Recensione The Town

Recensione del secondo lungometraggio diretto da Ben Affleck

Recensione The Town
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Con oltre cinquanta prove d'attore, a partire dall'ormai lontano 1981 in cui, a soli nove anni, interpretò The dark end of the street di Jan Egleson, il californiano Ben Affleck ha esordito dietro la macchina da presa nel 2007 con quel Gone baby gone che, tratto dal romanzo di Dennis Lehane, vedeva il fratello Casey Affleck nei panni di un investigatore privato alle prese con una ragnatela di bugie e violenza legata all'improvvisa sparizione di una bambina di quattro anni.
Una pellicola che gli permise di ottenere numerosi premi della critica, tra cui quello per il miglior esordiente della National Board of Review e il Breakthrough Director of the Year Award all'Hollywood Film Festival, tanto da spingerlo a tornare a cimentarsi nella regia con The town, di cui anticipa: "E' interessante, perché da un lato l'aspetto esteriore del film è quello di un poliziesco, ma in realtà è la storia di un uomo che si trova incastrato in un luogo dal quale vorrebbe andar via per cambiare vita, e questo mi ha colpito molto. Parla delle radici, di come si cresce e di come i figli paghino le colpe dei genitori. Molti ci si possono identificare in questa storia, anche quelli di noi che non hanno mai avuto problemi di criminalità".

Ben Affleck sulla realizzazione del film

Abbiamo compiuto molte ricerche. Ci siamo recati nelle prigioni e abbiamo parlato con ex rapinatori di banche e abbiamo anche incontrato agenti dell’FBI, per approfondire il personaggio dell’agente Frawley. Poi abbiamo inserito quello che avevamo imparato nell’architettura della storia, per ottenere il massimo dei dettagli e della verosimiglianza.

Ben, principe dei ladri

Tratto dal romanzo Prince of thieves di Chuck Hogan, pubblicato nel 2004 e vincitore dell'Hammet Prize della International Association of Crime Writers, il film vede lo stesso Affleck nei panni di Doug MacCray, il quale, pur avendo avuto l'occasione di evitare il percorso criminale di suo padre, ha finito per trasformarsi nel capo di una banda di rapinatori spietati del quartiere di Boston chiamato Charlestown, al cui interno il duro e suscettibile Jem alias Jeremy"The hurt locker"Renner rappresenta per lui quasi un fratello.
Banda di rapinatori che si vantano di accaparrarsi quello che vogliono e di uscire sempre puliti dai loro colpi, almeno fino al giorno in cui Jem, dopo aver preso per breve tempo in ostaggio la dirigente di banca Claire Keesey, interpretata dalla Rebecca Hall di Vicky Cristina Barcelona, scopre che anche lei vive a Charlestown, divenendo desideroso di sapere cosa possa aver visto o capito.
Ed è Doug a prendersi l'impegno di conoscerla e di occuparsi di lei che, ignara della sua vera identità, finisce per far mutare il loro rapporto in una storia d'amore; tanto che l'uomo decide di lasciare la vecchia vita e la città, mentre, ossessionato da un lato da Jem che mette in dubbio la sua lealtà e dall'altro dai Federali guidati dall'agente Frawley, con le fattezze del Jon Hamm della serie tv Mad men, si trova costretto a scegliere se tradire gli amici o perdere la donna che ama.

Insoliti criminali

"Quel tipo di storia, con criminali e poliziotti, era perfetta per il mio progetto, ma mi sono piaciuti anche gli altri elementi del romanzo, l'amicizia di quegli uomini che vivono e lavorano insieme, a parte la specificità della loro occupazione. L'amore di Doug per la donna che hanno preso in ostaggio e quindi il dover prendere delle decisioni che avranno un impatto forte su tutti loro. Un mix molto interessante" dichiara il produttore Graham King (vincitore del premio Oscar per lo scorsesiano The departed-Il bene e il male) a proposito del lungometraggio, che, senza perdere tempo, apre immediatamente con un colpo messo in atto dai protagonisti nascosti sotto inquietanti maschere "teschiformi".
Un lungometraggio che Affleck, supportato anche dall'ottima prova del cast, comprendente i grandi Pete"Nel nome del padre"Postlethwaite e Chris"American beauty"Cooper, costruisce in maniera efficace su dialoghi occasionalmente infarciti d'ironia, ma senza dimenticare indispensabili momenti d'azione inseriti solo quando necessario.
Si va infatti da una rapina eseguita con travestimenti da suore mostruose a un lungo inseguimento con la polizia, mentre, senza fare mai ricorso a particolari o esagerati virtuosismi, la macchina da presa viene sfruttata a dovere per delineare un drammatico racconto di celluloide che tanto sembra rifarsi alle grandi crime story hollywoodiane sfornate tra gli anni Trenta e Cinquanta.
Peccando in parte in eccessivamente lenti ritmi di narrazione e con il solo fine di ricordare che, per quanto si possa cambiare, nella vita bisognerà sempre pagare per ciò che si è fatto.

The Town A tre anni dall’esordio registico Gone baby gone (2007), l’attore Ben Affleck torna dietro la macchina da presa prendendo ispirazione dal romanzo Prince of thieves di Chuck Hogan. Il risultato è un forse lento ma comunque riuscito mix di love story e racconto di vita criminale che, piuttosto vicino al cinema sfornato dal Clint Eastwood d’inizio XXI secolo, non possiamo fare a meno di giudicare quotando in pieno questa dichiarazione della protagonista Rebecca Hall: “E’ un vero thriller, nel senso che è avvincente e c’è molta azione. Ma ha anche un lato romantico che riserva qualche sorpresa. E’ un racconto molto bello”

6.5

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