti il genere e strizzando piacevolmente l'occhio ai b-movie Verhoeven, da regista acuto qual è, dirige un'irresistibile satira della guerra, mostrata in tutta la sua stupidità e brutalità attraverso il mezzo della fantascienza. Il nemico infatti avrebbe potuto tranquillamente essere umano e il plot sarebbe cambiato di poco nelle sue linee base. Astuto nei dettagli, dalle torture di guerra inflitte ai prigionieri sino alla spasmodica e irrefrenabile fame di conquista, il film è, nelle stesse parole del regista, una netta critica agli Stati Uniti contemporanei, rei di «avere la tendenza a usare il potere e la violenza contro tutti gli obiettori». Peccato che al tempo della sua uscita molta critica fece una feroce levata di scudi accusando la pellicola di istinti fascisti e totalitari, non comprendendo la reale essenza del messaggio che la storia racchiude. Essenza messa ancor più in risalto dalla voluta caratterizzazione caricaturale dei personaggi, protagonisti inclusi, e dai dialoghi e battute che sfottono allegramente i classici gerghi militari. Togliendone anche l'importanza politica e sociale della narrazione, Starship Troopers rimane comunque un'opera vincente, un giocattolone adrenalico e accattivante che si avvale di diverse scene esaltanti (rese vagamente epiche dall'ispirata main theme) e di un'incredibile resa degli effetti speciali (per i quali il film è stato candidato all'Oscar). Dalle più che discrete sequenze spaziali all'incredibile resa degli aracnoidi, che attaccano in centinaia d'unità e con movenze quasi realistiche, lo spettacolo visivo è garantito all'ennesima potenza e non sfigura affatto con le produzioni odierne. Pure il cast, assortito di volti belli e piacenti per entrambi i sessi, è stato selezionato con una cura certosina per garantire e sottolineare gli stereotipi, ennesimo emblema della genialità di un titolo forse sottovalutato ai tempi rispetto ai suoi reali meriti.

Starship Troopers - Fanteria dello spazio Verhoeven riesce a coniugare nel migliore dei modi lo stile da blockbuster spettacolare, che prende a piene mani dai b-movie, con una tagliente satira militare, garantendo in Starship Troopers due ore di assoluto divertimento che nascondono stratificazioni sagaci e irriverenti dietro il mero entertainment. Gli ottimi effetti speciali e una storia semplice ma appassionante ne fanno ad oggi un titolo da riscoprire, per troppo tempo sottovalutato e incompreso.

7.5

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